Capitolo III
Piton era decisamente impazzito. Diede una boccata alla sigaretta, osservando la nuvola di fumo bianco dissolversi. Continuò a guardare gli studenti passeggiare per i giardini di Hogwarts, appoggiandosi alla balaustra della Torre di Astronomia.
Era da un anno che non la vedeva. Non aveva avuto nessun motivo per cercarla. D'altronde le aveva detto chiaramente che non voleva avere più nulla a che fare con lei. Nei primi tempi non si era curato molto della sua assenza: Niamh era solo sesso.
Si era dedicato alle sue pozioni e all'insegnamento, e poi era arrivata la proposta di Minerva. Già da alcuni mesi aveva accettato, nonostante la posizione fosse stata ufficializzata qualche giorno prima.
Stava cercando di rimediare a quello che aveva fatto durante il regno di Voldemort, ma si stava rivelando più difficile del previsto. Quasi tutte le notti si svegliava in preda agli incubi sulla guerra. Era continuamente stressato.
Non c'era di certo Niamh a rilassarlo. Dopo l'ennesima notte insonne aveva deciso di tornare al bar: così la sera successiva si era seduto al suo solito posto in penombra e aveva ordinato l'usuale bicchiere di Whiskey Incendiario.
Non sapeva di preciso cosa stesse aspettando, ma non avrebbe mai ammesso a se stesso di voler vedere entrare Niamh dalla porta. Nessuna donna sana di mente si era avvicinata a lui e bicchiere dopo bicchiere era rimasto lì in solitudine. Aveva bevuto come era solito fare durante la guerra e grazie all'alcol si era reso conto che iniziava a sentire la sua mancanza. Era veramente patetico. Dopo aver lasciato qualche galeone sul tavolo, era uscito con passo leggermente incerto e in quel momento aveva fatto l'unica cosa che la sua mente annebbiata gli suggeriva.
Si era materializzato all'entrata di Knocturn Alley e, dopo essersi lanciato un incantesimo per non farsi riconoscere, si era diretto verso una casa malconcia. Non era un luogo molto raccomandabile, come d'altronde ogni altro posto in quel vicolo pullulante di maghi e streghe oscuri.
Venti minuti dopo era in una camera, con una donna fra le sue gambe. Era una povera sostituta, ma voleva solo liberarsi dallo quello stato di oppressione che lo attanagliava. Non si era nemmeno degnato di togliersi i vestiti, così non appena avesse finito se ne sarebbe andato.
Le aveva preso la testa con le mani e aveva spinto il suo membro duro fra le sue labbra. Si ricordava distintamente di aver tenuto gli occhi chiusi, immaginando quello che desiderava di più. Non era neanche lontanamente sensuale come Niamh, infatti in quel momento si era sentito disgustato dalla sua scelta. Quella donna non riusciva a farlo venire con la bocca, quindi l'aveva fatta staccare, facendola distendere sul letto.
Le aveva detto chiaramente di non fingere poco prima di entrare in lei con una singola spinta. Non aveva bisogno che gemesse per eccitarlo.
Aveva cercato di finire il prima possibile, ignorando le urla di piacere esagerate che venivano dalla donna che stava dominando.
Dopo quella sera non aveva trovato comunque la pace che sperava, nonostante le varie visite a Knocturn Alley e al club privato di cui era membro. Sapeva di non essere pronto per una relazione, ma iniziava a mancargli il legame che aveva con Niamh, qualunque esso fosse.
Così quella mattina si era deciso a passare per la sua libreria. Aveva delle commissioni da fare a Diagon Alley e una volta finite, quasi per caso si era ritrovato a vagare lì vicino.
Sì, certo. Per caso.
Iniziava a mentire anche a se stesso ora.
Aveva trovato diversi motivi che lo avevano spinto a non entrare, come il fatto che fosse passato un anno. Per Merlino, l'aveva lasciata lui volontariamente! Forse Niamh aveva trovato qualcun altro.
Nonostante tutto era entrato, chiudendo subito la libreria: non voleva essere disturbato. Era rimasto impassibile non appena Niamh lo aveva guardato negli occhi, ma dentro di lui si era scatenata una tempesta di emozioni contrastanti.
Non era cambiata. I suoi morbidi capelli neri lo invogliavano a far scorrere le sue dita fra le morbide ciocche che le ricadevano sulle spalle. Voleva perdersi nei suoi occhi, scuri e profondi quasi quanto i suoi. Le sue labbra erano leggermente dischiuse. Quelle labbra piene, rosee.
Niamh si era ripresa presto dallo stupore, proponendogli di seguirla mentre cercava i libri che le aveva chiesto.
Mentre era dietro di lei non aveva potuto fare a meno di osservare le curve del suo corpo. Non si stava muovendo in modo provocatorio, ma il suo sangue stava ribollendo. Il profumo fresco e delicato del suo shampoo aleggiava intorno a lui.
Lo aveva respirato profondamente, notando con piacere che usava ancora lo stesso di quando si frequentavano. Gli costava ammetterlo, ma aveva un debole per l'olio di mandorla e la linfa d'acero. La sua immaginazione stava galoppando. Non le aveva mai fatto un massaggio.
Solo pensare al suo corpo oliato, profumato di mandorla, le sue mani che scivolavano sulla sua pelle nivea, il suo seno pieno, i capezzoli turgidi dal piacere, lo faceva impazzire dalla voglia.
Solo un semplice profumo gli aveva scatenato una fantasia erotica, facendolo eccitare come un adolescente ormonale. Avevano appena passato un enorme tavolo, sistemato tra le immense librerie, e aveva dovuto tenere a bada l'impulso di fermarla, prenderla e scoparla proprio su quel tavolo.
Nemmeno fosse stato sotto l'influsso di un afrodisiaco. Provava un'attrazione quasi dolorosa per lei.
Dopo un tempo che gli era parso infinito si erano fermati e lei era salita sulla scala, mettendo a dura prova i suoi nervi. Così aveva agito: un pizzico di magia e il libro improvvisamente l'aveva fatta sbilanciare. Lui era stato pronto a prenderla, proteggendola dalla caduta.
Il suo corpo femmineo era intrappolato nel suo abbraccio. Non voleva lasciarla andare. Gli era bastato guardarla negli occhi affinché la sua forza di volontà si dissolvesse. L'aveva baciata con un impeto e bisogno che gli erano sconosciuti.
Niamh aveva cercato di resistergli inizialmente, ma lui era più forte di lei e non le aveva permesso di staccarsi, andando ad intrecciare una mano nei suoi capelli. Per un momento aveva pensato alla presenza di un altro uomo nella sua vita, ma i suoi dubbi erano svaniti nell'esatto istante in cui Niamh si era avviluppata al suo corpo, gemendo in abbandono contro le sue labbra. L'aveva issata contro la libreria e, impaziente di assaggiare la sua pelle liscia, era corso a strapparle la veste dal seno, per baciare e mordere ogni centimetro di quel paradiso.
Lei gli aveva slacciato la cintura e aveva infilato una mano nei boxer, andando a stimolarlo e un brivido gli aveva percorso il corpo.
In un attimo di lucidità Niamh si era preoccupata di possibili interruzioni, ma lui l'aveva rassicurata: aveva chiuso la libreria apposta per restare soli.
Poi si erano baciati nuovamente, con calma, e lei gli aveva confessato che le era mancato. Aveva sorriso leggermente, un movimento impercettibile delle labbra, ma Niamh ne era rimasta felice. Da quando aveva cominciato a sussurrargli all'orecchio tutto era avvenuto troppo velocemente. Era bagnata e stretta, dolorosamente stretta. Era in estasi.
Aveva iniziato a spingere come se da quello dipendesse la propria vita, cercando di raggiungere la luce bianca del suo rilascio. Continuava a sentire Niamh stringerlo in una morsa e la sensazione si era intensificata quando era venuta. Sentiva di essere sempre più vicino e non poté far altro che gemere non appena le sue labbra avevano cominciato a baciare e mordere la cicatrice.
Era esploso con un gemito roco, liberando così mesi di frustrazione nel suo corpo. Esausto, si era concesso un momento appoggiando la fronte sulla spalla, mentre Niamh gli carezzava la schiena dolcemente.
Sospirò, dando un'ultima boccata alla sigaretta, per poi gettarla a terra e farla scomparire con un gesto distratto della mano. Non mancava molto al suo arrivo, ma sinceramente non sapeva ancora cosa dirle per giustificare il suo comportamento. Era attratto da lei, gli era mancata, ma Niamh voleva di più da lui. Non aveva esperienza con quel tipo di relazioni. Non aveva mai avuto il bisogno di avere una compagna. Sentiva di provare qualcosa per lei, non sapeva se fosse amore, ma quando Niamh lo aveva guardato con sguardo amorevole e gli aveva carezzato la guancia aveva sentito il suo cuore battere più forte. Era rilassato e stava bene insieme a lei. Doveva cercare di esprimerle questi esatti pensieri quando sarebbe stato il momento giusto. Si sentiva un idiota, ma almeno poi avrebbe trovato la pace che cercava così disperatamente.
Sperava che Niamh nel frattempo non avesse cambiato idea. Anche se dal modo in cui si era aggrappata al suo corpo e dalla passione che aveva percepito credeva di avere una possibilità. Forse avrebbe dovuto parlarle prima di farla sua contro la libreria, ma era passato talmente tanto tempo che non aveva voluto resistere ai suoi istinti.
Si incamminò verso il suo ufficio, impaziente di concludere quella serata.
"Fai sempre aspettare le donne a cui dai un appuntamento?" Le chiese allora Niamh, seduta compostamente su una sedia.
Fece scivolare lo sguardo dalle sue gambe accavallate al suo viso. Lo stava osservando con un sopracciglio sollevato, quasi volesse imitarlo, e un leggero sorriso.
"Sei in anticipo." Disse solamente Piton, chiudendosi la porta alle spalle.
"Meglio essere in anticipo che in ritardo, non credi?"
Piton deglutì, vedendola alzarsi e dirigersi lentamente verso di lui, con passo felino.
"Poi so quanto ti innervosiscano i ritardi." Concluse infine, posandogli una mano sulla guancia e un bacio sull'angolo della bocca.
Chiuse gli occhi a quel contatto, inspirando nuovamente a fondo il suo profumo. Quello che fece subito dopo gli venne spontaneo. La baciò, dolcemente, un semplice sfregare di labbra. La teneva stretta, come se potesse scappare da un momento all'altro. Alla fine le lasciò un ultimo bacio e si staccò, con l'intenzione di farla nuovamente accomodare per parlare, ma Niamh fece scivolare le braccia attorno al suo corpo, abbracciandolo e appoggiando la testa sul suo petto.
La sentì sospirare e lentamente ricambiò l'abbraccio, stringendola a sé.
"Sei dimagrito." Fece dopo un po' lei, lasciandolo definitivamente.
Piton rise leggermente, scuotendo la testa. Solo lei poteva accorgersene. Non aveva mai avuto nessuno che si fosse preoccupato o che glielo avesse fatto notare.
"Hai anche i capelli più lunghi..."
Prima che potesse ribattere, lei aveva cominciato a far scorrere le dita fra le ciocche corvine, notando come ora le punte arrivassero oltre le spalle. Negli ultimi mesi non si era curato particolarmente della loro lunghezza: li legava in una coda affinché non finissero accidentalmente nelle pozioni che preparava nel poco tempo libero che aveva.
"Tu sei perfetta." Mormorò Piton senza riuscire a trattenersi, meravigliandosi di quello che gli era uscito di bocca. Niamh lo stava guardando stupita, con le guance tinte da un leggero rossore.
"Lo pensi davvero?" Sussurrò dopo un po', avvicinandosi nuovamente.
Erano immobili uno di fronte all'altro, gli sarebbe bastato abbassare poco la testa e l'avrebbe baciata un'altra volta. Doveva togliersi le sue labbra e il suo corpo dalla mente, non era possibile che avesse l'impulso di toccarla e averla vicino dopo nemmeno dieci minuti dal suo arrivo!
Improvvisamente sentì un piccolo scoppio, così girò lo sguardo verso la parete tappezzata di cornici, e lo stesso fece Niamh.
Non poteva credere ai suoi occhi. Quel vecchio pazzo di Silente stava festeggiando nella sua cornice, lanciando coriandoli e petali di rosa, mentre sullo sfondo c'era uno spettacolo pirotecnico da far invidia ai fratelli Weasley.
"L'amore trionfa sempre!" Disse allora Albus, continuando quella scenata imbarazzante, e Piton si prese la radice del naso tra le dita. Incredibile.
"Vieni con me."
Dicendo questo appoggiò la mano sul suo fianco e la portò nelle sue stanze da Preside. Erano decisamente più luminose di quelle che era solito abitare nei sotterranei, ma il cambiamento non gli dava fastidio.
"È un messaggio implicito questo?" Gli domandò divertita, sedendosi sul bordo del letto.
"Come prego?"
"Prima il bacio, poi il fatto che mi trovi perfetta ed ora siamo in camera da letto. Stavo solo mettendo a fuoco la situazione."
Piton alzò un angolo della bocca, ma di una cosa era sicuro: il siparietto di Silente non era stata assolutamente una sua idea.
"Cosa vuoi da me Severus?"
Era una domanda a cui non sapeva dare una risposta precisa, ma doveva essere sincero con se stesso e con lei. Non poteva continuare a vivere con gli incubi e i fantasmi del passato.
"Ho bisogno di te."
Evidentemente non era quello che voleva sentirsi dire, dato che la sua espressione non era delle più serene. Niamh si alzò, mettendosi di fronte a lui. Fece un respiro profondo, preparandosi alla sfuriata che probabilmente sarebbe cominciata di lì a poco. Cosa voleva che le dicesse, che era innamorato perso e che aveva intenzione di passare ogni istante con lei? Nemmeno sotto tortura avrebbe detto cose in cui non credeva solo per renderla felice. Avrebbe dovuto imparare a convivere con questo suo lato se veramente teneva a lui.
"Severus, un anno. È passato un anno. Non sono una puttana, che cerchi quando ne senti il bisogno. Lo sai quanto sono stata male da quando hai interrotto il nostro accordo?"
Si era decisamente sbagliato sulla discussione. Non era arrabbiata. Era triste, scoraggiata, delusa. Un mix di emozioni che era abituato a vedere nel volto delle persone a cui teneva. Riusciva sempre a rovinare tutto.
"Mi hai rovinata per gli altri uomini. Ho cercato di riprendere in mano la mia vita, ma non c'è stato verso."
Niamh in quel momento stava iniziando a parlare di altri uomini. Non riusciva a capire se gli stesse raccontando questi particolari per farlo ingelosire, ma lo infastidivano. E non poco. Non voleva ascoltare di quando aveva portato nel suo appartamento quel ragazzo biondo dagli occhi di ghiaccio, non gli interessava proprio. Rimase leggermente stupito quando gli confidò a cosa stesse pensando mentre stava con quel giovane. Le sue labbra, la sua voce profonda e il suo corpo.
Si accorse dopo un po', perso com'era nei suoi pensieri, che Niamh non stava parlando più.
"A cosa pensi, Severus?" Gli domandò dato che non si decideva ancora ad aprire bocca, andando a posargli una mano sulla guancia. "Sei sempre così distante."
"Ho bisogno di averti accanto a me. Non solo per il sesso. Vorrei darti di più."
Nonostante le sue parole, stava ancora evitando di dire quello che lo spaventava di più. Qualcosa era decisamente cambiato da quando aveva troncato il loro rapporto. Si era reso conto molto tempo dopo che il loro legame era più profondo di quel che credeva.
"Provo qualcosa per te, Niamh. Qualcosa che va oltre l'attrazione fisica."
Lei stava sorridendo dolcemente e poi lo abbracciò, sospirando.
Per il momento si sarebbe dovuta accontentare di questa dichiarazione, ma se il sorriso che gli aveva regalato prima di abbracciarlo era un segnale, poteva considerarla una piccola vittoria.
"Lo so che è ancora presto per parlare di amore, ma sono disposta ad aspettare." Sussurrò Niamh dopo un po' vicino al suo orecchio, iniziando baciargli il lobo e il collo.
Lo stava ricoprendo di baci leggeri e Piton nel frattempo aveva posato le mani appena sopra il sedere, ma senza stringerla. Si stava godendo ogni singola attenzione, non volendo affrettare nulla.
Sentiva la sua bocca lasciargli sulla pelle una scia umida, che lo faceva rabbrividire. Gli sembrava che in quel momento, per la prima volta, si stessero prendendo i loro tempi, senza preoccuparsi di raggiungere l'apice del piacere il prima possibile.
"Hai un buon profumo..." Mormorò Niamh continuando il suo percorso di baci e leggeri morsi, sbottonandogli la casacca e la camicia con un tocco di magia.
Piton tremò, restando lì fermo, incapace di formare un pensiero coerente. Gli era mancato il suo tocco delicato e femminile, le sue labbra piene che coprivano ogni centimetro della sua pelle pallida.
Con una leggera spinta si ritrovò disteso sul letto, con Niamh a cavalcioni sul suo bacino. La osservò mentre inarcava la schiena e alzava le braccia, andando a togliere l'elastico che le teneva fermi i capelli. Un attimo dopo le sue labbra erano a pochi millimetri dalle sue, che pregavano solo di essere baciate.
Lei lo stava guardando dritto negli occhi, come se cercasse di capire chi sarebbe capitolato prima alla dolce tentazione. Intrecciò una mano fra le sue ciocche, incollando finalmente la bocca alla sua. Sentì Niamh sciogliersi con il suo bacio, gemendo piano.
Con un movimento delicato iniziò a far scivolare dalle spalle la sua veste, sfiorando con la punta delle dita ogni lembo di pelle scoperta.
Passò dalle sue labbra al petto, che si stava alzando e abbassando velocemente, i capezzoli che irti dal piacere puntavano verso di lui.
Prese nelle sue mani grandi il seno, andando subito a stuzzicarli con il pollice e l'indice.
"Severus..." sospirò Niamh, gettando la testa all'indietro in estasi.
Eliminò totalmente quel tessuto che tanto lo infastidiva, facendola alzare momentaneamente. Alzò un sopracciglio quando vide cosa portasse sotto: un perizoma alquanto rivelante. Un minuscolo triangolino di pizzo le copriva la femminilità, ma riusciva a vedere tutto, anche come si fosse completamente depilata per la serata. Gli sarebbe mancata la leggera striscia di peli che lo avrebbe condotto al nirvana, ma questo cambiamento lo eccitava.
"Eri estremamente sicura di come avremmo concluso la serata." Le disse allora, andando ad appoggiare la mano sulla sua intimità, sentendola già bagnata.
"Una donna può sempre sperare."
Cominciò a muovere le dita, stuzzicandola, e lei divaricò leggermente le gambe, restando immobile di fronte a lui.
Un gemito sfuggì dalle sue labbra quando la penetrò con due dita, dopo averle tolto il perizoma.
Con il pollice andò ad applicare una piccola pressione sulla perla di piacere e Niamh per un momento si sbilanciò in avanti, andando a posare una mano sulla sua spalla.
Tralasciando il loro incontro mattutino, gli sembrava che Niamh non cercasse di dominarlo, bensì che si lasciasse sottomettere facilmente. Forse aveva cambiato i suoi gusti nell'anno in cui non si erano visti. C'era solo un modo per testare la sua teoria.
Continuando a muovere le dita sempre più in profondità, senza avvisarla le schiaffeggiò una natica.
Subito lei spalancò gli occhi, ma lo sguardo che gli aveva lanciato subito dopo non era stato uno di rabbia, bensì di eccitazione. Ripeté l'azione e questa volta le sue palpebre si chiusero con un tremolio.
Era decisamente eccitata dal suo trattamento, ma avrebbe avuto tempo per sperimentare con lei. In quel momento aveva intenzione di dimostrarle che poteva essere altrettanto passionale senza ricorrere al suo lato più oscuro.
"Aspetta... aspetta." Fece dopo un po', appoggiando una mano sopra la sua, che ancora cercava di muoversi per farla impazzire.
Tornò sopra di lui, andando a baciarlo dolcemente mentre gli faceva scivolare la camicia e la casacca. Niamh si stava muovendo sul suo membro duro coperto ancora dai pantaloni, così gemette sulle sue labbra, stringendola a sé.
"Ho sognato di fare questo per un anno." Mormorò lei, lasciandogli una scia di baci per tutta la mascella e cercando di togliergli i pantaloni.
Piton sorrise sulla sua pelle, leccando e mordendo un punto sul suo collo che sapeva essere delicato.
Gli era mancato il contatto con il suo corpo femminile, le curve morbide dei fianchi, il profumo della sua pelle, il suo sapore dolce.
Niamh mentre lo baciava ovunque continuava a tirare i suoi pantaloni, probabilmente impaziente di averlo totalmente nudo sotto di lei. Alzò leggermente il bacino, permettendole di sfilarglieli e lui li calciò via.
Sentiva una mano percorrere lentamente il suo addome, finché non arrivò a destinazione, afferrando il suo membro duro.
"Ti eccito, mmhh? Sei così duro e grande..." sospirò Niamh vicino al suo orecchio, mordendogli il lobo. Gli mancava solo che iniziasse a parlare in quel tono malizioso e sensuale e allora il suo controllo sarebbe volato via più veloce del boccino d'oro. Lei si era posizionata sulla sua coscia e continuava a strusciarsi su di essa, cercando sollievo.
"Questa mattina mi sono svegliata così eccitata... mi sono toccata fino a venire pensando alle tue mani. Alla tua bocca fra le mie gambe, alla tua voce. Merlino, la tua voce... è... da... orgasmo."
Piton aveva chiuso gli occhi e aveva appoggiato la fronte sulla sua spalla, cercando di regolare il proprio respiro, dato che si sentiva ormai sull'orlo del precipizio. Forse doveva dirle di fermarsi, ma non aveva intenzione di interrompere quel dolce supplizio.
"Non voglio nessun altro, solo te. Sei l'unico per me, Severus."
Sollevò la testa quando sentì con che tono avesse detto il suo nome. Sembrava quasi che lo stesse invocando. Vide solo sincerità nei suoi occhi. E amore.
La baciò con passione, andando ad intrecciare le mani nei suoi capelli, attaccando la sua bocca con la sua.
Niamh stava gemendo, ma improvvisamente si fermò, tremando e avviluppandosi al suo corpo, smettendo di stimolarlo. Senza che la sfiorasse con un dito era venuta sulla sua coscia.
Per rilassarla aveva iniziato a carezzarle la schiena, percependo ancora qualche tremolio. Sospirava piano, il respiro caldo che si infrangeva sulla sua pelle.
Gli era veramente mancata la sua voglia e la sua spontaneità. Faticava ancora a comprendere cosa ci trovasse in lui di così attraente da innamorarsi, ma le attenzioni che riceveva non gli dispiacevano.
"Severus, ti amo." Mormorò contro il suo collo e il suo cuore cominciò a battere all'impazzata.
In quarantadue anni era la prima volta che qualcuno gli diceva quelle due parole. Di certo lui non era pronto ad ammettere i suoi sentimenti, dato che ancora non riusciva a metterli bene a fuoco.
"Non dire niente per ora." Aggiunse Niamh, come se avesse intuito i suoi pensieri.
"Non vuoi sentirti dire che ti amo?" Le chiese sarcasticamente, alzando un sopracciglio.
"No. Non sei ancora pronto. Anche se lo dicessi saprei che non lo intendi veramente."
"E quando pensi che io sia pronto?" Domandò, iniziando a lasciarle baci dolci lungo la sua spalla, quasi a scusarsi.
"Lo capirai. Ti ho detto prima che non ho fretta. Non vado da nessuna parte." Gli ricordò poi, seguendolo mentre si distendeva, restando sopra il suo corpo.
Chiuse gli occhi mentre percepiva Niamh scivolare sempre più in basso, per infine sistemarsi fra le sue gambe.
"Sei la prima." Aggiunse ancora, non riuscendo a trattenersi.
Non avevano mai parlato durante il sesso o prima. Non si era mai confidato. Ma voleva dimostrarle che quello che avevano ripreso fosse diverso. Non la desiderava solo per il suo corpo. Dannazione, era una delle poche persone con cui riusciva ad avere una conversazione intelligente.
"Eri vergine?" Chiese sbalordita interrompendo momentaneamente i baci.
Piton si alzò puntellandosi sui gomiti, osservandola con un sorriso malizioso.
"Ti sono sembrato inesperto la nostra prima volta?"
"No, non particolarmente." Gli rispose avvicinando il viso a pochi centimetri dal suo.
Non particolarmente. Sapeva che lo stava stuzzicando, ma non avrebbe ceduto ai suoi istinti.
"Sei la prima ad amarmi."
In risposta ebbe solo un bacio da capogiro.
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Spazio autrice
Ciao a tutti! Eccomi qui con il terzo capitolo! Non ho resistito e l'ho pubblicato prima del tempo che mi ero prefissata. ;)
Da ora in poi però gli aggiornamenti saranno più lenti, dato che mancano pochi capitoli e devo ancora finire l'ultimo. Magari poi se ne aggiungeranno altri, ma si vedrà.
Comunque non preoccupatevi, ce ne sono già tre tutti completi!
Come vi è sembrata la loro riconciliazione? Severus ha fatto centro. ;)
Non so voi, ma Niamh mi sta particolarmente simpatica (e non solo perché l'ho creata io 😂): intelligente, indipendente e innamorata. Severus merita qualcuno che lo ami incondizionatamente.
Detto questo vi saluto, fatemi sapere cosa ne pensate, stellinate e alla prossima!
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