Capitolo 9
Prendo solo il minimo indispensabile:
Come se fosse vero
una torcia e le pile di riserva, visto che in tutti i film horror puntualmente si scarica; un coltellino tascabile, che non si neanche aprire; un ombrello, non si poteva mai sapere se veniva giù il secondo diluvio universale, una bottiglietta d'acqua, uno specchio, un mascara e una fune, una "fune" che trovai in garage, e infine il mio amato cellulare.
Misi tutto dentro il mio vecchio zaino azzurro, e uscii di casa.
È l'una del pomeriggio, meglio andare
Giusto, subconscio
Finalmente montai sulla bicicletta e, cercando di ricordarmi la strada, decido di partire.
Dopo venti minuti interminabili di ricerca la trovai, era proprio li, come l'avevo lasciata l'ultima volta, quella foresta tanto misteriosa quanto spaventosa, che mi attraeva sempre di più.
Scendo cautamente dalla bicicletta che appoggio ad un albero di noci difronte alla strada; mi faccio coraggio, un bel respiro ed inizio ad avventurarmi in quell'enorme posto.
L'aria si fa sempre più pesante man mano che mi addentro, e la nebbiolina che vidi appena entrata sempre più fitta.
Sento bisbiglii e versi in lontananza, ma non sono umani, non ci assomigliano neanche, ne sono certa.
Mi fermo un attimo, frugo nello zaino per prendere la torcia; la accendo e senza farmi prendere dal panico contino a camminare.
Mentre proseguivo i lamentii si facevano sempre più vicini, così tanto che quasi riuscivo a percepire da che direzione provenivano.
Sono sempre più forti
Punto la torcia da tutte le direzioni ma non vedo che alberi, infinite distese di alberi intorno a me.
Le sento dappertutto, sto impazzendo; poi d'un tratto non si udì più nulla; tutti quei versi si erano placati.
Sono felice, e la paura è sparita, ma piano piano faceva spazio all'ansia.
Silenzio, si sente solo un profondo ed interminabile silenzio.
Non si odono più ne i cinguettii degli uccelli, ne il rumore assordante delle macchine, aerei, niente.
Prendo il cellulare per controllare che ore erano e se mi ha cercato qualcuno
Hahahaha, impossibile!
Ride il mio subconscio.
Sto per accenderlo quando
<Ahh, scherzi?!>
Urlo furiosa
Puntualmente l'ho fatto cadere e, sperando sia ancora integro, lo raccolgo cautamente
Non si accende più, è completamente morto; non posso crederci.
È ora di tornare a casa!
Ma quando mi volto sono scioccata:
Cosa?!
Vedo solo alberi, quei maledetti alberi, ma non la fine della foresta
Mi sono persa.
Ma com'è possibile?
mi incamminai a ritroso sul percorso che avevo fatto, ma tutto intorno a me sembrava uguale.
Riniziano quei fastidiosi bisbiglii, ma sono diversi, sono vicini, molto vicini e riesco a capire subito da dove provengono.
Da dietro di me.
Inizio a correre presa da un attacco di paura mischiato all'adrenalina che ormai mi circolava nel sangue.
Corsi e corsi finche non riuscii ad intravedere una luce.
Sono vicinissima, sto per arrivare da lei, e so fin troppo bene di che cosa si tratta.
È pericoloso avvicinarmi propio a quella, ma è la mia unica salvezza, in quel momento.
Riesco ad uscire da quella foresta e vado subito verso i fanali luminosissimi della macchina di mia madre:
<Mamma, aiutami!>
Le dico io col fiatone
<Entra in macchina, poi ne parleremo>
Mi risponde lei con un tono serio, fin troppo serio.
Il viaggio fu silenzioso e molto imbarazzante.
In quel momento la mia mente stava scoppiando da quante domande avevo:
Perché non è preoccupata?
Insomma, mi ha appena trovata senza fiato mentre scappavo da una foresta inseguita da strani rumori.
Come faceva a sapere dov'ero?
E perché proprio in quella foresta?
Sono sicura che non mi ha inseguito, me ne sarei accorta; e in più era al lavoro in quel momento.
Com'è possibile?
Finalmente arrivati a casa
Scendo dalla macchina e la seguo silenziosamente fino alla porta.
Entriamo e lei, prima di andare in salotto si assicura di aver chiuso bene a chiave la porta.
Prende dalla piccola libreria un grande libro dalla copertina color marrone molto scuro, sembra veramente vecchio, e si siede sulla poltrona
<Diamond siediti>
Mi ordina lei
<Mi sederò solo quando mi avrai spiegato cosa sta succedendo.>
Le dico io, sempre più confusa ed arabbiata
<Ho detto siediti!>
Mi dice di conseguenza lei, e feci ciò che mi aveva chiesto.
<Ormai sai già troppo, non posso più rimandare>
Mi confessa
<Mamma...ma cosa?!>
Confusione, solo una grande confusione regna ora dentro la mia testa
<Diamond sta calma ora, ti devo raccontare una storia>
Mi risponde lei mentre apre quel gigantesco e misterioso libro.
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