~13~
"Guarda chi abbiamo qui."dice una voce rude dietro di me cogliendoci di sorpresa.
Pensavo di essere sola invece un gruppo di ragazzi mi circonda.
Il mio sesto senso non smette di dirmi SCAPPA. Ma nonostante tutto ciò rimango ferma dove sono incapace di capire chi sono e soprattutto quello che sta per succedere.
"La nostra Eve. Quanto ti abbiamo cercato.."dice un altro ragazzo con un ghigno.
"Ehm..credo che state sbagliando persona..io non mi chiamo Eve.."dico con un filo di voce.
Il gruppo inizia a ridere indicandomi mentre parlano tra di loro.
"Invece sei proprio tu quella che stiamo cercando."dice il primo.
"Mi dispiace contraddirvi ma non sono io."dico girandomi e mettendomi a camminare per allontanarmi da loro.
Troppo facile.
"Ehi tu! Dove credi di andare!"dice uno di loro afferrandomi per un braccio girandomi di scatto senza mollare la presa.
"Lasciami!"urlo cercando di staccarmi da quella morsa forte.
"Sta zitta!"mi urla dandomi uno schiaffo sul viso.
In un millesimo di secondo una figura nera scatta verso il gruppo con una velocità assurda quasi non umana, facendolo cadere tutti all'indietro.
"Che cazzo!"urla uno di loro.
"Provate a toccarla ancora e vi giuro che vi spacco la testa!"urla con voce piena di cattiveria la misteriosa figura.
Quella voce..
Il cuore inizia a battermi forte senza capire il perché.
"Chi ti credi di essere eh?!"domanda uno del gruppo.
"Sono il supremo. E ti basta per andartene."dice con sicurezza la figura.
"Brendon lasciamo stare. Andiamocene."dice il ragazzo più vicino.
"Non finisce qui."urla il primo verso la strana figura e verso di me con occhi minacciosi.
Il gruppo se ne va lasciandoci soli.
La strana figura si gira e rivela la sua identità.
Quel fastidioso ragazzo.
"Stai bene ragazzina?!"mi domanda porgendomi una mano per aiutarmi ad alzare.
Guardo incerta la sua mano e alla fine la prendo sollevandomi.
Annuisco silenziosamente.
"Che ci facevi in questa brutta zona a quest'ora della notte?"mi domanda squadrandomi.
Potrei farti la stessa domanda.
"Ero da una persona.."rispondo vaga.
Mi guarda sospettoso dopodiché mi invita a seguirlo senza mai lasciarmi la mano.
"Non devi frequentare questa zona a quest'ora. È poco raccomandabile..soprattutto per te."dice il ragazzo stranamente non con tono arrogante.
Sembra quasi in altra persona rispetto a quello che era stato oggi a scuola.
Usciamo fuori dal quartiere immergendoci in una lunga strada illuminata, avvicinandoci verso un auto nera.
"Sali. Ti riporto a casa."dice.
Lo guardo incerta anche un po' impaurita.
"Puoi fidarti ragazzina."mi dice indicando l'auto.
Apro la portiera ed entrò nella calda auto.
Finalmente un po' di calore penso rilasciando un sospiro profondo.
"Va meglio?"mi domanda guardandomi preoccupato.
"Si grazie.."
Mi allunga di nuovo una mano verso di me presentandosi."piacere Alessandro."
Afferro la mano e la stringo quanto basta."Rosy.."
A sentirmi pronunciare il mio nome vedo il suo viso addolcirsi terribilmente rilasciando un sorriso tenero.
Mi si scalda il cuore..
Dopodiché tossisce imbarazzato guardando la strada davanti a se tornando duro e freddo come a scuola.
"Puoi mettere un po' di musica?"domando incerta.
Lui mi guarda e mi lancia un occhiataccia.
"No."mi risponde secco.
Lo guardo scioccata chiedendomi perché tutto ad un tratto ha cambiato umore e soprattutto come ho detto il mio nome sembrava essersi sciolto.
"Ehm..quanti hanno hai?"domando.
"Senti ragazzina. Fammi un piacere per tutto il tempo che passeremo insieme ti conviene stare in silenzio okay?"mi domanda in tono poco gentile.
Annuisco intimorita facendomi piccola piccola sul sedile.
"Se vuoi la dietro c'è una coperta..basta che mi lasci in pace."continua.
Mi giro sul sedile del passeggero e afferro il plaid rosso avvolgendomici intorno.
Passa più di mezz'ora quando finalmente arriviamo fuori casa mia sotto le mie indicazioni. Il viaggio è stato qualcosa di super imbarazzante, per non parlare del fatto che la legge principale era quella di non parlare.
Scendo dal l'auto restituendo il plaid."ehm..grazie di tutto!"dico tremando dal freddo.
In fondo mi ha salvata da quel gruppo che aveva intenzione di farmi sicuramente del male.
Alessandro mi guarda duro allontanandosi senza nemmeno salutare.
"Beh ciao eh.."dico a voce alta.
Lo guardo allontanarsi, infine decido di entrare in casa.
Appena varco la soglia mio padre arriva furibondo.
"Dove sei stata per tutto questo tempo?!"chiede quasi urlando.
"Ehm ciao papà.. Scusa per il ritardo.."dico abbassando lo sguardo verso il basso.
"Ti rendi conto di quanto ero preoccupato?! Ho provato a chiamarti sul cellulare in infinita di volte ma niente spento!"
"Mi si è scaricato...perdonami se ho fatto tardi..ma oggi c'era lo sciopero dei pullman.."dico superficiale, non voglio dirgli niente di Alessandro e soprattutto del gruppo di ragazzi.
"Ah.."dice lui placandosi."beh vatti a cambiare e dopo scendi in cucina.. È pronta la cena."
Annuisco salendo in camera e mi cambio velocemente scendendo di nuovo giù per la cena.
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