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Capitolo 26

Ametista, la ragazza viola dalle lunghe antenne, si gira di scatto e mi guarda intensamente con i suoi grandi occhi violacei.

Mi fa quasi paura.

A chi lo dici...

<Non ho bisogno del tuo aiuto!>
Dice freddamente, riportando il suo sguardo sulla serratura della porta.

Gentile.

Continua a stussare la porta ed a urlare, non ce la faccio più.

Mi avvicino e la faccio spostare

<Ho detto che non ho bis...>
Dice distaccata, ma non la lascio finire che la porta si apre

<Avevi inserito la chiave dalla parte sbagliata>
Le dico io gentilmente, sorridendole.

Lei si volta e mi guarda, la sua espressione è più rilassata di prima, quasi dolce, ma pur sempre rigida.

Entra nella stanza senza dirmi nulla.

<Prego...>
Sussurro

Lo prendo come un "bene, questa volta non ti ucciderò".

Mi giro e vado verso la mia stanza, apro la porta e mi sdraio subito sul comodo letto.

Fisso il soffitto pensando a cosa avrei fatto una volta partita per andare incontro alla morte quasi certa.

Come avrei combattuto; chi avrei ucciso e chi avrebbe tolto la vita dal mio lurido corpo gelato.

Io che fino a poche settimane fa mi lamentavo costantemente della mia vita a Londra, di quanto fosse monotona e comune e allo stesso tempo accogliente.

Ma a pensarci bene non mi manca quella cosa chiamata "vita" oltre la foresta; quella non era veramente vita.

Non ci ho mai pensato fino ad ora, non ho mai provato ad immaginare la mia esistenza in un modo diverso, in un modo unico che mai avrei immaginato.

Gli amici e la scuola non mi mancano affatto.

Il liceo non faceva proprio per me; non sentivo di appartenere alla città.

Mi sarebbe sempre piaciuto andare a vivere in mezzo a un bosco, circondata da una fitta foresta di alberi e tra i sentieri interrotti da corsi d'acqua puri.

Oppure vivere sulle alte montagne, nelle cime ricoperte di soffice neve; bella ma pericolosa.

Gli amici non ne ho mai avuti, quindi non mi mancheranno affatto.

Sono felice di non essermi legata particolarmente a questi, sennò starei qui a piangere ed a stare male per la loro tremenda mancanza.

Anche se purtroppo, in questo momento, sto proprio così: privata di ogni persona cara, sola in questa desolazione.

Ma come staranno loro?

Male, Diamond...

Gli mancherò?

Ovvio che gli mancherai.

E se invece non le mancassi; se si fossero dimenticate di me?

Diamond lo sai bene anche tu che non lo faranno mai; sei parte di loro come loro fanno parte di te.

Non ti accorgi del male che stai facendo alle persone che ami di più finché non provi a pensare dal loro punto di vista; finche non inizi anche tu a fare male a te stesso.

A dire il vero un'amica, solo un'amica, o per meglio dire una sorella mi manca, Honey.

Devo fare qualcosa per lei assolutamente; non posso lasciarla la sotto a marcire.

L'ultima volta che l'ho vista pensava che la liberassi e invece sono andata via.

Quando Ruby l'avrà liberata avrà pensato che finalmente era libera, fuori da quella prigione di ghiaccio, e invece l'ha riportata dentro, rinchiusa in quella cella, per colpa mia; io penso solo a me stessa, me ne rendo conto, devo fare qualcosa per lei.

Qualcosa che non la faccia soffrire o illudere di nuovo; ma per avere ciò che si vuole bisogna sacrificarsi.

È l'unica cosa che potrei fare per liberarla, speriamo funzioni.

Mi alzo dal letto e raggiungo la porta; faccio un respiro profondo e la apro.

Percorro il corridoio sicuro e salgo la lunga scalinata, adagio e con calma sta volta.

Arrivo davanti alla grande porta che tanto temo; busso e giro lentamente la maniglia d'argento.

La apro e fisso il grande trono di ghiaccio dove è seduto il vecchio elfo dai capelli bianchi.

<Diamond, non ti aspettavo!>
Mi accoglie Uriel con la sua solita gentilezza

<Salve maestà!>
Ricambio i facendo un piccolo inchino

<Vedo che ti sei sistemata bene qui al castello!>
Mi dice sorridendo

<Ehm si, devo dire che mi sono già ambientata e mi piace molto.>
Gli rispondo io, accennando un sorriso.

<Bene, sono felice>
Mi dice lui alzandosi e venendo verso di me

<Comunque, qual è la ragione che ti ha portato qui da me?>
Chiede incuriosito.

Vai Diamond.

Non ce la faccio, non so cosa mi potrà mai dire.

E se non accettasse la mia scelta?!

Non ti preoccupare, mica ti ucci...

* colpo di tosse.*

Non puoi avere paura di tutto! Osa.
Non aver timore di fare ciò che vuoi, di esprimere quello che sei. Diamond tu sei in una situazione pericolosa e stressante, lo capisco, ma questo non ti impedisce di vivere e di fare la cosa giusta sia per te che per le persone a cui vuoi bene.

Wow... una volta tanto dici qualcosa di sensato.

Grazie, grazie.

<Diamond cara, ci sei...?>
Mi domanda Uriel sfiorandomi il braccio

<Sì certo, mi perdoni...>
Mi scuso io

<Mi stavi dicendo...>
Mi dice lui

<Vede... io andrò in missione>
Inizio io

<Ehm certo, lo avevi già detto!>
Mi risponde lui tranquillo

<...A una condizione>
Continuo io guardando Uriel, che sembra già aver capito.

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NOTE DELL'AUTRICE

Hey guys, scusatemi tanto per il ritardo di pubblicazione di questo capitolo, ma sono stata occupatissima con gli esami e i compiti, non succederà più; comunque spero vi piaccia.

[ uscita prossimo capitolo 16/09/17 ]

Un bacione e scusate ancora
_rebelfire_❤️

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