Capitolo 27
Non appena Liam lasciò andare Sophia, entrambe ci affrettammo ad andare in bagno. Sembravamo due scolarette dopo essersi cacciate nei guai, mentre ridacchiavamo e ci catapultavamo letteralmente al piano di sotto. Una volta scese le scale, entrambe ci sentimmo euforiche e felici per essere riuscite ad avere alcuni minuti da sole. Finalmente avrei potuto parlare con la mia migliore amica, ed era una bella sensazione non avere i ragazzi col fiato sul collo.
Ci dirigemmo verso un piccolo corridoio, dove vi trovammo il bagno delle ragazze. Aprimmo la porta e ciò che vidi all'interno non mi sorprese affatto; due ragazze ubriache erano sedute su ciò che sembrava essere una panchina, posizionata esattamente sotto la finestra e, altre ragazze, che io presumevo fossero loro amiche, ridacchiavano nella toilette. Davanti lo specchio, c'era una ragazza con le lacrime agli occhi, che stava raccontando a un'amica, che fingeva di ascoltarla, come il ragazzo l'avesse tradita.
"Non devi davvero andare in bagno, giusto?" Mi chiese Sophia, facendomi distogliere lo sguardo dalle due ragazze davanti lo specchio. Sorrisi e scossi la testa, mentre lei ridacchiava. "Fantastico, neanch'io," disse, afferrandomi la mano e spingendomi verso lo specchio piuttosto sporco.
"Non riesco ancora a credere che ci abbiano lasciate andare," dissi, mentre Sophia annuiva e subito dopo rideva; la ragazza che piangeva e l'amica maleducata si allontanarono finalmente dallo specchio. "Però avrei voluto davvero sentire cosa avevano da dirsi," dissi, mentre Sophia faceva spallucce e iniziava a sistemarsi i capelli perfettamente piastrati.
"Probabilmente qualcosa a che fare con il prezzo delle droghe o qualcosa di altrettanto stupido," disse, mentre io spalancavo gli occhi e mi guardavo intorno. Tutte le ragazze presenti dovevano averla sentita, ma non sembravano affatto turbate dalle parole di Sophia. Nel mio quartiere, se qualcuno avesse detto qualcosa a che fare con le droghe, tutti lo avrebbero guardato male. Perché qui non era successo?
"Sophia!" Strillai, facendola ridere e scuotere il capo. "Non puoi dire ad alta voce queste cose, qualcuno potrebbe chiamare la polizia," dissi, guadagnandomi delle risatine da parte delle altre ragazzi presenti nel bagno.
"Bella, non importa a nessuno. E sono abbastanza sicura che la maggior parte delle persone presente in questo club sia sotto l'effetto di qualche droga," disse, lasciandomi letteralmente a bocca aperta. "Non c'è bisogno che ti preoccupi di queste cose," disse, mentre le due ragazze sedute sulla panchina cominciavano a dirigersi verso la porta, per poi uscire dal bagno. Arricciai il naso al pensiero che nessuna di loro si fosse lavata le mani.
"Immagino sia tutto nuovo per me," dissi, girandomi verso lo specchio per sistemarmi i capelli. Per qualche ragione, quel giorno sembrava essere quello fortunato per i miei capelli, dato che i ricci non erano ancora scomparsi. Un sorriso spuntò sulle mie labbra, mentre mi aggiustavo alcuni ciuffi con un po' d'acqua.
"Hey, vado a prendermi da bere, vuoi che ti prenda qualcosa?" Disse Sophia, facendomi strabuzzare gli occhi. Mi avrebbe lasciata lì per andare a prendersi da bere. Ricordai che Harry mi avesse proibito di bere anche una sola goccia di alcool, ma probabilmente questa regola non valeva anche per Sophia, visto che era più grande di me. Scossi il capo e mi allontanai dallo specchio.
"No, grazie, Harry ha detto che non posso bere," dissi, mentre Sophia scuoteva la testa e si sistemava il vestito.
"Liam mi ha detto la stessa cosa, ma non lo verrà mai a sapere," disse, facendomi boccheggiare. Stava per trasgredire le regole di Liam. Non avrei mai pensato potesse fare una cosa del genere, specialmente perché erano fidanzati. Sarebbe stato comprensibile se io l'avessi fatto con Harry perché noi eravamo solo. . . beh, qualsiasi cosa fossimo. Ma lei che andava contro il suo fidanzato?
"Grazie, ma no, è troppo rischioso per me, anche perché questa è la prima volta che esco dopo settimane," dissi, facendo annuire Sophia, che iniziava a dirigersi verso la porta.
"Torno subito, non andare via, non ci metterò tanto," disse, prima di aprire la porta e lasciarmi vicina al lavandino con gli occhi ancora strabuzzati dall'incredulità delle sue azioni. Immagino sia vero ciò che si dice: good girls are bad girls that haven't been caught*.
Mi guardai attorno e notai di essere completamente sola in bagno. La ragazza che piangeva e le sue amiche se ne erano andate mentre io e Sophia parlavamo. Mi guardai allo specchio e fissai attentamente il mio riflesso mentre sentivo le mie palpebre appesantirsi. Ero già stanca? Di solito a quell'ora sarei stata sul letto a leggere, ma probabilmente, lo stress che mi procurava il club mi aveva fatta stancare.
Non riuscivo ancora a credere che avessi passato quasi un intero mese lì in Europa, con Harry. Sembrava fossero passati anni e per di più, settimane fa, non sapevo neanche chi fosse Harry. In un solo mese ero stata rapita dalla mia famiglia, spinta in una casa con un nemico e assassino, e costretta a piegarmi a ogni suo singolo comando. E come se non bastasse, la mia famiglia credeva fossi morta.
Non riuscivo ancora a crederci che Harry avesse detto loro una cosa del genere, era stato meschino da parte sua. Anche se quella era stata la cosa peggiore che Harry avesse mai potuto farmi, era stata una mossa intelligente da parte sua. Dicendo ai miei fratelli che fossi morta, avrebbe per un po' tenuto lontani i Feroci, ma poi Seth ed Elliot sarebbero venuti per torturarlo. Da ciò che ero riuscita a capire, questo era esattamente ciò che voleva ma, per qualche ragione, credevo che Harry non avesse ancora finito con i miei fratelli.
A volte mi ero chiesta se tra Seth, Elliot ed Harry ci fosse qualche conto in sospeso. Non riuscivo a pensare a cosa potesse essere, ma probabilmente era la ragione per cui sentiva la necessità di torturarli così tanto. Non sembrava avercela così tanto con i leader degli Spietati, degli Insensibili o di qualsiasi altra gang del mondo. Per cui mi chiedevo: perché Seth ed Elliot? Perché me?
Mentre i pensieri vorticavano nella mia mente, sentii un forte colpo provenire dalla porta. Il battito del mio cuore cominciò ad aumentare a ogni colpo dato alla porta. Era Sophia? No, non poteva essere lei, perché avrebbe dovuto bussare alla porta? Il sangue iniziò a raggelarsi, mentre iniziavo a essere perversa dall'intorpidimento. Lentamente, i miei piedi mi trasportarono verso la porta.
Le mie mani raggiunsero la maniglia, mentre il mio cuore continuava a battere forte contro la cassa toracica. Aprii lentamente la porta e sbirciai fuori il corridoio buio. Nessuno. Aggrottai la fronte e aprii completamente la porta, in modo tale da avere una buona visuale del corridoio. Cautamente, feci un passo fuori dalla porta e poi un altro ancora, lasciando la maniglia.
La porta si chiuse dietro di me con un leggero tonfo, e premetti il mio corpo contro di essa. Feci un altro passo, mentre la musica del club continuava a diventare sempre più forte. Il battito del mio cuore aumentò a ogni passo e feci del mio meglio per non correre su per le scale. Ma non potevo lasciare lì Sophia; Harry e Liam mi avrebbero uccisa. Prima ancora che potessi sbattere le palpebre e prima ancora che il cuore potesse battere di nuovo, sentii qualcosa.
Una mano fredda aveva coperto la mia bocca mentre un'altra mi aveva completamente avvolto la gola. Sentii un corpo premere contro la mia schiena, mentre un odore sconosciuto mi riempiva i polmoni. Rilasciai un urlo ma la mano sporca sulla bocca me l'aveva ovattato completamente. Cercai di divincolarmi ma, chiunque fosse, teneva la sua presa salda sul mio corpo. La paura prese il sopravvento e provai a fare del mio meglio per allontanarmi dallo sconosciuto dietro di me.
Sentii le lacrime scivolarmi giù dagli occhi, o meglio, era molto probabile che le avesse percepite colui o colei che aveva la sua mano sulla mia bocca. La mia testa scattò di lato nell'ultimo tentativo di liberarmi. Sentii un grugnito dietro di me, mentre lo sconosciuto cercava di tenermi a posto. Non volevo arrendermi facilmente.
"Puttana, sta' un po' ferma, cazzo," borbottò la voce dietro di me. Era un uomo, era decisamente la voce di un uomo. Nell'ascoltare quella voce sconosciuta, il mio cuore continuò a battere forte, mentre il mio corpo cercava di liberarsi inutilmente. La mano avvolta attorno al collo si staccò per un momento prima di ritornarvi un secondo dopo, questa volta con un freddo oggetto metallico premuto su di esso. Un coltello.
Sentii un tuffo al cuore mentre il coltello toccava lievemente la mia pelle. L'uomo grugnì di nuovo mentre io mi dimenavo per liberarmi dalla sua presa. Il mio collo fu spinto in avanti e il coltello sembrò tagliare leggermente la base della gola. Le lacrime continuavano a pungermi gli occhi e speravo solo che Sophia, o chiunque altro, venisse ad aiutarmi.
"So che Harry vorrebbe tanto una ragazza carina come te. So che Harry ti conosce, e anche molto bene," disse l'uomo con cattiveria, facendomi ribollire il sangue dalla paura e dalla rabbia. "Ma immagino che ad Harry non dispiacerebbe se prendessi in prestito il suo piccolo giocattolo, o sbaglio?" Disse, facendomi contorcere a disagio sotto la sua presa. Ci girò entrambi in modo tale da essere rivolti verso la fine del corridoio e verso le porte del bagno delle ragazze.
Chiusi gli occhi mentre le lacrime continuavano a scendere, e provai a immaginare di essere altrove. A casa, nella mia stanza a leggere un libro o a guardare un film con uno dei miei fratellini. Non importava quanto ci provassi, la paura e l'agonia causati dalla posizione scomoda in cui mi trovavo, mi fecero ritornare immediatamente alla realtà. Spinse un po' di più il coltello contro la mia gola, rendendomi ancor più difficile respirare.
"È un peccato che debba andare così. Ma suppongo che non ci siano altre opzioni, no?" Chiese, facendomi piagnucolare contro la sua mano. "Arabella, ti sei divertita abbastanza in Europa, ora è tempo che tu-" Iniziò a dire, ma prima ancora che potesse finire, il coltello cadde davanti ai miei piedi e il peso morto del suo corpo contro il mio scomparve.
Il mio respiro era tremolante mentre mi giravo e, prima ancora che il mio cervello potesse esprimere sollievo, la scena di fronte a me mi raggelò il sangue. L'uomo, che un secondo prima era dietro di me, era ora steso a terra con un coltello affondato nella schiena, mentre il sangue iniziava a macchiare la sua maglietta bianca. I miei occhi si spalancarono alla scena e, quando alzai lo sguardo per vedere chi fosse stato, gli occhi quasi mi uscirono dalle orbite.
Lì in piedi di fronte a me, con un paio di jeans neri e una maglia scura con la stampa di un serpente blu, c'era l'ultima persona che mai avrei pensato potesse salvarmi. La giacca nera in pelle de I Selvaggi a ricoprirgli le spalle, i capelli scuri sollevati e gli occhi color caramello reggevano un espressione arrabbiata.
Zayn.
Mi guardò per un secondo, prima di ritornare a guardare il ragazzo morto a terra. Le sue sopracciglia erano aggrottate dalla confusione mentre serrava i pugni e la mascella. Dal suo naso fuoriuscivano respiri rumorosi, mentre la rabbia gli attraversava il corpo. Il mio respiro continuava a essere irregolare ed esausto, così fu lui il primo a rompere il silenzio.
"Che cazzo è successo?"
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*good girls are bad girls that haven't been caught: frase presente nella canzone 'Good Girls' dei 5sos.
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