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Parte 17 - Connesso con la vita

Cobra quella notte non chiuse occhio.

Passò tutto il tempo a rigirarsi nel letto fantasticando su Dorina. La serata trascorsa insieme gli era sembrata perfetta. Quasi magica. Il ritornello dell'ultima canzone sentita in macchina, mentre Ismaele lo riaccompagnava a casa, gli risuonava ancora in testa, come la voglia di stare di nuovo insieme a lei.

Era un desiderio travolgente.

Con la sua mente lavorava di fantasia e immaginava di invitarla a cena fuori, magari in un ristorante con le luci soffuse e le candele accese, di stupirla portandola in un ristorante giapponese con la sua cucina raffinata, o magari in un locale che servisse piatti di cucina regionale o ancora in un ristorante indiano con i suoi sapori speziati e intensi. Tutto ciò che Dorina avrebbe dovuto fare era scegliere e lui avrebbe esaudito il suo desiderio all'istante.

E poi con l'immaginazione volava per il mondo a fantasticare su come sarebbe stato bello guardare insieme Parigi dalla Tour Eiffel, la maestosità delle grandi piramidi di Giza o, perché no, la valle sacra degli Incas o qualche landa del nord a estasiarsi di fronte alla magia dell'alba boreale.

Sulle sue labbra era dipinto un sorriso: «Non avere paura. Dimmi dove e andiamo. Per te farei qualunque cosa», pensava. Era talmente sovraeccitato che si assopì solo quando fuori era ormai l'alba.

Quando riaprì gli occhi prese subito in mano lo smartphone. Cercò il numero di Dorina e iniziò a scriverle qualcosa, quindi di scatto si fermò chiedendosi: «Sarà il momento giusto? O forse è meglio aspettare?».

Sbuffò, finendo preda dell'ansia e dei pensieri negativi. Una serie di interrogativi si accavallarono nella sua mente: "E se ho frainteso? Se rovino tutto? Se la infastidisco? Se mi manda a quel paese? Se fa così con tutti? Se...". Domande che nella sua testa crearono un vortice di paranoia circolare.

Prese tempo.

Si alzò e andò in bagno, provando a quietare le sue emozioni. Davanti allo specchio controllò il suo viso in cerca di certezze sulla sua nuova immagine. La sensazione di scoramento che nei mesi precedenti aveva provato ogni volta che si rifletteva stava lentamente svanendo, lasciando spazio a un frivolo autocompiacimento. Apprezzava i suoi nuovi lineamenti.

«Chissà se le piaccio?», stava pensando, quando il telefono squillò. D'impulso si precipitò per prenderlo. Uscendo dal bagno, nella foga, piazzò una ginocchiata contro lo stipite della porta che lo fece urlare e imprecare dal dolore.

Lo afferrò zoppicando.

Non era lei, ma Ismaele: «Ciao amico! Elisabetta mi ha detto che a Dorina sei piaciuto molto ieri sera! Hai visto che successo!?».

Un'espressione stupita comparve sul suo viso. «Ti ha detto questo? Veramente?», rispose Cobra, manifestando ancora una volta tutta la sua incredulità.

«Sì! E tu che ti facevi un sacco di problemi. Scrivile qualcosa, non fare il timido come al tuo solito. Prendi l'iniziativa», lo spronò Ismaele con voce decisa.

«Adesso ci provo. E che non saprei da dove iniziare», replicò Cobra in preda a uno stato confusionario.

«Te lo devo dire io?».

«È che devo mettere da parte l'insicurezza».

«Infatti. Devi essere risoluto. Prova a scriverle un messaggio per ringraziarla della serata. Una roba leggera, nulla di pressante. Giusto per introdurre una conversazione. Lo so che non ti mancano le parole. Vai!», lo esortò Ismaele.

«È la mancanza di esperienza che mi blocca. Dai adesso penso a qualcosa di carino e le scrivo. Grazie amico. Ti voglio bene».

Dopo la scioltezza con cui interagì con Ismaele, l'ansia riconquistò nuovamente ogni sua fibra nervosa. Si drizzò, e per la frenesia incominciò a camminare in tondo per la stanza. Era pervaso da un misto di emozioni. Da un lato c'era l'ansia e l'imbarazzo, dall'altro la spinta all'azione. Cercò di mettere da parte l'agitazione con respiri profondi.

Scrisse un primo messaggio, ma non gli piacque. Era sicuro che potesse fare meglio. Lo cancellò e ne scrisse un secondo. Continuava a rileggere e aggiustare. Quando fu abbastanza confidente il dubbio lo assalì di nuovo: «Schiaccia quel pulsante, schiaccia quel pulsante!», si ripeteva, senza tuttavia trovare il coraggio di farlo. Decise di rilassarsi, chiuse gli occhi, respirò, e con un movimento deciso dell'indice finalmente lo inviò.

Successivamente spense lo schermo e lancio lo smartphone sul divano, quasi fosse un tizzone ardente di cui doveva liberarsi all'istante.

Per esorcizzare l'eventualità di una risposta indesiderata, o nessuna, si svestì e andò a farsi una doccia. Si sedette sotto il getto caldo dell'acqua assumendo la posizione del loto e lasciò che il vapore lo avvolgesse.

Con grande sollievo le sue paure furono in fretta fugate.

La risposta di Dorina arrivò e - con suo stupore - il contenuto era esattamente quello atteso, quello che lui sognava di leggere. Nulla a che vedere con la negatività che si era immaginato. In quel momento sembrava che l'universo si fosse connesso con la sua vita, assecondando il flusso dei suoi desideri con lo scopo di risollevare la sua anima in pena. Quel messaggio fu come un raggio di sole tra le nuvole che penetrò nel profondo del suo cuore, scaldando le sue speranze e ravvivando i sogni che aveva quasi dimenticato.

Mentre delle note al piano e cinguettii di uccelli prodotti dalle casse del suo portatile danzavano nell'aria, Cobra, ebbro di felicità, si sedette al tavolo e rilesse il messaggio, fermandosi su ogni parola.

«Incredibile», fu l'unica cosa che riuscì a dire.

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