Capitolo 4
-Perché?- continuava a chiedere Claudio, ero praticamente costretta a raccontargli la verità.
-...così sono fuggita da quel posto! Sono diventata una scienziata buttando via il passato. Purtroppo non sono riuscita a nasconderlo del tutto a quanto pare...-
Claudio, che per tutto il tempo era rimasto in silenzio ad ascoltare, ora apre bocca chiedendo la cosa più ovvia: chi è che ha detto tutto ciò riguardo al passato?
Ipotizza che potrebbe essere la persona che ha guidato l'elicottero, ma subito gli dico che non è possibile perché ho comprato il silenzio di quella persona: suo figlio è diventato il mio apprendista e ha pure una vita agiata per via di tutti quei soldi che gli ho regalato.
Claudio non crede al fatto che suo padre abbia lavorato per una persona crudele come mio padre, dice che è una persona troppo buona.
È più vecchio di me, ma crede ancora che le persone siano al 100% perfette... è messo davvero male.
Spero che si svegli quando anche suo padre gli dirà le stesse cose che gli ha detto la sottoscritta.
Però adesso non devo più farmi distrarre da cose di importanza secondaria.
Devo assolutamente scoprire chi è che ha raccontato del mio passato ai giornalisti.
Non c'è nessun'altro di vivo oltre a me e il padre di Claudio.
Anzi no!
C'è quella piccola percentuale di possibilità che le persone che cercavo sono ancora vive...
Darren e Eiichi.
Eiichi non direbbe mai cose su di me, se fosse vivo verrebbe strisciando da me e pregando di essere di nuovo la sua cavia.
E poi se raccontasse la verità ai giornalisti prima o poi verrà a galla qualcosa di negativo anche sul suo conto, dubito che sia così stupido.
Darren però... ha tutto il diritto di raccontare la verità.
Gli ho fatto troppe cose brutte da quando lo conosco, è più che naturale che voglia vendicarsi.
E distruggere ciò che uno ha creato è il modo migliore per farlo.
Mi sta ripagando con la mia stessa moneta, ha preso proprio dalla persona più schifosa.
Sì, ormai sono sicurissima che è lui il responsabile di tutto ciò.
Devo trovare un modo per mettermi in contatto con lui.
Il campanello della porta mi riporta alla realtà, sono già arrivati.
-Vado io ad aprire.- dice Claudio in tono calmo, dopo tutto quel che gli ho detto sembrava scioccato, adesso perché è così?
-Sei ancora dalla mia parte?- gli chiedo, credo che ormai sia l'unica persona di cui posso fidarmi, sempre se decide di stare con me.
-In questi anni hai aiutato un sacco di persone. Potrei pensare che lo fai per un tuo tornaconto, ma penso che non sia così. Lo definirei più come "qualcosa per mandare via i sensi di colpa". C'è sempre tempo per cambiare, e se nessuno è accanto a te per appoggiarti, come cambierai?-
Il modo calmo con cui dice queste parole mi fa davvero stare meglio.
È più di un collega: è un amico.
Mentre Claudio si dirige verso la porta d'ingresso, io vado nel mio studio, accendo il computer e controllo alcune cose.
Mi sono arrivate moltissime mail, tutte di giornalisti, produttori televisivi e altri scienziati.
È mattina e già mezzo mondo sa di quell'articolo, com'è potuto succedere?
Ignoro tutte le mail che ho ricevuto e ne invio una ad un mio collega, un vero genio sul campo dei computer.
Gli chiedo se posso venire a fargli visita tra un paio d'ore e schiaccio su "invio".
Non ama le formalità, se si deve dire qualcosa bisogna dirglielo in modo diretto, senza tanti giri di parole.
Così ho fatto.
La sua risposta è immediata:
So già di cosa vuoi parlarmi, vieni quando vuoi.
Quel ragazzo è un genio: non c'è bisogno che tu gli dica molto, con una frase generica riesce a capire al volo.
È positivo conoscere una persona così.
Claudio bussa alla porta, lo faccio entrare e subito dice -Sono riuscito a mandarli via, ma sono sicuro che torneranno tra poco, e se ne aggiungeranno altri secondo me.-
-Allora è meglio uscire subito!- dico con lo sguardo fisso sul monitor.
Claudio si pone automaticamente la domanda "dove dobbiamo andare?", trova la risposta da solo quando vede la mail di Adrian.
Prendo il mio tablet e, assieme a Claudio, esco di casa.
Oggi sarà una giornata diversa dalla solita routine.
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