Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

*La Bambina Nahual Di Serpente

La bambina nahual di serpente

Basato su eventi reali accaduti circa 20 anni fa. (di BAV)

(Wikipedia:
Nella mitologia mesoamericana il Nahual è considerato lo spirito buono, simile ad un angelo guardiano, che si manifesta sotto la forma di un animale. Ogni persona aveva un nahual che lo seguiva e lo proteggeva.)

Quel pomeriggio di luglio era caduto un temporale torrenziale, accompagnato da forti venti, fulmini e tuoni. Non pioveva così da molti anni in quella città e nei suoi dintorni, nella valle di Oaxaca.

Erano circa le 4 del pomeriggio. In fretta, Don Francisco o Don "Pancho", come continuano a chiamarlo i suoi conoscenti, prese il suo machete, lasciò la sua casa e si recò ai piedi della collina detta zompantle, per prendere le sue mucche, che aveva lasciato al pascolo, e riportarle a casa. Questo luogo si raggiunge percorrendo circa tre chilometri di strada sterrata.

Don Pancho era a piedi, pronto a svolgere il suo compito quotidiano. Era quasi arrivato a destinazione, quando qualcosa attirò potentemente la sua attenzione, non riusciva a crederci! In mezzo alla strada sterrata e nei dintorni, c'era una quantità impressionante di pesci, sparpagliati ovunque. Fu sorpreso dalla quantità, alcuni erano ancora vivi, ma moribondi, e saltellavano. Cercò di trovare una spiegazione logica, però concluse che si trattava di un fenomeno che non aveva mai visto prima e del tutto anormale. In quel momento si ricordò che i suoi nonni dicevano che a volte potevano piovere pesci, quando un "nahual di serpente d'acqua" si alzava e si spostava da un posto all'altro.

Non riusciva a trovare altra spiegazione per questo fenomeno, tanto più che in quel luogo nessuno avrebbe mai potuto trovare un pesce nel ruscello più vicino. Era impossibile. E poi, quale pazzo avrebbe pensato di andare ai piedi della collina a lanciare pesci vivi?

Stava ancora cercando una spiegazione logica e non si era ancora ripreso dallo stupore, quando, nelle vicinanze, sentì qualcuno singhiozzare. Confuso, si guardò intorno per identificare da dove provenisse il pianto. Camminò per diversi metri tra i cespugli e scoprì una bambina di non più di 12 anni. Era seduta per terra, fradicia dalla testa ai piedi, i capelli arruffati, infangati e tremava per il freddo.

La ragazza era una straniera. Non l'aveva mai vista. Non riuscì nemmeno a identificarla come parente di un conoscente. Don Pancho pensò al peggio: che forse era stata rapita, o che fosse stata presa con la forza, violentata, e i suoi aggressori l'avevano abbandonata lì. Senza ulteriori indugi, le chiese se stava bene, con chi era o perché era sola, perché piangeva, dove erano i suoi genitori, come si chiamava, ecc.

Tra le lacrime, la ragazza rispose solamente che era sola, che si chiamava Nereida e che "qualcuno" l'aveva gettata lì. Non rispose ad altre domande.

Don Patricio continuava a immaginare varie situazioni... Pensò anche che forse la bambina gli stava mentendo e che sicuramente era scappata di casa per un capriccio che aveva fatto e aveva paura di tornare perché sarebbe stata rimproverata o picchiata; per questo motivo non voleva raccontargli altro.

L'uomo le disse che qualunque cosa fosse accaduta, di non preoccuparsi, di fidarsi di lui, che non poteva lasciarla sola lì e che l'avrebbe portata a casa sua. Così fece. Radunò il suo bestiame e tornarono in città.

Arrivato a casa, don Pancho raccontò alla moglie cosa era successo e quanto fosse strano il fatto dei pesci. Le disse che avrebbe avvisato l'autorità cittadina e il giorno dopo sarebbe andato nei paesi vicini per informarsi se c'era una bambina scomparsa o se dei genitori stessero cercando la loro figlia.

Don Pancho aveva tre figlie, una di loro aveva l'età di Nereida e vestiva della stessa taglia, così chiese a sua figlia di prestare alla bambina sconosciuta dei vestiti in modo che potesse cambiarsi.

Rimaste sole, le due bimbe andarono in una stanza per cambiarsi. Quando Nereida si tolse il vestito bagnato, la figlia di don Pancho vide la sua schiena segnata da grandi cicatrici e recenti colpi come segni di cintura o di frusta. Chiese subito a Nereida cosa le fosse successo. Nereida le disse che solo a lei poteva dire la verità, perché era una bambina della sua età, ma le chiese di non rivelare nulla a nessuno, e iniziò la sua storia.

Le disse che era nata in una città vicino alla costa dello stato. Alla nascita, come era consuetudine in quel luogo, molti bambini venivano trasformati in nahuales attraverso un rituale, utilizzando il cordone ombelicale. Quindi, lei aveva come nahual, un serpente d'acqua. Gli disse che questo "animaletto" si trovava in un luogo segreto della sua casa, che solo lei e i suoi genitori conoscevano, e che il suo nahual stava crescendo insieme a lei. Che ogni giorno doveva portarle qualcosa da mangiare, ma quando si arrabbiava la colpiva sulla schiena con la coda, ecco perché le cicatrici precedenti e le ferite recenti, e aggiunse anche che quando era arrabbiato, cresceva di proporzioni incredibili, sarebbe stato capace di distruggere una cattedrale.

Le disse che quel giorno c'era stata una festa a casa sua. Sua madre, in segreto, le aveva ricordato di portare da mangiare al suo nahual, ma lei, divertendosi a giocare con gli altri bambini, se ne era dimenticata; ciò aveva fatto arrabbiare il suo nahual e all'improvviso aveva iniziato a piovere molto forte con fulmini e tuoni. Fortissime raffiche di vento avevano buttato giù gli alberi. Tutti gli ospiti erano corsi, terrorizzati, a rifugiarsi nelle loro case. Immediatamente il suo furioso nahual aveva colpito lei e i suoi genitori con la coda; poi era cresciuto come mai aveva fatto prima, distruggendo completamente la sua casa. I suoi genitori erano rimasti feriti mentre lei fu sollevata dentro una nuvola e gettata nel luogo dove l'aveva trovata don Pancho.
Riferì anche, che il suo nahual si trovava molto vicino, ai piedi della collina, in una piccola laguna, e che avrebbe piovuto continuamente in quella zona... Ma doveva portargli qualcosa da mangiare per tenerlo calmo ed evitare ulteriori incidenti, perché se non mangiava lui, non poteva nutrirsi neanche lei, e viceversa.

La figlia di don Pancho non tardò a dire loro ciò che Nereida le aveva rivelato. Incredulo, don Pancho partì presto il giorno successivo per visitare i paesi vicini per chiedere se ci fossero notizie di bambine scomparse. Lo stesso fece con l'autorità del popolo. Non scoprì nulla di nuovo.

Al suo ritorno, la moglie gli disse che Nereida non aveva voluto mangiare tutto il giorno, che non poteva nutrirsi fino a che non avesse "fatto qualcosa". Le chiese delle tortillas e le disse che sarebbe tornata più tardi, che non doveva preoccuparsi, che sarebbe andata bene, che doveva andare solo in un posto, ma da sola. Don Pancho e sua moglie esortarono la loro figlia affinché chiedesse a Nereida dove fosse andata. In seguito, Nereida, le confessò che aveva portato del cibo al suo nahual e che, come già aveva detto: doveva farlo ogni giorno.

Così passarono due settimane. Nereida sembrava essersi adattata alla nuova famiglia, anche se non parlava con nessuno tranne la più piccola delle figlie di don Pancho, che aveva la sua età. Ogni giorno usciva con del cibo, recandosi in un posto segreto, i padroni di casa non le chiedevano niente, facevano finta di nulla. Un giorno, don Pancho le parlò molto seriamente e le disse che era ora di rivelargli da dove venisse e dove abitava, doveva portarla a casa e consegnarla ai suoi genitori, che, sicuramente dovevano essere molto preoccupati per lei.

Sorprendentemente, Nereida gli rispose, gli disse che era quasi pronta per partire, lo esortò ad ospitarla solo qualche altro giorno e quando sarebbe stato il momento, lei stessa l'avrebbe avvisato un giorno prima.

Così passarono altri giorni. Un pomeriggio Nereida si avvicinò a don Pancho e gli disse che era giunto il momento di "andare via", che l'avrebbe sarebbe partita il giorno dopo, nel pomeriggio. Gli chiese un unico favore: darle dei tacos per il viaggio. Lui le offrì dei soldi, ma lei gli disse di non preoccuparsi, non ne aveva bisogno, solo gli chiese di accompagnarla il giorno dopo, a prendere l'autobus, ma la fermata avrebbe dovuto essere in un luogo solitario, non al solito posto, per l'incolumità di tutti.

Il giorno dopo iniziò a piovere incessantemente, dal mattino presto. Il cielo era completamente coperto di nuvole nere. La pioggia era leggera, non violenta. Erano circa le sei di sera quando Nereida disse a don Pancho che era ora di andare.
Ringraziò tutti a casa per l'ospitalità e chiese a don Pancho di accompagnarla nel luogo dove avrebbe dovuto prendere l'autobus; gli disse che era un mezzo di trasporto speciale, che solo lei sapeva quando sarebbe passato.

Lungo la strada ringraziò don Pancho per essersi preso cura di lei, per averle dato riparo e cibo. L'uomo le disse che preferiva accompagnarla a casa di persona per consegnarla sana e salva ai suoi genitori, ma lei rifiutò; gli disse di non preoccuparsi, che sarebbe arrivata a destinazione sana e salva, che sapeva come prendersi cura di se stessa e che c'era qualcun altro che si prendeva cura di lei e che nessuno le avrebbe fatto del male.

Disse anche a don Pancho che un giorno sarebbe tornata per ripagarlo di tutto quello che avevano fatto per lei. Più tardi, malgrado nessun autobus si stesse vedendo o sentendo, Nereida esclamò: "Sta arrivando!" e come per magia apparve un autobus la cui linea don Pancho non aveva mai visto. La bambina gli fece segno di fermarsi. Nereida lo abbracciò, salì sull'autobus e, sempre da dentro, lo salutò con la mano. L'autobus se ne andò e si perse su una curva.

Da quel pomeriggio sono passati circa 20 anni. Don Pancho e la sua famiglia continuano la loro vita normale e tutti ricordano quell'aneddoto e giurano che non l'hanno sognato; e da allora, ogni volta che il cielo si copre di nuvole nere e minaccia pioggia torrenziale, Don Pancho guarda il cielo e si chiede se incontrerà tra una di quelle nuvole Nereida, tornata da loro come aveva promesso.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro