"Love me if you dare" (La correttezza storica è un optional)
La luce del tramonto illuminava la valle, gli ultimi raggi passavano attraverso le cime affilate dei monti.
Due figure su di un alto valico osservavano la landa che si spalancava davanti a loro.
-Ecco dunque dove ci ha condotti la nostra pista.- disse il più basso dei due, appoggiandosi in avanti ad una roccia e rimirando lo spettacolo offerto dalle luci del crepuscolo.
-Sì, la nostra traccia ancora porta a questo luogo: Wattpad!- affermò l'altro tetro. –Qui tante storie squallide sono fuggite in cerca di maggiori e più facili consensi, oltre che di immunità dalle critiche.-
Il compagno di viaggio si alzò e sospirò.
-Qui il Regolamento di EFP non può proteggerci né darci forza: il potere si estingue oltre questi confini, Evgenij. Una legge esiste in questi luoghi, ma è molto meno ferrea.-
L'uomo alto digrignò i denti.
-Lo so, fanwriter91. Già in passato dovetti abbandonare la caccia dopo aver ormai raggiunto la preda: in questo luogo non potevo attaccare tutte quelle insensatezze; qui, a quanto pare, va del tutto bene fidarsi e perfino innamorarsi di un criminale sociopatico, stronzo, egoista, violento, puttaniere e ossessionato dalla parte finale di un corridoio!- S'interruppe e appoggiò una mano sulla spalla dell'amico. –Questa volta però sarà diverso.-
-Sì.- replicò fanwriter91 grintoso. –Sarcasmo e buon senso sono le nostre lame affilate, educazione ed onestà i manti che ci proteggono dalle punture di vespe furiose. Ma in questa terra aleggia un potente incantesimo di protezione: "Se non ti piace, non leggere". Contro questo scudo etereo, benché odiosamente insensato, le nostre armi rischiano di frantumarsi. Inoltre, le autrici possiedono un altro temibile vantaggio: "Chi critica può essere segnalato". Potremmo forse condurre un primo attacco vittorioso, ma nel lungo periodo la controffensiva dell'autrice e delle sue fans inferocite potrebbe perfino farci perdere l'avamposto che abbiamo in questa terra.-
Evgenij rise.
-Non fosse che per una questione di principio, poco me ne importerebbe. Ma ti ho detto che questa volta noi abbiamo un vantaggio molto più grande: una luce nelle tenebre.- Così dicendo, estrasse da una tasca interna alla giacca, posta proprio sopra il cuore, un globo di cristallo che emanava un tenue bagliore fra le sue dita.
-Ammira, compagno di tante battaglie: questa è la corretta conoscenza della Storia!-
fanwriter91 pose una mano sulla sfera ed una luce abbagliate rischiarò tutto il valico.
-Meraviglioso!- esclamò. –Una così grande magia, che richiede pure un prezzo tanto esiguo: solo il desiderio di apprendere e l'impegno per farlo.-
-Sì, e con essa squarceremo le tenebre dell'ignoranza che aleggiano in troppi meandri e luoghi oscuri in questa terra. Di fronte ad essa, tutte e tutti devono chinare il capo, perché certo non è soggettiva come potrebbe essere il rispetto per sé stessi o per l'immagine della donna. Non è questione neanche di piacere o dispiacere, o di critica: si tratta della realtà dei fatti, va accettata e basta.-
-Dunque era questa l'arma segreta che ti rendeva tanto fiducioso.- disse fanwriter91, allontanando la mano. La luce perse intensità nuovamente, ma rimaneva sufficiente per illuminare parte del sentiero.
-Non solo, un nuovo compagno d'arme ci attende già nella valle, dove combatte furioso da tempo, riportando molte vittorie. Eccoci dunque: i tre cacciatori!-
I due corsero giù dal sentiero.
Molto lontano, lungo la salita per il valico un altro uomo vestito da pistolero del Far West si inerpicava di corsa.
-Ehi, aspettatemi!- gridava mattheus93. – Anf, anf... Mi è passato l'esaurimento nervoso dopo "Save me tonight"! Non lasciatemi indietro!-
Contro il crepuscolo, la cenere cadeva. Una neve sporca e sbagliata.
Il Cavaliere inspirò una boccata d'aria che sapeva di fumo e si portò la sinistra al fianco, a premere sulla ferita. Il sangue viscido sulle dita, sul terreno. Il sangue dei caduti a innaffiare la vallata grigia.
"Mio signore."
Il Cavaliere si volse a guardarla. "Lady Comandante Angharad. Le perdite?"
La donna gettò un'occhiata stanca ai cadaveri sparsi sulla piana, fiocamente illuminati dal sole crepuscolare, dalle torce dei soldati che andavano raccogliendo armi, armature. Corpi di fratelli e sorelle. "Abbiamo perso metà della cavalleria corazzata. La cavalleria leggera invece è quasi tutta intera. Purtroppo non possiamo dire lo stesso dei nostri arcieri di retroguardia."
"La fanteria?"
"Solo duecento unità perse, stimiamo."
"La vittoria ci è costata molto... e la prossima volta non andrà così bene. I loro eserciti mercenari si fanno sempre più agguerriti, senza regola, senza onore."
"Ma noi abbiamo ancora quell'onore!"
"Non basta. Il messaggero che inviammo ci è stato rimandato indietro legato al cavallo, senza testa". Sorrise amaro, e dal guanto trasse una sottile striscia di pergamena stropicciata. "All'alba di tre giorni fa è giunto un corvo da Dreadfort."
"Vostra moglie?"
Il Cavaliere annuì. Quando parlò di nuovo, la sua voce era incrinata. "Dice che le manco. Che è certa della nostra vittoria... Che il suo cuore batte al pensiero di tornare al nostro letto, qui a Castel Scalogno."
"Non comprendo... perché siete tanto triste?"
Ma il Cavaliere non rispose. Un cenno a uno degli scudieri, che s'avvicinò con una torcia. Un altro cenno e il ragazzo gli cedette la fiamma. La Lady Comandante sussultò quando il Cavaliere avvicinò la pergamena alla lingua di fuoco, per poi lasciarla cadere a terra. Cenere alla cenere.
Lo sguardo dell'uomo era perso nel bagliore di fiamme sulla sua spada bastarda. Sporca di sangue, e il sangue non sembrava mai smettere di scorrere. La pulì alla bell'e meglio sulla gamba dei pantaloni e la rinfoderò. "Con suo fratello è al sicuro. Non la farò tornare."
"Ma lei-"
"Le prossime teste saranno le nostre. Ormai non c'è più nulla che..." la voce gli morì in gola, al suono del corno delle sentinelle. Entrambi si voltarono indietro, a guardare il castello sulla cima del lieve colle. Il corno suonò ancora, dalla torre est. Suono di speranza, sulla bocca di metallo. I soldati nella piana alzarono la testa da quello spettacolo di miseria, guardarono a oriente.
Una luce.
Fioca e pura, come lucciola dell'estate passata. O forse, di quella a venire.
Quando raggiunsero la torre già v'era un altro ad attenderli, di spalle. Il Cavaliere rivolse un cenno di saluto alla sentinella, rimasta da parte, e sospirò. "Milord, vi era stato detto di non alzarvi dal letto. Le vostre ferite non sono ancora-"
"Lo so". I suoi capelli ormai canuti sembravano oro pallido, in quell'ultimo strascico del tramonto. Quando lo affiancò, il Cavaliere vide che aveva la barba sfatta e gli occhi cerchiati, ma le sue iridi verde ghiaccio rilucevano. Un lucore antico, ferino.
La Lady Comandante trasse un profondo respiro. Posò una mano sulla merlatura, a sostenersi. "Sono... sono loro?"
Il Lord annuì. "Sono loro."
Il Cavaliere si passò una mano sul viso, incurante del sangue che gli andò a sporcare la fronte. "L'avevano scritto. Quel loro corvo, quel messaggio tanto generoso, tanto saggio... ma non avevo avuto fede."
Il più anziano gli pose la mano sulla spalla e sorrise. "La fede ha bisogno che la sua fiamma venga alimentata... e costoro recano sollievo, e cibo per l'anima. Portano la Luce."
"Portano la Luce..." ripeté il Cavaliere. Il cuore gli batteva forte contro le costole. Si volse alla donna. "Lady Comandante, prendete con voi tre dei migliori Lord e andate incontro agli stranieri. Cavalli freschi. Ché costoro non debbano attraversare soli e stanchi la valle."
Quando la donna fu lontana, il Cavaliere lasciò che lo sguardo abbracciasse l'intorno. Le armature dei cadaveri avevano smesso di brillare, il sole era annegato oltre l'orizzonte. Si alzò pietoso il vento, a portar via il fumo. L'acredine delle mezze vittorie.
"Che si accendano i fuochi."
Il Lord sorrise e gli strinse la spalla per un momento, prima di lasciarlo per andare a portare il suo ordine. Una dopo l'altra, a cingere la cima delle mura come una corona, le fiaccole presero a palpitare luminose.
Un rivolo di sangue continuava a bagnargli il fianco, ma quando raggiunse gli arcieri lungo la merlatura orientale la sua schiena era dritta, e la sua mano ferma sull'elsa della spada. Gli uomini lo guardavano con occhi grandi di domande, mute sulle labbra.
Rispose loro senza parole, raccogliendo l'asta spezzata ai suoi piedi per poi montare sulla merlatura. Quando la sollevò, il vento fece schioccare la bandiera come un canto. La filigrana d'oro splendeva del riflesso delle fiaccole, il leone parve piegarsi e contrarsi, stoffa di carne, la sua criniera viva di fiamma.
Nel silenzio, i soldati lasciarono allora ricadere i vessilli. Altri leoni a giungere, altri ruggiti a restituire alle mura un rosso senza sangue. Preghiere, a quella seconda alba che prometteva speranza e vita.
Il Cavaliere sorrise. Era tempo di affilare la spada.
Inauguriamo le recensioni di fic su Wattpad con una recensione epica in collaborazione con il Cavalier Scalogno !
La fic che andiamo a recensire è "Love me if you dare" di _Conny_. Sì, è il remake di "Salvami. Ti Salverò", dalla stessa autrice di "Save me tonight" (entrambe fic recensite su Demoni di EFP). A quanto pare, costei è emigrata su Wattpad in cerca di maggiori lodi.
Ora le daremo quel che le spetta.
Potete trovare la recensione completa sul nostro blog: link nel commento qui a lato, oltre che in fondo al capitolo nel link esterno.
Giusto per darvi un'anteprima di quello che troverete, eccovi l'aberrante cover di questa fanfiction:
Una bellissima immagine con il cancello principale di Auschwitz sullo sfondo e in primo piano Zayn Malik e una tipa a caso: Arbeit macht frei e gli One Direction!! In una parola: orrore!
- Evgenij
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