SERPEVERDE
I ragazzini del primo anno erano visibilmente emozionati, nell'attesa di scoprire a quale Casa sarebbero stati assegnati. Draco si fece largo spingendo alcuni compagni in modo da sistemarsi in prima fila, la professoressa McGonagall iniziò a chiamare i primi della lunga lista che teneva in mano ed uno ad uno sfilarono in direzione del cappello parlante.
"GRIFONDORO!" "TASSOROSSO" "SERPEVERDE!" Urlava il cappello quando si posava sulle piccole teste dei ragazzi. Alla fine rimasero soltanto in dieci ad attendere, uno di questi, insieme a Malfoy era Harry.
Crebbe, Goyle e Nott erano già stati assegnati a Serpeverde e fissavano Draco in attesa del suo turno, avevano già lasciato un posto vuoto accanto a loro come se lo stessero aspettando . Era agitato, emozionato un sorriso beffardo dipinto sul suo volto in attesa di sentir pronunciare il suo nome. Per quanto fosse contento, però, i palmi gli sudavano facendo trasparire l'agitazione che lo tormentava.
"Malfoy Draco!" Disse la professoressa puntando i suoi occhi dritti in quelli del ragazzo. Tronfio si diresse verso lo sgabello dove si sedette con la schiena dritta e lo sguardo all'insù verso il cappello che la donna gli stava per appoggiare sulla testa. Non fece nemmeno in tempo a calarlo sulla fronte che quest'ultimo urlò "SERPEVERDE!" Dal tavolo della casata ci fu un esplosione di applausi, che accompagnarono Draco finché non si sedette accanto a Crebbe con un sorriso a trentadue denti.
"Era ovvio!" Disse riportando la sua attenzione verso il podio, era il turo di Harry Potter, che fu assegnato niente di meno che a Grifondoro. Draco non gli tolse gli occhi di dosso e con un ghigno lo osservò finché l'altro non si fu seduto accanto a Ron Weasley e alla Sanguemarcio Hermione Granger.
Finita la cena i ragazzi di Serpeverde vennero accompagnati verso i sotterranei, diretti nella loro Sala Comune. Un ragazzo alto e piuttosto grosso dai capelli corvini, di nome Kein Montague gli stava facendo strada lungo il corridoio freddo di pietra viva, illuminato da torce qua e là.
La parola d'ordine è "Purezza" Biascicò fermandosi davanti ad un muro apparentemente normale, finché non apparve una grossa porta dopo che ebbe pronunciato la parola. Draco e i suoi amici si guardarono stupefatti e sorridendo la oltrepassarono. Si ritrovarono immersi nella penombra, una luce verde proveniente dai due lati della stanza illuminava dei grandi divani in velluto neri. Al centro un sontuoso lampadario di cristallo, senza candele, veleggiava sospeso sopra ad un piccolo tavolino circondato da poltrone, sistemate davanti ad un enorme camino in marmo nero, dalle striature verde smeraldo.
Il fuoco era acceso, ed emanava un piacevole tepore. La sala era affollata, Montague spiegò brevemente dove si trovavano i dormitori dei ragazzi e quelli delle ragazze, dopo di che lì lasciò liberi di esplorare.
Draco si avvicinò ad una delle enormi vetrate e osservando all'esterno capì che si trovavano sotto al lago, alghe e creature di ogni tipo sfrecciavano nell'acqua scura davanti a lui, si sentiva a suo agio, gli arredi, l'atmosfera cupa e silenziosa, gli ricordavano casa sua. Pensare che anni prima i suoi genitori erano stati lì proprio come lui lo fecero sorridere.
Crebbe e Goyle si erano già impossessati di un divanetto accanto al fuoco e chiamarono Draco per fare due chiacchiere.
"Beh non è male no?" Disse Goyle indicando la stanza. Crebbe annuì, mentre Malfoy si sedeva su una poltrona accanto a loro.
"Sì non è male. Avete visto con che gentaglia gira Potter? Sarà finito in Grifondoro per il suo senso di pietà verso i Weasley e la Sanguesporco che gli ronza intorno." Disse sputando fuori quella parola. Secondo suo padre i figli dei Babbani non erano degni di possedere la magia, erano ladri, non meritavano una bacchetta, ne tanto meno di frequentare Hogwarts ed apprendere tutti i segreti magici.
I due amici scoppiarono a ridere, quelle parole avevano attirato anche l'attenzione di Theodore Nott che si unì a loro offrendo delle Cioccorane.
Si fece tardi e con la pancia piena di dolci si diressero verso il dormitorio, che si trovava in fondo alla sala sulla sinistra.
La stanza era rettangolare, i muri di pietra scura, illuminati da delle torce dal fuoco verde, disposti in fila c'erano quattro letti a baldacchino circondati da delle spesse tende nere di velluto. I loro bauli erano già stati portati nella stanza e messi ai piedi dei loro letti.
Draco si tolse le scarpe e si distese nel suo, chiuse gli occhi e respirò a fondo, il forte odore di polvere e cenere gli invase le narici, non si rese conto di quanto il suo corpo era teso finché non si rilassò completamente rimanendo in silenzio ad ascoltare gli altri parlare.
Si mise a pensare al discorso fatto nella Sala Comune a cosa avrebbe detto suo padre vedendo così tanti Mezzosangue nella scuola, e non potè fare a meno di tornare indietro, nella sua infanzia.
Aveva circa sette anni, era estate e si trovava nel parco di Villa Malfoy, stava giocando con una piccola scopa volante nel cortile sul retro sotto attenta supervisione di Dobby l'elfo domestico. Quest'ultimo applaudiva ogni volta che il suo padroncino eseguiva una virata perfetta o correva a testa in giù tirando l'elfo per il suo logoro vestito di stracci.
Suo padre lo faceva giocare tranquillamente in giardino, certo che nessun Babbano lo vedesse, vista la sua vastità. Quel giorno però qualcosa accadde, Draco si spinse fino al limitare del prato, verso l'alta siepe che separava la casa dalla strada di campagna dove si trovava e poco prima di svoltare per tornare indietro, vide un volto che spiava all'interno del giardino.
"Ehi tu! Chi sei? Che ci fai lì? Brutto spione!" Disse Draco scendendo dalla piccola scopa senza farsi notare da Dobby che si era distratto. Il ragazzino nascosto, consapevole di essere stato visto non tentò nemmeno di scappare, era affascinato da quello che era riuscito a vedere.
Quando Malfoy fu a pochi centimetri dalla sua faccia cominciò a tremare, visibilmente spaventato "Scusami, avevo sentito delle risate e boh, magari, non so potevamo giocare assieme." Disse con voce tremante.
Aveva i capelli castani, ricci, che gli arrivavano fino alle spalle, due occhi verdi e il volto ricoperto di lentiggini. Draco pensò che avesse circa la sua età, lo trovava particolare e gli sorrise. "MI chiamo Julius comunque." Aggiunse visto che la risposta del piccolo Malfoy si faceva attendere. Quest'ultimo gli voltò le spalle per osservare Dobby che pareva non si fosse accordo di niente.
"Draco. Io sono Draco." Disse in un sussurro. Pensando che non ci fosse nulla di male, in fondo nessuno lo avrebbe saputo, oltrepassò la siepe portandosi dietro la sua scopa e seguì Julius giù per la collina, dove c'era una grande radura prima del bosco. Si fermarono lì, il ragazzino osservava Malfoy mentre saliva in sella alla sua scopa e prese a volare a pochi centimetri da terra.
"Vuoi provare?" Chiese. Julius annuì, non aspettava altro, erano ore che lo osservava nascosto in mezzo alla siepe. Draco gli spiegò come muoversi e dopo un paio di rovinosi tentativi, finalmente il suo nuovo amico riuscì a librarsi in volo, sul suo volto un'espressione di pura incredulità.
"MA È BELLISSIMO!" Urlò mentre cercava di far avanzare la scopa, Draco gli stava a fianco pronto a prenderlo in caso di caduta, lo guardava sorridendo.
Iniziarono a rincorrersi lungo tutta la radura, ridendo e scherzando, Julius non faceva troppe domande, aveva già capito che cosa fosse il suo nuovo amico, e non gli importava, anzi era fantastico.
Il sole cominciava a calare alle loro spalle tingendo il cielo di arancione e rosso.
"DRACO!" Urlò ad un tratto una voce dall'alto della collina. Suo padre stava andando verso di loro, non serviva che il figlio lo osservasse tanto a lungo per capire quanto fosse arrabbiato. Prese Julius per la maglietta e fece arrestare la scopa, proprio quando Lucius si parò davanti a loro.
"COSA DIAVOLO STAI FACENDO? CHI È QUESTO VERME?" Chiese puntando il suo lungo bastone a pochi centimetri dalla faccia di Julius, quest'ultimo prese a tremare e spostava lo sguardo dall'uomo minaccioso al suo amico, che pietrificato non sapeva cosa rispondere.
"È un amico papà, si chiama Julius. Stavamo solo gioca-" Iniziò a dire Draco, ma suo padre lo interruppe piazzandogli uno schiaffo dritto in faccia. La guancia cominciava a diventare rossa.
"QUESTO SANGUEMARCIO TUO AMICO DRACO? QUESTA È FECCIA! QUANTE VOLTE TE LO DEVO RIPETERE DI NON PARLARE CON LORO? NON SONO DEGNI! CAPISCI?" Lucius ormai era fuori di sé, sputò ai piedi di Julius che osservava la scena sempre più impaurito. Draco fece un lieve "no" con la testa e questo bastò a far scattare il padre.
"NO?! NON LO CAPISCI?" Disse tirando la testa del serpente d'argento in cima al bastone ed estrasse la sua bacchetta puntandola dritta in faccia a Julius. Quest'ultimo si mise ad urlare e Draco cercò di mettersi tra di loro, ma suo padre lo spinse facendolo cadere rovinosamente a terra.
"OBLIVION" Gridò e dalla punta della sua bacchetta uscì un getto di luce argentea, Julius assunse un'espressione sognante.
"Prendi la scopa e vattene a casa, subito." Disse Lucius verso il figlio.
Draco era scioccato, raccolse la sua piccola scopa e corse dritto verso casa, si voltò indietro e vide Julius allontanarsi, non si sarebbe ricordato nulla del loro incontro, di aver cavalcato una scopa, nulla...
Lacrime silenziose scesero sul suo volto, mentre varcava la porta di casa. Gettò la scopa in soggiorno e fece per salire le scale.
"Non è ancora finita. Torna qui Draco." Disse suo padre. Si asciugò le lacrime senza farsi vedere e si voltò a fissarlo. Non lo aveva mai visto così arrabbiato.
"DOBBY! STUPIDO ELFO VIENI QUI!"Urlò. Dopo qualche secondo con un pop, il piccolo elfo comparve ai piedi del suo padrone, farfugliando scuse incomprensibili per aver perso di vista il figlio.
"Ora vedrai cosa succede quando non esegui bene gli ordini assegnati." Disse Lucius puntando la bacchetta verso di lui, sulla faccia gli si dipinse un ghigno malvagio che gli distorse il volto. Draco era terrorizzato, non per le sorti dell'elfo, ma per le sue. "E quanto a te figliolo, ricordati bene quello che stai per vedere. Forse finalmente ti entrerà in testa che i Mezzosangue non devono interagire con noi maghi dal sangue Puro." Disse puntando i suoi occhi color ghiaccio in quelli del figlio.
"CRUCIO!" Disse. Dobby si contorse e cadde a terra in ginocchio urlando, grosse lacrime uscirono dai suoi occhi a palla, urlava scuse rivolte al padrone, ma quest'ultimo non aveva intenzione di smettere.
"Se ti vedo ancora con uno di Loro Draco, non sarà solo Dobby ad essere punito. Ricordatelo bene!" Lucius urlò per sovrastare le urla del piccolo elfo rivolto al figlio, che osservava la scena pietrificato.
Da quel giorno Draco, in giardino, giocò sempre da solo.
Con questi ricordi in testa Malfoy si addormentò.
Quinto capitolo per voi. Non mi dilungo molto, penso che il tutto renda abbastanza l'idea no?
Da qui in avanti nella narrazione ci saranno momenti in cui entreremo nella testa di Draco ed inoltre saranno presenti anche dei salti temporali, in modo da arrivare verso il 4 e il 5 anno di scuola, dove avviene la vera e propria mutazione del personaggio e in modo tale da continuare la storia anche negli anni dopo la Battaglia di Hogwarts.
Se vi fa piacere fatemi sapere cosa ne pensate, ci tengo davvero.
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