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UN COMPITO SPIACEVOLE

Cinque Anni Dopo

"Sbrigati Draco, o perderai il treno." Narcissa si rivolse al figlio in tono stanco, preoccupata mentre lo osservava prendere la sua borsa prima di partire per King's Cross. Stava per cominciare il suo Quinto anno a Hogwarts, ma sarebbe stato tutto diverso.

Lucius era stato arrestato da settimane dopo la Battaglia del Ministero, erano stati presi quasi tutti i Mangiamorte che erano presenti, ma alcuni erano riusciti a scappare. Tra questi c'era sua sorella Bellatrix. Tutta pimpante era tornata a casa, e aveva riferito alla sorella di aver ucciso Sirius Black, loro cugino. 
Narcissa non aveva provato tristezza, era preoccupata. Lucius era stato preso e lei non sapeva come prendere in mano la situazione, ma il peggio non era ancora arrivato. 
Infatti una settimana dopo l'arresto del marito Il Signore Oscuro si presentò a Villa Malfoy, il suo lungo abito nero, la pelle bianca e gli occhi iniettati di sangue, aveva riunito i pochi membri rimasti in famiglia nel soggiorno della casa.
Voldemort si sedette nel posto che avrebbe occupato Lucius, Narcissa rabbrividì. Lei e Draco si sedettero sul lato sinistro della tavolata, mentre Bellatrix da fedele suddita si sedette accanto al suo padrone sorridendo ammaliata. 
"Lucius ha fallito Narcissa." Esordì il mago rigirando la bacchetta tra le sue mani dalle dita lunghe, la stava fissando con i suoi occhi rossi. Lei sapeva cosa stava facendo, Legilimanzia pensò.
Aveva paura e non riusciva a nasconderlo, anche se schermava la mente l'espressione di puro terrore dipinta sul suo volto era inequivocabile. Passarono alcuni minuti, Draco si mosse sulla sua sedia, non aveva il coraggio di guardarlo in faccia, aveva i pugni serrati appoggiati sulle cosce, lo sguardo fisso sulla tavola, avrebbe anche preferito non respirare pur di non essere notato.
"Ma io, il grande Lord Voldemort voglio dare una seconda possibilità alla tua famiglia. Per questo sono qui. Ho un lavoro per tuo figlio." Biascicò rivolgendosi a Draco, che sentendosi preso in causa alzò lo sguardo terrorizzato verso la madre.
"Draco, dovrai svolgere un compito molto importante per me." Continuò fissando ardentemente il ragazzo che si ostinava a non incontrare il suo sguardo.
Voldemort si alzò e si parò dietro di lui, appoggiò le mani sulle spalle di Malfoy che rabbrividì, dopo di che lo fece alzare e lo costrinse  a guardarlo. Draco aveva gli occhi sbarrati incatenati a quelli del Signore Oscuro, aveva paura, non riusciva a muoversi.
"Tu dovrai uccidere Albus Silente per me." Disse in tono solenne. Sembrava che il tempo si fosse fermato, tutto era immobile, il silenzio interrotto solo dai loro respiri. Bellatrix quasi saltò sulla sedia dall'emozione, non riusciva a contenersi, mentre di fronte a lei dall'altra parte del tavolo Narcissa spalancò la bocca, i suoi occhi diventarono lucidi. 
Draco non riusciva a parlare, non poteva essere vero, era incredulo, pietrificato. Voldemort prese il suo braccio sinistro, gli alzò la camicia e con la bacchetta puntata sull'avambraccio iniziò ad imprimere un teschio dalla cui bocca usciva un lungo serpente. Gli occhi del ragazzo iniziarono a lacrimare per il dolore, non stava succedendo davvero pensò. Ma quando il mago si ritrasse compiaciuto per la sua opera e gli sorrise deformando ancora di più il suo volto serpentino, Draco capì che era fatta, non aveva più scampo, si limitò a fare un piccolo inchino in segno di riverenza e si rimise al suo posto. Non voleva guardare in faccia sua madre.
"Quale onore mio Signore, sono sicura che Draco la renderà fiero!" Disse Bellatrix sporgendosi verso il suo padrone. Lui la guardò e la ringraziò e come era apparso, sparì.
Narcissa si voltò verso il figlio, ora non si preoccupava di nascondere le lacrime, lo prese e lo abbracciò. Sapeva benissimo perché il Signore Oscuro aveva dato un compito così difficile ad un ragazzino di sedici anni, per infliggere una punizione a Lucius, per vendicarsi. Si sentiva persa, pianse sulla testa del figlio, non ce l'avrebbe mai fatta e lei lo sapeva. Draco si perse totalmente nell'abbraccio della madre, era ancora sotto shock.

Tu dovrai uccidere Albus Silente. Tu dovrai uccide Albus Silente. Tu dovrai uccidere. Dovrai uccidere. Uccidere.

Queste parole gli rimbombavano in testa senza fermarsi, lui avrebbe dovuto uccidere qualcuno. Tante volte aveva sentito suo padre e i suoi amici parlare di uccisioni commesse, torture inflitte, rapimenti, rapine, lo affascinavano anche, ma non avrebbe mai pensato che un giorno sarebbe toccato lui. Era stato marchiato, il Marchio Nero che bruciava sotto il tessuto della camicia gli martellava il braccio, come un promemoria.
"Oh Cissy spero siano lacrime di gioia! Dovresti essere fiera di tuo figlio! Il Nostro Signore gli ha dato una grandissima opportunità! Finalmente avrai l'occasione di rendere finalmente fiero il tuo stupido padre Draco!" Disse Bellatrix separando i due dall'abbraccio che per i suoi gusti era durato fin troppo a lungo. Non capiva come sua sorella non apprezzasse il gesto del loro padrone, quasi la voleva picchiare.
Le parole della zia avevano suscitato qualcosa in Draco, poteva essere davvero l'occasione che tanto aveva desiderato di avere in questi anni, una rivalsa nei confronti di tutti, ma soprattutto poteva finalmente apparire degno agli occhi di suo padre. Osservò Bella, si alzò in piedi e le disse "Insegnami." Era stupito quanto lei di aver pronunciato quelle parole, si sentiva quasi invincibile in quel momento, la paura era scomparsa, il desiderio ardente di apparire finalmente grande agli occhi di qualcuno aveva preso il sopravvento. 
"Oh Draco!" Squittì Bellatrix abbracciandolo. "Lo sapevo! Lo sapevo!" Disse saltellando intorno a lui. Il ragazzo non aveva il coraggio però di guardare sua madre, certo che stesse ancora piangendo.

Arrivato al binario nove e  tre quarti Draco salì sul treno dopo aver abbracciato sua madre. Andò nel solito scompartimento che ormai lui e i suoi amici occupavano da cinque anni. Era ancora vuoto, mise la sua borsa sulla rastrelliera e si sedette vicino al finestrino, sua madre lo stava ancora guardando, anche se era nascosta dietro una colonna. Non si erano fatti vedere tanto in giro dall'arresto del padre. 
"Draco!" Esordì Pansy sedendosi al suo fianco. Gli diede un bacio sulla guancia, e lo guardò bene in faccia. "Wow! Hai un aspetto tremendo, mi dispiace per tuo padre, ma vedrai, tra poco tutto andrà al suo posto. Ci riprenderemo la nostra rivincita." Disse avvicinandosi di più a lui. Draco si voltò per guardarla dritta in faccia, niente era apposto. Non fece in tempo a dire nulla perché uno ad uno i suoi amici cominciarono a salire e dopo pochi minuti partirono. Rimase in silenzio per le prime ore di viaggio, nessuno aveva il coraggio di parlargli e a lui andava bene così.
Non aveva dormito molto dopo che Voldemort gli aveva affidato quel compito, non mangiava e per il resto delle vacanze estive aveva trascorso la maggior parte del tempo nella sua stanza evitando sua madre. Ovviamente il Signore Oscuro aveva totalmente omesso come uccidere Silente, quindi di notte studiava, cercava incantesimi, fatture, veleni, tutto quello che potesse aiutarlo. Non aveva idea di come fare, e questo lo mandò nel panico più di qualche notte.
Camminava su e giù per la stanza, tirava pugni alla porta, ma niente sembrava aiutarlo a sfogarsi. L'unica cosa che lo faceva andare avanti era il pensiero di rendere orgoglioso suo padre, così si ricomponeva e ripeteva tutto quello che Bellatrix gli aveva insegnato, come le maledizioni senza perdono. Ovviamente non poteva praticarle, quindi si limitava a ripetere il movimento da compiere con la bacchetta e ad acquistare sicurezza nel tono della voce prima di poterle pronunciare.
Devi volerlo davvero. Gli diceva sempre.
Era frustrante, più di una volta si era ritrovato a piangere con la testa appoggiata alle ginocchia e la bacchetta tra le mani. 
Finché quando si trovò a Diagon Alley per comprare le cose di scuola gli venne in mente una cosa, riuscì a liberarsi di Narcissa, che cercava di godersi il più possibile tutti i momenti che Draco passava con lei.
Malfoy camminò in fretta fino a Borgin & Burke accertandosi di non essere seguito, era stato un milione di volte in quel negozio, lo adorava, adorava ogni tipo di oggetto oscuro. All'inizio del suo secondo anno ad Hogwarts suo padre gli aveva regalato la Mano della Gloria. Il ricordo si presentò nella sua mente con tanta forza che si sentì svenire, per quanto odio provasse verso suo padre, lui aveva sempre cercato di dargli il meglio.
Draco era lì per convincere il signor Sinister ad aiutarlo a riparare l'armadio svanitore, in quanto il suo gemello si trovava ad Hogwarts, ma era rotto. Sinister non sapeva se acconsentire oppure no dopo che il ragazzo gli aveva spiegato il suo complicato piano. Draco alzò la manica della maglia e gli fece vedere il Marchio Nero, al che Sinister acconsentì intimorito.
Tra tutti i piani a cui aveva pensato il ragazzo, questo era quello più complicato di tutti, ma preso dalla disperazione si disse che magari poteva funzionare.

Si odiava. 

"Allora? Che voleva Lumacorno Zabini?" Chiese Pansy riportandolo alla realtà. Era disteso sulle gambe di lei, sapeva di piacerle. L'anno prima si erano baciati, ma non la amava, la considerava solamente una valvola di sfogo quando le cose non andavano bene o semplicemente per prendere in giro o tormentare gli studenti delle altre Case. Zabini si mise a sedere davanti a lui, era appena stato invitato ad un esclusivo pranzo in compagnia del professor Lumacorno, conosciuto per il Lumaclub, dove accoglieva studenti con famiglie prestigiose per garantirsi vari vantaggi in diversi campi. Ovviamente Draco si aspettava un invito, ma ciò non avvenne e non potè fare a meno di provare un pizzico di gelosia per l'amico.
Pansy gli stava accarezzando i capelli, si sentiva più tranquillo, la mano di lei scivolò giù sulla spalla, poi con un dito gli accarezzava il braccio, ma prima che potesse arrivare fino all'avambraccio lui la bloccò affrandole la mano. Lei lo guardò confusa incontrando i suoi occhi azzurri. "Non toccarmi." Disse lui quasi schifato. Non poteva rischiare che gli amici vedessero il teschio con il serpente, prontamente nascosto sotto una grossa camicia nera. Pansy si liberò dalla stretta con tanta forza quasi da farlo cadere dal sedile. Lui si mise a sedere proprio mentre Blaise finiva di raccontare il resoconto del pranzo. A detta sua era stato molto deludente, aveva persino invitato Longbottom e Ginny Weasley, ma a Draco dava comunque fastidio non essere stato presente.
"Probabilmente non sa che sono sul treno, mio padre era uno dei suoi preferiti." Disse tirandosi su a sedere sogghignando, ma Zabini lo guardò e quasi sorrise.
"Non conterei in un suo invito." Disse "Appena sono arrivato mi ha chiesto del padre di Nott, a quanto pare si conoscevano, ma quando ha sentito che era stato arrestato non era molto contento, infatti Theo non è stato invitato. Non penso che ami molto i Mangiamorte." Aggiunse sistemandosi meglio sul sedile. 
Draco sbuffò, era arrabbiato, ma cercò di non darlo a vedere simulando una risata che, però, gli uscì alquanto gelida. 
"Che faccia quello che gli pare, spero di non essere qui il prossimo anno." Disse sorridendo senza però guardare in faccia nessuno, ma sapeva di aver attirato l'attenzione su di lui con quelle parole.
Crescendo il viso si era assottigliato ancora di più, era diventato più alto e più muscoloso, i soliti capelli biondo argento gli incorniciavano il viso, li aveva tagliati, così facendo, risaltavano ancora di più i suoi occhi azzurri come il cielo. Si sentiva bello, e ora pure potente, anche se non poteva dire nulla ai suoi amici. 
Vide qualcosa muoversi sulla rastrelliera, ma non capiva cosa fosse, decise di lasciare perdere.
Pansy lo stava guardando confusa "Come speri di non essere qui? Che stai dicendo?" La sua voce si era fatta stridula. Continuava a fissarlo attenendo una risposta. Le parole di Draco avevano attirato l'attenzione anche di Crabbe e Goyle che si voltarono a guardarlo.
"Magari mi dedicherò a cose più ehm...grandi". Disse guardando uno ad uno i suoi amici. Pendevano tutti dalle sue labbra, persino Zabini che di solito si teneva fuori da questi discorsi sembrava incuriosito.
"Mia madre vuole che io finisca la scuola, ma quando Voi Sapete Chi salirà al potere pensate che gli importi se qualcuno ha finito la scuola oppure no?" Aggiunse quasi ridendo. 
"E tu pensi di fare qualcosa per...Lui?" Chiese Blaise che si era sporto per guardare bene l'amico.
"L'ho appena detto no?" Disse beffardo. Draco si sentiva superiore, con la situazione in pugno, adorava quando lo guardavano tutti in quel modo, si sentiva accettato, amato.
Prima che potessero dire qualcosa però erano arrivati alla stazione di Hogsmade, cominciarono a vestirsi. Draco guardò verso l'alto e vide qualcosa muoversi, disse a Pansy di andare avanti, che l'avrebbe raggiunta dopo e rimase solo.
Fece abbassare tutte le tende della carrozza estrasse velocemente la bacchetta "Pietrificus Totalus!" Urlò puntandola contro il portabagagli. Qualcosa cadde con un pesante tonfo. 
"Nessuno ti ha insegnato a non origliare, Potter?" Disse togliendo il Mantello dell'Invisibilità scoprendo così il corpo immobile di Harry Potter. Anche lui era diventato più alto, i capelli sempre spettinati e quella cicatrice a forma di saetta. Draco sapeva che non poteva rispondere. Gli sferrò un calcio sul naso così forte da romperlo, il sangue cominciava ad uscire copioso.
"Questo è per mio padre!" Disse ricoprendolo con il suo mantello in modo che nessuno lo avrebbe visto se non prima che il treno fosse tornato a Londra.
Scese velocemente per raggiungere gli altri in Sala Grande. Varcò il cancello della scuola, iniziava a sentire l'agitazione, Potter stava già ficcando il naso in cose che non lo riguardavano. Si unì agli altri nell'ingresso, sorridendo e vantandosi di aver appena rotto il naso al Prescelto. Tutti si misero a ridere prendendo posto a tavola. Pansy si sedette vicino a lui, lo ammirava e ogni volta non faceva altro che vantarsene con le sue amiche. Tra loro c'erano le sorelle Greengrass, Daphne della sua stessa età e Astoria, tre anni più piccola.
A Draco piacevano, la loro famiglia era una delle più antiche della comunità magica. Non aveva avuto modo di parlare molto con loro, in quanto Pansy non glielo permetteva, sapeva di essere inferiore a loro come bellezza. 
Dopo la cerimonia di smistamento cominciarono a mangiare, Draco vide Potter tornare a sedersi al tavolo dei Grifondoro. Lo perforò con il suo sguardo e sul suo volto comparve un ghigno osservando la sua maglietta ancora sporca di sangue, qualcuno però gli aveva già rimesso apposto il naso.

Dal tavolo degli insegnanti Piton lo stava osservando, gli occhi ridotti a due fessure. 

Finita la cena, Silente si apprestò a fare il suo solito discorso. Da quando Voldemort era tornato, ogni anno caricava il suo monologo di un sacco di premure e raccomandazioni, Draco non lo aveva mai ascoltato seriamente. Questa volta però si voltò verso il presidie che aveva cominciato a parlare, sembrava proprio che si stesse rivolgendo lui, dietro gli occhiali a mezzaluna gli occhi azzurri erano puntati propio in quelli di Draco.

"Confido che vi comportiate sempre con il massimo rispetto per la sicurezza vostra e di tutti gli altri." Stava dicendo. Draco deglutì visibilmente distogliendo lo sguardo, non poteva sapere pensò.

Vennero congedati e quasi correndo Malfoy andò dritto nel suo dormitorio, era giunto il momento, era davvero lì e avrebbe dovuto uccidere Albus Silente. Si sedette sul letto e respirò profondamente prendendosi la testa tra le mani.

Tu dovrai uccidere Albus Silente. Tu dovrai uccide Albus Silente. Tu dovrai uccidere. 

Quelle parole lo tormentavano da settimane ormai. Si passò le mani sul viso, stava sudando, la pressione lo stava opprimendo. Tutta la forza che era convinto di aver acquisito fino a quel momento svanì in un attimo, come un il vento che spazza un mucchio di foglie.
Si distese a letto senza far caso ai suoi amici che entravano nella stanza. Si sentiva fuori dal mondo, in testa poche parole.

Riparare l'armadio. Uccidere Silente. Riparare l'armadio. Uccidere Silente.

Le ripetè all'infinito per tutta la notte, senza mai chiudere occhio.




































Ottavo capitolo. 

Sono di parte, ma devo dire che per ora questo è il mio capitolo preferito... non voglio dilungarmi, quindi se vi va lasciate una stellina o un commento. Grazie.💚🐍⭐

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