Tεѕѕ
Scusate per eventuali errori di grammatica e/ o ortografia
Onestamente non avrei mai pensato che la mia vita sarebbe cambiata completamente grazie a un tradimento e un calciatore scorbutico.
─❀*̥˚
Entro nell'appartamento, sono appena tornata dal supermercato e con un po' di fatica porto le buste stra colme di roba fino alla cucina open space.
Lasciamo pure stare tutte le arance e le mele cadute a terra durante il tragitto...stupida gravità.
Sento dei rumori.
«Strano, Dylan dovrebbe essere a lavoro a quest'ora.» Penso abbandonando le buste sul tavolo, penserò dopo a sistemarle.
Vivo da ormai più di 5 anni col mio fidanzato Dylan Keats in un appartamento a Tokyo.
La nostra storia è molto semplice: sono nata e cresciuta in America, in una cittadina non molto distante da New York, d'estate lavoravo in una caffetteria ed è proprio lì che ho incontrato Dylan.
Era lì in vacanza e ogni mattina veniva a prendere un caffè e una brioche con marmellata d'albicocca.
Piano piano abbiamo iniziato a parlare, poi a vederci anche fuori lavoro.
È sempre stato un ragazzo molto carino, con i suoi capelli biondo cenere e quei strani occhiali da mosca e poi il suo umorismo è fantastico mi ha sempre fatta ridere.
Ci siamo messi insieme il mese dopo: a settembre.
Lui è più grande di me di 2 anni, quindi all'epoca avevamo 17 e 19 anni.
Al mio 18º compleanno mi ha proposto di andare a vivere con lui a Tokyo, e dopo il consenso dei miei genitori ci siamo trasferiti.
Io e Dylan siamo la coppia perfetta: sempre sulla punta della cresta, molto affiatati e quasi sempre d'accordo su tutto; nulla potrà mai rovinare il nostro amore.
Penso mentre raccolgo da terra una sua maglia e poi i pantaloni.
«Che sbadato se li sarà sicuramente dimenticati qui.»
Ad un certo punto altri strani rumori attirano la mia attenzione, provengono dalla camera da letto.
Mi dirigo subito lì, afferro la maniglia e spalanco la porta.
La seguente scena mi ha fatto rivoltare sia lo stomaco che il cuore, come se qualcuno mi avesse tirato pugno in faccia...o direttamente un pianoforte: Il mio fidanzato avvinghiato a una rossa, entrambi nudi, sul nostro letto.
«Ciao Tess...» Mi saluta Dylan appena mi vede sulla soglia, ha sempre fatto così, quando è nel panico fa finta di niente, infatti sta sudando freddo.
«Cassandra, lei è la mia ragazza...» Ci presenta.
«Ciao.» Dice lei con uno strano accento francese e fa pure il gesto con la mano.
«Fanculo.» Chiudo la porta e me ne vado.
Cinque secondi dopo sono di nuovo nella camera.
«Col cazzo che lascio qui i miei vestiti.»
💔💔💔
Ed ora eccomi qui: in una strada affollata nel centro di Tokyo, con una valigia rossa che pesa più di mia zia Barb dopo il cenone di Natale.
Non ho un posto dove andare e i soldi non sono abbastanza per andare in un hotel.
Ho solamente due alternative: O mi metto a fare elemosina per strada oppure ci dormo direttamente.
Mi fermo un attimo a guardare la vetrina di una paninoteca e sento il mio stomaco emettere un grande rumore.
«Stai zitto tu, non vedi che siamo nella merda?» Dico sottovoce al mio stomaco; mi giro verso destra e vedo un signore in completo nero che mi guarda confuso.
«Le dispiacerebbe non ascoltare i discorsi tra me e il mio stomaco?» Lo guardo storto e questo qui se ne va.
Sbuffo sconsolata, irritata e davvero amareggiata per tutta questa storia che non ha il migliore tra gli inizi e onestamente non so se la situazione può peggiorare più di così.
Neanche a dirlo che subito qualcuno mi viene addosso e cado rovinosamente per terra.
«Ahia!» Mi lamento a causa della botta che il mio fondoschiena ha dato al marciapiede.
«Cazzo!» Sento dire da una voce, alzo subito lo sguardo.
Davanti a me c'è un ragazzo, indossa dei pantaloni neri strappati sulle ginocchia, una maglia a righe orizzontali bianche e nere, una giacca verde militare e ai piedi porta delle Vans.
Non riesco a vederlo bene in faccia poiché indossa un paio di occhiali da sole, Rayban per essere precisi, e un cappello nero da cui si possono intravvedete dei riccioli grigi e bianchi.
Si sta massaggiando il braccio e guarda più volte dietro di se per poi guardare me.
«Stai più attenta a dove vai ragazzina!» Mi urla infine.
«Ma sei te che mi sei venuto addosso!» Protesto rialzandomi.
«Senti, non ho tempo per star qui a discutere con una mocciosa.»
Faccio per ribattere, dato che ormai sono una donna di 23 anni, ma lui corre subito via dandomi una spallata.
«STRONZO!» Gli urlo dietro e lui, in tutta risposta, alza il braccio destro e mi mostra il dito medio.
Mi mordo l'interno guancia e freno l'impulso di corrergli dietro e riempirlo di sberle.
Altra cosa che mi ferma è lo squillare del mio telefono.
Lo prendo dalla tasca della giacca e accetto la chiamata.
«Pronto?» So esattamente chi è la persona dall'altra parte, ma ormai mi sono abituata a rispondere così per telefono.
«Ei Tess, ho ricevuto il tuo messaggio...che vuoi dire con la frase "sono diventata una barbona."?»
«Rei-chan, ti devo raccontare un mucchio di cose.»
💜💜💜
Mi porto di nuovo alla bocca una forchettata di torta crema e fragole.
«Quindi Dylan ti ha tradito con una rossa, hai fatto la valigia davanti a loro -che erano ancora nudi nel letto-, te ne sei andata e in tutto ciò non hai ancora pianto.» Ricapitola una delle mie migliori amiche: Reina Yagami.
«E un tipo maleducato mi è venuto addosso e ha dato la colpa a me, anche se quella che si è rifilata una botta sul culo sono io.»
«E te che hai fatto?» Ti chiede l'altra tua migliore amica: Ain Hasuke.
«Gli ho dato dato dello stronzo.» Dico subito dritta al punto.
Le mie amiche hanno due reazioni diverse: Reina sorride ma scuote la testa esasperata sussurrando qualche "oh Tess..", mentre Ain ride così tanto di gusto che delle lacrime si formano ai lati dei suoi occhi.
«Sei fantastica ragazza!» Esclama quest'ultima.
Sospiro sonoramente appoggiando il mento sulla mano sinistra e prendendo un'altra fragola con la forchetta.
«Comunque ci dispiace davvero tantissimo, è stato un vero stronzo.» Dice Reina appoggiando una mano sulla mia spalla destra.
Le sorrido, ma quello che voglio fare realmente è piangere dal nervoso.
«E lo sai che se vuoi escogitare una vendetta io sono sempre pronta a spaccargli una sedia nelle gengive.» Subentra Ain.
«Ain!» La rimprovera l'azzurra.
«Ehm volevo dire: puoi fermarti nel nostro appartamento per quanto tempo vuoi.» Si corregge l'arancione.
Sorrido. «Grazie ragazze.»
Ci alziamo dal tavolo e paghiamo -in realtà paga Reina dato che io sono uscita con pochissimi soldi e Ain è una scroccona- poi mi portano fino al loro appartamento.
Le due ragazze vivono in un palazzo nel quartiere benestante di Tokyo, entrambe fanno le modelle, e sfortunatamente non è molto distante dall'appartamento del mio ex fidanzato.
Saliamo fino al settimo piano dove Reina tira fuori dalla borsa un paio di chiavi e apre la porta con la targhetta G-75.
Ormai l'appartamento lo conosco come le mie tasche, ho sempre passato tantissimi momenti qui a parlare con le due ragazze.
È abbastanza spazioso e luminoso, l'arredamento è molto semplice, ma moderno, e veramente confortevole.
Sorrido. «Ragazze, sul serio non dovevate...mi dispiace tantissimo biombarvi qui solamente perché quello stronzo mi ha tradita.»
«Tess! Non dirlo neanche per scherzo! -Ain spalanca gli occhi e mi abbraccia di scatto- Puoi fermarti qui tutto il tempo che vuoi, e tranquilla che a quel lurido ci penso io.»
Reina si unisce all'abbraccio.
«Sono d'accordo...tranne che per la parte di Dylan, l'ultima volta che uno mi ha lasciato gli hai quasi dato fuoco alla macchina.»
«La prossima volta ci penserà due volte prima di lasciare qualcuno con un sms!»
Rido, ricordandomi come quella notte sono dovuta andare fino alla stazione di polizia per tirare fuori l'arancione.
«Ormai sai dov'è la camera degli ospiti, puoi già sistemare le tue cose.» Dice la blu staccandosi dall'abbraccio.
Le ringrazio di nuovo e, riprendendo la mia valigia, vado nella camera.
Anche questa l'avevo già vista: una semplice camera sui toni del bianco e del blu, con un letto matrimoniale, due comodini, un armadio che occupa quasi tutto il muro, una finestra con un balcone e un comò bianco davanti al letto.
Appoggio la mia valigia rossa sul comò, la apro e prendo dell'intimo pulito.
In questi momenti faccio sempre e solo una cosa: la doccia.
Avviso le ragazze e mi chiudo a chiave nel bagno.
Dopo qualche minuto sono sotto il getto d'acqua calda a guardare dritta le piastrelle bianche e verdi.
Adoro fare la doccia...le lacrime si mischiano bene con l'acqua e lo scrosciare copre i singhiozzi.
Ed è così: con una mano che lentamente scivola sul muro, mi accascio nel box bianco, nuda, a piangere.
Hola!
Se siete nuovi: BENVENUTI IN UNO DEI MIEI LIBRI; se invece mi conoscete: meritate il mio rispetto per la grandissima pazienza.
Come inizio non è dei più felici, ma vedrete come le cose finiranno nel mio solito stile tragicomico.
Non dico altro per non spoilerare.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, commentate e mettete una stellina💕💫
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