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2. Il figlio adottivo


Passarono giorni, settimane, mesi... Aisha sembrava proprio scomparsa. Non tornò mai più a riprendere Kiros. Mamma Odie, dopo poco tempo, era riuscita a scoprire cosa le fosse successo, ma decise di non dire nulla a Kiros per il momento e lo crebbe come se fosse figlio suo. Appena imparò a camminare, non stette fermo un attimo, era sempre iperattivo, correva e correva senza stancarsi mai e a volte faceva dispetti a Juju per divertimento. Mamma Odie faceva fatica a volte a tenerlo buono, l'unico modo era cantare e ballare, o si tranquillizzava o ballava cercando di imitare Mamma Odie. Adorava la musica e danzare a ritmo di essa. Quando ebbe sei anni, Mamma Odie cominciò, per prima cosa, a parlargli del Bayou e di tutte le creature che ci vivevano, poi gli parlò della città di New Orleans, delle sue origini e di ciò che si svolgeva all'interno di essa. Siccome Kiros adorava la musica, gli disse che New Orleans era famosa, oltre che per la buona cucina, anche per il jazz, nato proprio in questa città. "Che bello!", disse Kiros tutto contento, "Potrò andare in città un giorno ad ascoltarla dal vivo?", "Ma certo, quando sarai più grande ti lascerò andare in giro a darci un'occhiata", gli rispose Mamma Odie sorridendo, "Ora ascoltami", continuò, "per il momento è meglio che resti qui con me, ho ancora tanto da insegnarti e tu ancora tanto da imparare, da domani comincerò a insegnarti alcune cose base sul Voodoo e poco a poco ti insegnerò tutto il resto", "Non vedo l'ora!", rispose Kiros, "Prometto che ti ascolterò su tutto e farò tutto quello che mi chiederai di fare!", "Bravo ragazzo, così mi piaci! Su, ora a letto che è tardi, cominceremo domattina presto con la prima lezione", "Ma non ho ancora sonno! Mi canti una canzone prima di dormire? Poi ti prometto che dormirò fino a domani", "E va bene, come faccio a dirti di no? Ma solo una canzone, poi subito a nanna, capito?", "Evviva!". Mamma Odie gli cantò una stupenda ninna nanna danzando contemporaneamente, e dopo qualche risata finalmente Kiros si addormentò. Lei gli si avvicinò, gli diede una carezza e un bacio sulla fronte e gli sussurrò all'orecchio: "Sei proprio un bravo ragazzo, spero tanto che la luce dentro di te non si spenga mai", subito dopo andò a dormire.

La mattina dopo Kiros era già in piedi ancora prima che Mamma Odie lo svegliasse, era veramente ansioso di imparare qualunque cosa, specialmente il Voodoo che lo affascinava molto e gli piaceva vedere Mamma Odie mentre faceva incantesimi. "Quello che mi vedi fare abitualmente, te lo insegnerò più avanti", gli spiegò, "prima c'è molto altro da imparare, si inizia sempre dalle basi", "Va bene, però vorrei imparare anche molto presto la magia che pratichi tu", disse Kiros. Mamma Odie gli diede un colpetto in testa col suo bastone e gli rispose: "Che cosa ti ho detto? Si parte sempre dalle basi! Tu costruiresti mai una casa partendo prima dal tetto?", "Ehm... no", "Certo che no! Si parte sempre dalle basi e si avanza un passo alla volta con molto impegno. Ora cominciamo".

Giorno dopo giorno, Mamma Odie insegnava a Kiros la storia sul Voodoo, il significato di molti oggetti che teneva in casa e molto altro. Kiros era sempre più affascinato, ma anche impaziente, e Mamma Odie ogni giorno gli ripeteva che nella vita bisogna impegnarsi, pazientare e fare tutto un passo alla volta, la vita era difficile per tutti e di non cercare mai e poi mai una via alternativa, le strade facili non esistono e chi prova a fare questo percorso ne paga sempre le conseguenze.

All'età di dieci anni, Kiros chiese a Mamma Odie come regalo di compleanno di visitare il centro di New Orleans. "Va bene, te lo sei meritato. Fino a oggi ti sei sempre comportato bene, quindi vai pure, ma mi raccomando, fai molta attenzione. Prendi il sentiero che ti ho detto per uscire dal Bayou se non vuoi fare da pranzo a qualche alligatore affamato. E quando sei in città, non parlare con gli sconosciuti, intesi?", "Sì, Mamma Odie", "E torna per l'ora di cena!", "D'accordo, grazie!". Fece per uscire, poi tornò indietro, la abbracciò, la baciò sulla guancia e le disse: "Ti voglio bene", "Anch'io, ragazzo mio. Ora vai, goditi il tuo compleanno in centro, poi raccontami com'è andata!", detto questo, Kiros la salutò e corse fuori.

Uscito dal Bayou, arrivò in città e ne rimase subito colpito. Era molto graziosa New Orleans, non c'erano dubbi. Quasi in tutte le strade c'erano mini orchestre dove suonavano musica jazz, e non resistette ad avvicinarsi e a ballare davanti ad una di esse. Ballando attirò alcune persone che si fermarono a vederlo danzare felice, e appena finì la sua danza tutti lo applaudirono, compresi i musicisti. Kiros si sentiva veramente pieno di vita. Passeggiando ancora, più in là notò dei ragazzini che stavano circondando un ragazzino della sua stessa età circa, lo prendevano in giro e alcuni di loro lo picchiavano. Lui piangeva e non sapeva come difendersi. Kiros non poteva sopportare una cosa così, se c'era una cosa che odiava erano i prepotenti, corse in soccorso del ragazzino e gridò: "Ehi, lasciatelo stare!". Quelli si girarono verso di lui, risero e uno di loro disse: "Ah, guardate! Ce n'è un altro! Vieni qui a prenderle anche tu!". Sentendo queste parole, Kiros si infuriò ancora di più. Come si permettevano a comportarsi così? Prepotenti e vigliacchi, questo era veramente troppo. Provò a tirare un pugno a quello più vicino, ma l'altro era più forte, gli prese il braccio, gli tirò un pugno in faccia e lo fece cadere per terra. Kiros era magro e gracile e non poteva affrontare nemmeno uno di loro, figuriamoci tutti insieme. Ormai ci era finito dentro anche lui insieme a quel povero ragazzino, i bulli cominciarono a picchiare entrambi, insultandoli pesantemente. Kiros notava alcune persone che passavano per strada e nessuno che si fermava ad aiutarli, totalmente indifferenti come se per la gente fosse una cosa normale. Solamente uno si avvicinò per fermarli, ma mentre Kiros pensava 'Meno male, qualcuno che è intervenuto per aiutarci', quello disse ai bulli: "Lasciate perdere, ragazzi! Non state qui a sporcarvi le mani con questi due, non ne vale la pena!". Dopo queste parole, Kiros rimase impietrito. Mamma Odie gli aveva insegnato che nel mondo c'è tanta cattiveria, ma non poteva immaginare una cosa così. Troppa cattiveria in pochi minuti, insulti e botte, ma perché? Si girò verso l'altro ragazzino e gli disse: "Stai bene?". Lui lo guardò con gli occhi lucidi, gli sorrise e gli disse: "Sì, grazie. Sei stato gentile a venire ad aiutarmi, però ti consiglio di non farlo più, altrimenti prenderanno di mira anche te", "Però non è giusto! Perché fanno così? E perché quel signore ha difeso loro e non noi?", "E' sempre successo, purtroppo, e nessuno fa nulla per impedirlo. Chi è ricco, come quelli lì, pensa di potersi comportare come vuole e quelli come noi non valgono niente per loro", "Beh, a me non sta bene!", gridò Kiros infuriato, "Ricco o povero, se c'è una cosa che proprio non sopporto, è la mancanza di rispetto! Se fossi io al comando, cambierei subito questa cosa, e saranno i bulli come quei ragazzi di prima a venire picchiati!", "Sarebbe bello davvero", gli rispose l'altro ragazzo, "Comunque io sono James, e tu come ti chiami?", "Io sono Kiros, molto piacere", gli strinse la mano, "Sei nuovo di qui?", gli chiese James, "In realtà sono nato qui, ma ho sempre vissuto nel Bayou", "Forte! Com'è vivere in mezzo alla palude?", "Non c'è male, dopo un po' ci si abitua. Oggi è il mio compleanno e ho deciso di venire qui in centro a fare un giro, bulli a parte è proprio un bel posto", "Sì, è vero. Buon cibo e buona musica. Senti, ora devo andare, nei prossimi giorni se vuoi possiamo incontrarci ancora, così ti faccio vedere il resto della città", "Sì, molto volentieri", gli rispose Kiros, "Ora vado anch'io, devo tornare prima di cena. Tornerò nei prossimi giorni, ciao!", "A presto!". Dopo i saluti, Kiros si diresse verso casa.

Appena tornato, Mamma Odie gli disse: "Sei uscito per la prima volta in città e già ti sei cacciato nei guai, vedo", "Io volevo solo...", cercò di spiegare Kiros, ma Mamma Odie lo interruppe: "Niente scuse! Capisco le tue buone intenzioni, ma agire impulsivamente non porta a nulla di buono, la rabbia acceca e non ti fa ragionare lucidamente!", "Mi dispiace...", "Ma almeno hai avuto anche delle buone esperienze, l'importante è che ti sia divertito. Ora vieni qui che ti medico le ferite". Mentre Mamma Odie medicava Kiros, lui le raccontò del suo nuovo amico e che gli sarebbe piaciuto rivederlo. "Ma certo, basta che mi prometti di stare lontano dai guai, d'accordo? Non fare più una cosa del genere come oggi!", "Te lo prometto, starò molto più attento. L'unica cosa che conta per me ora è giocare e scherzare con James", "Molto bene, Kiros. Ora mangiamo e poi di corsa a dormire. Troppe emozioni in un giorno, e domattina ho delle cose nuove da insegnarti", "Non vedo l'ora!".

Una volta a letto, Kiros si addormentò quasi subito, poi sognò i bulli che avevano picchiato lui e James, e anche nel suo sogno continuavano a picchiarlo e non poteva fare niente per impedirlo.

Kiros detestava le ingiustizie e le mancanze di rispetto, e questa sua prima esperienza con una cosa del genere lo segnò profondamente nel cuore, mai più avrebbe scordato quell'esperienza subita, e nel frattempo dentro di lui cominciò a crescere piano piano un enorme rancore che, ben presto, lo avrebbe rovinato, ma ancora non lo sapeva...


[continua]...

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