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UN RAGAZZO NORMALE

La mattina seguente Draco si alzò prima di tutti gli altri, non aveva dormito da quanto era preso dalla sua missione. Aprì il suo baule, si infilò la divisa di Serpeverde e si appuntò la spilla da prefetto al petto. 
Almeno era riuscito ad ottenere quella carica "onestamente" e Lucius ne era rimasto colpito quando lo era venuto a sapere, due anni prima. A Malfoy piaceva avere un briciolo di potere sui suoi compagni di scuola, ma soprattutto quando gli era stato comunicato di essere diventato un prefetto, voleva a  tutti i costi incastrare Harry e i suoi amici da quattro soldi. Nel scoprire, però, che sia quel traditore del suo sangue di Ron Weasley e la Sanguesporco della Granger avevano ottenuto anche loro quella carica quasi gli faceva schifo.

Si infilò le scarpe, prese la bacchetta da sotto il cuscino e uscì dalla stanza. Si mise ad aspettare davanti al camino ormai spento nella Sala Comune deserta. Si sedette su una poltroncina di velluto e si mise ad osservare la piovra gigante, che in quel momento stava dormendo appiccicata con i suoi tentacoli su una delle grandi vetrate.
Stava iniziando a perdersi nei suoi pensieri quando qualcuno gli mise una mano sulla spalla, quel gesto lo aveva visto fare un sacco di volte dai suoi genitori, gli ricordava suo padre e questo lo fece rabbrividire. Si voltò e Pansy gli sorrideva da dietro lo schienale della poltrona.
"Che ci fai in piedi così presto?" Gli chiese sedendosi in braccio a lui. Era ancora in pigiama, color verde smeraldo, corto che lasciava scoperte le cosce. Draco gli appoggiò una mano sulla gamba, era calda e a contatto con la sua mano fredda lei venne scossa da un brivido. Pansy lo stava fissando con i suoi occhi verdi, si morse il labbro inferiore senza dire nulla. 
Senza pensarci Malfoy la baciò, per un po' non voleva pensare a niente, le appoggiò una mano sulla guancia e l'altra la affondò nei capelli castani di lei per tirarla di più a se. Pansy venne presa alla sprovvista, ma appena capì cosa stava succedendo lo baciò intensamente, le loro lingue si incontrarono, bramose. Lui baciava per disperazione, per non pensare ad altro, per essere un ragazzo di sedici anni come tutti gli altri. Lei si perse completamente in lui, follemente innamorata. Si strinsero ancora di più, ma quando Pansy si aggrappò al suo braccio sinistro Draco, lui si staccò bruscamente alzandosi in piedi, quasi la fece cadere a terra.
"Che ti prende Malfoy?" Chiese lei riprendendo l'equilibrio e sistemandosi i vestiti. 
"Lasciami stare ok?" Disse lui passandosi una mano sulla bocca, come se fosse appena stata a contatto con qualcosa di estremamente pericoloso. 
"Lasciarti stare?! Sei tu che mi hai baciata! Non ti capisco, è da due anni che la tiriamo avanti, e ora fai così tanto il difficile? Che ti prende? Ti manca il papino?" Stava cominciando ad urlare, quelle parole lo fecero infuriare, stava per tirare fuori la bacchetta, ma lei era stata più veloce.
"Expelliarmus!" Disse facendo volare la sua bacchetta dall'altra parte della stanza. 
"Non puoi capire Pansy. Non mi servi tu ok? Per me non sei nulla, non sei mai stata niente! Sei solo un cavolo di passatempo ok?!" Sbottò lui andando a riprendere la sua arma. Si stava stancando, non poteva smetterla di fare questa manfrina e accettare la realtà? Pensò.
"Ah è così allora? Beh in questo caso spero che tuo padre crepi ad Azkaban! Il Mangiamorte più stupido della storia! A chi ha cercato di rifilare la colpa sta volta? Non di nuovo alla Maledizione Imeprio immagino eh?" Disse lei come un fulmine a ciel sereno. Pansy era brava con le parole, lo era sempre stata, perfida e subdola.
Lo aveva colpito nel profondo, sentiva il sangue ribbolire nelle vene.
"Rimangatelo." Disse in un ghigno arrivando a due centimetri dal suo volto. Lei gli puntò di nuovo la bacchetta contro. Spaventato fece di nuovo un passo indietro e lei sogghignò. Questa volta fu Pansy ad avvicinarsi di nuovo, si mise di fianco a lui e in un sussurro disse "Codardo. Codardo proprio come Lucius." Non si voltò, andò verso la porta e uscì.
Draco, invece, rimase lì immobile. Non si rese nemmeno conto che in tutta la confusione che avevano fatto, metà della Casa Serpeverde aveva assistito alla scena.
"Beh?! CHE AVETE DA GUARDARE?!" Urlò prendendo la sua borsa nera di pelle e uscendo dalla sala. 
Ancora una volta umiliato, ancora una volta trattato come carta straccia.
Dio quanto ti odio Pansy. Pensò mentre entrava in Sala Grande. Non c'era praticamente nessuno, solo qualche Corvonero e alcuni Tassorosso, che al suo passaggio si voltarono a guardarlo, Draco lì fulminò all'istante e questi si ripresero silenziosamente a fare colazione.
Si disse che non aveva tempo da perdere con queste sciocchezze, doveva trovare l'armadio svanitore e iniziare a ripararlo nel più breve tempo possibile. 

Piton passò a distribuire gli orari delle lezioni, Draco aveva molte ore libere nel corso della settimana, era riuscito a liberarsi finalmente da Cura delle Creature Magiche, non sopportava Hagrid e non sopportata le assurde bestie con cui li faceva lavorare. 
"Buongiorno Draco." Esordì il professore porgendogli la piccola pergamena, lo stava fissando intensamente, come se stesse cercando di leggergli nel pensiero, il ragazzo si sentì a disagio e distolse lo sguardo.
"Buongiorno professore." Rispose mettendo in borsa il foglio e sorridendo con fare beffardo. Piton rimase fermo ad osservarlo, gli poggiò una mano sulla spalla, ma velocemente la ritrasse, come se non volesse farsi vedere. Draco rimase sorpreso, ma si ricompose subito scansandosi. Si alzò dal tavolo e si diresse verso la classe di Pozioni.
Crabbe e Goyle erano già davanti alla porta dell'aula insieme a Pansy che non si degnò nemmeno di salutarlo. Lui la spinse da un lato con uno sguardo carico d'odio. In quel momento arrivarono anche alcuni Grifondoro, tra cui Harry, Ron e Hermione. 
Draco li squadrò dalla testa ai piedi quasi nauseato, Potter lo guardava con insistenza, come se cercasse di capire qualcosa.
"Che hai tanto da guardare Potter?" Chiese, mentre i suoi due grossi amici si mettevano alle sue spalle con aria di sfida. Proprio in quel momento, però, Lumacorno aprì la porta dell'aula e li fece accomodare.
Sui diversi tavoli c'erano alcuni calderoni dentro i quali sobbollivano delle pozioni, si disposero tutti in cerchio, Pansy finì accanto a lui. Ancora non lo guardava in faccia, ma a Draco questo non importava. 
"Chi sa dirimi il contenuto di questi calderoni?" Chiese il professor Lumacorno rivolto alla classe. Ovviamente la mano della Granger scattò in aria sicura. Malfoy alzò gli occhi al cielo, non sopportava di respirare la sua stessa aria. 

Vediamo tra un po' quanto avrai il coraggio di fare la saputella piccola Sanguemarcio. Pensò tra se e se sogghignando.

La ragazza descrisse accuratamente le pozioni che sobbollivano davanti ai suoi occhi, si soffermò al calderone più vicino a Draco.
Dal bacile si sollevavano grandi nuvole di fumo che formavano delle spirali argento librandosi in aria. Ci fu un attimo di silenzio e le narici di Malfoy furono invase da un forte profumo di rose, cenere e biancospino. Si sentì inebriato, cullato da questi profumi. Ma non era l'unico, tutta la classe sembrava intontita da quella pozione.
"Amortentia" Disse Hermione in un sospiro sognante. Lumacorno le fece i complimenti, e coprì il calderone con un coperchio, in modo tale da avere di nuovo l'attenzione dei ragazzi.
"Ho deciso di mettere in palio questa piccola fiala di Felix Felicis. A chi di voi mi porterà il miglior Distillato della Morte Vivente preparato nel tempo che ci rimane." Disse il professore agitando tra le mani una piccola fiala contenente un liquido color oro. A Draco brillarono gli occhi, quella pozione deve essere sua, pensò.
Aprì il suo libro e cominciò a pesare e tagliare gli ingredienti. In poco tempo la classe iniziò a riempirsi di vapore e di intrugli. Pansy stava lavorando al suo fianco, non aveva mai alzato lo sguardo da quando avevano cominciato, i suoi capelli castani si stavano arruffando tutti, Draco soffocò una risata.
Osservò l'interno del suo calderone aveva appena aggiunto gli ultimi ingredienti e la pozione prese un bel colore lilla. Il professore si avvicinò e gli fece i complimenti. Draco sorrise e prese a mescolare in senso antiorario, piano piano il liquido cominciava a schiarirsi. Era sulla strada giusta si disse. Un po' di fortuna liquida lo avrebbe di certo aiutato. Sorrise rivolto al calderone pensando a cosa avrebbe risposto al professore su come l'avrebbe usata, si immaginò la sua faccia grassoccia con la bocca spalancata e gli occhi fuori dalle orbite.
"Bene! Direi che abbiamo un vincitore!" Decretò alla fine della lezione sollevando la piccola fiala davanti alla classe. Il ragazzo aveva il cuore che batteva forte lo sentiva esplodere nel petto, ma quando Lumacorno consegnò la Felix ad Harry si bloccò all'istante. 
Ancora una volta Potter gli aveva soffiato qualcosa da sotto il naso. Serrò i pugni, raccolse la sua roba e uscì dalla classe. Aveva due ore libere, quindi iniziò a salire le scale, fuori il sole splendeva ancora caldo filtrando attraverso le finestre. Arrivò fino al quarto piano e si mise davanti al muro spoglio, dove da lì a poco sarebbe comparsa la porta della Stana delle Necessità. Appoggiò a terra la borsa, si guardò intorno per accertarsi che non ci fosse nessuno, respirò a fondo un paio di volte e si concentrò. 

Cerco la stanza dove tutto è nascosto. Cerco la stanza dove tutto è nascosto. 

Pensò, intensamente camminando avanti e indietro davanti al muro di pietra bianco. Dopo pochi secondi apparì una grossa porta in legno, girò la maniglia, diede un ultimo sguardo alle sue spalle, non c'era nessuno, ed entrò.
Quando la porta si richiuse alle sue spalle si trovò in una stanza enorme che ricordava una cattedrale, era stipata di oggetti da tutte le parti da semplici libri a grandi statue in marmo, giochi pericolosi e oggetti strani. Iniziò a percorrere i corridoi alla ricerca dell'armadio svanitore. 
Dopo una buona mezz'ora alla fine lo trovò nascosto sotto ad un telo logoro. Lo aprì ed era vuoto, in qualche modo si era rotto e lui doveva capire come aggiustarlo, in modo che fungesse da passaggio con quello che si trovava a Notturn Alley.
Richiuse la porta dell'armadio e accarezzò le maniglie in ferro battuto, non aveva idea di come cominciare, provò a metterci dentro un libro che aveva trovato lì intorno, aspettò qualche secondo, poi ci guardò dentro, ma il libro era sempre lì come lo aveva disposto lui. 
Ci riprovò per una decina di volte, recitando diverse formule magiche, ma non successe nulla. Il nervosismo iniziava a farsi sentire, tanto che dopo il decimo tentativo cominciò a prendere a calci qualsiasi cosa si trovasse alla sua portata.
"Pensa, pensa Draco." Si disse sedendosi sopra un mucchio di scatole impolverate, ma non gli venne in mente nulla di utile. Decise che per oggi poteva bastare, così prese le sue cose ed uscì.
La porta di legno sparì alle sue spalle, lasciando il posto alle pietre della parete.

Passò il resto della giornata da solo, seguiva le lezioni in silenzio senza nemmeno ascoltare e saltò anche il pranzo. Mille pensieri gli giravano in testa, non sapeva come riparare quel coso e non poteva nemmeno chiedere aiuto a qualcuno. Era tutto nelle sue mani. 

Nei giorni seguenti passò tutti i suoi momenti liberi nella Stanza delle Cose Nascoste. I suoi amici avevano provato a parlare con lui, a seguirlo, ma appena facevano troppe domande lui si allontanava, nessuno poteva rendersi utile. Aveva notato, però, che il professor Piton più di una volta alla fine della lezione di Difesa Contro le Arti Oscure cercava di fermarlo per parlargli. Era diventato insopportabile, certo che lui sapesse quello che doveva fare, di certo non gli avrebbe chiesto aiuto però. Conoscendo Piton si sarebbe preso lui il merito delle sue azioni e questo non poteva accettarlo, era stato scelto lui e nessun altro. 
Più di una volta si era trovato a pensare a suo padre ad Azkaban e a sua madre, a casa con la sorella che non sopportava. Bellatrix era la più eccitata di tutte, suo nipote finalmente aveva l'occasione di mettersi in mostra davanti al suo Signore.

"Ehi Draco ti va di venire con me ad Hogsmade il prossimo weekend?" Chiese una voce alle sue spalle. Malfoy si trovava nella Sala Comune dei Serpeverde, erano passati due mesi dall'inizio dell'anno. Stava finendo un compito particolarmente difficile di Trasfigurazione. Si voltò per vedere chi aveva parlato, e rimase sorpreso di vedere Astoria Greengrass davanti a lui che gli sorrideva. 
Posò la sua piuma d'aquila sulla pergamena. Le sorrise, nelle ultime settimane si erano avvicinanti molto mentre tutti gli altri cercavano, invece, di stare lontano da lui. Draco in questo ultimo periodo era diventato scontroso, distante, si isolava da tutto e tutti. Non era ancora riuscito a riparare l'armadio e questo lo aveva mandato totalmente nel panico. 
L'unica che si era avvicinata era stata Astoria, infatti, quando Pansy non c'era aveva sempre cercato di rimanere al fianco di Draco. La ragazza, più piccola di tre anni, aveva lunghi capelli castano scuro, gli occhi marrone-verdi; era alta e magra, e quando sorrideva le si formavano due fossette ai lati della bocca. A Malfoy piaceva parlare con lei, non faceva domande, ascoltava e basta.
"Si volentieri. Ci troviamo ai Tre Manici di Scopa d'accordo? Devo fare una cosa lì." Disse lui riprendendo a scrivere liquidandola. 
Astoria non se ne andò, le piaceva osservarlo, anche se era molto preoccupata non lo faceva vedere, non voleva essere invadente, ma di certo c'era qualcosa che non andava nel suo amico. Negli ultimi mesi era dimagrito molto, quando lo vedeva in Sala Comune era quasi sempre da solo, e si guardava sempre attorno, come se avesse paura di qualcosa. Aveva provato a parlarne con sua sorella e con Pansy, ma a loro non importava.

"È semplicemente un'idiota." Disse un giorno Pansy mentre pranzavano sotto un albero del parco. "Crede che il Signore Oscuro lo tenga sotto le sue gonne? Ma per piacere, qualunque cosa si è messo in testa di fare non ne è in grado, e lo sa anche lui." Continuava a sputare odio su di lui, che in quel momento era passato e aveva sentito ogni parola. 

Draco che prima di arrivare ad Hogwarts era andato da Borgin & Burke, oltre ad aver fatto l'accordo per l'armadio, aveva comprato anche un collana maledetta, che si era portato al castello. Preso dalla disperazione la portò con se ad Hogsmade quel weekend.
Astoria sarebbe arrivata di lì ad un'ora, aveva tutto il tempo di agire. Era il primo weekend dell'anno in cui gli studenti avevano il permesso di recarsi al villaggio magico. 
Si mise il mantello pesante sopra ai suoi abiti neri, nascose con cura il pacchetto con la collana, si unì ad un gruppo di studenti per uscire dal castello in modo da eludere i Sensori di Gazza. Al suo passaggio suonarono, ma essendo passato assieme ad un ragazzo di Corvonero, il custode fermò quest'ultimo, che protestò indignato.
Draco tirò un sospiro di sollievo, stava sudando anche se fuori nevicava. Lungo la strada era solo, la neve che scricchiolava sotto il suo peso. Era agitato, era venuto il momento di usare una delle Maledizioni Senza Perdono, non sapeva se avrebbe funzionato, ma ci stava mettendo troppo tempo, se non riusciva a riparare l'armadio doveva provare in qualche altro modo. Silente doveva morire e prima succedeva, prima si sarebbe liberato da questo enorme peso e suo padre sarebbe stato fiero di lui. Soprattutto, tutta la famiglia sarebbe stata salva, sarebbe tornata al suo splendore.
Arrivò nel pub, in quel momento era poco affollato, doveva trovare Madame Rosmerta il più in fretta possibile. Si tolse il mantello e lo appoggiò ad uno sgabello davanti al bancone. La barista non c'era.
Sarà nel magazzino a prendere qualche cassa di idromele. Pensò. Così si diresse verso la porta del magazzino, in quel momento si accorse di Harry che lo stava fissando. Esitò per qualche istante, non sapeva se andarsene e tornare più tardi o proseguire. Lo sguardo perso negli occhi di Potter, alla fine prese coraggio e andò verso la porta. 
Come previsto Rosmerta stava sistemando alcune cose nel retro bottega, Draco si appostò dietro delle grosse casse di Whisky Incendiario. Estrasse la bacchetta dalla giacca e la puntò sulla donna di spalle. 
"Imperio" Sussurrò. Rosmerta si voltò, un'espressione inebetita dipinta in volto. Draco le si avvicinò e le girò intorno osservandola, aveva funzionato. Era felice, come se si fosse liberato da un macigno che gli opprimeva il petto. 
Dalla tasca interna della giacca estrasse il pacchetto bene chiuso che conteneva la collana, glielo mise in mano e la guardò dritta negli occhi.
"Vai nel bagno delle donne. Consegna il pacchetto ad una ragazza di Hogwarts dicendo che si tratta di un regalo per il professor Silente. Dille inoltre che non deve consegnarlo a nessun altro, deve portarlo direttamente a Silente. Se si rifiutasse usa la Maledizione Imeprio." Le disse tutto d'un fiato. Era un piano avventato, messo insieme in poco tempo, ma non aveva scelta. Doveva tentare. Chiunque avesse toccato quella collana sarebbe morto all'istante.
Madame Rosmerta annuì e si diresse fuori dal magazzino in silenzio con il pacchetto nascosto dentro al grembiule. Draco rimase lì, solo, il macigno era tornato, e si chiedeva se un piano del genere potesse davvero funzionare. Cercò di reprimere questi pensieri, tornò nel pub, dove vide entrare Astoria proprio in quel momento.
Andò verso di lei, e prima che potessero fermarsi a prendere qualcosa da bere, vide Katie Bell uscire dal bagno delle ragazze, in mano stringeva il pacchetto con la collana, dal suo sguardo e dalle risposte secche che dava all'amica Draco capì che era stata stregata.
"Dobbiamo andare." Disse prendendo la mano di Astoria portandola fuori sotto la neve. L'amica era confusa, ma si lasciò guidare. Camminarono sul marciapiede senza una meta precisa, Malfoy si voltò velocemente, in tempo per vedere Katie dirigersi verso Hogwarts.

Era fatta. Si disse stringendo ancora più forte la mano di Astoria, ma proprio in quel momento delle urla di dolore squarciarono l'aria. I due si girarono all'unisono. Nel cielo una persona veniva sbattuta di qua e di la nel sentiero che conduceva alla scuola. Draco sbarrò gli occhi, gli mancò il respiro. Si guardò intorno, vide lo shock dipinto sul volto dell'amica, cercò di apparire, calmo, ma stava tremando da testa a piedi, desiderava solamente scappare.
"Devo andare." Disse indietreggiando e lasciando Astoria sola lungo il marciapiede. Lei si voltò verso l'amico, ma prima che potesse dirgli qualcosa era già sparito dietro l'angolo. Avrebbe giurato che stesse piangendo.
Malfoy respirò affannosamente, si imbucò in delle vie secondarie, e si appoggiò ad un muro. Come aveva potuto pensare che avrebbe funzionato. Si lasciò cadere a terra sulla neve fredda, affondò le mani nella coltre bianca, come se il freddo potesse attenuare quello che provava. Stava piangendo, le lacrime calde gli solcavani le guance fredde, quasi si congelavano scendendo.
Cosa provava? Paura? Dispiacere? Senso di colpa? Rabbia?

Doveva tornare al castello, non poteva stare lì o tutti si sarebbero chiesti dove fosse. Si tirò su, si mise il cappuccio del mantello e si diresse verso la scuola, lungo il sentiero si fermò dove pochi minuti prima Katie era stesa a terra. A quest'ora lo sapeva già tutto il castello di sicuro. Appena varcò i cancelli vide Piton, era lì, all'ingresso come se lo stesse aspettando, Draco accelerò il passo e gli passo a fianco, lui lo afferrò e lo costrinse a fermarsi. 
Stava per dire qualcosa, ma in quel momento vennero interrotti dalla professoressa McGonagall, che li guardò confusa. Draco si liberò dalla presa con uno strattone guardando con odio il professore.
"Severus abbiamo bisogno di te, Katie...Non sappiamo cosa sia successo." Disse lei. Draco si sentiva gli occhi della professoressa perforargli la schiena. Non poteva di certo sapere, non lo aveva visto nessuno, poi gli venne in mente...Potter. 
Non si rese nemmeno conto di essere di fronte al passaggio segreto della Sala Comune, disse la parola d'ordine ed entrò.

Sì Potter lo aveva visto nel pub, ma non aveva nessuna prova contro di lui. Pensò accasciandosi su un divanetto di velluto.

Katie si sarebbe ripresa? Se solo non avesse aperto quel dannato pacchetto. Devo riparare l'armadio. 























Nono capitolo.

Non dico nulla, vi lascio alle interpretazioni...se vi va lasciate un commento o una stellina.✏️⭐

Vi ringrazio di essere arrivati fino a qui.💚

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