6. West Coast
"You push it hard, I pull away, I'm feeling hotter than fire
I guess that no one ever really made me feel that much higher"
WEST COAST - LANA DEL REY
L'aria rovente mi colpì dritto sul volto non appena abbassai il finestrino dell'auto, venni investito dal profumo dell'oceano e dalle chiacchiere dei numerosi avventori estivi, in automatico Tyler mi lanciò un'occhiataccia dal suo posto guida e spense l'aria condizionata. Eravamo a casa ed io non ero mai stato così felice di perdermi tra il blu del cielo e le palme infinite che costeggiavano la spiaggia immensa e chiassosa. Tirai fuori un braccio per sentire tra le dita il vento caldo di quella giornata afosa, la prima delle nostre vacanze estive sulla West Coast.
- Smettila di tenermi il muso, Tyler. Sarà soltanto per una settimana - Sospirai per la millesima volta nel giro di un paio di ore, quello mi fissò male di nuovo
- Non era così che avevo immaginato le nostre vacanze! Fare da babysitter ai figli spostati di tuo fratello e Koll? - Poi fece un versetto strano, di stizza - Cristo, è una punizione per non averti portato niente da Parigi? Te l'ho detto che ho perso le valigie! Le ho imbarcato e non le ho mai più ritrovate. -
Portai gli occhi al cielo - Stai facendo un dramma per niente, come sempre. Perché non ti rilassi? Potrebbe anche rivelarsi divertente alla fine -
La faccia che fece Tyler era tutta un programma, chiaramente era parecchio scettico riguardo la mia ultima affermazione
- Guarda il lato positivo, ad Oceanside potrai cavalcare le onde più grosse della tua vita -
- L'unica cosa che vorrei cavalcare è seduta accanto a me e pensa come sarà divertente con due marmocchi in casa a cui badare! - Sbraitò anche Tyler, stavolta dovetti trattenermi dal ridere, gli passai una mano sul viso appena rasato - non fare il carino, stavolta mi hai fatto incazzare. Poi Seth mi detesta, perché diavolo vuole lasciarmi i suoi figli? -
- Teoricamente li sta lasciando a me e non a te. Koll e mio fratello meritano una vacanza e mamma e papà sono già partiti per andare dagli zii in Inghilterra, quante volte te lo devo dire? Siamo gli unici parenti rimasti -
- Come siamo fortunati, mi sento come se avessi vinto alla lotteria! - Si lasciò scappare Tyler, con enorme rammarico notò che erano già arrivati, parcheggiò qualche metro dopo, davanti alla tavola calda dove ci saremmo dovuti incontrare, poi spense il motore.
- Odio i bambini -
- Allora dovresti odiare te stesso - Risposi, beccandomi un'altra occhiata piena di rabbia - sei capriccioso come un bambino, sono sicuro che alla fine verrò santificato.-
- Se vuoi ti uccido così velocizziamo il processo. -
Lo lasciai perdere e mi incamminai verso il locale, era una classica tavola calda di Los Angeles con i pavimenti a quadri rossi e bianchi e le pareti piene di specchi, non ci volle molto per notare il quartetto sul fondo della sala. Koll stava portando la colazione agli altri tre, Lev aveva già addentato una grossa frittella con la marmellata, fu Seth il primo a notarmi. Gli andai incontro mentre si sollevava dal suo posto. Dannazione, mio fratello era felice, forse quello fu il primo momento in assoluto in cui quella certezza mi colpì in modo così diretto.
- Ehi, giusto in tempo per la colazione. Bambini, guardate chi c'è! -
Lev fu il primo a venirmi incontro, era cresciuto, i capelli biondi come il grano e mossi erano più lunghi, gli passai una mano sulla testa, tra quei ricci morbidi e lo presi in braccio
- Ciao zio Chris! Stavamo mangiando le frittelle -
- Ciao piccoletto, ne hai lasciata qualcuna anche per me spero! Dio, quanto sei cresciuto. Ti sei fatto pesante -
Il piccolo rise mentre dedicavo un sorriso di incoraggiamento anche alla sorella maggiore. Raia era sempre stata silenziosa e timida - E ciao anche a te. Ci divertiremo questa settimana, lo prometto! -
Mi voltai verso Tyler in cerca di un appoggio, lui se ne stava immobile e teso, provò ad abbozzare un sorriso ma fallì miseramente, lui e Seth si stavano già fissando in cagnesco, fu Koll ad allentare la tensione e ad invitarci a sedere.
- Ce ne andremo in Russia, sono otto anni che ci sopportiamo ormai, tra alti e bassi - Ammise il più grande portandosi alla bocca una forchettata di bacon - non vi dispiace troppo badare ai ragazzi, vero? -
Non lasciai che fosse Tyler a rispondere - Ma certo che no! Siamo felicissimi della cosa, non vedevamo l'ora di passare un po' di tempo con loro. Siete sempre di corsa, non vi vediamo mai abbastanza. - Dissi con un tono incoraggiante, rivolgendomi ai bambini. Lev era entusiasta e stava facendo un piccolo disastro con il cibo nel suo piatto, Tyler fissava quel marasma infernale con sgomento.
- Zio Chris è uno spasso - Disse Koll ai due
- Ma ci sono anche delle regole da seguire - Gli ricordò Seth - se vi comporterete male zio Chris me lo verrà a dire subito e poi saranno guai. -
Le raccomandazioni iniziarono in quel preciso momento, ci eravamo già sentiti prima ma questo non lo esentava dal rinnovare le regole da seguire con Raia e Lev.
- Andrà tutto bene, Seth - Lo rassicurò Koll, poi fissò l'orologio da polso che portava - dovremmo andare, il volo partirà tra poche ore, mettiamoci in marcia. Date un abbraccio a papà! -
Sentii Tyler sospirare piano accanto a me, il momento che tanto temeva stava arrivando, Raia era la più restia a venire con noi, la bambina era molto legata a Seth, fu un abbraccio lungo, ma alla fine si lasciò convincere a seguirci oltre la porta. Tyler aiutò Koll a scaricare la roba dei bambini dalla loro auto per caricare la nostra, li vedevo parlare sommessamente e mi chiedevo che diavolo si stessero dicendo, Koll era solito punzecchiare Tyler ogni volta che poteva.
- Chris, se succede qualcosa, qualsiasi cosa ... chiamami e verremo immediatamente - Seth mi prese da parte - e niente roba sconcia mentre siete a casa con i bambini. Lev ha l'abitudine di entrare in stanza da letto nel bel mezzo della notte, a volte ha gli incubi. -
- Questo piacerà un sacco a Tyler - Biascicai con tono depresso
- Quel Bradbury, perché non lo hai ancora mollato? Scommetto che a New York era pieno di ragazzi più interessanti! -
- Seth! Datti una mossa o perderemo l'aereo - Urlò ancora Koll dall'altra parte della strada
Il rosso si lasciò andare ad un lungo sospiro pieno di preoccupazione, alla fine, dopo un ultimo abbraccio con i bambini, si decise a salire in macchina e partire.
- Adesso andiamo a posare le valigie e poi ci facciamo un bel giro in spiaggia! Chi vuole imparare a nuotare oggi? -
Lev alzò entrambe le mani in aria - Io! Io! Io! -
Raia era ancora silenziosa e i suoi occhi erano puntati dove fino a poco tempo fa c'era stata l'auto dei suoi genitori, sarebbe stato difficile per lei staccarsi da loro, cercai di non preoccuparmi troppo e appoggiandole un mano sulle spalle la guidai verso la nostra macchina.
- Potrai chiamarli tutti i giorni, lo sai vero? -
La bambina annuì, seppure con poco entusiasmo, alla fine salimmo in auto.
- Voglio sentire le sigle dei cartoni! -
Lev si stava sbracciando dal sedile posteriore, allungò una mano poi colpì Tyler in testa con la custodia del cd che stringeva tra le dita.
- Ehi! Che cazzo! -
- Tyler! Niente parolacce - Lo rimproverai, guadagnandomi un'occhiata che avrebbe dovuto spedirmi direttamente all'inferno, Lev continuava a colpirci con il suo cd, alla fine fui costretto ad accontentarlo. Quella musica infantile urlata ad un volume stratosferico aveva reso Tyler ancora più incazzato, aveva le labbra tirate e un'espressione omicida sul volto mentre continuava a guidare senza dire una parola. Per fortuna la villetta che avevamo affittato distava poco meno di dieci minuti, fu una liberazione lasciare l'auto ed entrare in casa.
- Bene bambini, adesso andiamo tutti quanti a metterci i costumi da bagno - Presi le loro valigie e li accompagnai nella loro camera - ci vediamo tra un po', nel frattempo tirate fuori i vostri vestiti dagli zaini -
La villa era davvero bella, per la prima volta mi rammaricai nel constatare che non avremmo potuto vivercela al cento per cento, non con tutti i suoi comfort. Tyler era già in stanza, si stava massaggiando le tempie
- Cristo, odio i bambini - Si lasciò sfuggire prima di iniziare a disfare il suo borsone.
Era inutile commentare, per la mia salvezza personale decisi di ignorarlo, ma silenziosamente convenni con lui, sarebbe stata una settimana di orrore puro per me che avrei dovuto badare non solo a Tyler, ma anche ad altri due bambini, seppure meno capricciosi del mio ragazzo. Iniziai a spogliarmi, mi mancava il sole californiano, le temperature newyorkesi potevano essere rigide, avevo voglia di godermi un po' di estate e staccare la spina dal resto. Ero allo specchio, tirai giù i miei pantaloni corti, automaticamente sentii Tyler sospirare appena alle mie spalle. Mi voltai per ritrovarmelo a pochi centimetri dal mio corpo, i suoi occhi erano scesi in basso, verso il sottile elastico dei miei slip scuri.
- T-tyler ... - Quel suo sguardo voglioso mi infiammò in automatico, stavo per dire qualcosa di sensato, ma le mie labbra furono tappate dalla sua bocca vorace. Mi ritrovai contro la cassettiera mentre Tyler mi afferrava per i fianchi e iniziava a strusciarsi con poca eleganza sulla mia gamba. Ok, era eccitato almeno quanto me.
- Sta zitto, Wayright. Me lo devi - Sussurrò ad un centimetro dalle mie labbra, stava per tirarmi giù gli slip, cercai di resistere a quell'assalto, ma le mie proteste erano deboli e inutili, lo volevo e sentire la sua eccitazione contro il mio inguine bastò per farmi perdere la testa del tutto. Tyler si inginocchiò davanti a me, avevo aperto le gambe e afferrato i suoi meravigliosi capelli morbidi tra le dita, avevamo avuto il tempo di recuperare i mesi trascorsi lontano l'uno dall'altro, ma un solo giorno di sesso sfrenato non era abbastanza. Mi ritrovai a gemere piano quando lo sentì fremere sulla mia eccitazione, poi quella bocca, così dannatamente stretta e calda da farmi mordere le labbra per non urlare. Strinsi i capelli più forte e iniziai a guidarlo nei movimenti, sempre più giù, poi di nuovo su. Era perfetto, sentivo le mie gambe cedere appena e tremare
- T-tyler ... non fermarti -
Non ne aveva alcuna intenzione, il suono gutturale che produceva era musica per le mie orecchie, mi sentivo andare in fiamme, il ritmo si fece più serrato, ma adesso stava facendo tutto da solo, stringevo il legno della cassettiera tra le dita in una morsa strettissima e quasi dolorosa. Stavo per raggiungere il piacere più totale.
- ZIO CHRIIIIIIIIS! -
Sobbalzai mentre Tyler si scostava da me e si portava il dorso della mano sulle labbra per ripulirsi, si mise in piedi giusto in tempo per percepire i passi di Lev fuori dalla nostra porta. Avevo avuto meno di due secondi di tempo per sistemarlo negli slip e nascondere la mia dannata erezione contro il pantalone abbandonato sulla cassettiera. Poi Lev era entrato in stanza con un enorme sorriso felice sulle labbra
- Io sono pronto! Andiamo! Andiamo! - Iniziò a urlare e saltellare come un pazzo, guardai il volto pallido ed incazzato di Tyler sbiancare ulteriormente. Aveva un'espressione omicida che non avrei mai dimenticato prima.
- C-certo, sì ... vai a prendere tua sorella. Adesso andiamo - Riuscii a pronunciare nella confusione più totale. Avevo ancora dei capogiri per il quasi orgasmo che adesso si era trasformato in un dolore persistente alle parti basse. Lev uscì dalla stanza di corsa, sempre saltellando, io mi portai le mani agli occhi.
- Odio quel fottuto bambino di merda! - Sussurrò Tyler a denti stretti - questa me la pagherai, Wayright. Guarda in che casino mi hai messo! Tu e quello psicopatico di tuo fratello! Dannazione, ha progettato lui questo inferno! Chi diavolo vorrebbe un bambino così stronzo in casa? -
Alla fine, dopo una lunga serie di esercizi buddisti per mantenere la calma, andammo in spiaggia. Camminavo ancora a fatica, essere interrotti in quel momento delicato era qualcosa di indescrivibilmente terribile per un uomo, Tyler ci precedeva di qualche metro, stava cercando di dissociarsi il più possibile da noi tre.
- Zio Chris, giochiamo? -
Avevo portato palette, secchielli e braccioli per tutti. Sarebbe stata una lunga giornata spaventosa.
- Dopo aver messo la protezione, va bene? -
Ma ero noto per la mia pazienza infinita e non potevo cedere il primo giorno di vacanze estive. Scegliemmo un posticino più o meno tranquillo, lontano dalla calca di turisti e surfisti a caccia di onde, Tyler si era già dileguato, stava nuotando verso il largo, probabilmente nella vana speranza di annegare ed esimersi dal terribile compito di badare a Lev.
- Anch'io voglio imparare a nuotare come Tyler! -
- Alla fine di queste vacanze sarai bravissimo, te lo prometto -
Lev era fin troppo vivace, perfino spalmargli la crema protettiva fu una guerra, per fortuna Raia se ne stava buona, osservava il mare con sguardo attento e profondo, andai a prendere dell'acqua con i due secchielli e li riportai sul bagnasciuga, stavamo progettando un castello di sabbia che non avrebbe avuto eguali. Alla fine, quando ormai avevo perso le speranze di rivederlo, anche Tyler tornò dal suo viaggio in mare, ci lanciò un'occhiata carica di astio prima di sdraiarsi sul suo telo, in una fantastica posa da surfista californiano che mi fece sbavare.
Era così che lo ricordavo da sempre, il corpo tonico e scattante, la pelle chiara, più propensa alle bruciature della mia e poi la tuta da surfista che però quel giorno non aveva con sé. Si stava godendo i raggi di quel sole caldo, quando improvvisamente Lev si sollevò dal suo posto e andò a sedersi sul suo telo, portando con sé una tonnellata di granelli di sabbia.
Tyler si tolse gli occhiali e si mise a sedere in una nanosecondo, l'espressione omicida fece capolino di nuovo
- Tyler! - Lo scongiurai con un'occhiata implorante - emh, stiamo costruendo un castello di sabbia qui, perché non vieni a darci una mano? Le tue doti architettoniche sarebbero inutili -
- Scordatelo - Ribatté quello con il suo solito sguardo perforante - e tu lo conosci lo spazio personale? - Disse poi, rivolto al più piccolo.
Lev sorrise - No. Giochiamo? -
Era troppo, avrei dovuto farmi perdonare in un modo tutto nuovo e fantasioso per quella vacanza, lo sapevo bene. Stavo per andare a riprendermi Lev quando il cellulare iniziò a suonare all'interno della borsa.
- Dannazione - Lanciai un'occhiata al numero sul display, sperando di poter evitare di rispondere, ma non era così.
- Che c'è? -
- E' il mio tutor di New York, devo rispondere assolutamente -
***
Ero stanco ed incazzato, quel dannato moccioso continuava ad imbrattare il mio telo con acqua e sabbia che non sarebbero andate via neanche dopo ottanta lavaggi. Chris se l'era data a gambe, stava parlando al telefono e si era isolato
- Che pezzo di merda -
- Hai detto merda? - Chiese il bambino con quella dannata vocetta stridula - hai detto merda, zio Tyler? -
- Ti ho detto che non sono lo zio di nessuno! - Ribadì per l'ennesima volta, Lev continuava a ridere, stava iniziando a colpire la sabbia con quella dannata paletta che tra quelle manine laboriose diventava alla stregua di un oggetto contundente
- Ma a me piace avere un nuovo zio! Papà dice che sei un buzzurro. Che vuol dire buzzurro? -
Portai gli occhi al cielo, quel supplizio mi avrebbe ucciso. Mi sollevai, non ne potevo più di sabbia e domande - Sai che ti dico? Volevi imparare a nuotare, vero? -
- SIIII! SIII! SIIII! - Si era messo in piedi e aveva iniziato a saltellare di gioia - insegnami, zio! Ti prego, farò il bravo! -
- Andiamo, bambini. Oggi zio Tyler vi darà una dimostrazione di superiorità -
Cercai di nascondere il sorriso sadico che mi increspava le labbra. Imparare a nuotare poteva comportare dei piccoli traumi non indifferenti. L'acqua era bellissima quel giorno, peccato che non ci fosse vento e quindi niente onde da poter domare, era un mortorio per un surfista come me. Lev e Raia mi seguivano, il primo era in una fase di iper eccitazione, mentre l'altra si era seduta sulla riva, con i piedi a mollo ed un'espressione attenta sul volto.
- Bene, nuotare è semplice. Devi muovere le braccia e le gambe al ritmo giusto altrimenti anneghi. Tutto chiaro? -
Lev annuì, pendeva dalle mie labbra.
- Bene, allora andiamo più in là - Presi il bambino in braccio e lo feci sedere sulle mie spalle, sarebbe stata una giornata indimenticabile. Già assaporavo il momento in cui avrebbe smesso di stressarmi, dopo quelle lezioni di nuoto si sarebbe tenuto lontano da me per il resto della vacanza, ne ero certo.
***
- Scusami per averti disturbato durante le vacanze, Chris. Era davvero urgente -
- Non preoccuparti, non è un problema -
Finalmente quella conversazione era giunta ad una degna conclusione, non ne potevo più. Salutai ancora una volta il mio tutor che continuava a dilungarsi perfino nel commiato, alla fine interruppe la chiamata e potei finalmente tornare verso il resto del gruppo. I teli erano stati abbandonati, sospirai di stanchezza e cercai di togliere un po' di sabbia dal telo di Tyler che era stato ridotto malissimo, poi lanciai un'occhiata verso l'Oceano, mi ci volle più di qualche istante per notare Raia, seduta da sola sulla battigia. Poi arrivarono le prime urla
- ZIO TYLEEEEEERRRRR! -
Ero sconvolto, corsi immediatamente verso la riva dove un Tyler compiaciuto osservava gli scarsi progressi di Lev di tenersi a galla
- Ziooooo Tyleeeeeeer! -
- Che diavolo stai facendo!?!?! -
Mi gettai in acqua un attimo dopo, nuotando velocemente per raggiungere il bambino che cercava di contrastare la corrente, lo afferrai per la vita e li riportai a riva
- Che ti salta in mente? Lo hai messo in acqua senza braccioli? Sei stupido? -
- Che c'è di strano? Io ho imparato così ... - Rispose con un tono ermetico quello stronzo - guarda, sta bene. Giurerei che si è anche divertito, Cristo. -
Lev aveva il fiatone ma anche un enorme sorriso impresso sul volto - Z-zio Tyler! Rifacciamolo! -
- Soltanto perché Luis ti ha lanciato in acqua senza braccioli o altro non vuol dire che si impari così a nuotare! - Sbraitai, rivolto ancora a Tyler che continuava ad osservare il bambino tra lo stupore e lo sdegno
- Eppure mi sembra che abbia imparato ... diavolo, non ci credo -
Capì cosa stava cercando di fare, voleva terrorizzare il bambino per impedirgli di stressarlo ulteriormente, ma stava succedendo l'esatto contrario. Lev era sempre più entusiasta ed eccitata, ndò da Tyler e gli tirò appena il costume
- Rifacciamolo, zio Tyler! Stavolta più lontano -
Mi portai una mano sul volto. Quella vacanza mi avrebbe steso.
Avevamo mangiato in un bel ristorantino sulla spiaggia, i bambini avevano fatto incetta di fish and chips mentre io e Tyler ci concedevamo la prima birra della giornata e un piatto di fritto misto. Eravamo stati in spiaggia fino a sera, alla fine perfino Raia era sembrata divertirsi tra le scenette comiche e i giochi estivi. Erano stanchi, gli occhi di Lev si chiudevano da soli a momenti, tutta quell'azione lo aveva spedito K.O. per fortuna.
- Andiamo a casa, su ... - Stavo per prenderlo in braccio, ma Tyler mi precedette. Ero sconvolto, ma potevo quasi giurare che alla fine avesse iniziato quasi a farselo piacere quel bambino. I bambini avevano fatto la doccia in spiaggia, così non rimase che metterli a letto, Lev era sprofondato nel sonno in pochi secondi
- Buonanotte, ci vediamo domani. -
- Notte - Raia si lasciò andare ad un sorrisetto pacifico, poi anche lei chiuse gli occhi e io lasciai la stanza.
Tyler era in terrazzo, aveva tirato fuori due birra ghiacciate dal frigo e sistemato le sdraio. Quando sprofondai in quel comfort mi sembrò quasi di essere in paradiso
- E' stata una lunga giornata, devo ammetterlo. Non pensavo che fosse così complicato badare a due bambini piccoli. Mi dispiace ... - Ero sincero, guardai Tyler dritto negli occhi - giuro che mi farò perdonare, non hai idea di quanto ti sia grato per essere venuto con me nonostante la compagnia poco divertente -
- Lascia perdere, non è poi così male -
- Cosa? - Pensai di non aver afferrato bene - Tyler Bradbury sta dicendo che la compagnia di due bambini iperattivi non è poi così male? -
- Sta zitto, Wayright. Su una cosa hai ragione: C'è parecchio di cui dovrai farti perdonare. -
Di nuovo quello sguardo, bastava così poco per farmi eccitare quando si trattava di Tyler ... c'era qualcosa di magnetico ed inspiegabile tra noi due, qualcosa che non avrei potuto trovare da nessun' altra parte al mondo. La sua bocca era morbida e lievemente salata per via della birra, gli andai incontro e mi sedetti sulle sue gambe, la sdraio cigolò appena mentre le sue mani prendevano ad accarezzare il mio corpo, centimetro dopo centimetro. I baci si fecero più intensi, fremevo contro il suo collo morbido, lo morsi e lui gemette, poi iniziai a succhiare il lobo del suo orecchio, lasciando scie di saliva lungo il percorso
- W-wayright ... - Voleva più spazio di manovra, potevo capirlo, lo lasciai fare ma senza scostarmi dal suo corpo, era il mio turno, avevo bisogno di lui, le mie mani si muovevano in fretta sulla cerniera dei suoi jeans, la tirai giù mentre Tyler si lasciava andare ad una risata bassa, soddisfatta. L'interruzione di quella mattina aveva reso quel momento ancora più atteso, mi gettai sulla sua erezione senza un attimo di tentennamento, lo volevo, avevo bisogno di sentire il suo corpo scuotersi dal piacere e fremere, Tyler si morse le labbra, aveva portato gli occhi al cielo ed era tutto così assolutamente perfetto da lasciarmi senza fiato. Continuai ad occuparmi di lui per un po', stava cercando di prolungare quel piacere al massimo, potevo percepire la sua concentrazione, le sue mani si muovevano su di me, lo aiutai a liberarmi dai pantaloncini senza mai smettere di prendermi cura di lui.
- Lecca questo adesso -
Mi infilò un dito in bocca e l'eccitazione salì alle stelle, sapevo quello che sarebbe successo. Lo leccai per poi ritrovare le labbra morbide e bollenti di Tyler, ero steso sul suo corpo, i nostri inguini si scontravano mentre le sue mani iniziavano a vagare lungo la mia schiena, per poi afferrarmi il sedere. Mi diede una sculacciata e rise appena ad un centimetro dalle mie labbra
- Dovrei lasciarti implorare dopo il casino in cui mi hai coinvolto ... -
La sua voce era bassa e roca, troppo sensuale, deglutii forte, sembravo un idiota incapace di dire qualcosa di sensato, rimasi a fissarlo con le labbra dischiuse, in attesa che facesse qualcosa.
- Sei fortunato ad avere un ragazzo che non riesce a toglierti le mani di dosso -
Aveva iniziato a muoversi finalmente, dovetti tapparmi la bocca con la sua per non mugolare troppo. I suoi massaggi si facevano intensi attimo dopo attimo, se non avessimo avuto modo di vederci prima di quella vacanza sarebbe stato un massacro, ma anche dopo una giornata passata a letto la situazione non era delle migliori. Inarcai la schiena, incentivato dalle dita di Tyler che si muovevano dentro di me, stava mettendo tutto se stesso, dovevo riconoscerglielo, mi sentivo confuso e ansimavo forte. Ero pronto, avrei voluto urlarglielo, ma feci qualcosa di decisamente più utile, mi scostai da lui e con un movimento fluido accompagnai la sua erezione con le dita, poi mi lasciai scivolare in basso, fino a quando non fu del tutto dentro.
Tyler aveva lanciato un gemito acuto, io ero così perso da non capire niente di niente, mi muovevo su di lui, sovrastato dal piacere, più vedevo Tyler in difficoltà, più perdevo il senno insieme a lui.
- Sì, Chris ... così ... muoviti, sei perfetto -
- Ti piace? -
Tyler cacciò un mugolio basso, strava stringendo le mie cosce in una morsa spaventosa e accompagnava i miei movimenti, venendomi incontro per assestare delle spinte perfette, sempre più in fondo.
- T-tyler ... -
Mi abbassai, non riuscivo più a reggermi dritto tanto si erano fatte intense, mi appoggiai a lui, stavo per venire, anche Tyler era sul punto di crollare, poi quella luce in cucina. Sgranai gli occhi, di colpo il piacere assoluto si tramutò in orrore
- Dannazione -
- Sì, c-continua - Mi implorò Tyler che dava le spalle alla visione orrorifica di Lev che veniva fuori dalla sua stanzetta e si guardava intorno, lievemente confuso. Lui non poteva vedere noi, ma io potevo vedere lui.
- Che cosa diavolo fai? Perché ti sei fermato? -
Poi anche lui seguì il mio sguardo e lo puntò verso l'interno della villa - Oh, dannazione. -
- Zio Chris? Zio Chris? Ho fatto un brutto sogno! - Si lamentò il bambino, continuava a guardarsi intorno.
Mi rivestii in fretta e furia, fulminato dalle occhiate di Tyler che stava facendo lo stesso. Era una lotta provare a tirare su la zip dei pantaloni.
- Lo ammazzo, giuro che lo ammazzo. Non si riesce neanche più a scopare in santa pace in questa casa! - Sussurrò lui a denti stretti - ma non stava dormendo quel demonio? -
- S-si è svegliato a quanto pare -
- Sai che ti dico? Io me ne vado a letto! A dormire! - Tyler sospirò profondamente e rientrò in casa con un'espressione omicida stampata sul volto.
Sì, quella sarebbe stata una vacanza indimenticabile.
ANGOLO DELL'AUTORE: Questo è un capitolo piuttosto comico perché mi piace pensare che quei due debbano sopportare cose del genere e anche peggiori, forse XD
Sono un po' sadica probabilmente, l'idea che Tyler e Chris facessero da babysitter ai pargoli di Seth e Koll mi balenava in mente da troppo tempo, quindi perché non scriverla, ho pensato! Ed ecco fatto.
Spero che questa parte della raccolta vi abbia divertito, sicuramente Tyler babysitter è una visione spaventosa. - Don't try this at home -
Grazie ancora per l'affetto che mostrate a noi e ai ragazzi di TW!
Alla prossima ^^
- STEEL -
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