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~ capitolo 4 ~

Ho rinunciato all' idea di dare nome ai capitoli....

ELVIN
Quando entrai lui era già lì. Con una tazza di caffè in mano e lo sguardo fisso sul computer. "Levi, il direttore ha detto 'puoi assentarti' non 'fai gli straordinari'".
"Oh, buongiorno anche a te partner, che simpatico che sei oggi" mi fece notare.
"Scusa, buongiorno. Mi stavo solo preoccupato per la tua salute..."
"Tranquillo, finisco il rapporto e poi vado a farmi vedere da qualcuno"
"Non ti sei fatto visitare ieri?!" Quel ragazzo era decisamente noncurante della sua salute. Lo feci alzare a forza e lo trascinai per tutto il quartier generale fino al seminterrato. "In obitorio?" Chiese il corvino leggendo la targhetta all' ingresso del corridoio, aveva rinunciato a fare resistenza. "No" gli aprii la porta "nel laboratorio di Hanjie". Il 'laboratorio' di Hanjie era la stanza dove faceva i suoi assurdi esperimenti scientifici tra una dissezione e l'altra. "Ma che carini che siete! Posso aiutarvi?" La donna aveva un camice bianco abbottonato fino al collo che le scendeva fin sotto le ginocchia e lasciava intravedere dei pantaloni di pelle. I capelli castani erano raccolti in una coda che lasciava sfuggire qualche ciocca e portava degli occhiali di protezione sopra la testa. "Sì Hanjie" le risposi "non è che potresti dare un' occhiata a Levi? So che i vivi non sono la tua categoria, ma sei pur sempre una dottoressa....". Uno strano luccichio le illuminò gli occhi e all'improvviso mi venne in mente che forse non era stata una grande idea, ma ormai eravamo lì. "Davvero, sto bene" protestò debolmente il corvino mentre la donna lo faceva accomodare su un lettino. "Qual' è la causa del decesso, agente Smith?" Scherzò. "È lei il medico legale, non io. Un colpo alla testa, comunque", la donna si voltò di scatto verso il corvino con un' espressione di disappunto " Vuoi dirmi che hai preso un botta in testa e non sei andato in ospedale?!?!". Levi incasso l'accusa in silenzio e si fece visitare senza protestare. "È ancora vivo" decretò Hanjie "ma ha le pressione un po' bassa, Levi imbottisciti di caffè e zuccheri".
"Sarà fatto" rispose quello scendendo dal lettino. La donna mi guardò e i suoi occhi dicevano 'prenditi cura di lui o vengo a trovarti e ti faccio diventare una cavia'. "Vieni Levi, andiamo a fare colazione" dissi.
Ci sedemmo in un bar e ordinammo la colazione. O meglio, ordinai abbastanza croissant per tutto l'esercito mentre Levi protestava.
"Hai esagerato" disse il corvino sorseggiando del succo d' arancia "mi verrà il diabete se mangio tutto questo"
"Tranquillo" risposi "ti aiuto io a finire"

LEVI
Elvin era stato molto carino ad accompagnarmi a fare colazione ma la cosa stava degenerando. In qualche modo ci ritrovammo seduti in un cinema a vedere un film d'azione. Mi allungai sulla poltrona fino ad appoggiare i piedi sullo schienale del tipo davanti a me e mi misi in bocca una manciata di Pop-Corn.  "Sul serio?" Mi chiese il biondo guardando l'enorme sacchetto da cui spilluzzicavo "ti lamentavi che due brioches ti avrebbero ucciso e poi mangi tutti quei pop corn?" Scrollai le spalle in risposta "Sono buoni". Il mio partner rise.
Ci divertimmo molto. Il film faceva proprio schifo ma i commenti e le battute del mio partner no. Uscemmo dalla sala a braccetto tra le risate.
"Mi sono divertito proprio tanto" gli dissi cercando di fermare un taxi. "Faccio io, tranquillo" Elvin mise un braccio in strada e subito una macchina gialla si fermò davanti al marciapiede. "Ti odio" gli dissi salendo nella vettura, non era vero. "Forza torniamo a lavoro, ammesso che tu ti senta bene" mi disse con un pizzico di divertimento nella voce.
"Smith" dissi esasperato "sto bene. Andiamo".
Quando arrivammo alla base notato che c'era molta agitazione. Gli agenti andavano da una parte all'altra di corsa. "Smith! Ackerman! Era ora che arrivaste"

ELVIN
Il direttore ci chiamò e noi ci affrettammo a girarci e salutarlo. "Si può sapere dove vi eravate cacciati?!" Sembrava piuttosto arrabbiato.  Mi afrettai ad inventare una scusa, non potevo certo dirgli che avevamo passato un'intera mattinata a girovagare per la città, ma Levi mi precedette. "È colpa mia signore. Elvin mi ha accompagnato ad una visita" Pixis sembrò preso in contropiede da quella risposta così semplice "A....spero che tu stia meglio Ackerman perché mi servono tutti gli uomini disponibili sul campo. C'è una sparatoria in corso in un magazzino in periferia, le cose stanno degenerando. Sono almeno venti uomini, se non li fermiamo rischiamo che facciano una strage. La polizia locale sta provando a trattenerli ma con scarsi risultati" ci porse dei giubbotti antiproiettile "ho bisogno di voi". Andammo a cambiarci nel bagno  e subito dopo salimmo su un'autovettura della polizia. Con le sirene accese sfrecciammo per le strade di New York seguiti da altre auto. I cittadini si fermavano a guardare la lunga fila di auto della polizia con curiosità interrogandosi sulla ragione di tanta urgenza. Controllai per l'ennesima volta la pistola e le ricariche, mi tremavano le mani. Levi mi afferrò un polso e si sporse verso di me. "Andrà tutto bene, stai tranquillo." Mi sorrise rassicurante e mi venne quasi da ridere "Non dovrei essere io a rassicurarti? Cioé, sei tu il novellino...". Restammo in silenzio per il resto del tragitto, il corvino continuava a tenermi la mano.
Il magazzino era enorme e si sentiva un rumore di spari incessante. Tutti gli agenti si radunarono vicino a me che, in mancanza del direttore Pixis, ero il piú alto in comando. Spiegai velocemente la situazione "Un gruppo molto consistente di gangster, crediamo una ventina, si é impadronito di armi da fuoco, automatiche e semiautomatiche. I poliziotti li stanno trattenendo e noi dobbiamo aiutarli. Avete il permesso di sparare e" presi un respiro, quello che stavo per dire non mi piaceva "uccidere. Cercate di evitarlo se potete ma ricordate che loro non esisteranno ad uccidervi. Se é tutto chiaro, andiamo". Gli agenti si limitarono ad annuire. Ci dividemmo in due gruppi e andammo verso le entrate del capannone come avevamo fatto innumerevoli volte in addestramento.

LEVI
Non appena varca l'entrata iniziai a sparare. Cercavo di colpire gambe e spalle ma i gangster non erano come le sagome, correvano da una parte all'altra nascondendosi dietro a dei cassoni e risposero al fuoco quasi subito costringendoci a ripararci. In un attimo fu caos. I proiettili volavano ovunque, tutti gli agenti si erano separati e rispondevano al fuoco riparati dalle casse di merce. Non c'era uno schema in quegli attacchi, solo il desiderio di rimanere vivi. Mi volta verso Elvin che si era riparato dietro un bancale in legno a pochi metri da me. Si alzava, sparava alcuni colpi precisi e poi tornava al riparo. I suoi movimenti erano fluidi e sembravano naturali, come se fosse una semplice danza. Per quanto fosse bravo, però, non poteva continuare all'infinito. Ogni volta che usciva allo scoperto rischiava di essere colpito e sapevo per esperienza che la sorte non va sfidata. Mi arrischiai ad uscire un attimo. Registrati una serie di immagini mentre sparavo alcuni colpi quasi alla cieca e poi tornai al riparo. Ma fui troppo lento.

AlyssaMolin04

P.S
Viva la suspance!!!! Hanno chiuso le scuole per il diluvio universale e indovinate un po'? A casa mia c'è il sole😂. I vantaggi di andare a scuola lontano.....
Ciao♐
P.P.S.
Ma suspance si scrive così?

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