Parte 9 - Una nuova strategia
Cobra era di buon umore.
Beneficiava dell'energia fisica e mentale che la trasformazione del corpo gli stava procurando. Ciononostante, il quadro di benessere personale non era ancora del tutto soddisfacente. Qualcosa gli mancava, e quel qualcosa era il riconoscimento sociale.
Fino a quel momento aveva fatto ogni cosa per sé stesso. La cosiddetta "società", infatti, per i suoi sforzi non gli aveva riconosciuto nessun valore aggiunto e men che meno una qualsiasi ragazza. In un certo senso aveva fatto un salto nel vuoto con la consapevolezza che non vi sarebbe stata nessuna garanzia sul fatto che la sua vita, alla fine, sarebbe stata più appagante di prima.
Il dubbio gli si era insinuato nella sua mente: «E se fosse tutto solo un'illusione? Ora che ho ottenuto quello che volevo, in fondo, cos'è cambiato?», si domandò a voce bassa. «Niente!», fu la sua risposta secca.
Difatti, nonostante la trasformazione, il suo stile di vita, in termini di relazioni umane, non era migliorato affatto. La sua condizione sociale continuava a gravitare attorno ai soliti concetti di esclusione ed emarginazione. Dilemmi per i quali, purtroppo, non esisteva un laser o un intervento chirurgico che fosse capace di fare la magia così come per il suo viso.
Mentre si allenava avanzando a passo veloce nella piazza centrale della città guardava con invidia a quel mondo sfavillante di luci e colori in cui tutti sembravano divertirsi. Dai gruppi di amici che cantano insieme nei locali, alle coppie anziane sedute sulle panchine, ai giovani che si lasciavano trascinare dai loro giochi di seduzione, ai turisti che andavano in giro scattando foto, agli sportivi in bicicletta, a quelli che si abbracciavano muovendosi al ritmo di musica che arrivava dai Jambè suonati per strada. L'elenco di ciò che vedeva era lunghissimo e amarezza ne provava.
Era frustrante osservare quella realtà da spettatore passivo. Sembrava che tutti socializzassero e costruissero ricordi felici tranne lui.
Stufo di scrutare quel mondo decise di cambiare strada.
I marciapiedi affollati del centro non li sopportava più.
Voleva il silenzio e nuovi percorsi.
Attraversando un vicolo stretto sentì l'eco dei suoi passi rimbombare sulle pareti, accompagnato dal suo respiro profondo e ritmato. «Anche le vie secondarie hanno un loro fascino», considerò. Mentre uno sbuffo di vapore che sapeva di fritto orientale gli riempì le narici, un gatto randagio si avvicinò curioso, ma scappò via con un balzo improvviso quando lui tentò di avvicinarsi per accarezzarlo.
«Se pure i gatti scappano...», stava considerando con sarcasmo quando la vibrazione dello smartphone in tasca lo riportò alla realtà.
Era Ismaele.
Indossò le cuffie e rispose.
«Ciao grande, come stai?», lo anticipò l'amico. La sua carica di positività era travolgente. Spesso Cobra si chiedeva come facesse Ismaele a essere così entusiasta, anche perché la sua vita non è che fosse così tanto diversa dalla sua.
«Bene! Sono impegnato nella mia solita camminata serale. Già cinque chilometri e penso di farne altrettanti», rispose Cobra, continuando ad avanzare senza sosta.
«E la miseria. Mi stupisci ogni giorno di più. Ma come fai?», chiese Ismaele incredulo.
«Forza di volontà! E poi devo dire che mi piace. Mi aiuta a riflettere».
«E su cosa rifletti?», si incuriosì Ismaele.
«Sulla mia vita, sulle persone... mi sono appena lasciato alle spalle un gruppo di ragazzi che in piazza si divertivano facendo musica insieme, e mi chiedevo a quanto mi stessi perdendo io a stare sempre chiuso in casa».
«Ognuno sceglie ciò che più preferisce. Ma tu non pensare agli altri. Se guardi a quelli che stanno meglio è finita. Devi sempre fare unicamente ciò che ti fa star bene e accontentarti di quello che hai», lo riprese Ismaele con la sua solita bonarietà.
«Eh... fosse facile. Devo dire che ora come ora non mi basta più», ammise con un pizzico di amarezza nella voce. «Anzi, a dirla tutta, mi piacerebbe entrare in uno di quei giri in cui si fa sempre festa, dove c'è baldoria, si socializza. Vorrei frequentare gente con cui ci si intrattiene, magari a bere birra in un pub del centro o a organizzare le vacanze al mare. Cose così, insomma. Guardando in giro mi viene quasi da dire che tutti si divertono tranne me».
Per Cobra la solitudine era come una zavorra a cui era legato con una catena stretta, difficile da spezzare. «Ascolta, ricorda che c'è sempre una possibilità e se quello è ciò che vuoi quello otterrai».
«Facile a dirsi».
«Se qualcosa lo vuoi veramente vedrai che la raggiungerai. Fidati. E poi sei così sicuro che quelle persone che vedi in giro si stiano divertendo sul serio? Solitamente la gioia viene ostentata, mentre la sofferenza quasi sempre nascosta. Non puoi mai sapere quanto dolore ci sia dentro a quelle persone che incroci», ragionò Ismaele con acume.
«Mm... sicuramente c'è tanta apparenza. È che io sono stanco di vivere così... la cosa mi manda completamente fuori di testa», ammise sconsolato. Per la rabbia tirò un calcio a una lattina abbandonata facendola volare via con un gran rumore. «Poi, non nego che ci siano altri che stiano addirittura peggio, ma questo non vuol dire che io non debba ambire a una vita diversa, senza magari dover reprimere ogni mia emozione per la mancanza dello spazio o del contesto adeguato. Cioè, ma si può sempre essere fuori da ogni cosa?», chiese riflettendo su quanto fosse difficile integrarsi.
Ismaele cercò di tranquillizzarlo con un tono pacato e rassicurante. «Ricorda che ciascuno di noi ha la propria storia e la propria strada da percorrere», disse con voce calma. «Non ha senso confrontarsi con gli altri. Devi concentrarti su te stesso cercando sempre di fare il meglio. In fondo, la situazione attuale anziché migliorare potrebbe addirittura peggiorare. Del resto, che garanzia abbiamo sul futuro?».
Le sue parole erano sagge e piene di verità, ma Cobra non volle arrendersi. «Cosa c'è di peggio che stare da soli tutto il giorno? Senza una fidanzata? Senza una compagnia? Senza nessuna relazione umana col mondo?».
«E io non sono nessuno?», si stizzì Ismaele.
«A parte te chiaramente», si corresse Cobra.
«E comunque esser soli non vuol dire niente. È la serenità che fa la differenza. È quella sensazione di benessere interiore che crea uno sguardo vivo e pieno di luce».
«Su questo ti do ragione».
«Bisogna avere fiducia. Secondo me i bei momenti arriveranno, soprattutto ora dopo tutti gli sforzi che stai facendo», lo confortò Ismaele.
«Speriamo... Anche se c'è da dire che un'estetica più gradevole non è che sia un passe-partout che apre automaticamente tutte le porte o il cuore di qualche ragazza», commentò Cobra mestamente.
«E dai! Un po' di ottimismo. Quello delle donne comunque è un discorso a parte... scusa, ma ti devo salutare», tagliò corto Ismaele senza argomentare oltre.
«A presto!», rispose Cobra.
Per lui il mondo femminile restava un concetto astratto. Anni di umiliazioni lo avevano completamente allontanato da loro e pur volendo ristabilire un contatto non sapeva proprio da dove ricominciare. Nei suoi confronti le donne continuano a ostentare tutta la loro indifferenza. Per strada ci provava a incrociare il loro sguardo ma non succedeva mai niente. Dalla sua esperienza capì, altresì, che in giro sarebbe stato molto difficile conoscere chicchessia.
Il suo sogno sembrava impossibile da tradurre in realtà.
Aveva bisogno di una nuova strategia.
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