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I.


PARTE PRIMA



"Pour extirper l'hérésie, nous devons donc engager à notre tour?"

"Per estirpare l'eresia, dobbiamo dunque commetterla a nostra volta?"


Armand-Jean du Plessis de Richelieu, cardinale di Santa Romana Chiesa, duca di Richelieu, primo ministro di Francia, anno del Signore 1628




"Senza piede o mano, dente aguzzo e forte,

Dal globo al forte del porto e il maggiore nato,

Presso il portale per la prima volta si trasporta,

Selene riluce, piccolo, grande viaggio.


Flotta Francese per appoggio di grande armata,

Del grande Nettuno, i suoi tridenti soldati,

Consumata Provenza per sostenere la grande banda,

Più Marte Narbonne con giavellotti e dardi.



La fede punica in Oriente spezzata,

Gange, Indo, Rodano, Loira, Tago, cambieranno

Quando dello stomaco la fame sarà saziata,

Flotta dispersa, sangue e corpi galleggeranno.



Euge,Tamins, Gironde e La Rochelle, 

O sangue troiano! Marte al porto della Freccia,

Dietro il fiume al forte sarà messa la scala,

Picche di fuoco, grande uccisione sopra la breccia."


Miquèl de Nostradama, 

meglio noto con il nome di Nostradamus.




Un fischio acutissimo e crescente preannunciò la detonazione, mentre i moschettieri si affannavano a far da scudo con i loro corpi.

Dietro quella muraglia di carne, piume e metallo, Luigi XIII, per grazia di Dio re di Francia e di Navarra, parve trattenere il respiro in attesa del colpo.

«Sire, state giù!» Armand-Jean du Plessis de Richelieu lo costrinse rispettosamente a chinare la testa per non rischiare di vederlo ferito dalle schegge.

La palla di cannone s'infranse a meno di venti metri dalla scorta reale con un fragore spaventoso.

«Pour la France!»

Il ventre della banchina si trasfigurò in un baratro di sangue e legname.

«Pour le cardinal!»

Un turbinio di terra e scaglie di piombo piovve loro addosso tintinnando sulle armature.

«Pour la gloire de Dieu!»

La terra rimbombò fin nel profondo, come vittima del più terribile dei terremoti.

«Pour la gloire du royaume!»

Nella sincope del massacro, soldati con le croci di Lorena cucite sulle maniche delle divise uscirono correndo dagli anfratti delle trincee e si gettarono verso il ponte di barche.

«Pour le roi! Pour Sainte Mère l'Église!»

Luigi si risollevò tenendosi ancora la testa fra le mani guantate, mentre raffiche di archibugi caricati a dovere esplodevano qualche metro più in là. «Dio Onnipotente, Richelieu... ma cos'è stato?» Il re si guardò intorno come un bimbo spaurito. «È sempre così, quaggiù? Oppure hanno aggiustato il tiro dei cannoni sapendo che sarei venuto a farvi visita?»

«No, Sire.» Il cardinale fece segno ai moschettieri della scorta di riprendere il cammino verso il padiglione. Poi afferrò il re per un braccio, e continuò a trascinarlo dietro di sé. «Purtroppo la situazione è tale da più di sei mesi, e tutto a causa del Grimorio.»

Il sibilo dell'ennesimo proiettile obbligò il cardinale a spalancare le braccia. Per un infimo istante, smarrito nella caligine della battaglia, Richelieu parve uno spaventapasseri scarlatto conficcato nel terriccio dell'isola nera.

«Proteggete Sua Maestà!» Jean Caylar d'Anduze de Saint-Bonnet, capitano della Guardia Reale, gridò l'ordine a spada sguainata. «Proteggete il cardinale!»

Il getto di melma sollevato dal colpo disegnò un lurido arabesco davanti allo sguardo impassibile di Richelieu, che alzò le mani per proteggersi dagli schizzi. «Non perdiamo altro tempo, capitano.» Voltatosi verso il suo re, la corazza chiazzata di luridume, riacquistò immediatamente la presa sulla manica del giustacuore. «È soltanto un po' di fango.»

I resti di quella che una volta doveva essere stata la bandiera di Francia ricaddero loro intorno vorticando furenti, come farfalle senza più ali.

«Il nostro Grimorio...» Un guizzo di puro terrore attraversò gli occhi sgranati di Luigi, che ebbe appena la forza per balbettare: «Hanno... già compreso come utilizzarlo, dunque?»

Richelieu si voltò senza rallentare il passo, come indispettito. Esitò per qualche secondo, ma il silenzio – era forse mai esistito, lì, alla Rochelle? – venne subito coperto dalle remote bordate dei mortai ugonotti. «Potrei quasi rispondere di sì, Sire, ma è chiaro che vi starei raccontando una menzogna.» Con un gesto stizzito della mano si nettò dalla mota che aveva imbrattato le braccia del suo crocifisso d'argento. «Se avessero già finito di decifrarne il testo, tutto il testo, noi non saremmo qui a parlarne, non vi pare?»

Luigi abbozzò un timido sorriso di sollievo, il colletto di pizzo già annerito dalla polvere da sparo. «Come sempre avete ragione, mio caro cardinale.»

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