Capitolo 1
Capitolo1.
Erano passati ormai tre lunghi mesi da quando alla fine del sesto anno Harry aveva ucciso Voldemort, ma da allora non si era allontanato dalla stanza n° 394 del San Mugo dove un giovane ragazzo dai capelli biondi giaceva privo di conoscenza.
Remus e Sirius avevano provato a convincerlo, ma non c'erano riusciti, così quando quella sera l'andarono a trovare e lo videro stringere la mano del ragazzo appisolato con la testa poggiata sul braccio che gli faceva da cuscino sorrisero inteneriti.
Ormai anche i genitori del ragazzo privo di conoscenza, però, avevano perso le speranze che si risvegliasse, ma Harry no, non voleva credere a quella possibilità, per questo motivo sentendolo muoversi scattò sull'attenti nello stesso momento in cui il ragazzo biondo apriva gli occhi: «Draco...»
Il ragazzo biondo disse a sua volta: «Potter...» la sua voce era bassa per il poco uso, ma cercava di capire dove si trovasse dai rumori che lo circondavano.
Remus uscì di corsa dalla stanza ed andò a chiamare uno dei medimaghi tornando subito indietro.
Harry perplesso gli domandò: «Stai bene?»
Draco ci pensò su un attimo prima di parlare nuovamente: «Non ti vedo...»
Quelle parole freddarono sia Harry che Sirius, ma il medimago chiamato da Remus visitò Draco sotto gli occhi attenti del lupo.
L'uomo sapeva, però, che quella risposta aveva spaventato Harry ed adesso aveva bisogno di riprendersi da quel duro colpo.
Il medimago, terminato il controllo, disse: «I valori vitali sono nella norma per quanto riguarda la vista è una cosa temporanea, tra alcuni mesi sarà come nuovo. Dovrà prendere queste pozioni a partire da oggi per due volte al giorno»
Harry, però, fissava Draco con gli occhi sbarrati pensando: Perchè ci hanno fatto tutto questo? Non volevo che subisse tutto questo per colpa mia....
Remus vedendo il ragazzo preoccupato gli posò una mano sulla spalla, non sapendo come aiutarlo, gli domandò: «Harry, stai bene?»
Draco preoccupato si voltò verso il punto dal quale proveniva la voce dell'uomo e chiese: «Cosa succede?»
Il rumore che lo circondava e che proveniva dall'esterno era molto fastidioso, tutto gli sembrava amplificato di migliaia di volte, per rispondere a quella sua domanda l'uomo gli s'avvicinò posandogli una mano sulla spalla e sedendosi sul letto, stando attento a non fargli del male, disse: «Sai, Harry ti è rimasto vicino fino ad oggi. Ha rifiutato di tornare a Hogwarts senza di te. Adesso è un pochino sotto shock...»
Quelle parole fecero arrossire Draco che non sapendo bene come muoversi optò per le parole: «Potter! Riprenditi sto bene!»
Harry si riprese ed osservò il ragazzo davanti a lui riuscendo a dire solo: «Draco...»
Al ragazzo biondo, però, non era scappata la nota di terrore, così disse: «Sì, sono qui non vado via. Comunque visto che sei il salvatore del mondo magico che ne diresti di aiutarmi ad uscire da questa situazione?» lo diceva tanto per provocarlo.
Non immaginava nemmeno che Harry pregasse per una richiesta del genere da parte sua per questo gli rispose prontamente arrossendo imbarazzato: «Sì, Draco. Ti aiuterò volentieri ad uscire da questa situazione»
Il medimago che non si era perso una parola disse: «Domani potrà uscire da qui. Intanto signor Potter, perché non va ad avvisare i genitori del suo amico?»
Harry, cogliendo la palla al balzò, rispose: «Vado subito...»
Lasciò di corsa la stanza e s'appoggiò con un braccio al muro mentre con la mano si copriva gli occhi e sussurrava: «Ben tornato amore mio...»
Sirius che l'aveva seguito sentendo quelle parole capì subito perché il figlioccio si sentisse in colpa e soprattutto la sua puntigliosità a non voler lasciare la stanza del ragazzo.
Il più tranquillamente possibile, Harry, si diresse fino alla sala d'aspetto dove contatto tramite Metropolvere i genitori di Draco.
Narcissa, seduta in salotto, gli domandò: «Harry, cosa succede?» il ragazzo sorrise e rispose: «Draco si è svegliato...» la donna si portò una mano davanti alla bocca sorpresa, quella notizia non se l'aspettava minimamente e rispose: «Arriviamo subito...»
A quelle parole Harry lasciò libero il cammino e s'appoggiò alla parete vicina lasciandosi scivolare sul pavimento.
Quando Lucius e Narcissa lo raggiunsero non alzò lo sguardo, aveva le lacrime agli occhi e non voleva farsi vedere in quello stato.
La donna preoccupata gli domandò: «Harry, sicuro di stare bene?» il ragazzo dagli occhi di giada rispose: «Sì, signora Narcissa. Sono solo felice che Draco si sia svegliato, ma il colpo che ha preso alla testa quel giorno gli ha danneggiato la vista. Il medimago, però, ha detto che tra qualche mese starà molto meglio se prende le pozioni ogni giorno a partire da oggi» s'alzò dal pavimento ed insieme a loro tornò nella stanza dove aveva lasciato il ragazzo con Remus e Sirius.
Vedendo Remus aiutare Draco a camminare sorrise e s'avvicinò a loro prendendo il posto dell'uomo.
Draco perplesso chiese: «Cosa succede?»
Harry gli sussurrò con dolcezza all'orecchio: «Va tutto bene...» sentendosi prendere per mano, il ragazzo biondo, strinse la presa e si lasciò guidare. Narcissa decise, allora, di palesare la sua presenza chiamando il figlio: «Draco...»
«Mamma!» la donna abbracciò il figlio stringendolo a sé mentre lui ricambiava l'abbraccio senza lasciare andare la mano di Harry: «Finalmente ti sei svegliato...»
«Sì, però...» la madre l'anticipò dicendo tranquillamente: «Non importa. Harry, ci ha già detto dei tuoi occhi»
Draco annuì perplesso tante domande iniziavano ad affollarsi nella sua mente, aveva bisogno di risposte, ma al momento era felice di essere tornato indietro: «Papà?»
«Sono qua, Draco. Harry, posso parlarti in privato?» la richiesta di Lucius non lo sorprese per niente.
«Certamente, signor Lucius» rispose lui lasciando andare la mano di Draco che ancora tra le braccia della madre si irrigidì: «Harry?»
«Va tutto bene. Torno subito» gli accarezzò i capelli e seguì l'uomo in corridoio.
«Ti prenderai cura di mio figlio quando tornerete a Hogwarts?» gli chiese quest'ultimo guardandolo seriamente.
«Sì lo farò. Non lo lascerò solo nemmeno un secondo. Non posso non ora che sono in debito con lui, la mia vita adesso gli appartiene...» rispose Harry alla sua domanda.
«Va bene...» Lucius gli posò una mano sulla spalla e rientrò nella stanza, Harry rimase un po' appoggiato al muro ringraziando mentalmente tutti quelli che avevano esaudito le sue preghiere.
Quando fu pronto rientrò nella stanza, trovando Draco seduto sul letto vicino alla madre che sembrava piuttosto spaventato e tremava come una foglia così domandò: «Signora Narcissa, cos'è successo?»
«Harry!» Draco allungò le braccia verso di lui, senza pensarci troppo gli s'avvicinò prendendogli le mani facendo intrecciare le loro dita.
«Cosa c'è, Draco?» gli chiese con dolcezza.
«Non tornavi. Credevo fossi andato via...» rispose lui con voce tremante.
Harry l'osservò triste per un attimo e una lacrima silenziosa scese sul suo volto: «Scusami»
Il ragazzo dagli occhi di giada amava Draco e quando l'aveva visto cadere a terra colpito da quell'incantesimo diretto a lui il suo cuore si era spezzato.
Dopo aver ucciso Voldemort si era avvicinato a lui sentendolo respirare non aveva aspettato oltre si era smaterializzato al San Mugo con Silente e Piton al suo fianco.
«Dovremmo metterci d'accordo per domani» disse semplicemente Harry.
«Possiamo portarlo a casa domani e il primo settembre...» propose Narcissa scettica non sapendo se la distanza avrebbe giovato ad entrambi.
«Il primo settembre sarò io al suo fianco» rispose il ragazzo dagli occhi di giada. Quelle parole sorpresero Draco che si avvicinò di più a lui poggiandosi al suo petto.
«I tuoi amici cosa diranno?» domandò lui curioso di scoprire cosa fosse successo in quei mesi.
«Loro non hanno più voce in capitolo da molto tempo. Mi danno la colpa per la morte di Ginny, ma io li avevo avvisati e hanno agito a modo loro» accarezzò il volto di Draco stringendolo un pochino di più al suo petto: «Scommetto che non vedi l'ora di uscire a prendere un po' d'aria»
«Sì» rispose lui capendo che Harry voleva cambiare discorso e si sentiva a disagio a parlare degli ex amici.
«Allora se aspetti un attimo ti porto in un posto bellissimo» gli disse con dolcezza il ragazzo dagli occhi di giada.
«Non voglio lasciarti andare...» borbottò lui stringendo le mani attorno ai suoi abiti.
Harry sorrise e gli posò un bacio sul collo facendolo rabbrividire per poi rivolgersi al compagno del padrino: «Rem, potresti...»
«Capito vado subito» l'uomo uscì dalla stanza e tornò alcuni minuti dopo spingendo una sedia a rotelle.
Harry con delicatezza prese in braccio Draco e lo mise seduto sulla sedia.
«Cosa?» domandò Draco sentendosi posare su di essa.
«Va tutto bene...» iniziò a spingere la sedia per il corridoio raggiungendo una porta che aprì.
Draco venne investito da un venticello leggero che gli portò l'odore di fiori appena sbocciati e chiese curioso: «Dove siamo?»
«Nel giardino del San Mugo» rispose Harry.
Uscirono all'aria aperta seguiti a distanza dai genitori del ragazzo biondo, Sirius e Remus che si tenevano per mano.
Ci furono alcuni minuti di silenzio, ma alla fine Draco disse: «Grazie per tutto, Harry»
Il ragazzo dai capelli corvini sorrise mestamente sentendo una morsa di ferro avvolgergli il cuore: «Sarei io a doverti ringraziare per avermi salvato quel giorno»
«Ho avuto paura di perderti...» ammise il ragazzo biondo, mentre due lacrime scivolavano sul suo volto.
Harry le cancellò con un gesto della mano sussurrandogli con dolcezza: «Adesso siamo qua tutti e due. Draco, ricordati che per te io ci sarò sempre»
«Grazie» disse ancora una volta il ragazzo biondo, alzandosi lentamente dalla sedia.
Harry l'aiutò a raggiungere il prato dove si misero sotto un albero al riparo della luce del sole, ma non tanto da non essere scaldati dal suo calore.
Il ragazzo dai capelli corvini teneva la schiena poggiata al tronco e Draco si era accoccolato tra le sue gambe poggiando la schiena contro il suo petto.
Restarono li fino al calare del sole, ma sentendo l'aria farsi più fredda Harry riportò Draco nella sua stanza restandogli accanto per tutta la notte dopo che Lucius, Narcissa, Remus e Sirius se ne furono andati.
La mattina, però, arrivò svelta e Harry venne svegliato da una mano poggiata sulla sua spalla e leggermente assonnato borbottò: «Signor, Lucius...»
«Vai a casa e riposati. Adesso ci pensiamo noi a Draco» disse l'uomo senza troppi giri di parole.
«Appena mangia qualcosa fategli prendere la pozione» aggiunse lui guardando l'uomo cercando di restare sveglio.
Lucius a quelle parole annuì sorridendogli sapendo che il figlio sarebbe stato veramente in buone mani.
Harry accarezzò di nuovo il volto di Draco per poi lasciare l'ospedale e materializzarsi a Grimmuld Place.
Varcata la soglia di casa, però, crollò in avanti e Sirius che era nelle vicinanze lo prese tra le braccia prima che potesse cadere facendosi del male: «Riposati. Ti sei stancato molto in questi mesi»
Lentamente l'uomo salì fino al piano superiore e mise Harry a letto. Sapeva bene che era crollato per la stanchezza ed il sollievo che il ragazzo di cui era innamorato stesse bene e si fosse in qualche modo risvegliato.
«Sirius, sta bene Harry?» chiese Lupin preoccupato per lo stato di salute del ragazzo.
«È stanco l'ho portato a letto. Dopo domani deve tornare a Hogwarts» rispose lui chiudendosi la porta della stanza del ragazzo alle spalle.
Il ragazzo dai capelli corvini si svegliò due ore dopo al picchiettare sul vetro insistente di Edwige, sbadigliando s'alzò dal letto, prese la lettera che portava alla zampa e la lesse.
Non rimase sorpreso delle parole di Silente che l'informava di essere lieto di sapere che lui e Draco sarebbero tornati a scuola il primo settembre.
Quando Remus entrò nella stanza del ragazzo lo trovò intento a guardare con occhi vitrei fuori dalla finestra e preoccupato gli s'avvicinò: «Harry, stai bene? » «Sì, Remus. Weasley e Granger non si sono fatti vivi, vero?» domandò freddamente lui.
«No, Harry. Dal giorno della morte di Ginevra nessuno di loro ti ha cercato. Non credo lo faranno dopo il vostro litigio» disse l'uomo abbracciandolo e coccolandolo un po'.
Ci furono diversi minuti di silenzio, ma poi il ragazzo borbottò: «Sai che ti dico io li avevo avvisati era pericoloso. Non mi hanno mai dato ascolto ed a dirtela tutta è quasi una liberazione per me non avere più quella piattola tra i piedi. Davvero mi chiedo come faceva a pensare che io mi sarei messo con lei, ma siamo matti? Molto meglio gay che stare con lei» ridacchiò divertito pensando che quella era la frase che aveva sentito dire anche a Seamus prima che si mettesse insieme a Dean.
Terminato di preparare i bagagli si voltò a guardare il fidanzato del padrino e gli sorrise: «Credi che potrei invitare Draco e i suoi genitori a cena stasera? Oppure è meglio farlo domani mattina in modo da andare a fare le compere per Hogwarts tutti insieme?»
«Certo. Stavo per dimenticarmi ti è arrivato un messaggio da parte di Narcissa» disse lui tranquillamente.
Il ragazzo dagli occhi di giada scendendo al piano inferiore per poter contattare la donna, sentì delle voci provenire dal salone cosa che lo sorpresero, anche perchè conosceva molto bene a chi appartenessero.
«Dobbiamo vedere, Harry» disse la voce di una ragazza.
«Sta riposando e non ho intenzione di andarlo a svegliare per voi» rispose Sirius trattenendo a stento la rabbia, anche lui era rimasto molto deluso dal comportamento dei due ragazzi che aveva davanti.
«Deve rientrare a Hogwarts?» chiese il ragazzo dai capelli scarlatti.
«Se rientra parteciperà al nuovo smistamento» rispose nuovamente l'uomo avvertendo la presenza di Harry sulle scale.
Il ragazzo chiese nuovamente: «Non farà sul serio?»
«Sì, Weasley. Faccio sul serio, in fin dei conti sono restato nella casa sbagliata per troppo tempo è ora che torni sui miei passi. Forse avrei dovuto seguire il consiglio di Draco, lui mi avrebbe aperto gli occhi prima su certa gente alcune famiglie di maghi sono davvero migliori di altre» disse lui appoggiandosi tranquillamente al muro tenendo le braccia incrociate strette al petto aggiungendo: «Sagge furono le parole del Draco undicenne e stupido fu il ragazzo che non avendo mai avuto amici si era lasciato forviare dalla prima persona che gli ha parlato fingendosi amico, ma che era solo in cerca di un po' di luce riflessa mandata dal bambino – che – è – sopravvissuto» un sorrisino degno del miglior Serpeverde si dipinse sul volto.
«Harry...» lo chiamò Draco uscendo lentamente dal cammino che aveva sentito le sue parole.
Essendo ancora su le scale il ragazzo dai capelli corvini l'osservò per un attimo, ma poggiando una mano sul corrimano saltò oltre atterrando come un gatto sul pavimento davanti a lui domandandogli: «Draco, stai bene?»
«Diciamo di sì. È che ho quasi fatto venire un attacco isterico a mia madre e mi ha mandato qui. Non mi sentivo a mio agio a casa» rispose lui senza giri di parole.
Harry capì al volo e con un colpo di bacchetta gli pulì gli abiti dalla cenere e prendendolo per mano lo guidò fino alla sala da pranzo domandandogli: «Hai già mangiato, Draco?»
«No. Non avevo fame» ammise il ragazzo per poi domandargli curioso: «È vero quello che ho sentito? Hai ammesso davvero che io avevo ragione a undici anni?» «Certo. Scusami se quel giorno ti ho ferito, ma puoi perdonare un bambino di undici anni che ha scelto la persona sbagliata solo perché gli ha parlato da amico ed in realtà si è rivelato solo un bastardo in cerca di fama come molti altri?» gli chiese con dolcezza senza lasciarlo andare un attimo.
Il ragazzo biondo non ci pensò nemmeno due minuti e gli rispose: «Sì posso farlo» un leggero sorriso illuminò il volto di Draco.
Harry ne rimase affascinato chiedendogli con dolcezza: «Posso baciarti, Draco?» Draco sorrise annuendo a quella sua domanda annuendo e Harry lentamente gli s'avvicinò posandogli un bacio leggero sulle labbra.
«Sei un bellissimo angelo, Draco. Non ti immagini nemmeno da quanto tempo desiderassi baciarti» sussurrò lui a pochi centimetri delle sue labbra.
«Io credo di averne un idea» questa volta fu lui a ricercare quel contatto approfondendo un po' di più il bacio.
«Tu non eri degno dell'amore di mia sorella!» esclamò Ron quando li vide baciarsi in quel modo appassionato.
«Sai che ti dico, a no te l'avevo già detto un sacco di volte: meglio gay che con Ginevra "la piattola". Anche Seamus alla fine si è messo con Dean. Ha scoperto l'amore per il culo maschile, io lo sapevo dal secondo anno. Ho visto che tua sorella mi veniva dietro e sai che schifo, il mio Draco è molto meglio» detto questo baciò di nuovo il ragazzo posandogli una mano sulla guancia.
«Dove hai messo tutte le cose che Ginny ti ha regalato per San Valentino, Natale e Compleanno?» chiese ancora Ron guardandolo in cagnesco.
Harry a malincuore si staccò dalle labbra del ragazzo biondo e gli rispose: «Vediamo...» ci pensò su diversi minuti e giocando con la mano di Draco: «I cioccolatini li ho buttati nella spazzatura, l'Amormentia poteva anche mettersela in culo assieme a quei bigliettini cantati che mi mandava. Quelli per il Natale e il Compleanno i peluche se non ricordo male gli ho donati a dei bambini in giro per Hogsmeade e Londra. Un libro ho scoperto che interessava ad un amico e l'ho dato a lui, mentre il resto come i maglioni made in Ginevra sono finiti nel guardaroba di Kreaker e Dobby modificati a loro piacimento» lo disse come se niente fosse mentre in sottofondo aveva le risate di Draco, Remus e Sirius ed aggiunse ancora giusto per far arrabbiare ancora l'ex amico: «A già adesso che ricordo, gli ultimi suoi regali devo ancora buttarli o darli via. Vediamo, c'è il peluche a forma di drago che so già a chi dare come tutti gli altri bei draghetti che ho messo da parte al sicuro da mani indiscrete, per il resto credo che vedrò se possono piacere a Dobby e Kreaker»
Ron era sempre più incazzato, ma a Harry non importava molto voleva vedere dove si sarebbe spinto il ragazzo e se avesse alzato un dito, sapeva bene come fare a fargli passare la voglia.
«Tu sei un bastardo!» gli urlò contro.
«No, sono un Serpeverde. Dal primo anno dovevo essere nella casa di Draco, ma adesso rimedierò al mio errore più grande» rispose lui a quelle parole.
I due ragazzi lasciarono la casa, Hermione aveva trascinato via Ron di peso, conosceva bene Harry e sapeva cosa stava facendo, voleva che il ragazzo gli desse una scusa per Crucciarlo, in fin dei conti Voldemort era morto sotto le sue torture, gli aveva fatto provare la sua stessa medicina sul corpo prima di ucciderlo.
Silente le aveva raccontato tutto e non voleva che il suo ragazzo facesse la stessa fine.
«Draco adesso che i rompiscatole hanno cambiato aria ti va di chiamare i tuoi genitori perché vengano a stare qui fino a dopodomani quando prenderemo il treno per Hogwarts? Io domani devo anche andare a Diagon Alley a comprare le cose per scuola» gli chiese tranquillamente.
«Va bene...» rispose lui felice per quell'invito.
Dopo averli chiamati tramite metropolvere i genitori di Draco arrivarono a Grimmuld Place.
«Benvenuti a Grimmuld Place» dissero Remus e Sirius insieme.
«Signori è pronta la cena!» esclamò Kreaker entrano nella sala.
Harry guardò l'orario e ne rimase sorpreso aveva dormito quasi tutto il giorno da quando era rientrato quella mattina.
«Arriviamo subito Kreaker» rispose Sirius.
Intanto Draco sfiorò il volto di Harry e ne rimase sorpreso domandandogli: «Non hai gli occhiali?»
«No. Mi sono fatto curare la vista al San Mugo mentre aspettavo il tuo risveglio» tranquillamente tornarono nella sala da pranzo e si misero a mangiare.
Terminata la cena Draco s'appisolò contro la sua spalla e senza svegliarlo lo prese in braccio portandolo nella sua stanza, avrebbero dormito insieme.
Dopo aver messo Draco sotto le coperte si tolse i vestiti ed iniziò a mettersi il pigiama.
«Harry, ho freddo» borbottò il ragazzo facendosi piccolo piccolo tra le coperte.
«Vengo subito, Draco» dopo essersi messo sotto le coperte avvolse Draco in un abbraccio protettivo e si lasciarono cadere in un sonno profondo.
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