38.
C H R I S T I A N
Ero sdraiato sul divano con una coperta pesante sulle gambe, il rumore della televisione riempiva il vuoto dell'appartamento. Mi stropicciai gli occhi e abbassai il volume del televisore, la quale trasmetteva un noiosissimo documentario. Iniziai a ricordare, Sofia, la chiamata e tutto il resto. Dopo averla chiamata mi ero addormentato. Cercai goffamente il cellulare sotto una massa di vestiti buttati a terra, lo cercai dappertutto, spostando alcune magliette invano.
≪Merda!≫ Imprecai percorrendo con il dito l'enorme crepa presente sullo schermo del mio iPhone. Dal nervoso dovevo averlo buttato sul gelido pavimento.
≪Fantastico, ora dovrò spendere altri soldi per sistemare lo schermo!≫ Urlai.
≪Quella ragazza ti ha completamente fottuto il cervello, Christian.≫
Perfetto ora parlo pure da solo.
Sentii d'un tratto il rumore della serratura scattare e la porta aprirsi.
≪Christian ti abbiamo portato la pizza.≫ Riconobbi la voce di Lukas e caddi a peso morto sul divano.
Rivolsi lo sguardo verso l'entrata del piccolo salotto e intravidi il moro.
≪Christian!≫ Harrison appoggiò il cartone della pizza e si tolse le scarpe, come sua abitudine.
≪Come mai siete tornati presto?≫ Stropicciai gli occhi.
≪Potete venire quando volete ragazzi.≫ Harrison stava imitando la mia voce con una stupida smorfia sul viso.
≪Ehy! Io non parlo così!≫ Mi lamentai lanciandogli per dispetto un cuscino in faccia, che mi ritornò subito in mano. Iniziammo così a tirarci cuscini a vicenda, la situazione stava man mano degenerando, proprio come dei bambini.
La mia attenzione si spostò sullo schermo rotto del mio telefonino appena iniziò ad illuminarsi.
Chiamata in corso da Sof.
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