7. Soon
"Wake up
Don't fear
I want to
Love you"
MY BLOODY VALENTINE – SOON
Il giorno tanto atteso era arrivato, nel giro di un paio di ore Chris si sarebbe laureato e, di conseguenza, avrebbe lasciato la Berkeley.
Come sarebbero andate le cose senza lui in giro? Non riuscivo neanche ad immaginare cosa volesse dire ritrovarsi di nuovo da soli, divisi da troppe miglia e svariati impegni. Adesso lo vedevo muoversi per la stanza con fare frettoloso e un po' scocciato, di tanto in tanto lanciava un'occhiata critica allo specchio del bagno
- Questa toga non mi dona – si lamentò per la terza volta consecutiva nel giro di appena dieci minuti. Ruotai gli occhi al cielo
- Da quando in qua sei diventato Juri? Dovrai tenerla per appena un'ora di cerimonia, poi mi assicurerò personalmente di togliertela
Un sorrisetto malizioso che lo fece ridere appena e forse sciolse anche un po' delle sue preoccupazioni. Chris mi venne incontro per farsi baciare. Lo attirai a me e lo fissai dritto nei suoi occhi verdi, troppo intelligenti per non capire quanto mi stesse costando mostrarmi così tranquillo.
- New York non è così lontana – iniziò di nuovo. Un discorso intrapreso troppe volte nell'ultimo periodo
- No, infatti
- E poi presto anche tu ti laureerai, quindi potresti venire a trovarmi spesso o forse perfino trasferirti – l'entusiasmo di Chris non poteva nulla contro i miei dubbi. Io non ero lui, per quanto non fossi malaccio non ero comunque uno a cui qualche grossa azienda avrebbe potuto proporre dieci tirocini diversi e retribuiti prima ancora che potessi finire il College. Questo era quello che era successo a Chris, invece. Le più grosse aziende informatiche d'America avevano fatto a gara per averlo nel loro team e lui aveva semplicemente scelto l'opportunità migliore. Chris Wayright ... avevo odiato la sua dannata intelligenza dal primo momento in cui era entrato nella mia stessa classe, almeno dieci anni prima ormai.
- E poi guarda il lato positivo. Hai ancora Juri qui alle Berkeley
- Ah, questo sarebbe il lato positivo? Uccidimi direttamente e falla finita – ribattei, incapace di sottostare all'ennesimo scherno.
- Non fingere di detestarlo. Lo sappiamo tutti che ti sei quasi affezionato a quella strana creatura istrionica. Potresti anche uscire con lui e Scott qualche volta
- Ah-ah. – la mia faccia lo fece ridere forte.
- Diamoci una mossa, i tuoi dovrebbero già essere arrivati. Andiamo giù e affrontiamo questa dannata proclamazione.
Chris deglutì forte, l'unica nota positiva della giornata era la mancanza di Seth e Koll che per il momento si trovavano fuori dal Paese. Non avrei potuto affrontare anche loro due.
E poi c'era Norman ... il padre del mio ragazzo che sembrava intenzionato a trattarmi da amicone. Nessuno di noi due era riuscito a capire se quell'uomo sapeva più di quanto voleva dimostrare, forse Jane era riuscita a tenere a bada i suoi dubbi riguardo Chris e me, forse, invece, stava soltanto cercando di fare il vago, un po' come il resto dei Wayright.
- Dovremmo dirglielo ... sai, se dopo verrai a stare a New York ...
- Non è il momento di parlarne – dissi in fretta, già atterrito da quella orribile possibilità. Non volevo neanche immaginare un'ipotetica discussione in cui Chris mi avrebbe presentato come il suo ragazzo. Norman mi adorava, perché dargli dei motivi per detestarmi? Era raro che qualcuno mi trovasse vagamente accettabile, figuriamoci addirittura simpatico o degno di fiducia!
- Tuo padre lo sa però – mi fece notare Chris, come se avessi davvero avuto bisogno di ricordarlo.
- Beh, ci ha beccati a scopare sul bancone della cucina, direi che anche un idiota avrebbe capito a quel punto
- Almeno adesso riesci a parlarne senza volerti nascondere nel bagno più vicino – mi schernì ancora, forse scontarsela con me lo faceva stare più tranquillo.
Sospirai forte e lo spinsi fuori dalla porta – Wayright, un'altra parola e giuro che ti lancio da questa finestra
Era molto più semplice ridere e scherzare che affrontare l'idea di quella separazione imminente. Mi costava troppo ammettere che senza Chris quel luogo mi sarebbe apparso completamente estraneo. Anche lui ne era consapevole, in quegli ultimi mesi i suoi abbracci erano diventati più serrati, forse perché voleva dimostrarmi in ogni modo possibile che anche quel periodo sarebbe passato.
L'enorme parco della Berkeley era gremito di gente in attesa della proclamazione. Studenti nervosi o sorridenti in cerca dei loro parenti appena arrivati da lontano. Chris stava parlando al telefono con sua sorella, io gli stavo dietro mentre si faceva largo tra la folla di gente chiassosa. Poi i Wayright apparvero all'orizzonte, lievemente spaesati, ma emozionati almeno quanto Chris.
Deborah ci venne incontro e, con un grosso sorriso, andò ad abbracciare suo fratello. Durante la crescita era finita per somigliare sempre di più a Seth, stessi capelli rossi e lisci, stessa aria scazzata, ma fortunatamente i suoi occhi erano verdi e allungati come quelli di Chris.
- Cavolo, ci abbiamo messo una vita ad arrivare qui. Papà non voleva usare il gps e ci siamo persi un paio di volte – ruotò gli occhi al cielo ed in quel momento mi parve più Seth che mai. Alla fine fu il mio turno di salutarla
- Ehi Debs
- Ancora qui intorno, Bradbury? – ghignò appena
Le lanciai un'occhiataccia – Sempre. Qualche problema, nana?
Ancora un altro ghigno, poi mi si accostò – Ti tengo d'occhio, Bradbury.
- Tesoro! Eccoti qui – Jane era la personificazione della gioia mentre abbracciava Chris e si lasciava andare ad una risata cristallina, molto simile a quella del figlio.
- Tyler! Sei venuto anche tu ad assistere – era stato Norman a parlare. Quell'aria felice e soddisfatta mi inquietava da morire, ma feci finta di nulla, anzi provai a sorridere anch'io. Quell'uomo era un mistero ... non poteva essere tanto ottuso da non vedere quanto io e Chris fossimo perennemente insieme. Ci stava prendendo per il culo? Doveva essere così. Quell'incertezza mi avrebbe fatto impazzire presto.
Per fortuna i convenevoli si interruppero in fretta, il Rettore stava invitando famiglie e studenti a prendere posto. La cerimonia aveva inizio. Lanciai un'ultima occhiata a Chris, il mio labiale gli assicurava che tutto sarebbe andato per il meglio.
A malincuore seguii i Wayright lungo il parco e presi posto accanto a loro. Jane aveva già tirato fuori una confezione intera di fazzolettini che adesso teneva in grembo
- Mio Dio, Chris si laurea. Il nostro bambino ... come sono cresciuti in fretta
- Beh, è quello che succede quando non si muore in fasce – commentò Debs in un tono lugubre che le guadagnò un'occhiataccia da parte dei genitori.
- Così sei nella tua fase dark in cui il mondo fa schifo e gli adulti sono idioti, eh? – mi piaceva pungolare quella ragazzina, era un mix perfetto tra Seth e Chris, due persone che in qualche modo avevo detestato.
- Strano che sia proprio tu a farmelo presente. Credevo che anche tu fossi nella mia stessa fase, Bradbury. La differenza è che a me passerà prima o poi – ribatté piano, sempre con quel ghigno strafottente impresso sul volto – ah, non vedo l'ora di andare a trovare Chris a New York. Mi ospiterà, sai? Scommetto che non mi direbbe di no se gli chiedessi di farmi stare da lui per un paio di mesi
- Dovrai passare sul mio cadavere prima – dissi in un sussurro bassissimo, continuavo a mantenere un sorriso rilassato sul volto, dal momento che Norman era ancora intento a fissarmi con quel dannato fare amichevole e inquietante.
- Quindi andrete a vivere insieme. Non vuoi mollarlo neanche un istante, eh? Sai cosa mi ha detto di dirti Seth? – qui il suo viso si aprì in un sorriso ancora più malevole – pare che anche un certo Romanov si sia trasferito a New York di recente
Un colpo basso. Dannata ragazzina e dannato Romanov. Stavo per ribattere qualcosa di estremamente maleducato, quando l'arrivo di qualcuno alla mia destra mi fece sobbalzare. Juri era trafelatissimo ed altrettanto euforico quando occupò la sedia accanto alla mia. Anche quella volta non aveva dimenticato di indossare uno di quei dannati foulard appariscenti e dai colori opinabili, oltre al suo solito strato sottile di matita nera che gli contornava gli occhi.
- Giusto in tempo! – disse in un soffio, poi allungò il collo e salutò calorosamente i Wayright, presentandosi come un mio amico.
- Non siamo proprio amici, direi più ex compagni di stanza contro il mio volere – spiegai, volendo discostare in tutti i modi la mia persona da quella di Juri. Dannazione, non era un bel modo di mantenere la mia dannata copertura agli occhi dei Wayright, specialmente a quelli di Norman
- Oh, che piacere. Purtroppo Seth non è potuto venire, anche Matt e Wes erano impegnati altrove. Non volevamo che Chris si sentisse solo durante un giorno così importante. Siamo felici di conoscerti, Juri –
Jane era tutto zucchero ed unicorni, ma l'occhio attento di Norman stava soppesando l'outfit del ragazzo con sguardo attento. Mi sentii prendere dal panico
- Dannazione, non dire in giro a tutti che siamo amici! E potevi metterti qualcosa di meno appariscente, cazzo. – dissi in un sussurro concitato al mio vicino di sedia.
- Cosa? Perché? Meno appariscente di questo poi? – rise piano e mi guardò come se stessi vaneggiando – che c'è? Cos'ho fatto di male?
- Fai saltare la mia copertura, cazzo
- Ma quale copertura?
Non mi era ancora chiaro se Juri fosse veramente idiota o se gli piacesse fingersi tale, il punto non era quello però.
- Ci sono i genitori di Chris, hai presente? – dissi con un filo di voce, puntandogli con gli occhi
- E quindi? Che ho fatto?
- Fanculo, Juri. Tieni la bocca chiusa se puoi e non accavallare quelle cazzo di gambe – lo minacciai
- Sei paranoico. Fuori di testa – commentò quello, stava ancora ridendo però. Voleva farmi impazzire e le risate di Deborah non aiutavano.
- Allora Juri, come hai conosciuto Chris?
Stavo sudando freddo, il momento delle domande era arrivato. Mi chiesi se fosse il caso di tirare fuori il football e condurre Norman verso una conversazione che lo avrebbe tenuto impegnato per ore, ma il mio amico non me ne diede il tempo
- Oh, in realtà conoscevo Matt! Abbiamo frequentato la stessa scuola e poi ci siamo ritrovati anche qui. Poi ho conosciuto Ty-ty, siamo stati compagni di stanza per un po' o almeno fino a quando non ha preferito andare con Chris, sapete che ...
Il mio calcio lo colpì dritto alla gamba – Ah, cazzo. C'era un'ape.
Juri era piegato in due dal dolore, ma i Wayright sembravano non aver notato nulla di strano. Gli lanciai un'occhiata di puro fuoco. Che cosa diavolo aveva intenzione di dire? Tremavo al solo pensiero di lasciarlo parlare a ruota libera davanti ai genitori di Chris.
- Perché lo hai fatto? – sussurrò, ancora piegato sulla gamba che avevo colpito
- Juri, sta zitto. Ti giuro che se continui a parlare a vanvera io ti ...
- Quindi Tyler ha lasciato la vostra stanza per trasferirsi con Chris? – la voce di Deborah mi immobilizzò. Dannata stronzetta. Non riuscivo più a capire quanta di quella cattiveria fosse sua o frutto del fratello maggiore, ma in qualche modo era decisa ad infastidirmi.
Fu l'inizio della cerimonia a salvarmi da quella situazione spinosa. Finalmente l'attenzione di tutti fu su ciò che avveniva nel grosso palco a pochi metri da noi. Chris era lì, nel bel mezzo della fila di studenti che avrebbero sfilato per la consegna della pergamena. I Wayright erano terribilmente fieri di lui, anche Deborah si era zittita e guardava commossa il fratello maggiore, intento a sfilare proprio in quel momento.
Era calmo e sorridente Chris, l'esatto opposto di tutto quello che ero io, invece. Quando fu il suo turno andò a prendere la sua pergamena e fissò brevemente tutti noi. Juri riuscì a scattare qualche foto ... se c'era qualcosa in cui eccelleva era la fotografia, quanto meno. Jane, invece, era già in lacrime per l'emozione, andò ad abbracciare il marito, poi passò perfino a Deborah e me.
- Grazie Tyler, grazie. Sono sicura che un volto amico gli abbia fatto bene. Saperlo con un vecchio amico delle superiori mi ha sempre rincuorato un po'. Grazie per essergli stato vicino per tutto questo tempo
Vecchio amico delle superiori. Provai a non ridere troppo. Jane non aveva idea di quanto io e Chris fossimo stati tutto fuorché amici, almeno non nei primi tempi.
Poi arrivò il momento delle foto con il festeggiato, mi misi da parte e lasciai che Juri facesse il suo lavoro. Una famiglia così affettuosa ed affiatata ... conoscevo bene i Wayright ormai, ma mi faceva sempre strano vedere quanto fossero diversi da noi Bradbury. Era ovvio che Chris fosse venuto su in quel modo, così dannatamente solare e felice. Un ragazzo amato.
- Che ti prende adesso?
Il tono pungente di Deborah mi distolse dai miei pensieri, la guardai appena, sempre con la mia solita espressione contrariata
- Smettila di preoccuparti. Mio fratello è pazzo di te. Non ti mollerà soltanto perché andrà a stare a New York, lui non è quel tipo di persona. Ha dovuto combattere così duramente per te, non credere che ti lascerà andare tanto facilmente
Non mi aspettavo niente di tanto profondo, non da Deborah almeno. Voleva essermi d'aiuto anche lei alla fine, doveva essere evidente la preoccupazione sul mio viso. Che diavolo, non ero buono neanche a fingere ormai.
- Né io lascerò andare lui – le garantii
- Bene. Ti conviene rigare dritto infatti ... niente stronzate, Tyler Bradbury
- Altrimenti sarai tu a finirmi?
Niente sorrisi canzonatori, stavolta Deborah mi guardò quasi con affetto – Puoi giurarlo.
La cena si protrasse a lungo, Chris aveva tenuto banco come sempre e alla fine era riuscito perfino a coinvolgere me. Avevamo mangiato e bevuto più del normale, tutto sommato mi sentivo quasi in pace con il mondo per quella sera, soprattutto considerato il comportamento ineccepibile che Juri aveva mantenuto con i Wayright. Forse le mie minacce avevano attecchito. Alla fine della serata tornammo all'interno del campus per salutarci. Chris sarebbe rimasto alla Berkeley giusto il tempo per sgomberare la stanza e sbrigare le ultime pratiche in segreteria, dopo di che sarebbe tornato a casa per un paio di giorni prima di partire per New York.
Quel pensiero mi disturbava ancora, più cercavo di mandarlo via, più sembrava attaccarsi a me, a noi. Da quando in qua Tyler Bradbury aveva paura di rimanere da solo? Un tempo avrei pregato per essere lasciato in pace, nella mia dannata quanto agognata solitudine, ma adesso non era più così. Adesso mi sentivo quasi spezzato.
- E' filato tutto liscio alla fine, vedi che non c'era nulla di cui preoccuparsi?
Mi venne da ridere, Chris non aveva idea di quanto mi fossi fatto in quattro per tenere la bocca di Juri serrata. L'ilarità durò poco, adesso eravamo da soli, nella calma della nostra stanza, un luogo che ormai era come una seconda casa per noi due. Lasciai vagare il mio sguardo sulle valigie ancora vuote o quasi di Chris, sui libri che lasciava ovunque e per cui mi lamentavo in continuazione, poi sui vestiti destinati a fare la stessa fine dei libri.
- Che c'è? Cosa ti preoccupa stavolta? – Chris mi osservava con attenzione, lo lasciai venirmi vicino, le sue labbra profumavano ancora di vino. Lo baciai piano, attirandolo a me, mentre cercavo di pensare a qualsiasi cosa non fosse la sua imminente partenza per New York. Lo spinsi giù e lui finì a cavalcioni sulle mie gambe. Stava sorridendo
- Ho trovato casa alla fine. Poco fa ho ricevuto la conferma dal proprietario. E' un bellissimo appartamento centralissimo, credo che ti piacerà
Come faceva a parlare con tanta leggerezza?
- E i coinquilini? – un altro fattore che mi preoccupava. Quanto ci avrebbe messo Chris a trovare una persona più interessante e meno problematica di me? Pochissimo, pensavo
- Beh, sì. Siamo in due, da solo non avrei potuto permettermelo con il mio stipendio da apprendista che avrò per un paio di mesi. Non durerà a lungo, presto guadagnerò abbastanza ... per quando verrai a stare con me
- Ah sì? E dove spedirai il tuo coinquilino?
Odiavo mostrarmi in quel modo, ogni tentativo di Chris di tirarmi su il morale si scontrava con un dannato muro che avevo deciso di erigere.
- Chi ti ha detto che è un lui? – le sue labbra si aprirono in un sorriso vittorioso quando notò l'espressione confusa e appena sorpresa sul mio viso – era questo il punto? Non avresti comunque ragione di preoccuparti, ma sei stato fortunato. A quanto pare dividerò casa con una ragazza! Sei più sollevato adesso? Tyler, cosa devo fare per farti stare tranquillo? Vuoi mettermi un gps nelle mutande?
- Non sarebbe male come idea, devo ammetterlo – fu il mio turno di sorridere. Il modo in cui Chris continuava a guardarmi era sempre una sorpresa per me. Non avevo idea di cosa vedesse nel sottoscritto, ma Debs doveva avere ragione in fondo. Non importava molto l'idea che mi ero fatto di me, era il modo in cui riusciva a vedermi Chris che contava davvero.
- Preferirei avere altro nelle mutande, se non ti dispiace
Si stava spogliando piano, la luce soffusa della lampada illuminava il suo corpo magro e perfetto. Si liberò della camicia e dei pantaloni lentamente, poi prese la mia mano e la guidò sul suo petto, fino a scendere giù, lungo il ventre piatto. La sua pelle era caldissima, i suoi muscoli si flettevano sotto il mio tocco. Alla fine sollevai l'elastico degli slip e finalmente sentii la sua erezione crescere tra le mie dita
- Ti riferivi a questo? – sussurrai ad un centimetro dalle sue labbra, adesso dischiuse dall'eccitazione
- B-bradbury, sei un mago. Come hai fatto a capirlo?
Sorrisi maliziosamente e continuai quella dolce tortura, Chris si stava lasciando andare in fretta, i suoi gemiti di piacere si infrangevano contro le mie labbra mentre il suo bacino si muoveva in modo incontrollato. Come avrei potuto rinunciare a quello? Ai suoi polsi stretti nelle mie mani e portati in alto sulla sua testa, ai gemiti bassi e disperati che riuscivo a strappargli con i miei baci, al suo viso completamente perso nel piacere che ogni mio tocco gli stava procurando.
- M-mi mancherai ...
Non volevo sentirlo, gli tappai la bocca con un bacio passionale e feci di tutto per scacciare via quei pensieri dalla sua mente e, ancora di più, dalla mia. Eravamo ancora lì, ancora insieme a goderci quel poco tempo che ci restava prima della sua imminente partenza. Tutto ciò che desideravo era perdere la testa fino a dimenticare la sofferenza che mi avrebbe portato quel distacco.
Mi stavo occupando di lui prendendomi tutto il tempo del mondo, la mia lingua passava in rassegna ogni piccolo lembo di pelle del suo corpo. Analizzavo e memorizzavo, non avrei dimenticato neanche un minimo particolare di Chris, era tutto nella mia mente, impresso a fuoco come un marchio rovente. E poi ero sceso tra le sue gambe e mi ero preso cura di lui, incitato da quei gemiti disperati, sempre più alti e strozzati. Volevo prenderlo e volevo donargli tutto ciò che potevo.
- N-non provare a dimenticarti di me, Chris
Avevo preso il suo viso tra le mani e l'avevo guardato dritto negli occhi. L'eccitazione li aveva resi cupi e scuri
- Non lo farei mai
Non gli avrei chiesto di giurarmelo, non lasciai che la mia bocca pronunciasse quelle parole, anzi fu quello il momento in cui entrai dentro di lui. Gli avrei dato il massimo e avrei preteso lo stesso da lui, perché l'indomani sarebbe partito e io avevo il dovere di lasciargli tutto quello che potevo. Non mi sarei fatto dimenticare e lasciare indietro. Avrei corso al suo stesso passo, anche a costo di lacerarmi i muscoli e far scoppiare il mio cuore. Perché era da diciassette anni di vita che Chris Wayright faceva parte della mia routine quotidiana. Prima come ragazzino da vessare e terrorizzare, poi ero stato io a fuggire terrorizzato da lui. Le cose erano cambiate nel giro di un'estate e non avrei permesso ad un periodo tanto effimero come quello che mi aspettava di cambiare le cose ancora una volta.
- Non cambierà niente ...
Un'altra spinta, stavo gemendo forte, Chris era avvinghiato al mio corpo, sentivo le sue unghie lasciare solchi nelle mie spalle e mi piaceva. Aveva perso il controllo, forse non mi stava neanche più ad ascoltare.
- Verrò da te.
- E io ti aspetterò
Lo baciai piano, aggrappandomi a lui, scesi a baciare il suo collo, ogni centimetro di pelle che riuscivo a trovare sulla mia strada. Era troppo, cercai di imprimere in me ogni profumo o tocco, ogni cosa che gli apparteneva per conservarla e tirarla fuori solo quando ne avrei avuto bisogno in futuro. Sarebbe successo troppo presto.
La mattina della partenza arrivò in fretta. Mi sembrò che la notte fosse volata via in un soffio ed io avevo commesso l'errore terribile di addormentarmi ad un certo punto. Mi ero imposto di non lasciar passare il tempo in quel modo, pensavo che avrei avuto un pomeriggio intero per dormire e deprimermi, ma la stanchezza ci aveva sopraffatti entrambi.
Non avevamo parlato molto, i nostri sguardi comunicavano più di mille parole superflue. Anche Chris stava cedendo lentamente allo stesso senso di angoscia che io avevo già iniziato a conoscere da un paio di giorni a quella parte. Eravamo davanti alla porta della nostra stanza, con due trolley a testa tra le mani, tutta roba di Chris ovviamente.
- Mi fa strano lasciare questo posto ... sono stato così felice qui – aveva parlato con un filo di voce, poi aveva scosso la testa e stretto il mio braccio.
Non ero mai stato bravo con le parole, avevo imparato a smussare parecchi tratti spigolosi del mio carattere, ma quel limite rimaneva reale. Così gli diedi una pacca affettuosa sulle spalle e lo incoraggiai a non fare tardi, come se quella nostalgia che stava provando lui non si fosse allargata a macchia d'olio anche sul sottoscritto. Pensai che a quel punto toccava a me essere forte, fingermi determinato e impavido di fronte al futuro che ci aspettava.
Il treno era già lì, il mio respiro si fece affannato nel momento stesso in cui i miei occhi misero a fuoco la stazione affollata. Chris si immobilizzò, la sua mano era fredda nella mia e i suoi occhi inumiditi di lacrime, nonostante un sorriso mesto.
- E così è arrivato quel momento ... - dissi con una voce che non mi apparteneva per niente
Chris annuì piano, abbassò il viso, forse per impedirmi di vedere le lacrime che gli solcavano le guance lentamente.
- Andiamo, ci rivedremo presto. Ci sentiremo ogni volta che vuoi ... non è un dramma
Stavo sorridendo e impiegando ogni mia forza rimasta per portare avanti quella sceneggiata dolorosa, ma necessaria. Dovevo essere forte anche per lui. Niente più parole, Chris era scoppiato in lacrime, così lo strinsi a me con forza, incurante del resto della gente. Lo abbracciai e seppellii la sua testa contro il mio petto, appoggiandomi con il mento ai suoi capelli che profumavano del nostro shampoo.
- Chi lo avrebbe detto che un giorno saremmo finiti così. Abbracciati l'uno all'altro in una stazione dei treni
Lo sentii ridere tra i singhiozzi – Che cosa avresti pensato se cinque anni fa ti avessi detto che un giorno saremmo andati a vivere insieme a New York?
- Che avevo esagerato col pestarti
Le porte iniziavano a chiudersi intorno a noi, anche la folla di gente defluiva in fretta verso l'uscita. Il momento tanto temuto era arrivato, così bloccai Chris per le spalle e lo baciai. La sorpresa fu tanta, non era cosa da tutti i giorni che mi lasciassi andare ad un bacio in pieno giorno, davanti ad un pubblico così vasto. Ma non aveva senso trattenersi, non a quel punto e non in quella situazione.
Chris aveva sgranato appena gli occhi per la sorpresa, soltanto qualche attimo dopo vidi un vero sorriso aprirsi sul suo viso.
- Va adesso. Ci rivediamo per Natale – mi costrinsi a dire
La sua mano era ancora nella mia, la strinsi ancora più forte mentre le sue dita sfuggivano dalla mia presa
- Ti amo, Tyler Bradbury. Non dimenticartelo
Era sulla porta ormai, pronto a salire sul treno che lo avrebbe portato a casa e lontano da me
- Io non dimentico niente, Wayright.
ANGOLO DELL'AUTORE: Dopo 94584545090 mesi eccomi qui con un nuovo capitolo sulle epiche avventure di una delle coppie più amate di tutte le nostre storie! I Chrisler sono tornati!
Come ormai saprete ad un capitolo very very hilarious segue un capitolo very very sad, motivo per cui vi tocca leggervi questo. Muahauahuah. Comunque, per tutti coloro che se lo chiedono, sappiate che Everlong non è ancora conclusa, ma che procederà molto lentamente, in base ai miei impegni e alla mia pigrizia (che è tanta).
Intanto godetevi questo capitolo e il ritorno del buon Juri!
Ringrazio chi è ancora con noi e i Chrisler dopo tutto questo tempo <3
- STEEL -
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