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SECTUMSEMPRA

Il giorno dopo Draco si alzò di buon ora, aveva dormito poco, era troppo agitato per essere riuscito a riparare l'armadio che non aveva quasi chiuso occhio. Incontrò Astoria, Pansy e Daphne in Sala Comune e le salutò raggiante tanto che tutte e tre si voltarono a fissarlo sbalordite.
"Quello è tutto scemo! Avrà bevuto dell'Elisi dell'Euforia!" Rise sarcastica la Parkinson rivolta alle due amiche che sorrisero di rimando.
Draco non ci fece caso, prese quasi a correre per i corridoi, fece colazione velocemente e per un momento incrociò lo sguardo di Piton. Quest'ultimo lo squadrò con fare indagatore, fece per alzarsi dal tavolo degli insegnanti, ma non ce ne fu bisogno, poiché Draco, senza parlare gli scandì le seguenti parole: C'E' L'HO FATTA. E senza aggiungere altro se ne andò.
Piton che era mezzo seduto si alzò in piedi, fissando con gli occhi sbarrati il ragazzo che stava uscendo dalla Sala Grande, non riusciva bene a capire il significato di quelle parole. Non poteva aver ucciso Silente, lo avrebbe saputo, quindi che cosa era riuscito a fare? Si chiese. Voleva parlargli, fece per muoversi ma fu bloccato dalla professoressa McGonagall.
"Severus, posso parlarti un secondo?" Chiese lei avvicinandosi. La donna gli fece segno di mettersi in disparte, sembrava contenta, ma allo stesso tempo spaventata.
"Katie Bell si è ripresa, tornerà presto a scuola. Purtroppo non ricorda nulla, non sa chi le ha dato la collana, è stata fortunata ad essere sopravvisuta." Disse Minerva quasi in un sussurro, aveva gli occhi lucidi. Piton la osservava con distacco, lui sapeva benissimo chi era stato, sentiva montare la rabbia.

Quanto sei stupido Malfoy. Pensò il professore. Appoggiò una mano sulla spalla della McGonagall cercando di confortarla, ma non era il suo forte.
"Ma non è tutto." Continuò lei puntando gli occhi dritti nei suoi. "Ho un brutto presentimento, sento che siamo tutti in grande pericolo Severus. Secondo me, Albus non dovrebbe lasciare la scuola in questo momento." Disse con fare solenne cercando sostegno in Piton.
"Minerva sai benissimo che Albus non rimarrebbe ad Hogwarts solo perché glielo dico io." Rispose lui sussurrando. La professoressa non sembrava troppo contenta della risposta ricevuta, ma non aggiunse altro sull'argomento. Al contrario riprese a parlare di Katie, era preoccupata per il suo ritorno. Piton, però, non la stava più ascoltando, si mise appoggiato al tavolo in legno pensando alla stupidità di Draco.

Ce l'ho fatta. Aveva detto. E se stesse mettendo la vita di altri studenti in pericolo? Non poteva fare a meno di pensarlo, così congedò la professoressa e si mise a cercarlo.

Nel frattempo Draco aveva raggiunto la Stanza delle Necessita, entrando chiuse la porta e si diresse verso l'armadio. Lo aprì e dentro c'era un foglio di pergamena legato da un nastro nero. Lo prese e cominciò a srotolarlo, dentro poche righe:

Draco,

Ottimo lavoro, l'armadio funziona. Fonti a noi vicine ci hanno comunicato che presto Albus Silente lascerà il castello, quello sarà il momento di agire. Verso sera creerai il passaggio per far entrare i tuoi compagni e a quel punto, tutto si potrà compiere.

Non rispondere, capirai quando sarà il momento.

Sinister.

Malfoy ripiegò la lettera con mani tremanti, tutta l'euforia accumulata faceva per andarsene di nuovo, il momento dunque era finalmente arrivato. I Mangiamorte sarebbero penetrati nel castello sotto il naso di tutti. Doveva tenere d'occhio il preside in modo da capire quando effettivamente avrebbe lasciato il castello.
Si lasciò la porta della stanza alle spalle, ma quando si voltò si trovò la strada sbarrata dal professor Piton. Alzò gli occhi al cielo, e sul suo volto comparve un ghigno.
"Buongiorno, Professore." Disse sprezzante d'odio.
"Buongiorno. Cosa volevi dire prima?" Chiese Piton andando dritto al punto. Draco rise, si morse il labbro inferiore e incrociò lo sguardo con l'insegnante. Non potevano essere più diversi, non solo per l'età. Uno con gli occhi azzurri come il cielo, l'altro con gli occhi color pece. Malfoy con i capelli biondi, Severus con i capelli neri, due persone diverse, legate dallo stesso destino, anche se ancora non lo sapevano.
"Se pensa che metterò in pericolo la vita di qualcun altro si sbaglia. Sempre che qualcuno non mi intralci." Rispose Draco in tono beffardo.
La tensione era palpabile e Piton rimase colpito da come il ragazzo era riuscito a leggergli la mente. Ora capì il perché non riusciva a penetrare nei pensieri del ragazzo, era un buon Occlumante.
"Dimmi cos'hai in mente Draco, lascia che ti dia una mano." Ripetè il professore. Sta volta Malfoy prese a ridere di gusto, una risata di scherno. Quando però il professore lo prese per la spalla e lo spinse contro il muro si ammutolì.
"Non scherzare con me, ricordati che sei solo un ragazzino." Ringhiò Piton. Draco si liberò dalla presa con uno strattone, lo sguardo carico d'odio e disprezzo tanto simile a quello che suo padre gli aveva rivolto un sacco di volte.
"A tempo debito saprà." Gli rispose il ragazzo raccogliendo la borsa e andandosene. Appena si voltò Draco sorrise, si sentiva in una posizione di superiorità, gli sembrava di avere tutta la situazione sotto controllo.

Finite le lezioni tornò in Sala Comune, era tranquillo, doveva solo aspettare il momento opportuno e tutto sarebbe stato fatto.
"Ecco il Principe delle Serpi finalmente di buon umore!" Urlò Pansy che si trovava davanti al camino circondata da Crabbe, Goyle, Zabini, Nott e Astoria. Draco sorrise e si andò a sedere con loro, e lì ascoltò parlare per tutto il tempo annuendo qualche volta. Era bello stare in compagnia, si rese conto in quel momento di quanto solo era stato, ora però si sentiva invincibile.
Ad un tratto sentì il Marchio bruciare, quasi gli venne da vomitare, si piegò in due, il respiro gli mancava. Era successo qualcosa.
"Draco? Draco ti senti bene?" Astoria si era chinata ai suoi piedi e cercava di fargli tirare su la testa.
"Si, tutto bene." Rispose lui cercando di sembrare normale, si alzò in fretta con gli sguardi dei suoi amici puntati addosso e si diresse nel dormitorio.
Si aprì la camicia, si tolse il mantello e cercò di controllare il respiro mentre si sedeva sul letto.

Perché stava bruciando in quel modo? Era colpa sua? Cosa stava succedendo fuori dal castello?
Mille domande gli stavano vorticando nella testa e l'unico che poteva rispondere era il professor Piton, di certo anche il suo stava bruciando. Si disse di rimanere calmo, che non doveva preoccuparsi e di nuovo le parole del Signore Oscuro gli balzarono in mente: Uccidere Albus Silente.
Prese a tremare e gli fu tutto chiaro, riparare l'armadio sembrava la parte più difficile finchè non lo aveva risolto. In realtà il compito più difficile era Uccidere una persona in carne ed ossa. Lo stomaco gli si attorcigliò di nuovo e senza preavviso vomitò, ma il getto non arrivò mai a terra, perché qualcuno aveva fatto comparire un secchio proprio sotto i suoi piedi.
Draco si pulì la bocca, e alzò gli occhi per vedere chi era entrato, era Astoria. La ragazza lo stava fissando e a giudicare dalla sua espressione non doveva avere una bella cera.
"Stai bene?" Gli chiese sedendosi accanto a lui. Malfoy annuì passandosi le mani sulla faccia sudata. Fece comparire un bicchiere d'acqua e lo bevve tutto d'un fiato, poi si voltò a fissare l'amica.
"Grazie." Le disse e Astoria sorrise.
"Eri felice prima, sembravi...soddisfatto? Sei riuscito a fare quello che dovevi?" Chiese lei. Non vedeva l'ora di fare quella domanda, si era trattenuta per mesi, aveva cercato di non essere invadente, ma ora non era riuscita a frenare la lingua.
Draco puntò gli occhi nei suoi, non sapeva cosa rispondere. Non era riuscito a fare nulla in fin dei conti. Sospirò e scelse la via più facile. "Diciamo di sì." Rispose cercando di sorridere e sembrare tranquillo.
Astoria non rispose subito, lo guardò per qualche secondo. "Mh...non sei bravo a mentire Draco Malfoy, ma non importa, l'importante è che tu sia sollevato, per quanto possibile." Disse appoggiando una mano su quella del ragazzo.
Malfoy non sapeva cosa pensare, ogni volta Astoria lo spiazzava con le sue risposte pungenti ma non offensive. Sentiva la mano di lei sopra la sua, era calda mentre la sua era fredda come il ghiaccio. Osservò le mani intrecciate, poi alzò lo sguardo verso la ragazza dai capelli castani e lei lo stava già fissando, socchiuse la bocca e sorrise. Successe tutto velocemente, la baciò, le loro labbra si sfiorarono delicatamente, Astoria gli appoggiò una mano sul petto mentre lui le accarezzava i capelli. Era un bacio sincero, dolce, non come quelli di Pansy, duri e senza sentimento.
Draco si sentiva felice, davvero felice, forse per la prima volta in vita sua. Astoria le era sempre piaciuta, era riservata, dolce e premurosa, caratteristiche che sono difficili da trovare in una Serpeverde, anche se qualche volta l'aveva beccata a fare incantesimi alle spalle di ragazze che non le stavano simpatiche, era una strega brillante.
Si perse totalmente in lei, finchè un pensiero non si insinuò nella sua mente.
Non poteva farla entrare nella sua vita, non con quello che stava per fare, non poteva permettersi di rovinarla. Lei era una rosa e lui una vera e propria Serpe che l'avrebbe rovinata con le sue azioni.
Si staccò velocemente da lei, si alzò in piedi e cercò di mettere quanta più distanza possibile da lei.
Astoria era confusa, non capiva dove aveva sbagliato.
"Era da tanto che desideravo farlo." Disse lei alzandosi e andando verso di lui sorridendo. Era felice e lui avrebbe rovinato tutto da lì a pochi secondi.
Draco fece un altro passo indietro e l'amica si fermò ad una decina di passi da lui, il sorriso le si spense sulle labbra.
"Forse è meglio che vai. Non doveva succedere Astoria, tu non mi conosci, non sai di cosa sono capace." Disse il ragazzo distogliendo lo sguardo, non riusciva a guardarla un secondo di più. Era arrabbiato con se stesso. Istintivamente si toccò il braccio sinistro esattamente dov'era posizionato il teschio che pulsava ancora.
Astoria aveva gli occhi lucidi "Non mi importa. Io so cosa sei e so anche che non è dipeso da te. Come ti ho già detto, TU DRACO MALFOY, non sei come loro." Disse lei cercando di mantenere la voce ferma, lo stava ancora guardando.
"Beh forse ti sbagli! Forse io sono esattamente come Loro! Tu non sai cosa posso fare!" Draco cominciò ad urlare, lo sguardo ancora fisso a terra. Doveva allontanarla, per il suo bene, non poteva rovinare una cosa così bella.
"Vattene Astoria! Vattene e basta!" Urlò. Si avvicinò alla porta, la aprì con forza e fece cenno alla ragazza di uscire. Arrivata al suo fianco si fermò prese la sua testa fra le mani costringendolo a guardarla.
"Non mi farai cambiare idea così, ma rispetto la tua decisione. Buona fortuna." Ancora una volta le parole di lei lo trafissero come una lama nel cuore. La guardò finchè non svoltò l'angolo sparendo alla vista. Richiuse la porta con un tonfo.
Si buttò sul letto e si convinse che non era importante, che doveva pensare alla sua missione, non doveva farsi intralciare la strada da nessuno, sulle sue spalle c'era il peso dell'intera famiglia.

Si trattava di Vivere o Morire.

Maggio

Nel mese trascorso, Draco, si era recato tutti i giorni nella Stanza delle Necessità nella speranza di ricevere delle informazioni sul viaggio di Silente, ma inutilmente. L'armadio era sempre vuoto. Una volta al giorno passava davanti all'ufficio del preside per vedere se c'erano movimenti, lo vedeva scendere e salire, quindi si trovava ancora nel castello.

Quella mattina decise di andare in Sala Grande per la colazione, appena entrò, però, sbarrò gli occhi e si bloccò. Dall'altra parte della stanza vide Katie Bell parlare con Potter e lei sembrava averlo riconosciuto.
Anche Harry si voltò verso di lui. Non sapeva cosa fare, doveva andare via di lì, si voltò e in preda all'ansia cominciò a correre, si sentiva soffocare, allentò il nodo della cravatta cercando di far entrare aria nei polmoni.
Entrò di corsa nel bagno di Mirtilla Malcontenta e si appoggiò al lavandino respirando affannosamente, si tolse il golfino e si sciacquò il volto. Il panico si stava di nuovo impadronendo di lui, il fantasma della ragazza comparve al suo fianco e si mise ad osservarlo con curiosità.

La verità lo investì in piena faccia: Lui aveva paura, non poteva farlo, non ne sarebbe stato in grado.

Si mise a piangere, quasi urlava, un pianto disperato "Nessuno può aiutarmi." Disse tra un singhiozzo e l'altro. "Non posso...non funzionerà...Se non lo faccio però mi ucciderà..."Non riusciva più a parlare. Alzò lo sguardo verso lo specchio e notò qualcuno all'entrata del bagno. Mirtilla scomparve in un baleno, lui si passò una mano sulla faccia per scacciare le lacrime ed estrasse la bacchetta.
Dall'altra parte del bagno Potter fece lo stesso. Gli gettò addossò un incantesimo, ma Malfoy lo evitò e prese il lavandino riversando acqua da tutte le parti.
"Crucio!" Urlò Draco, ma mancò il suo avversario.
In un lampo fu investito da un getto rosso "SECTUMSEMPRA!" Urlò Potter. Malfoy fu preso in pieno e fu sbattuto a terra. Un dolore lancinante si diffuse in tutto il corpo, sentì il sangue uscire da delle profonde ferite sul petto, urlò dal dolore.
"No...io..no." Sentì Harry dire, ma la voce sembrava lontana anni luce, sentiva tutto bruciare, il suo sangue che si mescolava con l'acqua che era per terra...si sentiva morire e da una parte, forse, sarebbe stato meglio. Prese a tremare, ormai la sua camicia bianca si era tinta di rosso.
"ASSASSINO NEL BAGNO!" Urlò Mirtilla a squarcia gola osservando la scena dall'alto.
Harry era immobile, non sapeva cosa fare, proprio in quel momento Piton spalancò la porta e si chinò accanto a Draco, fulminò con lo sguardo Potter. Il professore tirò fuori la bacchetta e iniziò a pronunciare un contro incantesimo, Draco continuava a piangere, mentre le ferite lentamente si rimarginavano.
"Ti accompagno in infermeria, probabilmente ti rimarranno delle cicatrici. E tu Potter, aspettami qui." Disse Piton con sguardo d'ira verso il ragazzo, che aveva osservato la scena ammutolito e terrorizzato.
Malfoy si alzò a fatica, i vestiti fradici e sporchi di sangue, si sentiva svenire, aveva creduto di morire.

Arrivati in infermeria Madam Pomfrey lo prese sotto le sue cure, mentre il professore tornava nel bagno.
L'infermiera della scuola gli fece togliere la camicia e cominciò a medicargli le ferite, si sentiva bruciare ovunque, cercò di guardarsi, ma la donna lo respinse contro i cuscini.
"Non è un bello spettacolo, è meglio se non guardi." Disse lei continuando a passargli sopra un liquido giallastro.
Draco obbedì e quasi senza accorgersene si addormentò.

Correva senza meta al buio.
Sembrava un labirinto, era circondato da alte siepi nere.
"LUMUS!" Disse facendo accendere la punta della sua bacchetta. Correva, attorno a lui voci incomprensibili, si facevano sempre più vicine.

Correva guardandosi attorno, aveva paura, ma non poteva fermarsi.

Ad un tratto si aprì una radura, in mezzo un mucchio nero, rallentò e si fermò mentre una voce gli rompeva i timpani: UCCIDERE! UCCIDERE ALBUS SILENTE! PRESTO! UCCIDERE!

Non si fermava, diventava sempre più alta. Si portò le mani alle orecchie, ma non sembrava funzionare. Si avvicinò all'ombra nera al centro del campo e appena capì di cosa si trattava si bloccò come congelato.

Narcissa e Lucius Malfoy morti, un'espressione pietrificata sui loro volti.

"NO!" Urlò accasciandosi accanto ai corpi dei genitori, iniziò a piangere, urlò, ma nessuno poteva sentirlo.

"UCCIDERE ALBUS SILENTE, PRESTO!"

Draco si svegliò di colpo madido di sudore, si guardò attorno terrorizzato, ma con sollievo capì di trovarsi in infermeria. Quel sogno era così reale, sentì un rumore e istintivamente cercò la bacchetta, ma era sul comodino, troppo lontano da lui. Alla fine era solo l'infermiera nel suo studio.

Si mise a sedere dolorante, un taglio si era riaperto ricominciando a sanguinare, ma non voleva chiamare Madam Pomfrey per farselo medicare. Le immagini appena viste erano ancora impresse nella sua mente e capì subito che non si trattava di un sogno qualsiasi.

Ci siamo. Pensò.

Silente ha lasciato Hogwarts. E non era solo un pensiero, ne era certo. Domani sera era il giorno deciso, domani Albus Silente sarebbe morto per mano sua.






















Decimo capitolo per voi.⚡

Non so perché, ma scrivendo questo capitolo ho pianto...
Adoro il nostro Prince of Slytherin 🐍💚

Come avevo anticipato ho ripreso a lavorare, quindi non so se d'ora in poi riuscirò ad aggiornare con regolarità, ma vi prometto che ci proverò. Ci tengo troppo a questa storia.🌈🌈🌈

Detto ciò, a presto e se vi fa piacere lasciate una stellina⭐ e commentate✏️

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