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Le Virtù

⚠️SPOILER ALERT: CONSIGLIAMO LA LETTURA DI QUESTO EXTRA SE SIETE GIA' ARRIVATI ALMENO AL CAPITOLO 9.3!⚠️



Una virtù, a livello puramente accademico, può essere definita come la forza che spinge l'uomo a impegnarsi per il conseguimento di un fine elevato.

Come abbiamo scelto le nostre protagoniste?

Semplice: con una lunga ricerca, una sonora rispolverata a libri scolastici di filosofia, condendo il tutto con riflessioni personali, patatine e aranciata amara.

Non è nostra intenzione intrattenervi con noiose lezioni, quindi abbiamo sintetizzato al massimo le informazioni per cercare di essere chiare e semplici in merito alle scelte che ci hanno condotte fin qui. Trovate l'elenco in ordine d'età dei principi!



SAGGEZZA

Avvalendoci di Platone e Aristotele abbiamo delineato quella che ormai conoscete come la guida di tutte le altre: Saggezza. Nelle concezioni dei due filosofi è detta "Prudenza", (prudenza che nel mondo occidentale è inoltre una delle quattro Virtù Cardinali) e indica:

<<La capacità di discernere il comportamento meno rischioso>> (Platone)

<<Un'attitudine che valuta ciò che è bene per l'uomo>> (Aristotele)

Abbiamo deciso di non usare la parola prudenza perché non era abbastanza "altisonante", tuttavia non abbiamo mutato il profondo significato menzionato da San Tommaso d'Aquino: essa è auriga virtutum - cocchiere delle virtù.

Questa particolare descrizione ci ha convinte a sceglierla e visto che, come avrete ben notato, in Zemlyan gli stereotipi si sprecano (per ovvie necessità), Kana ed Eiji sono stati modellati su queste considerazioni per essere i nostri saggi.

Perché la scimmia? E perché il colore giallo?

Per la prima ci siamo affidate a diverse culture: a quella tibetana dove questo animale è visto come un essere in cerca di illuminazione che aiuta gli altri grazie alla sua conoscenza suprema, a quella cinese che ne esalta intelligenza e furbizia, all'antico Egitto dove era in effetti simbolo di saggezza, accomunato sia al dio lunare Thoth, sia al dio solare Amon-Ra e in particolare, in questo secondo caso, identificato come guardiano dell'alba.

Il colore è stato una scelta visiva. Non potevamo usare il bianco per motivi che non possiamo ancora svelare e il giallo ci sembrava la scelta migliore per identificare l'illuminazione, sia essa mentale, sia indicativa del cammino da intraprendere.


ONORE


La scelta di Onore è stata facile, dettata da un elemento se volete banale: il fatto che sia considerata come la più antica tra le virtù. Secoli addietro il suo significato era legato al valore militare, alle imprese compiute... Si ritrova questa caratteristica predominante nei poemi epici e nelle tragedie greche e romane.

Allo stesso modo anche nella cultura orientale era, ed è per molti ancora, un tratto tenuto in grandissima considerazione, si pensi ad esempio ai Samurai.

In ogni caso il senso profondo attribuitogli in epoche remote ha subito profondi cambiamenti nel tempo e oggi ha quasi perso di valore.

Tuttavia c'è un elemento ridondante che accomuna filosofie assai lontane tra loro: la necessità del riconoscimento. Citiamo l'enciclopedia Treccani: <<... il valore morale, il merito di una persona, non considerato in sé ma in quanto conferisce alla persona stessa il diritto alla stima e al rispetto altrui (con significato equivalente a quello di onorabilità)>>.

Ci piaceva l'idea di scrivere un personaggio che non fosse solo rispettoso delle regole e rigidamente militaresco, ma che incarnasse l'aspetto del Samurai solitario che di fatto non può esserlo, e che potesse imparare a dare e ricevere fiducia nel corso della storia: speriamo che rivediate Namis e Sayuri nella nostra scelta.

Perché la tigre? E perché il colore rosso?

La tigre possiede caratteristiche positive e negative. Di fatto la sua doppia personalità ci tornava molto utile per il discorso sopraccitato: fermezza e potenza ma anche ferocia e impazienza. L'equilibrio sta nel mezzo perciò i nostri eroi si dividono le qualità e i difetti, amalgamandoli per riuscire a mantenerlo.

Inoltre nelle culture orientali la tigre è vista come animale che incute un timore reverenziale e un profondo senso di rispetto.

Il rosso rappresenta il fuoco, la passione e il sangue e abbiamo scelto di affidarlo all'onore perché vicino a un'idea di forza in senso sia combattivo sia sentimentale.


GIUSTIZIA

Tra i personaggi che abbiamo scritto, Heiko e Yumiko sono forse i più complicati. Sempre affidandoci all'enciclopedia questa è la definizione che si trova relativa alla parola: <<Virtù eminentemente sociale che consiste nella volontà di riconoscere e rispettare i diritti altrui attribuendo a ciascuno ciò che gli è dovuto secondo la ragione e la legge>>.

All'apparenza suona semplice, in realtà avere a che fare con il dovere noi stesse, dare un valore a ciò che è giusto e ciò che non lo è si è rivelato un compito viziato alla base: soffriamo, tutti quanti, senza distinzione, delle nostre esperienze, della cultura che ci rappresenta e della società nella quale siamo cresciuti e slegarci dei nostri valori poteva rivelarsi la nostra debolezza, senza contare che il tema riguardo proprio questa Virtù è un dibattito apertissimo in più campi, da quello filosofico a quello giuridico.

Per spiegarvi come abbiamo trattato il personaggio e per farvelo comprendere meglio, vi riportiamo un passaggio di una storia biblica: <<Due donne reclamano entrambe la maternità di un bimbo e Re Salomone, dopo aver chiesto chi fosse la vera madre e aver ricevuto l'ovvia risposta da entrambe, propone di dividere il bimbo in due. La vera madre non avrebbe permesso che il figlio morisse a costo di non vederlo mai più>>. Fingete che la conclusione non esista. La sentenza emessa da Re Salomone è fatta sulla base di un ragionamento atto a smascherare la madre bugiarda o a decretare quella vera (il senso è lo stesso, ma cambia il punto di vista). Quello che a noi importa non è né la furbizia del re né che il bambino abbia potuto riabbracciare la vera madre, ma che sia stato indicato il giudizio più idoneo, per quanto brutale, per accontentare le due pretendenti. Heiko della bilancia non è un piatto, ma la struttura che regge entrambi. Perciò, in quanto voce della verità, risulta essere la virtù più distaccata e meno incline alla scelta che lascia in mano a Saggezza il compito di decidere per quale delle due opzioni propendere.

Perché il cervo? E perché il colore blu?

Il cervo è visto spesso come simbolo di purezza e bellezza. Come avrete notato abbiamo cercato di immaginare Heiko e Yumiko proprio con queste caratteristiche estetiche fortemente magnetiche, ma non solo. Il ciclico cambio di corna dell'animale ci ha suggerito questa continua metamorfosi della virtù che incarna, sempre in continua evoluzione, che rigenera se stessa ogni volta più maestosa e ogni volta più forte, solida e combattiva.

Nell'antichità il blu, nella cultura occidentale, era la tonalità più preziosa perché ricavato da materiali assai costosi. Oggigiorno lo intendiamo come il colore della grande profondità che nell'arte si associa all'equilibrio e alla serenità, ma non di meno alla malinconia. Per la cultura cinese è intelletto, verità e costanza. Per i giapponesi invece rappresenta la fiducia.

Il significato più profondo ve lo sveleremo in futuro!


CORAGGIO

Il nostro protagonista assoluto, colui che incarnano Taiki e Miu, è il valore del Coraggio. Il suo significato originale è "avere cuore" e nel nostro racconto ne abbiamo messo tanto. Crediamo, in modo platealmente romantico, che sia l'essenza che ci ha spinte a scrivere questa storia, a essere approdate fin qui e perciò, spendendoci in frasi fatte, a dire che nella vita ce ne vuole tanto.

C'è un famoso aforisma di Winston Churchill che cita: <<Senza il coraggio, tutte le altre virtù perdono valore>> e proprio da qui siamo partite, pur avendo nella sua accezione un significato diverso rispetto a quello che noi gli abbiamo attribuito.

La sua esistenza all'interno della lancia era inevitabile, perché rappresenta la perfetta contrapposizione dell'Ombra per come l'abbiamo definita. Sappiamo senza fare troppe ricerche che il suo senso profondo non è l'azione sconsiderata, l'assenza di paura, la sfrontatezza verso il pericolo, ma l'opposto. Il Coraggio è quello che meglio definiva il suo contrario e che poteva trarre, più di tutti, insegnamenti forti proprio dalle difficoltà che si sarebbe trovato ad affrontare.

Taiki non solo deve trovarlo, imparare a conoscerlo e a gestirlo, ma lo deve tenere ben stretto ed esercitarlo: non c'è nulla di semplice nella vita, niente di dovuto. Crescere e costruire la propria fortezza (l'altro nome con cui viene chiamata questa virtù) per renderla solida anche per chi ti è accanto, è un lavoro duro, denso di incertezza che, con il giusto aiuto, può tuttavia rivelarsi una grande avventura.

Perché il drago? E perché il colore verde?

Il drago nella cultura orientale è associato a divinità acquatiche. L'acqua è simbolo di vita e come avrete visto è proprio su di essa che si fonda il regno di Zemlyan. Nella cultura junghiana invece il drago rappresenta l'ombra, la parte più oscura di noi stessi che dobbiamo imparare a conoscere e accettare perché non siamo solo luce. Un perfetto paradosso nonché la perfetta rappresentazione di quell'equilibrio di cui parliamo sempre.

Il verde è il classico colore della speranza, ma allo stesso tempo è la natura: abbiamo associato la rinascita a questo bellissimo tratto cromatico, così come il percorso di crescita che l'eroe, Taiki, come insegnano le regole del romanzo, si trova a perseguire.


PIETÀ

La pietà è un concetto teologico, facente parte della disciplina religiosa. Si basa, molto in sintesi, su aspetti legati direttamente a Dio e alla volontà del credente di volersi sentire vicino a Lui nella gioia e nel dolore. Ciò che abbiamo voluto carpire da questa virtù è la spinta che genera nel volere il bene altrui in modo naturale. Questa parola, non usata a caso, la utilizza Rousseau ponendo la virtù come un'innata disposizione a non far soffrire gli altri. Più di ogni altra, infatti, la Pietà rappresenta il concetto del virtuosismo: un'azione spontanea, naturalmente buona.

Abbiamo preso spunto dalla sua altra sfaccettatura, la misericordia, ma come per Saggezza, il nome non ci soddisfaceva e abbiamo preferito la sua controparte breve.

Ma essere buoni non è davvero da tutti. L'agire nel bene anche dove il male viene promulgato, pone Kalooy e Watanabe in una posizione assai difficile. Perciò è sì una qualità intrinseca, ma questa se non si esercita perde di valore e avevamo bisogno di mostrare che pur nel suo esistere come spinta del cuore, ha bisogno di una marcia in più, di uno sforzo dal peso di una piuma.

Perché la fenice? E perché il colore viola?

"Essere come l'araba fenice": essere qualcosa di raro, introvabile e particolarmente prezioso. Questo detto si sposava in modo perfetto con la nostra idea di personaggi. Per questo (e un altro motivo per ora segreto!!!) è stato... naturalmente facile propendere per questa creatura mitologica associandola alla nostra Virtù.

Il viola ha forse il significato più semplice di tutti: in base ad alcune teorie sui colori una persona che lo odia tende a essere critica con gli altri, poiché manchevole di una buona connessione interiore e spirituale. Così si nota in questi individui una scarsa apertura verso il prossimo e una forte mancanza in fatto di altruismo e generosità. Perfetto, no?

In ultimo si dice che il viola abbia un'influenza positiva sulla concentrazione: vi pare che a Kalooy faccia questo effetto?!


E ora non ci sono più scuse: in chi vi rivedete?

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