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Capitolo 21

Mi alzo lentamente dalla comoda sedia, e osservo tutti quelli seduti al tavolo.

Sono sicura di cosa rispondere, spero solo che accolgono la mia scelta, perché non la cambierò.

Diamond, lo sai che stai facendo la cosa sbagliata?

E invece è giusta, mia cara; prova a essere tu al mio posto.

Faccio un respiro profondo:

<Io...io non voglio. Non ne sarei mai in grado. Non sono una guerriera o una combattente, sono solo una ragazza di Londra catapultata in questo mondo fantastico per caso.
Sono abituata ad andare a scuola, non a combattere fino alla morte.
Non so usare ne maneggiare nessun tipo di arma, e non so che aiuto potrei mai darvi, sarei solo d'impiccio per la vostra missione, o quello che è.
Non riuscirei mai ad uccidere creature viventi, e poi per cosa? Per fare in modo che non ci siano più attacchi da parte loro ai vostri popoli? E io che centro?
Non so cosa ne ricaverei io in tutto questo, a parte qualche osso rotto o addirittura la morte.
La vita è mia e non voglio rischiarla inutilmente, per popoli che fino a poche ore fa volevano uccidermi.
Mi spiace ma non sono quella giusta, non sono l'Evol che cercate.>
Dico guardando Uriel e poi spostando lo sguardo su Gavriel.

Tutto intorno a me si ferma, mi metto a riflettere; ora inizio a capire tutto...

Non mi hanno ucciso subito perché mi volevano usare per questo piano, come se fossi un comunissimo oggetto "usa e getta".
E anche per non avere la coscienza sporca semmai dovessi morire.

Non mi dovevo fidare di questi elfi, sapevo fin da subito che c'era qualcosa che non quadrava, ma non mi sono data ragione ed eccoci qua...

Ripenso a Ruby e la sua strana scomparsa, potevano essere collegati in qualche modo a tutto questo?

Ma certo che sì, mi è tutto più chiaro:
lui era uno di quelli ingaggiati per uccidermi o per rapirmi e portarmi in questo castello, come aveva detto mia mamma.

E quelle due voci che parlavano proprio dietro la porta della mia camera d'ospedale, saranno stati sicuramente Ruby e qualcun'altro, e quella capsula di veleno prova il tutto.

Non posso crederci che per tutto il tempo lui abbia finto, le nostra chiacchierate, il pranzo insieme e perfino il regalo, che mi doveva uccidere...

Sento subito sguardi confusi proiettati su di me.

Alcuni mi guardano e basta, altri bisbigliano con i vicini di sedia; non riesco a sentire ciò che stanno dicendo, ma posso intuire che non siano cose belle.

Ho gli occhi lucidi, non ho ancora finito di sfogarmi, ma qualcosa mi blocca, non riesco a continuare il discorso, e forse è meglio così.

<Scusate....>
Dico solo questo prima di dirigermi velocemente verso la grande porta , infondo alla stanza.

<La riunione è in pausa e rinviata!>
Comunica a tutti Uriel con tono leggermente dispiaciuto, ma con una nota di rabbia, proprio quando la porta si chiude dietro le mie spalle.

Percorro così velocemente le scale che quasi scivolo e cado giù, ma ormai non mi interessa più.

Sono un completo disastro: ogni cosa che faccio, ogni scelta che prendo, ogni via che percorro è sbagliata.

Forse è per questo che l'unica amica che ho e che ho sempre avuto è Honey.

Lei è sempre stata al mio fianco, non mi ha mai abbandonato ne quando venivo derisa, ne quando mi incolpavano di cose false; lei c'è sempre stata.

Eravamo io e lei contro il mondo; paladine dell'amicizia, guerriere della felicità.

Ora mi manca più che mai, siamo distanti da pochi giorni, ma che sembrano un'eternità.

Lei in una lurida cella e io in questa camera lussuosa e per cosa?!

Perché "tu sei l'Evol"?

E allora? Ho poteri magici? No, quindi sono esattamente uguale a lei, che dovrebbe avere i miei stessi diritti.

Ah, dimenticavo, mi devono uccidere prima o poi, in un modo o nell'altro... meglio di no.

Scendo l'ultimo gradino dell'immensa scalinata e mi dirigo subito verso la mia cara stanza.

Arrivata a destinazione apro la porta, entro e la chiudo con violenza, provocando un tonfo cupo che riecheggia in tutto il corridoio.

Sto lottando con tutte le mie forze per non piangere; mi manca tanto casa mia, la mia vera casa, mia mamma, Londra, la vita reale.

Vado sul balcone: i cinguettii di quegli strani uccellini viola mi rilassano, mi calmano e mi confortano.

"No Diamond non farlo... non sei ancora preparata per tutto quello che vedrai... e li sarai te contro tutti...Ho paura per te."

Riecheggiano nella mia dannata mente le parole di mia mamma.

Mi manca così tanto...

Non voglio, o almeno, non volevo farla soffrire; ora che starà facendo?

Come avrà accettato la mia decisone?

Sarà in ansia per me?

Mi starà venendo a cercare, rischiando il tutto per tutto anche la sua stessa vita?

Se le succedesse qualcosa non me lo perdonerei mai...

Si ma adesso calmati, che sei tu che mi fai salire l'ansia!

Giusto, scusa, è che sono così preoccupata, forse sono ancora in tempo per...

Non pensarlo nemmeno, ora sei qua ed hai insistito così tanto per essere qui oggi, e vorresti buttare tutto via così ritornando a Londra con la coda tra le gambe?!

Questo non è il posto adatto a me, e lo sai anche tu.

Ma cambiare qualche volta fa bene, quando di ricapiterà più una proposta così nella tua monotona vita a Londra?

Preferisco vivere nella sicurezza, che essere cacciata a vita solo per la mia dinastia "ribelle".

Sento bussare lentamente alla porta, mi giro di scatto:

<Entra>
Mi asciugo le lacrime, non ho idea di chi sia.

Quando la porta si apre mi ritrovo davanti quel ragazzo dagli occhi ambrati che mi scruta, quasi dispiaciuto.

Questa scena mi è molto famigliare...

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NOTE DELL'AUTRICE

Hey guys, come promesso nuovo capitolo!

Vi piace?

La storia si sta facendo sempre più intrigata, se non vi è chiaro qualcosa domandatemi pure, sarò felice di rispondere ai vostri dubbi.

Un bacione
_rebelfire_❤️

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