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Angel.

"I'm an angel with a shotgun
fighting til' the wars won
I don't care if heaven won't take me back. 
I'll throw away my faith, babe, just to keep you safe
Don't you know you're everything  I have?"

Un incidente mortale.
Lo definivano così i medici mentre continuavano a visitarla e a farle domande da più di un'ora, erano sconvolti.

Perché? Perché lei stava benissimo, non aveva graffi, lividi, nulla.

I battiti del suo cuore erano regolari e il corpo illeso.

Sascha era accanto a lei, felice del fatto che stesse bene.
"Ricordi qualcosa dell'incidente?" annuì e il marito le strinse la mano incitandola a continuare.
"C'era un tipo che guidava contromano, credo fosse ubriaco, e mi è venuto addosso.
Cosa c'è di strano?" rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

"C'è di strano che con un incidente simile saresti dovuta morire, o almeno farti molto male e invece stai benissimo" spiegò Sascha.

"Ti dispiace che sia viva?" lo fulminò con lo sguardo.

"Cosa? No! Assolutamente, sono felicissimo, ho avuto tanta paura di perderti amore" sussurrò l'ultima parte della frase, ma lei lo ignorò.

Si creò un improvviso silenzio nella stanza, fino a quando uno dei medici non lo interruppe.

"Sarà meglio lasciarla sola, ha bisogno di riposare -spiegò, poi continuò- sei stata davvero fortunata, devi avere un angelo custode che ti protegge"

Il suo sguardo si illuminò a quella frase.
"Un angelo?" sorrise e Sascha abbassò lo sguardo capendo il motivo del suo sorriso.

"Sì, magari un tuo caro deceduto, anche se personalmente non credo in queste cose, ma a quanto pare i miracoli esistono e tu ne sei la prova" disse, poi uscì lasciandola da sola col ragazzo.

"Aurora?" la richiamò vedendo che non rispondeva, aveva lo sguardo perso nel vuoto.

"Salvatore! Sascha lui è ancora qui!- sorrideva mentre diceva quelle parole- Non se ne andato, mi ha salvata, è lui il mio angelo!"

Il ragazzo sospirò, sedendosi sconsolato e prendendosi il viso fra le mani.

"Dio, basta Aurora ti prego, Salvatore è morto, cazzo.
Sono stato io a" si bloccò rendendosi conto troppo tardi di aver fatto un grave errore.

"Sei stato tu a?" lo incitò a continuare.

Deglutì rumorosamente.

"Scusami, devo andare un attimo a parlare con i medici, continuiamo dopo" ed uscì con quella scusa.

Quando restò finalmente sola iniziò a guardarsi attorno cercando Salvatore con lo sguardo.

"Sal?" sussurrò il suo nome, ma non ricevette nessuna risposta.

Sospirò sconsolata.

"Sono solo un'illusa, tu non ci sei più e devo farmene una ragione.

Non c'è nessun angelo, nessun fantasma, assolutamente nulla ed è solo colpa mia"
Iniziò a parlare con se stessa dandosi la colpa per ciò che era successo.

"Forse se non fossi stata così fortunata sarebbe stato meglio, adesso sarei li con te.

Non immagini nemmeno quanto vorrei averti accanto, sentire di nuovo le tue braccia stringermi forte e vedere il tuo meraviglioso sorriso.

Non sono mai stata davvero felice con Sascha e mi dispiace averlo illuso per tutto questo tempo, credevo che ti avrei dimenticato ma non ci riesco Sal, sei solo tu quello che voglio e ora vorrei tanto essere morta"

Sentì un brivido percorrerle la schiena e sussultò, guardò la finestra: era aperta, probabilmente veniva da li.

Posò lo sguardo su uno scaffale accanto a lei, era colmo di medicinali di ogni genere.
Forse se ne avesse ingeriti molti sarebbe morta.

Si alzò dal letto prendendo in mano una delle tante scatole, la guardava con occhi tristi, malinconici.
Ne estrasse una decina di pastiglie e le avvicinò lentamente alla bocca improvvisamente, però, la sua mano si bloccò.

Si guardò attorno ma non c'era nulla, era da sola eppure la mano non si muoveva.

"Non pensarlo nemmeno"

Quella voce, l'avrebbe riconosciuta fra mille.
Sorrise e lasciò cadere i medicinali a terra.

"Ti prego, voglio vederti" lo supplicò.

"No, non vuoi.

Hai detto che non vuoi più vedermi, che devo uscire dalla tua vita"

Abbassò lo sguardo.
"Non ho mai voluto davvero che te ne andassi solo che non riesco a sopportare questa situazione, non riesco a vivere sapendo che tu non ci sei più" ammise.

Dopo pochi secondi Salvatore si materializzò affianco a lei.
"Io ci sono sempre con te"

Lui c'era ma non come avrebbe voluto, ma cercare di allontanarlo non serviva soprattutto perché ogni volta che cercava di allontanarlo era terrorizzata all'idea di riuscirci davvero.

"Mi prometti che non te ne andrai più?"

"Non posso prometterlo, tu promettimi che non farai cazzate"

"Perché io devo promettere e tu no?" chiese e lui sorrise leggermente per via del suo tono di voce da bambina arrabbiata poi disse "Devo farti vedere una cosa, guardami negli occhi"

Lo fece, poi non vide più nulla.
Di nuovo.
Questa volta, però, sentiva che c'era lui accanto a lei che le stringeva la mano, quindi stava bene.

Ovunque ci fosse stato Salvatore lei sarebbe stata bene.

Si guardava attorno cercando di scorgere qualcosa, ma non ci riusciva.

Tutto ciò che vedeva era buio, l'oscurità più totale.

Camminava avanti e indietro non capendo se stesse effettivamente andando avanti o solo girando in tondo.

Si sentiva leggera, Aurora si sentiva come se fluttuasse ed era una sensazione fantastica, però non capiva.

Come ci era finita lì?

Dov'era?

Probabilmente era stato Salvatore, ma come?

Continuò a camminare finché non scorse una luce, si avvicinò vedendo materializzarsi attorno a se una stanza.

Le pareti erano spoglie, bianche.

L'unico elemento decorativo, se così si può dire, era una finestra che permetteva alla luce di entrare, ma era inutile: nonostante fosse pieno giorno erano accese le luminose lampade attaccate al soffitto, che spreco.

Girò lo sguardo e si immobilizzo.

Sentì gli occhi pizzicare, com'era possibile che davanti a lei ci fosse Salvatore su un letto d'ospedale?

Si avvicinò a lui appoggiandogli una mano sul petto, si muoveva.

Stava respirando e il suo cuore batteva.

Sorrise fermandosi ad ascoltare il suono meraviglioso dei battiti regolari emessi dal suo cuore.

"Lo so che ci stai pensando, no, non sono vivo"

Sobbalzò sentendo la voce di Salvatore, guardò il corpo sul letto ma era immobile.

"Girati" si voltò lentamente, era dietro di lei.

Passò lo sguardo da lui che era lì, in piedi davanti a lei, a lui steso sul letto collegato a decine di macchinari.

"Aspetta, tu eri affianco a me...e ora sei qui, ma sei anche li" era maledettamente confusa.

"Sei così tenera quando fai così" sorrise divertito.

"Smettila di prendermi per il culo, spiegami" si lamentò.

"Ora capirai tutto, aspetta e basta, tranquilla"

Annuì.

Dopo poco vide Sascha entrare, si guardava attorno furtivamente come se temesse di essere visto da qualcuno.

Si avvicinò al corpo di Salvatore e iniziò a staccare varie prese, le flebo, tutto.

Lasciando per ultimo il macchinario che monitorava il cuore, lo guardava sorridendo.

Il suono regolare iniziava ad aumentare la sua frequenza fino a quando, ad un certo punto, diventò una linea continua.

In quel momento Sascha uscì dalla stanza soddisfatto sussurrando un quasi impercettibile 'Finalmente'.

MA HEYLA

Si so che era sospesa, ma ho ispirazione a caso, scusate.

Comunque per ora lascio la scritta 'sospesa' nel titolo perché non penso di fare aggiornamenti periodici e non voglio che la gente li aspetti.

Allora, vi sono mancata? (in teoria no...perché dovreste leggere Reject ma sshh)

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto :) fatemi sapere che ne pensate.

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