Capitolo 2 : Attraverso lo specchio
JADE
Fissavo la finestra, ero annoiata. Mi distaccai dal banco per appoggiare la testa sul vetro. Osservavo i miei occhi riflessi sul vetro, il grigio dell'iride si mimetizzava con lo smog emesso da un'auto di passaggio, i miei capelli castani erano raccolti in una coda e giocherellavo coi capelli per la noia. Mi misi a contare le macchine passare sulla strada.
<<Signorina Miller, presti attenzione alla lezione!>> disse la prof con tono deciso, le rughe del suo viso si incresparono ad ogni parola, mentre i suoi occhi erano accusatori.
Non avevo mai avuto simpatia per la prof.Saija, era piuttosto severa e diventava paonazza alla minima infrazione. Benchè la sua piccola statura e i vestiti fuori moda non facessero paura.
Al richiamo però sussultai per un attimo. Notai l'orologio: segnava le 12:58pm, era quasi ora di andare.
-Meglio non farla arrabbiare.- pensai.
<<Scusi mi ero distratta.>> ammisi.
<<Come pensi di prepararti all'esame se ti comporti così?!>> disse irritata.
Non risposi, mi limitai ad abbassare leggermente il capo sui libri mettendomi una mano sulla fronte per nascondere il mio sguardo stufo.
Suonò la campanella.
<<Finalmente liberi.>> disse Michael seduto dietro di me.
Presi le mie cose e uscii dalla classe dirigendomi verso il mio armadietto, probabilmente ero l'unica ragazza a non averlo personalizzato, infatti il blu della pittura era intatto e l'armadietto in questione veniva utilizzato solo per lo scambio di libri tra una lezione e l'altra. Appena arrivata la mia migliore amica Astrid, una ragazza bassa, con gli occhi verdi e capelli biondi, venne da me correndo e urlando: <<É successo ancora!>>
<<Cosa? Astrid sta calma.>> cercai di tranquillizzarla.
<<Tuo fratello è nei guai.>> non la smetteva di muoversi.
<<Portami da lui.>> divenni seria alla notizia.
Posai le mie cose e seguii la mia amica, ci dirigemmo nel corridoio che portava alla palestra della scuola e lì, di fronte all'aula di biologia, vidi mio fratello gemello Nicholas che faceva a botte per l'ennesima volta, infatti succedeva tutte le settimane. Non era un ragazzo scontroso ma non sopportava le ingustizie e il suo carattere mite lo rendeva una facile preda per i bulli.
Eppure le cose non si mettevano bene per mio fratello, ma nonostante fosse più alto di me aveva un fisico magro e non poteva nulla contro tre ragazzi della squadra di football scolastico.
<<Basta. >> urlai.
Attirai verso di me la loro attenzione, continuarono a picchiarlo, mi avvicinai per prestargli soccorso, mentre una piccola folla si stava radunando tutta intorno. Nel tentativo di aiutare Nicholas subii un colpo e caddi a terra, non mi feci niente, ma mio fratello vedendo la scena si scurì in volto.
<<Come avete osato toccarla?>> ripeteva mentre subiva.
<<Come avete osato toccarla!>> ripeté alzando la voce tra un pugno e l'altro...
Stavo provando una strana sensazione come se la temperatura si fosse alzata di colpo, d'un tratto sembrava piena estate. Gli occhi di mio fratello si fecero di un rosso intenso, sostituendo il solito marrone. Un'espressione dura gli comparve in viso, i lunghi capelli castani ondeggiavano mentre subiva colpi, ma era come se non li sentisse.
All'improvviso il ragazzo che lo stava trattenendo urlò:
<<Aaah scotta.>>
Lasciò Nicholas, aveva la giacca della squadra tutta bruciacchiata, corse via a togliersela, mentre gli altri due guardarono increduli.
A voce bassa tra la folla si sentiva: <<Cosa é successo?>>.
<<Non capisco.>> diceva un'altra voce.
Il mio gemello aveva uno sguardo spiritato, gli occhi cambiarono un'altra volta, divennero blu come il ghiaccio; guardò i suoi aggressori, il primo fece un passo indietro, il secondo non ne ebbe il tempo; mio fratello lo afferrò per il gomito e il ragazzo gemette, s'intravide il terrore nei suoi occhi, nell'aria si manifestò una strana brezza gelida come se l'inverno avesse deciso di farci un saluto; il giocatore di football non ebbe il tempo di reagire che si ritrovò a terra. L'ultimo rimasto prese parte allo scontro caricando un pugno verso mio fratello, lo colpì in pieno volto, il naso gli sanguinava, ma sembrava che a lui non importasse; prese il malcapitato e lo sbatté contro il muro dell'aula di biologia, proprio sugli appendiabiti.
Nicholas preso dalla furia solo con il tocco della mano fuse il metallo che conteneva, fondendolo alla giacca del ragazzo che rimase come incastrato, nel frattempo gli occhi ridivennero rosso fuoco.
<<Fermo Nick!>> dissi a mio fratello.
Mio fratello, sentendomi, si calmò e fece un respiro profondo. Vide che stava per dare un pugno al ragazzo e si fermò come ripresosi da una trance. Mi tese la mano nel tentativo di rialzarmi e disse:
<<Che cosa è successo? Stai bene?>> mascherando la rabbia, tornò il marrone nei suoi occhi.
<<Sì, non mi sono fatta niente, m-ma come hai... >> non finii la frase incredula.
Nick scosse il capo.
<<Dobbiamo andare. >> disse Astrid agitata.
<<Ok, andiamo a casa mia. >> aggiunsi.
<<Ora!>> la mia amica era stranamente preoccupata.
Uscimmo da scuola e ci incamminammo in tutta fretta verso casa.
ETHAN
Arrivai nel regno degli umani. Grazie alla magia ai loro occhi sembravo un ragazzo come tanti. Le ali ritratte, le spade trasformate in due bracciali d'argento; mi vedevano come un ragazzo alto, con fisico atletico, la carnagione olivastra e gli occhi nocciola memtre miei capelli sono di media lunghezza e spettinati con la tonalità più scura di biondo. Avrei ventuno anni terresti, ma il mondo laggiù era diverso dal mio. Correva l'anno 2107, l'umanità era uscita dalla guerra più grave della propria storia. Le popolazioni erano decimate, le armi da fuoco e la maggior parte della tecnologia ormai erano passate, per il patto di amnistia che vietava utilizzo e fabbricazione; questo però non rendeva gli umani più deboli perché a quanto pareva c'era un'élite chiamata l'Ordine, gli unici a sapere di noi.
Era buio, la pioggia non finiva di cadere e m'incamminai. Vidi una luce venire verso di me, era abbagliante, impugnai le Azra, poco dopo la luce si fermò ed era lì di fronte a me, emetteva uno strano suono acuto.
-Che strana creatura.- pensai.
<<Levati dai piedi!>> disse qualcosa dentro la luce.
Restai fermo, non dovevo attirare l'attenzione, dopotutto essere un'ombra in questo mondo era il mio scopo; un uomo anziano scese da quella cosa, non sembrava pericoloso così misi via le spade che scomparvero all'istante, tornando dei bracciali.
-Allora era una specie veicolo, mm interessante. - dissi tra me e me.
<<Vuoi toglierti dalla strada!>> ripetè irritato l'uomo.
Mi spostai e l'uomo proseguì per la sua strada, col suo trabiccolo. Tornai al mio percorso, camminai sotto la pioggia, la sensazione dell'acqua che cadeva sulla mia testa stava cominciando a piacermi. Ad un certo punto un fulmine portò alla mia attenzione, un cartello:
"Welcome to MoonLight "
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Più tardi quel giorno, la pioggia aveva smesso e il sole era spuntato. Stavo esplorando la cittadina, era molto tranquilla.
Fino a che del chiasso attirò la mia attenzione, mentre dei ragazzi stavano uscendo da un edificio.
-Se non ricordo male le lezioni del maestro Radius sul mondo degli uomini, quella dovrebbe essere una scuola- pensai.
Meglio che vada a dare un'occhiata.
Nulla di difficile, passai inosservato fino a che mi ritrovai davanti ad una piccola folla e m'incuriosì, tre ragazzi ne stavano picchiando un quarto.
<<Bha, debolucci questi ragazzi. >> dissi a bassa voce.
Poco dopo vidi una ragazza con i capelli castani e gli occhi grigi, aveva dei lineamenti dolci e stava cercando di prestare soccorso al ragazzo moro preso di mira, ma fu subito scaraventata a terra. Da lì a poco assistetti a una scena molto interessante: il ragazzo mise KO gli altri tre con dei trucchi che molti non notarono.
-Si, sono nel posto giusto. Quello è uno stregone elementale.- pensai.
Un tipo di stregone capace di dominare uno di quattro elementi, era raro vedere chi fosse capace di usarne più di uno e questo ragazzo poteva essere il mio passaporto per scoprire qualcosa sull'Ordine. Decisi di seguire il ragazzo fuori da quel luogo.
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