Capitolo 43
"T-tuo, tuo f-fratello?" Balbettai, cercando di riordinare i pensieri. Credevo non avesse fratelli. Non me ne aveva mai parlato.
"Sì, Luchesi è mio fratello maggiore," confermò.
La mia testa era ferma in un vortice. Tutti i pensieri che mi ero fatta su di Harry, e sui motivi per i quali fosse diventato così com'era, non erano mai arrivati alla conclusione che potesse avere un fratello. Credevo non avesse mai ricevuto l'amore che si riceve solitamente quando si cresce, ma mi sbagliavo.
"Ma quindi è tuo fratello a tutti gli effetti? Nel senso che avete gli stessi genitori?" Chiesi, sussultando quando annuì col capo.
"Sì, stessa madre, stesso padre," confermò, facendomi chiudere in un silenzio.
Harry aveva un fratello, un fratello maggiore. Era lui il motivo per il quale era diventato così? Cosa aveva fatto Luchesi per rendere Harry una cattiva persona? Dalle immagini, Harry litigava con Luchesi, ma poteva essere per un motivo qualsiasi.
Potevano essere semplicemente i classici battibecchi e le lotte senza senso tra fratelli o potevano essere anche dei veri e propri scontri e minacce. Anche se così fosse stato, non credevo che questo avesse portato Harry a essere così com'era. Doveva esserci qualcosa di più grosso, qualcosa che avesse avuto la meglio su di lui.
"Perché non me l'hai mai detto prima?" Chiesi, facendolo irrigidire accanto a me.
"Perché, Ara, non credevo potessi comprendere e mi vergognavo troppo per dirtelo," ammise, facendomi sussultare il cuore.
"Perché avresti dovuto vergognarti di una cosa simile?" Chiesi con tono rassicurante, cercando di tranquillizzarlo il più possibile.
"Mi avrebbe mostrato debole. Arabella, se mi mostrassi debole, tutti mi metterebbero i piedi in testa," disse.
"Agli occhi di chi? Chi cerchi di stupire? So che non sei un debole, su questo non c'è dubbio. Chi cerchi di impressionare?" Chiesi, cercando di smuovere qualche sensazione dentro di lui.
"Non so," sussurrò più a se stesso mentre la sua testa si abbassava in segno di vergogna.
"Non hai bisogno di impressionare nessuno" dissi e lui scosse il capo.
"È questo che non capisci, negli affari non funziona così," disse, facendomi sospirare. Sapeva avessi ragione ma decisi di provare ad alleggerire l'atmosfera, invece di mettergli più pressione.
"Credi che se non ti avessi baciato, saremmo qui a parlare di queste cose?" Chiesi, con un sorrisetto.
Alzò il capo e un ampio sorriso gli impastò le labbra. Una risata venne fuori da quei polmoni danneggiati dal fumo seguita subito dalla tosse, in cerca di aria. La sua risata non finiva mai di stupirmi. Raramente lo sentivo ridere, ma quando succedeva era come se ricevessi una ventata di aria fresca.
"Probabilmente no," ridacchiò alla fine, permettendo alla felicità di farsi spazio dentro di lui.
"Come pensavo, ora mostrami il resto di questi meravigliosi dipinti," dissi, con una voce leggermente lagnosa. Lui ridacchiò e mi prese la mano.
-
Il resto della mattinata passò con Harry che mi mostrava quei meravigliosi disegni e opere d'arte. Mi mostrò un quadro in cui erano rappresentati tutti i ragazzi, in realtà c'era un piccolo Niall in primo piano intento a fumare e il resto dei ragazzi dietro di lui. Sperai che un giorno realizzasse quanto fossero meravigliosi quei quadri.
Per mezzogiorno, lo pregai di insegnarmi come dipingere e quello fu esattamente ciò che facemmo. Lui disegnò una bellissima rosa elegante mentre io disegnai la cosa più vicina a un girasole. Ridemmo e subito dopo il disegno era già cestinato.
In qualche modo ritornammo a osservare il dipinto che avevo guardato prima che Harry mi rivelasse di suo fratello. Le linee spesse del disegno mostravano la furia con cui erano state fatte. La disperazione con cui voleva esprimere il suo messaggio interiore.
"Non l'ho dipinto tanto tempo fa," disse, mentre era accanto a me.
Ci fu un momento di silenzio mentre entrambi osservavamo il dipinto davanti ai nostri occhi. Era terribile da vedere, la donna raggomitolata in un angolo mentre i tre uomini, nonostante l'età, apparivano molto più grandi di lei. Di quell'immagine non avevo chiesto nulla ad Harry, neanche cosa stesse succedendo.
"Harry?" Chiesi e lui si girò a guardarmi. "Cosa stavate facendo qui?" Chiesi a bassa voce, nella speranza che non innescasse qualche grilletto nella sua testa.
Lasciò andare un sospiro prima di rispondere. "Luchesi seguì le orme di mio padre nonostante gli abusi ricevuti, io seguii Luchesi perché era mio fratello maggiore e credevo fosse divertente," rispose come se fosse tutto molto normale.
"Tuo padre abusava di tua madre?" Chiesi, anche se era tutto piuttosto ovvio.
"Sempre, si tradivano a vicenda e mia madre veniva punita anche se entrambi lo meritavano," disse, facendomi boccheggiare. "A volte, lui si incazzava con le tipe con cui andava a letto e poi se la prendeva con mia mamma."
"Per cui tu hai seguito Luchesi che, allo stesso tempo, aveva seguito tuo padre," chiarii, facendolo annuire.
"È un mondo incasinato," commentò, facendomi annuire leggermente.
"Hai mai chiesto scusa a tua madre?" Chiesi, facendolo sussultare.
"Non ne ho mai avuto l'opportunità," disse con solennità, facendomi girare a guardarlo.
"Cosa intendi dire?" Chiesi, facendolo sospirare.
"Un giorno, non ce la fece più, il costante abuso da parte nostra la fece scappare, mio padre cercò di riprenderla, ma quando lui ritornò a casa a mani vuote, disse che fosse. . .troppo tardi," disse a bassa voce. Il cuore mi faceva male per lui.
"Che cosa vuoi dire con. . .'troppo tardi'?" Chiesi.
"Lei è morta."
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Non siamo solite lasciare commenti di questo tipo, ma grazie mille per la pazienza mostrata, per le letture, i voti, i commenti e tutto il resto. Happy holidays, see you very soon, xx
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