5. I Need You
"Under the moon, a long goodbye,
alone again with the neon sky,
I know you knew what I said was true,
I believe you, I need you."
THE UNDERGROUND YOUTH - I NEED YOU
Note: Questo capitolo si colloca tre anni dopo l'inizio di Overcome.
Tyler era particolarmente silenzioso in quel periodo, avevo deciso di credere che fosse soprattutto a causa della sessione estiva, anche in quel momento era chino sui libri, quando non studiava in stanza andava in biblioteca e tornava soltanto dopo parecchie ore. Da quanto tempo andava in quel modo? All'inizio non ci avevo fatto caso forse, doveva essere più o meno da un mese a quella parte. Quel pensiero mi fece stringere lo stomaco, avevamo smesso di parlare? No, parlavamo, ma c'era qualcosa che non andava e chiudere gli occhi non mi avrebbe aiutato a stare meglio, adesso ne avevo la certezza. Mi avvicinai a lui e lo abbracciai da dietro, Tyler sollevò la testa dai libri e si lasciò baciare
- Tutto bene? -
- Non finirò mai in tempo il ripasso -
Ancora una volta mi sentì di troppo, avevo sperato che saremmo usciti quella sera, lunedì si avvicinava e il dodici luglio era anche il giorno della mia partenza per New York. Cercai di non farmi assalire dalla preoccupazione e tornai al mio posto, sul letto dove il mio trolley aspettava di essere riempito per l'ennesima volta in quei tre anni.
- Andrà tutto bene, ce la farai -
Tyler si voltò a guardarmi, in automatico i suoi occhi caddero sulla valigia aperta, mi parve che fosse sul punto di dire qualcosa, ma non lo fece, tornò sui suoi libri invece e iniziò a sottolineare il paragrafo con una strana espressione sul volto.
- Se è per la laurea di Alexey devo passare almeno per la premiazione, mi ha invitato. Sarebbe da maleducati non andarci visto che sono qui al campus e lui lo sa. -
- Non mi importa di Romanov - Disse subito lui - perché continui a tirare fuori questa storia del cazzo? -
- Perché non so che cazzo ti prende - Sbottai a quel punto, incapace di trattenermi. Tyler mi fissava - è da un po' di tempo che sei strano. Da un mese almeno, non voglio partire senza prima aver provato a capire che diavolo di problemi hai nei miei confronti. -
- Non ho problemi con te, smettila con questo vittimismo -
- Vittimismo ... - Era l'inizio di una lite con i fiocchi, sapevo riconoscere quando stava per succedere, avevo iniziato a sviluppare una sorta di radar. Non aggiunsi altro, sapevo che sarebbe stato lui a rincarare la dose come sempre, mi misi all'opera, ripiegando i miei vestiti sul letto
- Scompari per tre mesi e vuoi anche delle spiegazioni da me? Che cazzo ti passa per la testa? -
Era quello il punto allora. Sgranai gli occhi e mi immobilizzai immediatamente - Perché non lo hai detto subito invece di tenermi il broncio per settimane? -
- A cosa sarebbe servito? Non mi hai neanche chiesto se per me andava bene, sei venuto qui a comunicarmelo con quel sorriso tutto soddisfatto sul volto, come se io non avessi voce in capitolo - Tyler si sollevò dalla sedia, era nervoso, aveva iniziato a camminare per la stanza - vai via per tre mesi e al tuo ritorno sarò io a partire, non ci vedremo per sei mesi -
- E' uno stage a New York offerto dalla Berkeley. E te ne ho parlato non appena ho visto il mio nome sulla lista! Mi è stato pagato dalla scuola, è un premio per la mia dannata carriera universitaria! - Dissi e il mio tono mi sembrò fin troppo difensivo - non devo darti delle giustificazioni, è ovvio che voglio andarci e tu mi eri sembrato felice della cosa -
Tyler sbuffò, stava ridendo ma non c'era divertimento sul suo volto - Forse perché dopo tre anni passati insieme non mi conosci ancora -
- Ma partirai anche tu! - Stavo perdendo la calma
- Due giorni prima del tuo ritorno! Non avremo neanche la possibilità di rivederci. A te sta bene? -
Il suo tono era accusatorio, stavo cercando di capire per cosa fosse più incazzato - Quindi cosa dovrei fare? Dovrei rimanere qui mentre tu vai via? -
- Non ho detto questo. - Ribatté immediatamente lui
- E cosa vuoi dire allora? Avrei dovuto rinunciare a questa opportunità perché non vuoi che io parta? -
- Smettila di bombardarmi con queste fottute domande e lasciami parlare. - Tyler era furente, si fece più vicino me ed io sostenni il suo sguardo - è come se per te non fosse un problema, hai deciso che saresti partito, poi hai saputo che anch'io sarei andato via per un po' e mi sei sembrato quasi sollevato -
- Cosa? Sollevato? Credi che sia felice di questa cosa? - Ero sconvolto - soltanto perché ho deciso di non avvelenarci questo ultimo mese insieme che ci restava? Non sapevo che diavolo ti prendeva e sai perché? Perché non parli, come sempre. -
- Ci voleva un fottuto psicologo per capirlo? -
- Sono stufo di tirare ad indovinare i motivi per cui inizi ad ignorarmi, ok? Tanto ti incazzi sempre, qualsiasi cosa faccia -
- Oh, finalmente un'ammissione - Tyler rise, non mi piaceva il senso che aveva dato alle mie parole, né il suo volto cereo - ti sei stufato di me, quanto ci voleva a dirlo? -
- Non essere idiota, non è quello che ho detto! Non mettermi in bocca parole che non ho mai usato! - Stava andando via! Lo vidi afferrare con rabbia cellulare e portafoglio prima di aprire la porta della stanza, gli corsi dietro, bloccando la maniglia con la mia mano. Il suo sguardo era furente
- Vado a farmi una birra, non ho voglia di rimanere in stanza con te -
- Fai come diavolo ti pare, sono stanco di essere comprensivo. Se hai un dannato problema inizia a risolvertelo da solo -
L'avevo detto, ero stanco ed incazzato esattamente quanto lui, lo avevo lasciato andare via e adesso trattenevo a stento le lacrime. Sapevo che sarebbe successo, sei mesi lontani erano troppi, ma non mi aspettavo che saremmo arrivati a quel punto ancora prima di partire. Mi illudevo che Tyler sarebbe stato comprensivo con me, io ero stato pronto a vederlo rincorrere i suoi sogni e lo avrei fatto con il sorriso sul volto e una lunga serie di rassicurazioni sulla nostra storia. Ma non lui, lui aveva covato rancore e silenzi per settimane, adesso era esploso con tutta la potenza di un vulcano. Era sabato, lunedì mattina sarei partito per New York, sentivo il mio cuore stringersi dal dolore ... ero stato felice prima di quel momento, mi ero illuso che le cose stessero andando bene e che anche Tyler fosse felice per me. Mi sollevai dal letto e iniziai a ripiegare gli indumenti che avrei portato con me in viaggio, ogni mio gesto era violento, stavo soltanto facendo una terribile confusione, tornai a sedermi di nuovo. Non riuscii a trattenere le lacrime.
Non avevo idea di quando fosse tornato, doveva essere notte perché fino alle due del mattino ero rimasto sveglio ad aspettarlo, alla fine mi ero incazzato e avevo deciso di andarmene a letto, non meritava le mie attenzioni, mi ero detto. Avevo dormito di merda e mi ero svegliato presto, avevo sollevato gli occhi ancora mezzi chiusi per vederlo in piedi, intento a mettere pantaloncini e canotta da jogging, era andato via subito dopo. Mi stava evitando e la mia rabbia cresceva a dismisura, voleva fare il bambino e a me doveva stare bene, litigavamo spesso perché i nostri caratteri si scontravano in continuazione, ma stavolta non avremmo avuto tutto il tempo per far pace. Era questa la mia preoccupazione più grande, andar via senza aver chiarito e rimanere in quel limbo eterno per tutti quei mesi. Ci stavamo lasciando o ci eravamo già lasciati? Quel pensiero mi faceva venire la nausea.
- Ehi, scusa il ritardo ... ieri Juri mi ha trascinato in uno dei locali in cui lavora - Matt si sedette accanto a me, aveva le occhiaie e una pessima cera, ma anche il sorriso di uno che si era divertito, mi ritrovai a ridere anch'io.
- Credimi, lo so bene. Devo ancora riprendermi da quel festino di due mesi fa, Tyler ha vomitato l'anima per due giorni - Nominarlo mi faceva male, non volevo che fosse così, perché doveva sempre essere così dannatamente felice avere a che fare con lui?
- Dov'è lui? Credevo che sareste venuti insieme - Matt non poteva immaginare, stava ordinando la colazione per entrambi, soltanto di fronte al mio silenzio si stranì - non dirmi che avete litigato di nuovo, ti prego. -
- Questa volta è diverso, domani parto e ... - Cosa potevo dire? Le parole morirono in bocca, mi ritrovai a fare spallucce - non so cosa sia successo davvero. Avremmo dovuto chiarire giorni fa, ma non è successo, abbiamo fatto finta di niente e adesso si è incazzato, mi sta evitando e io glielo lascerò fare -
- Cazzo, Chris. Qualcuno di voi dovrebbe mettere da parte l'orgoglio, non dovreste lasciarvi in questo modo poco prima della tua partenza, è già difficile sopravvivere alla distanza - Era chiaro che dovevo essere io, Matt non lo aveva detto, né lo avrebbe fatto, ma era quello che percepivo dalle sue parole, perché Tyler era testardo mentre io avrei dovuto sempre raccogliere i cocci che si lasciava dietro.
Mi limitai a mangiare il mio toast, avevo immaginato quei giorni prima della partenza in modo diverso, speravo che saremmo stati in giro e poi a letto, per molto tempo. Ma lui aveva distrutto tutto come sempre, non potevo continuare a scavargli dentro per tirargli fuori poche parole piene di rabbia, ero stanco di quel processo.
- Dovremmo andare, tra poco inizierà la cerimonia -
La voce di Matt mi riscosse dai miei pensieri, mandai giù gli ultimi bocconi di toast e bevvi un sorso di caffè - Questo è imbarazzante -
- Cosa? -
- Alexey e il resto - Ammisi, a malincuore - non credevo che mi avrebbe invitato, ci siamo rivolti la parola veramente di rado negli ultimi anni, ho cercato di evitarlo, un po' per Tyler, un po' per non dargli altre false speranze -
- Di cosa ti stupisci? - Matt rise appena e mi seguì fuori dal locale - non ti vedrà più, credo che per lui sia dura -
- Sono passati tre anni e mezzo, Matt - Ero sconvolto - non può pensare ancora a me dopo tutto questo tempo, andiamo! Siamo stati insieme per appena due mesi ... -
- E con questo? Se tu non fossi tornato con Tyler credi che ti sarebbe passata così facilmente? -
Scossi la testa - Non è la stessa cosa, quello che abbiamo avuto io e Tyler -
- Invece lo è. - Mi interruppe mio cugino - Forse tu non hai mai ricambiato davvero i sentimenti di Alexey, ma lui invece lo ha fatto con tutto se stesso ... non siamo tutti uguali, probabilmente pur impegnandosi non è ancora riuscito ad andare avanti. Non credo che abbia avuto qualche storia da quando vi siete lasciati -
Mi sentivo in colpa ogni volta che lo incrociavo in giro per il campus, volevo negare le parole di Matt ma dentro di me sapevo che erano esattamente conformi alla realtà dei fatti, Alexey non aveva dimenticato nulla, nonostante avesse smesso di vivere nell'illusione che le cose sarebbero potute andare in modo diverso. Mi aveva visto con Tyler, sapeva quanto fossimo felici insieme.
L'aula magna era gremita di gente e studenti in procinto di ricevere i diplomi, io e Matt restammo un po' in disparte, avevo notato Alexey e quelli che dovevano essere i suoi genitori, ovviamente c'era anche Vyech e qualche altro parente che non conoscevo, più in là notai anche Ren e JJ, sollevai una mano per salutarli. Sentivo il cuore pesante, non era lì che dovevo essere, cosa avrei fatto se Tyler avesse continuato ad evitare la nostra stanza fino alla mia partenza? Forse era solo stanco di me e quel viaggio a New York era la scusa per chiudere tutto senza farne troppi drammi.
La cerimonia procedeva spedita, alla fine arrivò anche il turno di Alexey di salire sul grosso palco e prendere la sua pergamena, Matt mi strinse il braccio e insieme ci avvicinammo verso il gruppo di persone che gremiva la sola. Mi aveva visto e aveva sorriso in modo spontaneo, almeno Alexey era felice di vedermi. Gli andai incontro, si stava allontanando dai suoi parenti
- Ehi, ce l'hai fatta. Grazie per essere venuto -
- Non potevo mancare ... - Dissi con un filo di voce - tanti auguri, Alexey. Sai già che farai adesso? -
Quello fece spallucce, continuava a fissarmi come se si fosse ritrovato davanti il regalo di natale più bello e grosso di tutti - Tornerò a San Francisco per un po', mi godo l'estate, poi deciderò che fare -
- Mi fa piacere -
- Tu parti domani? Ho saputo che sei stato scelto per quel progetto a New York. Uno con la tua testa non se lo lascerebbero mai scappare ... sono orgoglioso di te. -
Quelle parole mi fecero male, quanto avrei desiderato di sentirle pronunciare da Tyler? "Sono orgoglioso di te". Ma non era successo, lui mi odiava e basta dopotutto.
- Grazie, saranno tre mesi interessanti ... - Non volevo sospirare ma lo stavo facendo, provai a sorridere - adesso dovrei andare -
- Perché non vieni a festeggiare con noi? Ren e JJ hanno organizzato un festino con i fiocchi, un po' alla vecchia maniera - Stava ammiccando, entrambi avevamo capito a che genere di festino si stesse riferendo - mi piacerebbe che venissi anche tu, Chris. Come i vecchi tempi ... -
Scossi la testa, non ero più io quello - Devo ancora finire di sistemare le mie valigie e domani partirò all'alba ... mi dispiace, divertitevi -
Delusione? Forse, Alexey era bravo a mantenere il sorriso nonostante tutto - Beh, io ci ho provato. Ci sentiamo, ok? Hai il mio numero -
Annuì, poi Alexey fece qualcosa di inaspettato, mi venne incontro e mi abbracciò forte, il primo contatto fisico dopo tre anni. Rimasi rigido, non me lo aspettavo, soltanto dopo qualche secondo riuscì a passargli le braccia intorno alle spalle
- Stammi bene, Alexey. -
- Anche tu, Chris -
Avevo mentito riguardo la valigia, l'avevo finita la notte prima mentre aspettavo il ritorno di Tyler, non avrei commesso quell'errore una seconda volta, avrei trascorso la serata al pub con Matt e gli altri ragazzi, a malincuore decisi che lo avrei fatto, il silenzio della mia stanza mi avrebbe ucciso altrimenti.
Quando rientrai mi aspettavo di essere solo, non so se riuscì a nascondere la sorpresa sul mio volto quando vidi Tyler fissarmi dall'altra parte. Era in piedi, accanto alla mia valigia.
- Ehi -
- Ehi, sei tornato - Non volevo guardarlo, non lì, accanto alla mia valigia, non con quell'espressione seria sul volto
Silenzio. Tyler non si muoveva, anch'io faticavo a capire cosa volessi fare. Perché tutto quell'imbarazzo? Non era così che avevo immaginato il nostro ultimo giorno insieme prima della partenza.
- Sono stato un fottuto bastardo - Alzai gli occhi per incontrare lo sguardo cupo di Tyler
- Non è una novità - Ammisi, non se la prese, lo vidi annuire - perché non me ne hai parlato prima? -
- Non lo so, non volevo ammettere di avere dei problemi. Non ho mai voluto mostrarmi debole -
Lo guardai, il suo volto era affranto, stava camminando per la stanza con passi nervosi e precisi, lo faceva sempre quando era agitato, Tyler era un leone in gabbia.
- Non siamo mai stati lontani da quando siamo tornati insieme l'ultima volta. Io ... io ho girato l'America, quando sono andato via da South Gate quella dannata estate ho passato un anno a vagare, ho conosciuto così tanta gente ... - Tyler si fermò un attimo, mi stava fissando, cercava le parole nella confusione dei suoi pensieri - ma non importava né dove né quanto lontano andassi, perché alla fine sentivo soltanto un bisogno dentro ... quello di tornare da te. -
- Tyler ... -
- No, aspetta. Fammi parlare. Ti sei mai chiesto che cosa accadrebbe se incontrassi qualcuno diverso da me? Qualcuno migliore e sai anche tu che non ci vorrebbe un cazzo a trovare qualcuno più degno di me. Una volta partito starai a contatto con altri ragazzi con le tue stesse passioni e New York è così affascinante ... io ho visto il mondo e ho scelto di tornare da te e lo farei di nuovo. Ma tu, Chris? Tu non hai esperienza di niente al di fuori di South Gate e della Berkeley ... cosa faresti se scoprissi che non valgo niente? -
Ero rimasto senza parole, le paure di Tyler vennero a galla una dopo l'altra, mi sentì improvvisamente un idiota a non aver capito prima cosa stesse succedendo nella sua mente.
- Ma io non potrei stare con nessun altro ... -
Tyler scosse la testa - Tu non conosci nessun altro -
- Non siamo quel tipo di persone, Tyler ... quello che abbiamo noi due è diverso da qualsiasi altro rapporto e lo sai! Noi due ci siamo scelti e abbiamo combattuto per rimanere insieme - Ero scosso, avevo bisogno di toccarlo, rassicurarlo in tutti i modi possibili. Mi guardava, lo stavo accarezzando - ti ho conosciuto nel momento peggiore della tua vita, eri incazzato, represso e odiavi la tua famiglia e chiunque ti stava intorno. Poi le cose sono perfino peggiorate, hai scoperto che c'era qualcosa di reale tra di noi e sei impazzito ... abbiamo lottato e abbiamo perso in continuazione, tu non eri pronto e io ero immaturo quanto te, ci siamo fatti del male, poi ci siamo ripresi, ma il dolore non era mai andato via, tu non eri pronto. Ci siamo lasciati, sei scappato via dalla città ed io sono rimasto a far fronte a quello che avevi lasciato dietro di te, mi sono fatto forza e sono andato avanti come meglio ho potuto -
- Mi dispiace -
- E' passato, non ne parliamo più ma chi di noi due ha veramente dimenticato quello che abbiamo dovuto vivere per stare insieme? - Lo strinsi a me, Tyler appoggiò il volto contro il mio collo - siamo sopravvissuti al peggio di noi stessi, Ty. Questo legame non può essere spezzato da un elemento esterno ... sei sempre stato tu il tuo unico nemico. Liberati dalle tue paure, tornerò da te ... -
- Giura -
- Giuro -
Baciare Tyler era sempre come farlo per la prima volta, mi spezzava il respiro e mi piegava le gambe, aveva bisogno di me almeno quanto io ne avevo di lui. Le sue mani mi accarezzavano con delicatezza mentre ci stendevamo sui nostri letti uniti insieme, entrambi testimoni di tantissime nottate in bianco. Non avevamo mai trascorso più di due giorni consecutivi senza saltarci addosso, quella volta saremmo stati lontani per sei mesi.
Mi ero lasciato andare, Tyler sapeva quello di cui avevo bisogno, non si era staccato da me neanche per un istante, le sue braccia mi tenevano stretto, la sua bocca cercava la mia in continuazione. Era raro che lo facessimo in quel modo, non eravamo la coppia più romantica della terra, dovevo ammettere, ma quella volta volevamo altro, niente violenza, né fretta, soltanto una terribile voglia di far durare quel momento per sempre.
Eravamo abbracciati, Tyler affondava lentamente in me, passando le mani sul mio volto bollente, toccandomi le labbra con il pollice, poi il collo, mi accarezzava ed io facevo lo stesso, i suoi occhi grigi erano fissi nei miei, i suoi sospiri si infrangevano contro la mia bocca. Mi aggrappai alla sua vita con le gambe, adoravo quei movimenti precisi e sinuosi che mi facevano perdere il respiro, le sue mani che scivolavano sul mio corpo per poi stringermi di nuovo contro il suo petto.
- Ti amo -
Era stato un sussurro a fior di pelle, inconsistente come l'aria, ma lo avevo sentito. Le parole mi si mozzarono in gola, l'ultima spinta mi lasciò a contorcermi dal piacere mentre sentivo Tyler venire dentro di me con un ultimo gemito basso. Non smise di stringermi, anch'io ero stretto contro il suo petto con il fiato corto e i postumi dell'orgasmo, stavo rabbrividendo nonostante il calore delle sue braccia.
Tyler lo aveva detto soltanto un'altra volta in modo così diretto. Era successo anni prima, una sera in cui stavo male a causa dell'influenza, anche quella volta si era stretto a me nonostante continuavo a dirgli di non farlo, che probabilmente poi si sarebbe ammalato anche lui. Si era messo a dormire con me e alla fine, quando stavo ormai per addormentarmi, lo aveva detto.
Si era ammalato davvero, il giorno dopo si era svegliato starnutendo a più non posso, se l'era presa con me ovviamente e alla fine mi ero anche dovuto prendere cura di lui.
- Vuoi uscire? - Tyler mi passò una mano sullo stomaco, si era sdraiato accanto a me
- No - Dissi onestamente - non vorrei mai più alzarmi da qui ... -
- Sarà divertente, so che New York ti piacerà da matti. Ti conosco -
Lo guardai, niente più paura nei suoi occhi, sembrava sereno adesso, forse perfino felice - Verrò a trovarti in Europa, hai detto che vi fermerete in Inghilterra per due settimane, vero? -
Tyler annuì - Già, prima di partire per la Spagna. -
- Verrò a trovarti, Wes e Kev mi invitano ogni anno, stavolta potrei farli felici - Gli passai un braccio dietro le spalle e Tyler si fece ancora più vicino, poi appoggiò la testa sulla mia spalla
- Che c'è, Wayright? Non ce la fai a stare sei mesi senza di me? - Scherzò Tyler - non oso immaginare quanto sarai arrapato al mio ritorno ... -
- Non sarò l'unico - Commentai, vedendolo ridere - sei mesi senza sesso. Ci pensi? E' tipo il mio peggiore incubo che prende forma! -
- In realtà non voglio pensarci neanche un istante -
- Esiste quello telefonico però - Ghignai, anche Tyler sembrava intrigato dalla cosa - cosa mi porterai dall'Italia? -
- Wayright, non vado in Europa per fare shopping, ma per studiare architettura -
- Ma io voglio un regalo! -
Tyler sospirò, poi tornò a baciarmi con passione e anche un po' di rabbia - Sei un piccolo viziato di merda. Ti porterò qualcosa, adesso va a riempire la vasca, voglio farti ricordare questa nottata per il resto della tua vita. -
Era stato così, dopo due ore e svariati bagni dopo stentavo a reggermi in piedi, ero crollato sul petto di Tyler, anche lui era distrutto, continuava ad accarezzarmi la schiena nuda con i polpastrelli con movimenti lenti ed delicati. Il profumo del suo shampoo mi cullava, gli piazzai un bacio sul petto, tra il suo nuovo tatuaggio e la pelle pallida.
- Non ho tempo per riposare, l'autobus per l'aeroporto partirà tra un'ora - Sospirai, improvvisamente sentivo uno strano dolore nel petto, era nostalgia mista a paura, mi aggrappai a Tyler ancora con più forza
- Ti porto io in aeroporto, è ovvio. - Commentò Tyler
- Grazie - Un attimo di silenzio colmo di gratitudine, poi quel pensiero disturbante - avevi pensato davvero di ignorarmi fino alla mia partenza? -
- No ... avevo solo bisogno di schiarirmi le idee. Com'è andata la laurea di Romanov, a proposito? Ha cercato di convincerti a prenderlo in moglie? -
Mi venne da ridere, non riuscivo a trattenermi di fronte alle cattiverie gratuite di Tyler - Sei uno stronzo. E' stato gentile, mi ha invitato alla sua festa -
- Oh, ma certo ... gentile. Quel figlio di puttana ... - Lo vidi scuotere la testa, risentito - perché non ci sei andato? -
- E tu perché non ci dai un taglio? - Ribattei, poi gli bloccai il viso tra le mani e lo guardai dritto negli occhi - vogliamo parlare del tuo compagno di squadra? Glen Porter? "Oh Tyler, sei così bravo! Oh Tyler, ti prego, dammi qualche dritta per migliorare!" - Lo imitai, facendo ridere Tyler forte - ho visto come ti guarda nelle docce -
- Che vuoi farci? Sono un figo, non è colpa mia -
Lo fulminai con lo sguardo - Attento a come ti comporterai in mia assenza -
Tyler sembrava confuso - A cosa ti riferisci? -
- Lo sai - Sibilai - sappi che Matt e Juri me lo verrebbero a dire -
- Dirti cosa? Credi che me la farò in giro con qualcuno? - Lo vidi incupirsi, i suoi occhi si fecero stretti in due piccole fessure cattive - non sono io quello che sbava dietro ai giocatori di basket, che frequenta dei professori pervertiti e si lascia drogare da Romanov e compari -
- Ancora con questa storia? -
- Sempre! -
Poi mi piazzò un pugno debole sulla spalla e si scansò da me, lo vidi prendere un lembo del lenzuolo e tirarmelo via da sotto il sedere - Buonanotte, Wayright -
- Ehi! -
- Partiamo tra due ore, lasciami dormire adesso. -
Mi ero svegliato prima del dovuto, forse, invece, non avevo mai dormito davvero, era ancora buio fuori, erano soltanto le quattro e mezzo del mattino e Tyler dormiva beatamente. Pensai che mi sarebbe mancato da pazzi svegliarmi accanto a lui, non avevo avuto idea fino a quel momento di quanto fossi stato fortunato a poterlo vedere ogni mattina, come prima cosa in assoluto, una volta aperto gli occhi.
Era sdraiato su un fianco, il lenzuolo copriva appena qualche lembo della gamba muscolosa, il resto del suo corpo era nudo, aveva allungato un braccio verso l'esterno mentre con l'altro stringeva il cuscino, il suo piede sfiorava la mia gamba, sembrava quasi un angelo ... quasi. Non riuscii a resistere, presi il cellulare dal comodino e scattai una foto, la guardai, il contorno del suo profilo, gli occhi chiusi, dalle ciglia lunghe e nere, le labbra lievemente dischiuse. L'avrei guardata ogni notte prima di rimettermi a letto.
- Wayright, che cazzo fai? -
- Dio! Mi hai fatto prendere un colpo - Biascicai, il mio cuore aveva perso più di qualche battito - e-eri che dormivi -
Quello mi fulminò con lo sguardo - Farò finta di non averti visto scattare quella dannata foto. Credevo che ti bastasse quella del lago - Era già divertito mentre si sollevava dal letto e si stiracchiava, se avesse avuto più tempo avrebbe fatto una serie di flessioni, ma quella volta eravamo di fretta.
- Mi mancherà questa vista - Ammisi, fissando direttamente il suo fantastico sedere sodo e nudo
Tyler rise, si voltò verso di me con la sua migliore espressione sfacciata e maliziosa sul volto, non disse nulla, si limitò a farmi iperventilare mentre iniziava a vestirsi, a malincuore lo osservai coprire tutto quel ben di Dio con t-shirt e pantaloni. Feci anche io lo stesso, di tanto in tanto Tyler passava a disturbarmi, mi diede un bacio sul collo, poi andammo entrambi a lavarci i denti davanti allo specchio.
- Mi mancherà anche questo - Ammisi, mi stavo risciacquando mentre Tyler aspettava il suo turno, combattevo ogni secondo contro la tristezza che cercava di assalirmi
- Appena finiamo qui, andremo a vivere insieme. Non pensare che ti permetterò di andartene dove diavolo vuoi senza venirti dietro -
Lo aveva sussurrato al mio orecchio, lo scrosciare dell'acqua aveva coperto quelle parole, ma non abbastanza da impedirmi di sentire.
- Mi stai ufficialmente chiedendo di dividere casa con te? - Ero senza respiro
Tyler fece spallucce - Non era una richiesta, ti stavo comunicando come andranno le cose. Tutto qui -
Volevo ridere, ma volevo anche piangere, rimasi senza parole, volevo solo abbracciarlo ed essere abbracciato. Ero triste e felice allo stesso tempo, il futuro mi impauriva, ma stavo davvero iniziando a credere che Tyler ci sarebbe sempre stato. Lo vedevo nei suoi occhi, in quella convinzione che non lo lasciava mai. Ero la sua casa, la persona che lo conosceva meglio e l'unica in grado di ferirlo o renderlo davvero felice. Ero io.
Ed anche Tyler lo sapeva adesso.
ANGOLO DELL'AUTORE: Chris e Tyler sono tornati! Come ormai avrete capito dopo un capitolo più divertente ne segue uno più problematico, è così che ho immaginato la loro vita, piena di alti e bassi perché entrambi hanno sempre mostrato un carattere testardo.
Per me è sempre una sorpresa notare quante lettrici sono ancora rimaste qui a leggere la loro storia, ma voglio ringraziarvi proprio per questo.
Al prossimo aggiornamento!
- STEEL -
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro