Fregad 20:30

- Even, é ora - disse suo padre bussando.
- non sono ancora pronto - disse Even agitato.
- figliolo, stai benissimo - disse Sven al figlio. - andrà tutto bene. É solo un concerto -
- con i genitori di Isak. É la prima volta che li incontro - disse Even super agitato. - voglio che si perfetto -
- gli piacerai. É impossibile non adorarti - disse il padre tranquillizzandolo.
- finché non sapranno che sono bipolare. A quel punto non mi vorranno attorno ad Isak - disse Even sicuro. - questo stupido cravattino non si vuole allacciare -
Sven sapeva quando la bipolarità pesasse ad Even. Lui non accetta quella parte, pensava che tutti lo allontanassero e faceva male vederlo così. Even non era a suo agio sulla sua malattia e pensava che prima o poi Isak l'avrebbe lasciato o qualcosa li allontanerà.
- devi star calmo, Even. Non é così, i suoi non ti allontaneranno da lui - disse suo padre aiutandolo con il cravattino. - sei speciale, Even. Non lo dico solo perché sono tuo padre. Sarai fortunato ad averti anche se non fossi mio figlio -
Isak guardò la scena da fuori, guardava padre e figlio abbracciarsi e sorrise.
Il suo Even di fronte allo specchio a sistemarsi i capelli, con quella camicia, gilet e pantaloni e in più il cravattino. Gilet e cravattino era di un azzurro come i suoi occhi e il resto tutto bianco. Era così angelico, gli mancavano solo le ali.
Tornò in salotto ad aspettarlo e rimase senza parole quando lo rivide. Era veramente perfetto ma tanto fragile dentro.
Isak si andò incontro e lo baciò.
- sei meraviglioso. Sei un angelo, piccolo - disse Isak con occhi innamorati.
- un angelo? Sono lontano da esserlo - disse Even ridendo. - sei tu un angelo, Isak. Il mio bellissimo e premuroso angelo custode -
Fronte contro fronte, dita intrecciate e nasini che si incontravano.
- tu sei il vero angelo - continuò Even prima di baciarlo.
Salutarono Ingrid e Sven e mano nella mano raggiunsero i genitori di Isak che li aspettavano in un teatro.
- loro sanno che... - chiese Even nervoso.
- che sei un meraviglioso fidanzato? Oh si lo sanno - disse Isak anticipando la sua vera domanda.
Loro sanno che sono bipolare? Era questa la domanda che stava per dire Even.
- Isak, sai che intendevo - disse Even insistendo.
- Even, non é la tua bipolarità a fare quella meraviglia che sei. É solo una parte. Tu sei Even : un figlio dolcissimo, un amico prezioso, un fidanzato fantastico e sexy e soprattutto una persona intelligente, in gamba e divertente. Tu sei Even. Non devi pensare solo alla tua bipolarità - disse Isak prendendolo per il viso con le mani. - devi credere in te, Even. Devi lasciarti andare e smettere di pensare che la gente ti allontaneranno solo per la tua malattia -
Even gli venne da piangere dalla commozione, Isak era fantastico e sapeva che aveva ragione ma era così difficile. Si aggrappò ad Isak, restarono abbracciati per un po e poi entrarono nel teatro.
I genitori di Isak furono molto carini con lui, tutto il nervosismo sparì e dopo aver messo i cappotti nel guardaroba, andarono a sedersi nelle poltroncine. Quella musica da pianoforte era così angelica. Catturò molto ad Even. Mettendogli in testa una volta cosa: imparare a suonare una melodia per Isak. Isak vide che Even ne era incantato e ne fu contento.
Per tutto la pausa non parlo d'altro di quella musica, i suoi genitori erano molto colpiti da Even e dal suo modo di fare.
- hai un fidanzato eccezionale, tesoro - disse sua madre con un sorriso.
Le cose con lei andavano meglio. Even non l'aveva solo aiutato ad uscire dalla sua falsa vita ma anche ad accettare le persone con malattia mentale tra cui sua mamma.
Era diversa ma forse era lui che era cambiato.
- si lo é - disse Isak guardando suo padre parlare con Even.

Qualche minuto dopo...

I suoi genitori andarono a prendere da bere, Isak era di ritorno dal bagno e non trovava più Even vicino al guardaroba e si guardò intorno.
Dov'era finito?