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~ Capitolo 16 ~

Il momento tanto temuto é arrivato... Ho finito le foto Eruri😱. Naaa, non é vero. Semplicemente non ne trovavo una pertinente al capitolo.
Buona lettura

LEVI
Elvin mi mise le mani sulle spalle. Non capii cosa volesse fare fino a quando non mi fece girare e mi mise i polsi, vicini, dietro la schiana. Sentii l'inconfondibile rumore delle manette. "Ti dichiaro in arresto" mi sussurrò all'orecchio "Hai il diritto di restare in silenzio" gli tremava leggermente la voce "tutto ciò che dirai sarà usato contro di te" sentii la rabbia montarmi dentro "Hai diritto ad un avvocato" mi aveva tradito,  in fondo sapevo che stava solo facendo il suo lavoro ma questo non mi impedì di tramutare il mio affetto (forse amore) per lui in odio. "Se non puoi permettertene uno ti verrà assegnato dallo stato" Mi accompagnò fuori dove una volante della polizia stava aspettando. Aveva programmato tutto. Sapeva che sarei andato nello studio. Sapeva che avrei trovato il fascicolo. Sapeva che gli avrei chiesto spiegazioni. Aveva previsto tutto con sorprendente precisione. In un certo senso mi aveva manipolato. Mi fece sedere su uno dei sedili posteriori e mise una mano sulla portella per chiuderla "Tu non vieni?" sibilai.
Passare davanti a tutti i miei colleghi ammanettato, la vergogna non fu niente in confroto alla rabbia che provavo. Mi portarono nella stanza degli interrogatori, che non avevo mai visto, mi fecero sedere e mi lasciarono lì. Elvin era già arrivato. Per qualche minuto ci fissammo negli occhi, le sue pozze azzurre mi impolravano di cedere ma mi limitai a fargli sentire il mio disprezzo per lui e per quello che aveva fatto, poi il biondo abbassò lo sguardo e uscì senza dire niente.
Ero seduto da circa quattro ore se i miei sensi non mi ingannavano, lì il tempo sembrava dilatarsi ma su di me quel giochetto non faceva effetto. Sentii un crampo alla gamba ma mi rifiutai di stiracchiarmi. Sapevo che, dietro il vetro oscurato, Elvin mi stava guardando. Sapevo che, come una preda, aspattava un mio segno di cedimento per attaccare. Ma io non avrei ceduto tanto facilmente. Non avevo intenzione di rendergli le cose facili. Mi aveva tradito. E io mi sarei vendicato.

ELVIN
Lo guardavo attraverso il vetro e lui guardava me, anche se non poteva vedermi. Era perfettamente immobile da quattro ore. "Non cede?" mi chiese Mike passandomi del caffè. Mi limitai a squotere la testa. "Forse non dovresti occupartene tu, questa questione ti coinvolge troppo personalmente". Prima di rispondere bevvi un lungo sorso di caffè. Era caldissimo. E amaro. Il preferito di Levi. "Proprio perché mi coinvolge personalmente devo occuparmi io di questo caso. Non si tratta solo di vendetta - fidati voglio davvero scoprire la verità - si tratta del fatto che so com'è, che cosa gli piace. Sarà piú semplice svolgere l'interrogatorio così"
"Se credi davvero in ciò che hai detto ti farà piacere sapere che la statua si è mossa"
Riportai la mia attenzione alla stanzetta. Levi aveva accavallato le gambe. Era il momento adatto per riprovare ad attaccare.
Mi sedetti di fronte a lui trasalendo al contatto con la sedia fredda. Una pesante scrivania in acciaio ci divideva. Lo guardai negli occhi e, senza distogliere lo sguardo, bevvi un'altro sorso della bevanda calda. Levi rimase impassibile. "Non trovi che faccia un po' freddo?" domandai. Il corvino rimase in assoluto silenzio. Era frustrante la sua ostinazione, avrei voluto prendere a testate il muro. Mi alzai dalla sedia e mi sposi verso di lui, appoggiando le mani vicino alle sue, ammanettate, sopra il tavolo." Hai ucciso delle persone" era una statua, impassibile "molte persone" nessuna reazione "e questo ti rende un serial killer". Tornai a sedermi. "No, non sei un serial killer, ho sbagliato. Lavori per qualcuno, qualcuno che ti ha aiutato a cancellare il tuo passato. È probabile che sia un'associazione. Mafiosa, sospetto. Sto dicendo cose giuste, Levi?" il corvino non ebbe alcuna reazione e quindi non potei sapere se le mie congetture erano corrette. Respinsi l'impulso di mettermi le mani tra i capelli."Posso almeno sapere come ti chiami davvero? Non te lo chiedo per le indagini voglio solo sapere con chi sto parlando in questo momento" Levi rimase in silenzio. Passó quasi un minuto prima che sussurrasse un debole, appena percettibile "Rivaille"

LEVI
Il mio nome, voleva sapere solo il mio nome, e io non podevo dirglielo, mi avrebbe messo piú nei guai di quanto già non fossi. Eppure, in fondo, volevo farlo. Volevo sentirgli dire il mio nome, almeno una volta. Presi una decisione. Una decisione stupida, avventata, ma era una mia decisione. "Rivaille" dissi sottovoce.
"Rivaille...?" ripeté a voce più alta Elvin, lo diceva in modo strano, storpiando la pronuncia "é francese?" mi limitai ad annuire con lo sguardo basso, l'innocenza di quella domanda, la sua semplicità, mi fece ricordare che anche io avevo tradito, in un certo senso, lui non dicendogli la verità su di me. Tutta la rabbia, il desiderio di vendetta, sparirono. Rimase solo l'amara consapevolezza di non avere scelta. No l'avevo mai avuta. "Levi, guardami" alzai gli occhi per incrociarli con i suoi, perché mi aveva chiamato Levi? Sapeva il mio vero nome, perché non lo usava? "Preferisci Levi vero?" rimasi un'attimo interdetto, mi stava chiedendo... quale preferivo? Non si stava riferendo ai nomi di per sé, era ovvio, si stava riferendo alle due vite che avevo condotto, mi stava chiedendo quale delle due vite preferissi. La risposta, ai miei occhi, era ovvia ma, forse, non ai suoi. "Levi é perfetto" ed era vero. La mia vita come Levi era perfetta, il mio lavoro, i miei amici. Amavo tutto. Elvin fece una strana espressione che non potei interpretare perché si girò di scatto e uscì dalla stanza. Mi lasciò da solo, di nuovo.

ELVIN
Mi affrettati ad uscire dalla stanzetta ero turbato dalle sue parole "Levi é perfetto", non si riferiva al nome, in quel momento mi venne incontro Mike. "Allora? Ha confessato?" mi chiese.
"No"
"C'é qualcosa altro che non va? A me puoi dirlo..."
"Non credo che sia stato lui, non volontariamente almeno"
"Non mi aspettavo questo... Elvin, c'é una foto con lui con la pistola spianata e una decina di cadaveri attorno... Come puoi anche solo pensare che sia innocente?"
"Mike quella foto non é una prova, ritrae lui e dei cadaveri, può essere arrivato dopo..."
"E la pistola? Ti stai illudendo, ti avevo detto di non partecipare a questo caso, Levi é un pericoloso criminale, accettalo. Perché avrebbe cambiato sette nomi se non per nascondere qualcosa?"
"Per proteggersi?"
"Perché non affidarsi alla polizia?"
"Mike, io lo conosco. È quasi morto per colpa mia eppure non ha mai perso la fiducia in me, ha continuato a seguirmi"
"Probabilmente per ucciderti"
"So riconoscere un criminale, Levi non é uno di loro"
"Pensa quello che vuoi, tanto é impossibile farti cambiare idea. Comunque sono venuto qui per dirti che fra quattro ore verranno quelli del penitenziario a prenderselo. Se vuoi sapere qualcosa da lui... hai quattro ore"
"Le guardie penitenziarie? Chi ha convalidato l'arresto?"
"Neil, Neil Donovan"

AlyssaMolin04

P. S.
Boom. Sento il vostro odio per me e Neil salire, spero che non vogliate uccidermi 😊, per quanto riguarda Donovan... Bhe tutti lo vogliamo un po' morto, no?
Ciao♐

P. P. S
Ho scoperto l'età di una scrittrice qui su wattpad, é molto piú piccola di quanto immaginassi e questo mi fa venire una domanda: quanti anni pensate che io abbia?
Resterò per sempre con questo dubbio perché non commentate mai 😒

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