XXIX.
Ereṡìa, s. f. [dal latino Haerĕsis, a sua volta derivato dal greco αἵρεσις, «scelta»]
Un uomo oltrepassò claudicante il muro di nebbia, poco più che uno spettro fra i resti defunti della roccaforte.
Si erse tossendo al di sopra delle macerie, il volto imbiancato di calce e sangue fresco.
Arrancò verso ciò che rimaneva del molo con la veste stracciata a svolazzargli dietro la schiena, e la corazza cigolante nel silenzio innaturale di quel morto.
Reggeva fra le braccia una bambina, e lei si reggeva a lui, le piccole braccia avvinghiate incoscienti attorno al suo collo.
Nel baluardo dei blasonati fedeli, verrà alla luce persona non vera.
L'uomo crollò in ginocchio sulla riva deserta.
Nessun rumore, nemmeno il rombo eterno dei cannoni.
Non vi era più niente, né in Francia né altrove.
Anima audace dentro fragile corpo.
L'uomo posò il corpo esanime della bambina sulla candida sabbia del nulla.
Il baratro gli sorrise dietro un manto di specchi invisibili, là, sopra quelle infinite, sbiadite nubi grigie...
Scompariranno i bagliori dell'ultima era.
Portò lo sguardo a seguire i contorni di quella che una volta i suoi simili avevano conosciuto con il nome di La Rochelle.
Fu un istante futile, ricolmo di una malinconia fine a se stessa.
Ma, nonostante tutto, l'uomo continuò a guardare.
Dietro le alte cuspidi del castello storto.
«Veronique...» sussurrò, chinando il capo verso la bambina dai capelli dorati.
La risposta del soffio del vento non lo saziò.
«Veronique» ripeté, immergendo la mano rivestita di cuoio nell'acqua biancastra.
Per metà pura e per metà ribelle.
«Svegliati... ti prego...»
L'uomo vacillò.
Fu sul punto di cadere in acqua, ma riuscì per miracolo a reggersi puntando gli stivali nel fango dipinto di rosso.
Soltanto le rovine parvero essere sue testimoni.
Scatenerà fra i suoi palmi i dardi del Cristo.
L'uomo sollevò la mano, concedendo alle gocce di scivolare sul viso della bambina.
Le vide bagnarle una guancia, disegnando ricami densi di distruzione.
Il medesimo sterminio che lei stessa aveva provocato, inconsapevole, irresponsabile, completamene ignara di ciò che il suo gesto avrebbe portato all'intero genere umano...
Per troppi secoli prigionieri delle pergamene gemelle.
«Veronique...»
L'uomo pianse lacrime di sangue.
Avvicinò il volto al suo, sfiorandole la fronte con le labbra impregnate di foschia.
«Mi dispiace...»
L'eterno attimo giungerà non visto.
«Mi... dispiace...»
Alzò implorante la testa verso i detriti, come se avessero davvero posseduto l'unico potere in grado di risvegliarla da quel sonno ingiusto.
Solo il padrone della progenie potrà fermare il dissesto.
Gridò contro l'infinito, e per un attimo fu un tutt'uno con la fine.
Lo percepì.
Oh, sì.
Lo avvertì distintamente sotto lo strato di sangue che ancora ricopriva la sua faccia.
Mentre sul suo volto campeggerà l'astro degli obliati.
L'uomo affondò disperato la mano nell'acqua.
Si ripulì con gesti convulsi da quel marchio indelebile, schifosamente rosso.
Non ricordava più il suo nome.
Evanaître?
Non ricordava più nulla.
Prima che calino le tenebre sorgerà il tempo della rivelazione.
Si ritrovò bocconi sulla rena, risvegliandosi innumerevoli e innumerevoli volte nello stesso momento.
Ansimò al cospetto della vacuità più assoluta.
Quasi non sentì le piccole, cinque dita pallide strette attorno al suo braccio.
E ritorneranno galoppando dubbi mai fugati.
«Armand...»
L'uomo voltò la testa, si rialzò.
Si prostrò davanti alla bambina, cingendole con le sue braccia il corpo tremante.
Una scia di sangue si aprirà dietro i piedi del padre.
«Veronique...» bisbigliò, respirando l'odore del prodigio. «Sei viva... tu sei viva...»
Lei si strinse a lui come soltanto i cuccioli sono in grado di fare. «Armand, cos'è successo...?» Si guardò intorno, allungando il collo oltre le spalle dell'uomo. «Che cosa...?»
Finché l'epoca delle sfide continuerà a fiorire.
«No» disse l'uomo, coprendole gli occhi. Soffrì nel vederla lottare, ma non mosse un dito per svelarle la verità. «Non guardare, Veronique. Va tutto bene... presto... presto saremo a casa.»
E il prescelto saprà rivoltare il potere contro le forze ladre.
Alla fine, la bambina decise di fidarsi. Si abbandonò fra le sue braccia, e docile si fece sollevare dall'uomo. «A casa, Armand? Da mamma e papà?»
«Sì, Veronique.» Lentamente, l'uomo riprese la sua marcia verso l'ignoto. Dopo i primi, dolorosi passi, scelse di non guardarsi più in dietro. «Da mamma e papà...»
E gli ingannatori del reame diviso dovranno, schiacciati, morire.
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