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Chapter 38: I Want To Write You A Song

"Sei proprio sicuro di volermi dentro?".

Luke mi osserva con quel sorriso strafottente che lo contraddistingue ma che adesso so essere una specie di maschera che indossa per evitare che il mondo lo veda per quello che è.

"Hai idea di come suoni quello che hai appena detto?".

Alzo gli occhi al cielo a quelle parole, dandogli una leggera spinta sulla spalla: "pensi solo a quello tu".

"Hey, dammi torto!" Ribatte intrecciando le nostre dita, "ho venticinque anni e una fidanzata bellissima, come potrei non pensare a cose del genere?".

"Su una cosa hai ragione, Hemmings: hai una fidanzata bellissima" sorrido innocentemente, "quanto ai venticinque anni... Solo all'anagrafe, tesoro. Mentali dieci".

Luke si imbroncia ma non ribatte, probabilmente perché riconosce che non ho tutti i torti, e sta per dire qualcosa quando continuo: "in ogni caso, ero seria prima. Posso aspettarti fuori, non devo per forza entrare. La terapia è una cosa... Personale".

"È un cosa personale, e proprio per questo voglio che tu sia lì con me. Magari non a tutte le sedute, certo, ma a volte. A questa che è la prima. Non voglio più farti soffrire, per nessun motivo al mondo" mormora in risposta accarezzandomi piano una guancia, ed io sorrido, accostandomi maggiormente al suo tocco prima di lasciare un bacio sul palmo della sua mano.

"Va bene" sussurro, guardando Luke sorridere prima di chinarsi per lasciarmi un bacio sulle labbra, una leggera ombra di rosso del mio rossetto sulle sue labbra che mi fa sorridere.

Lo pulisco con un dito, ottenendo un'espressione rassegnata da parte sua: "ormai tanto vale che il rossetto lo metta anche io, tanto indosso sempre i tuoi".

"Sono certa che ti starebbe benissimo" rispondo, divertita, "non quanto a me, certo".

Luke alza gli occhi al cielo alle mie parole, e sta per dire qualcosa quando lo psicoterapeuta si affaccia dal suo studio con un sorriso.

"Hemmings?".

"E compagna" aggiunge prontamente Luke che non ha perso nessuna occasione per sottolineare il fatto che adesso siamo ufficialmente una coppia, ed io sorrido tra me e me seguendoli nello studio minimalista, sedendomi poi accanto a Luke sul divanetto di pelle nera simile a quello nella sala d'attesa.

"Allora, Luke" comincia il dottor Rogers con quell'espressione bonaria tipica degli psicologi, "come stai oggi?".

E Luke mi sorride prima di cominciare a parlare, stringendomi la mano nella sua.

***

"Devo confessare che sono molto sorpresa della tua decisione, Diana" commenta la direttrice esaminando la mia lettera di dimissioni, abbassandosi poi gli occhiali da vista per guardarmi, "sei la seconda ragazza che perdiamo, e Claire si sta rivelando più difficile del dovuto da sostituire... Posso chiederti il perchè di questa decisione?".

Annuisco alla sua domanda, stringendomi poi nelle spalle: "è molto semplice, mi sono innamorata".

"Capisco" risponde, un leggero sorriso sulle sue labbra, "la linea di confine tra finzione e realtà a volte è più sottile di quanto non sembri, non è così?".

Rimango sorpresa dalle sue parole, ma annuisco lo stesso: "è vero... Lo sa per esperienza?".

"Oh, Diana, ti stupiresti se ti dicessi che l'idea per la Fake Girlfriends Agency è nata proprio da mio marito?" Confessa, scuotendo poi piano la testa, "mi chiese di fingermi la sua fidanzata a un matrimonio in cambio di un favore, e da lì è nata l'idea dell'agenzia... Ed è nato il nostro matrimonio".

"Sembra una favola" sorrido, guardandola annuire con un sorriso nostalgico.

"Forse lo è" risponde, tornando poi alla mia lettera, "comunque sia, ti verrà accreditata la liquidazione sul tuo conto bancario entro cinque giorni lavorativi. Ti auguro il meglio, Diana".

Sorrido nel stringere la mano alla direttrice, alzandomi poi in piedi: "grazie mille, altrettanto".

È buffo come la mia vita sia cambiata all'improvviso, un cambio talmente radicale che a volte mi chiedo se la Diana di una volta sia ancora dentro di me.

Non ho tradito me stessa, rimanendo sempre fedele alla mia essenza, ma adesso credo di essere una versione più matura di quella che ha varcato le porte della Fake Girlfriends Agency per la prima volta.

Stessi capelli biondo fragola, stesso rossetto rosso, stessi stivaletti con i tacchi, ma sono io quella diversa che, adesso, non ha più paura del futuro, non ha più paura della fine perchè ha capito che ogni fine è in realtà il principio.

E il mio inizio mi attende sulla soglia con gli occhiali da sole che gli danno quell'aria da ribelle e dannato a cui tanto ambisce e con i capelli dorati spettinati dal vento.

Non so cosa mi riservi il futuro, non so quanto ancora ho da imparare, ma una cosa è certa.

La Fake Girlfriends Agency mi ha fatto il regalo più grande a cui una persona possa anelare.

Mi ha regalato l'amore.


Mercoledì epilogo, sadly.

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