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XVIII.



"All'intelligenza saranno chiari taluni fatti orribili

solo quando il destino sarà compiuto."


Miquèl de Nostradama,

meglio noto con il nome di Nostradamus.




Procedeva a tentoni, sotto i panni stesi ad asciugare al sole.

Non ricordava cosa l'avesse spinto ad avanzare in quella direzione, ma sapeva che in qualche modo avrebbe trovato il suo angelo laggiù, infondo a quella sarabanda di stoffe variopinte.

«Madeleine...»

Ne era certo, come era convinto di essere sul punto di commettere uno degli sbagli più grandi di tutta la sua vita.

Eppure non avrebbe mai arrestato il suo passo.

Non si sarebbe mai voltato indietro, a scrutare l'imboccatura deserta del vicolo.

Non avrebbe mai deciso di far ritorno in quel palazzo traboccante di morte, a guardare negli occhi un ragazzo in agonia e a cercare di nascondere i suoi peccati alla vista dell'Inquisitore Chevalier.

«Madeleine!»

La sua voce venne attutita dagli stracci e dalle vesti attorcigliate attorno allo spago.

Armand alzò disperato la testa, scostando i cenci con il dorso della mano, e scorse i battenti di una finestra schiudersi come il coperchio di uno scrigno. Con l'unica differenza che ciò che quella finestra celava era mille e mille volte più prezioso del contenuto di qualsiasi forziere.

«Armand...» Era lei: il suo sussurrare gli era ormai inconfondibile.

Armand si schermì dal sole per guardarla sporgere la testa dal parapetto.

«Che cosa ci fai qui?» domandò Madeleine. Aveva i capelli sciolti sulle spalle, e l'incantevole pallore del viso risaltava come una piuma di colomba in mezzo ad un mare di penne di corvo. «Non dovresti essere a palazzo?»

Armand poggiò una mano sul muro per non rischiare di svenirle di fronte. Quella fuga insensata lo aveva sfibrato più di una notte passata a pregare inginocchiato davanti all'altare. «Volevo vederti.»

Madeleine allontanò le mani dalla finestra. «Sali.»

«Sa...salire?» Armand non si sarebbe mai aspettato un ordine del genere. Era sicuro che avrebbe dovuto supplicare prima il suo perdono per quel pomeriggio sul campanile, per ottenere un simile permesso. «N-Ne siete convinta...?»

«Altrimenti perché pensi che te l'avrei detto, Armand?» rise Madeleine. «Coraggio, vieni su. La porta è sul retro.»


***


Era una catapecchia vecchia almeno di una cinquantina d'anni, forse addirittura dell'epoca della guerra dei tre Enrichi. Madeleine la divideva con i ratti e con un'altra mezza dozzina di miserabili.

«Madeleine» chiamò Armand, ai piedi della scalinata. «Dove devo...»

«Seconda porta a destra!» sentì strillare.

Armand sollevò l'orlo dell'abito talare e cominciò a salire. Temeva che il cuore gli avrebbe presto aperto un foro in petto grande quanto una palla di cannone.

Non rammentava un'altra situazione che l'avesse messo in un tale fermento prima d'ora, neppure il colloquio al Vaticano con il Santo Padre in persona; e, ad ogni gradino che scompariva sotto la suola dei suoi calzari di cuoio, rimuginava il bacio che Madeleine gli aveva lasciato quasi per sbaglio sulle labbra tre giorni prima...

Ora lo rimembrava con le stesse tinte sfocate di un sogno fatto da bambino, quando si è ancora troppo piccoli per distinguere quelle visioni dalla realtà.

Armand tese in avanti la mano, premendo il palmo sul legno dell'uscio. Non esisteva maniglia: nulla, fuorché una piccola spinta del braccio, l'avrebbe più separato da Madeleine.

«Entra, avanti. Non avere paura.»

Armand obbedì sobbalzando. Ora avrebbe finalmente compreso fin dove sarebbe stato in grado di spingersi prima di crollare definitivamente nella viscida voragine del peccato. «M-Mi dispiace...»

Madeleine lo attendeva seduta su una poltrona di vimini, il mento appoggiato sulle nocche della mano destra.

«Stavate...» Armand inghiottì a vuoto, quando vide che indossava solamente la sottoveste. E cercò in tutti i modi di deviare il suo sguardo dalle gambe accavallate dell'angelo. «Stavate aspettando qualcuno...?»

Madeleine sbatté le palpebre. «Sì» ribatté, fissando il vescovo. «Tu.»

Armand si pietrificò davanti al varco, a metà strada fra la salvezza e la condanna. «Perché?»

Madeleine gli fece segno di voltarsi. «Chiudi la porta.»

Armand eseguì l'ordine come un soldatino giocattolo; il tonfo sordo dell'uscio contro lo stipite gli rimbombò fin dentro lo spirito. «Perché l'avete fatto...?»

«Che cosa?» domandò Madeleine.

«Quel bacio» replicò Armand. «Tre giorni fa.» Chinò il capo, puntando casualmente gli occhi sui piedi nudi della giovane donna. «È tutto così sbagliato...»

«Che cosa c'è di sbagliato in questo, Armand?» Madeleine si spostò sorridente una ciocca ribelle dietro l'orecchio. «Non è stato forse Dio a comandarci di amare?»

Armand indietreggiò fin quando non sbatté la schiena contro la porta sbarrata. Non vi era mai stata alcuna via di uscita: avrebbe dovuto saperlo fin dall'inizio. «Non... così. Io ho fatto un voto, Madeleine.»

«Un voto che desidereresti non aver mai pronunciato.» Lei si alzò senza un suono dalla poltrona, e sinuosa avanzò d'un passo. «Non è così, Armand?»

Il vescovo di Luçon tentò invano di sottrarsi al suo sguardo. I suoi immensi occhi blu l'avevano ormai corrotto per sempre. «Non dovrei essere qui.»

«Sei tu che hai scelto di incontrarmi di nuovo.» Madeleine gli sfiorò la guancia con l'indice. «Avresti potuto rimanere a palazzo, ma hai scelto di ascoltare il tuo cuore.»

«N-Non ha senso» balbettò Armand. «Niente ha...»

Madeleine lo zittì posandogli il dito sulle labbra. «Sssh, signor vescovo. Stai solo cercando di perdere tempo.»

Armand percepì il tocco delle sue mani intorno ai bottoni dell'abito, ma non mosse un muscolo per fermarle. Né per smettere di ascoltare la voce di Madeleine.

«Siamo cattolici, Armand, non santi.» L'angelo carezzò i bordi della catenella del crocifisso. «E so che per te questo ha più senso di tutto lo schifo che hai visto fin'ora.»

Armand spalancò la bocca. «Come fate a sapere...?»

Madeleine la coprì con la sua, senza più attendere oltre. Si staccò soltanto quando avvertì il fremito di Armand, stretto contro il suo corpo. «Si finisce per conoscere tutto, delle persone di cui ci innamoriamo» mormorò, sorridendo. «Non è così, signor vescovo?»

Armand chiuse gli occhi. Riprese timoroso a baciare Madeleine, quasi febbricitante, mentre lei si liberava languida dal vestito ormai inutile.

Il crocifisso cadde ai suoi piedi qualche secondo dopo, ma lui non vi prestò la minima attenzione.

Cristo non era mai stato così lontano e così vicino come ora.

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