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Capitolo 57

Ero spaventata, letteralmente terrorizzata, per ciò che sarebbe successo. Durante il tragitto di ritorno a casa, avevo iniziato ad avvertire una sensazione di nausea allo stomaco. Per la seconda volta da quando ero arrivata a casa di Harry, stavo per ricevere una punizione. Sì okay, me l'ero cercata, ma non ero colpevole al 100%; a volte capita di dimenticare le cose.

Capivo fosse stressato per via degli affari e per qualsiasi cosa gli passasse per la testa, per questo ero certa che, se tutto questo fosse successo in un altro momento, lui avrebbe cercato di capire il mio errore. Non avevo mai avuto un telefono prima d'ora, non poteva aspettarsi che io mi fossi già abituata a usarne uno. Non mi conveniva andare contro di lui, per cui l'unica cosa che potevo fare era sperare che, una volta varcata la porta, fosse propenso a parlarne.

Mentre salivo le scale, sentii diversi rumori provenire dalle altre stanze. Quella di Niall era invasa dal suono di video giochi, mentre imprecava e urlava assieme a Louis. Da quella di Zayn proveniva musica Indie, il tutto accompagnato dall'aroma di erba che fuoriusciva silenziosamente da sotto la porta. Quella di Sophia e Liam sembrava essere abbastanza tranquilla, visto che lei mi aveva detto che si sarebbero semplicemente goduti un po' di relax quella sera, e poi, alla fine del corridoio, c'era quella di Harry, invasa da un silenzio tombale.

Una volta davanti la porta, presi un respiro profondo per prepararmi a qualsiasi umore avesse Harry. Il mio cuore batteva all'impazzata mentre raggiungevo lentamente la maniglia, cercando di farmi forza. Ora o mai più.

Aprii la porta, trovando la stanza completamente buia. Le tende dei balconi e delle finestre erano tutte chiuse, le luci spente, l'unico bagliore di luce proveniva da una lampada al centro della stanza. Accesi immediatamente le luci, ma ancora nessuna traccia di Harry.

Poggiai le buste sul letto e mi diressi verso il bagno e in qualsiasi altro angolo della camera per cercarlo. Dopo circa dieci minuti, venni interrotta da un rumore proveniente dal balcone.
Spostai le tende e aprii l'anta, per poi entrare nell'elegante balcone. Udii qualcuno parlare, ma non appena misi piede lì fuori, calò il silenzio. Lui stava parlando con qualcuno. Vidi Harry, che sembrava più nervoso che arrabbiato. Il suo labbro inferiore era tenuto stretto tra i suoi denti, la sua fronte aggrottata, il suo corpo teso. Spostai lo sguardo sull'altro lato del balcone, per scoprire con chi stesse parlando.

Luchesi.

Mi guardò con espressione stupita. Prima che potessi dire qualcosa, Harry mi prese e mi fece da scudo per proteggermi da Luchesi. Sapevo che Luchesi fosse del tutto innocuo, dopo avergli parlato quella notte, ma Harry questo non lo sapeva. Il suo respiro era furioso, non riusciva a digerire il fatto che io e Luchesi ci rincontrassimo di nuovo.

"Dannazione, Arabella," disse, a denti stretti, per farmi capire quanto fosse incazzato.

"Guarda chi ha deciso finalmente di tornare! Come stai, dolcezza?" Mi chiese Luchesi, mentre Harry stringeva i pugni e ringhiava.

Sospirai e avvolsi la mia mano attorno al braccio teso di Harry. Si rilassò leggermente al mio tocco ma, subito dopo, tornò a essere rigido.

"Cazzo, se solo osi. . ." Sibilò Harry, con occhi pieni di rabbia mentre guardava Luchesi.

"Non preoccuparti, non farò nulla alla tua ragazza," rispose, alzando gli occhi al cielo e incrociando le braccia al petto.

"Vai via, Luchesi. Non ti voglio vicino a lei," disse Harry, cercando di intimidirlo.

"Sono davvero così cattivo come credi?" Chiese sarcasticamente, facendomi venir voglia di alzare gli occhi al cielo.

"Non voglio che tu prenda ciò che è mio," affermò Harry, mostrando il suo lato più dominante. Nonostante non mi piacesse l'idea di essere paragonata a un oggetto, sentire Harry parlare in quel modo, provocò una strana sensazione al mio stomaco.

"Oh ma smettila, non credi che se la volessi davvero, l'avrei già presa quella notte, sul tuo balcone?" Domandò, mentre io deglutivo rumorosamente.

Sperai di essere passata inosservata, ma non fu così. I due fratelli mi avevano ascoltata ed ero sicurissima che, dopo aver raccontato tutta la storia ad Harry, lui non avrebbe fatto assolutamente i salti di gioia. Luchesi pensava davvero che io avessi detto ad Harry della visita notturna? Forse sì. Forse lo aveva pensato perché credeva che noi fossimo molto uniti, ma non avrei mai detto una cosa del genere ad Harry, poiché sapevo come reagiva quando si trattava di Luchesi.

"Scusami?" Ringhiò Harry, afferrandomi il polso con forza e mettendomi davanti a lui. "Faresti meglio a sperare che lui stia mentendo."

"Mi dispiace. . ." Sussurrai, abbassando lo sguardo. Mi morsi il labbro, mentre Harry mi spingeva di lato per potersi rivolgere a Luchesi.

"Tu. Cosa cazzo vuoi da lei che ti spinge a intrufolarti nella mia fottuta casa!" Urlò.

"Harry, pensavo te lo avesse detto. Ne ero certo, dopo tutto ciò che tu lei hai detto." Replicò lui, mentre Harry alzava un sopracciglio.

"Quindi avete davvero parlato di me, alle mie spalle, come dei fottuti coglioni," ringhiò, l'adrenalina a scorrergli nelle vene.

"Non è così, Harry. Non appena l'ho visto, ho cercato di mandarlo via ma dopo abbiamo cominciato a parlare e si è rivelato essere molto gentile," dissi, mentre Harry mi guardava con occhi spalancati.

"Sei fottutamente impazzita? Ma mi ascoltavi quando ti parlavo di lui? Questo cazzo di coglione ha reso la mia vita un inferno, Arabella!" Urlò, avvicinandosi spaventosamente al mio viso.

"Sono cambiato, Harry. Sono stato cambiato da una donna meravigliosa," disse Luchesi, facendomi rimanere senza fiato.

"Luchesi, non farlo," lo misi in guardia.

Se Luchesi avesse detto ad Harry della loro madre, non avevo dubbi che Harry sarebbe crollato a pezzi. Certamente avrebbe dovuto sapere una cosa del genere, ma non in quel momento, non quando Harry e Luchesi si odiavano a morte. Era troppo presto per lanciare una bomba del genere ad Harry, soprattutto considerando il fatto che fosse già arrabbiato.

Capivo che Luchesi stesse cercando di riappacificarsi a lui dopo tutti questi anni, ma sapevo che per Harry fosse troppo da sopportare. Aveva ancora tanta rabbia dentro si sé, era difficile scegliere da che parte stare; Harry non voleva fare i conti con il suo passato e soprattutto non voleva avere niente a che fare con Luchesi.

"Quindi cosa? Voi due vi siete innamorati? Ti sei innamorato della mia ragazza?" Domandò Harry.

"Assolutamente no!" Ridacchiò Luchesi per i pensieri di Harry. "Su Arabella, diglielo," disse, facendo sì che Harry si girasse nella mia direzione.

"Luchesi, ti prego," lo implorai, sperando lasciasse stare la questione.

"Dirmi cosa?" Harry cominciò a farmi pressione.

"Non posso, non riesco a dirglielo," dissi, scuotendo il capo e incrociando le braccia al petto.

"No, sono io quello che non può farlo, non mi crederebbe mai," disse Luchesi, facendo spallucce.

"Dimmelo," ringhiò Harry, avvicinandosi e spingendomi sempre più contro le ante del balcone. Rabbrividii mentre i suoi fianchi mi bloccavano.

"Per favore, smettila," lo pregai a bassa voce, distogliendo lo sguardo dal suo viso coperto di piercing. Avvicinò ulteriormente il suo viso al mio, al punto tale che la sua fronte fosse premuta contro la mia, con gli occhi che guardavano profondamente dentro i miei.

"Dimmelo, ora, o ci saranno delle conseguenze", disse, mostrando il suo potere.

"Mi dispiace così tanto," sussurrai, mentre lui ringhiava.

"Cazzo, dimmelo e facciamola finita!" Urlò, facendomi rabbrividire.  "Se non me lo dici subito giuro che. . ." Iniziò a dire, ma prima che potesse terminare la sua minaccia, sussurrai la frase che sapevo avrebbe distrutto l'uomo dinanzi a me.

"Tua madre è viva."

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