Si dice cosi...
CAMERON
"Che cazzo gli è preso?" Continuavo a pensare.
Le avevo detto "ti voglio bene" e allora? Una volta, dopo averlo detto a Leila, mi sono fatto una delle migliori scopate di sempre. Perché lei invece l'aveva presa male?
Doveva capirlo che io con queste cose sono arrugginito.
Cassie era tutto quello che avevo, e l'avevo perché avevo provato a guadagnarmela, per una volta.
Vedevo la sua bellezza e mi sfiniva. Sentivo la sua presenza accanto a me nel letto e riuscivo a dormire sogni sereni. Tutte cose che andavano oltre il sesso.
Non che non avrei voluto farla gridare fino al giorno dopo, ma prima avrei dovuto esserne all'altezza.
Tutte le ragazze che mi ero fatto fino a Cassie, non erano vergini. L'unica vergine era...
Cavolo, non dovevo pensare proprio a lei.
Con Cassie era diverso. Doveva esserlo.
Ero già arrivato a casa quando decisi di tornare in clinica. Non potevo abbandonare ne Cassie, ne Max.
Quella Peugeot scassata non aveva niente a che vedere con la mia Mustang ma era tutto quello che mi sarebbe rimasto se per il mio essere maledettamente stronzo avessi perso anche Cassie.
Con lei non potevo permettermi errori.
Rientrai in clinica, era quasi sera quindi immaginai che li avessero già sistemati da qualche parte. Pensai di chiamarla ma ricordai di non avere ancora il suo numero. Come diavolo facevo a non avere il numero della mia fidanzata?
<<Scusi, sa dirmi dove hanno sistemato Max? È il cagnone che oggi ha subito un intervento.>> dissi alla donna annoiata dietro al bancone bianco sporco dell'atrio.
Lei mi squadrò con un viso alquanto schifato e mi indicò il corridoio, senza dirmi niente. Non parlai nemmeno io, era già stato abbastanza strano così. Imboccai il corridoio e aprii qualche porta per vedere se li trovavo. Poi incontrai Montgomery.
<<Dottore!>> chiamai e con una breve e inutile corretta lo raggiunsi <<Qual'è la stanza in cui avete sistemato Max e Cassie?>>
Lui mi guardò attentamente. Probabilmente già ci odiava dopo la lunga giornata di oggi.
<<In fondo a destra. Evitate di urlare in corridoio, per favore.>> disse. Il suo tono però non era critico, sembrava più che altro...premuroso.
Lo rassicurai e raggiunsi finalmente la stanza.
Lei era seduta su una poltrona, accanto alla cuccia di Max. Dormivano entrambi. Probabilmente non era molto comoda quella posizione ma lei era rimasta lì ugualmente, per lui. Nei minuti che stesi lì a guardarla mi resi conto che anche con me si comportava in quel modo. E lo aveva sempre fatto.
La presi in braccio e mi sedetti io sulla poltrona, senza dire niente. La distesi sulle mie gambe e appoggiai la sua testa sul mio petto, così da falla stare più comoda. Lei non si svegliò ma sorrise. Questo mi fece dimenticare tutto.
CASSIE
Faceva caldo e iniziai a muovermi.
Aprii gli occhi e la prima cosa che vidi fu la cuccia di Max, dove lui ancora dormiva. Ero sdraiata, ma come c'ero finita in quella posizione non lo sapevo proprio. Cercai di alzarmi ma con la mano, invece di toccare la testiera, palpai dei morbidi capelli.
Quando vidi Cameron sotto di me, probabilmente più scomodo di quanto lo fossi io, non potei fare a meno che sorridere. Dormiva, era splendido. Ma perché era tornato?
Sentii bussare alla porta quando mi alzai dalle sue gambe e andai ad aprire.
<<Buongiorno!>> fece Montgomery entrando. <<Avete dormito comodi immagino.>> guardò Cameron e si limitò a sorridere.
<<Una meraviglia!>> cantilenai.
<<Quando Max si sveglia, è pregata di venirmi a cercare così gli somministriamo la sua dose di medicine.>>
<<Si, ehm, lo lascio detto a Cameron. Io devo andare a lavoro fra poco. Ma la chiamerà sicuramente.>>
<<D'accordo. Lo so, ho visto negli occhi di quel ragazzo un amore profondo per voi due. So che mi chiamerà anche se lei non sarà qui.>> andò via cantilenando l'ultima frase.
Lo disse come a voler convincere più me che se stesso. Lo apprezzai.
Chiusi la porta e guardai Cam sonnecchiante. Dovevo svegliarlo prima di andare via.
Mi misi a cavalcioni su di lui e lo riempii di piccoli baci casti sul collo. Lui iniziò a muoversi, poi a rispondere ai miei baci quando arrivai sulle labbra.
<<Buongiorno.>> dissi fra uno e l'altro <<Devo andare a lavoro e ho bisogno che tu sia attivo.>> sorrisi.
<<È un risveglio migliore di quello che mi aspettavo.>> sussurrò.
<<Sono solo felice di essermi risvegliata con te vicino. O di sotto.>> mi alzai e lui si strapazzò gli occhi. Adoravo quando lo faceva.
<<Non potevo dormire senza di te.>> disse stiracchiandosi e venendo nella mia direzione <<E poi non volevo che tu andassi a dormire arrabbiata. Però non sono arrivato in tempo.>>
<<Parleremo di questo più tardi va bene?>>
Mi fece segno di sì e guardò Max.
<<Chiama Montgomery quando si sveglia ok? Deve somministrargli la seconda dose. Non te lo dimenticare per favore.>> lo baciai ancora.
<<Non potrei mai.>> rispose infilando la sua lingua dentro la mia bocca.
Fu un bacio così appassionante e spinto che mi lasciò quasi affranta quando finì.
Lo guardai sorridente. La stanza era diventata un forno, anche se probabilmente era solamente la sua presenza. Adoravo le sensazioni che mi regalava.
Mi sistemai i capelli sotto ai suoi occhi attenti e presi la borsa. Prima di uscire dalla porta però, così di nuovo a dargli un lungo bacio.
<<Prima che te ne vai...>> disse tenendomi per un braccio <<Mi dai il tuo numero di telefono?>> ridemmo di pancia entrambi e glielo memorizzai nel suo cellulare, facendo uno squillo sul mio per salvarlo a mia volta.
Queste cose non capitano ai fidanzati normali.
Uscendo dalla struttura veterinaria notai di nuovo quella Peugeot grigia. Mi insospettiva a dire il vero.
Sapevo con certezza che se c'era una cosa a cui Cameron non poteva rinunciare era la sua amatissima Mustang, quindi non l'avrebbe mai nemmeno prestata a qualcuno. Ma allora la domanda era, dove diavolo era finita?
Ci pensai per tutto il tragitto fino al negozio di April. Lì trovai lei ad aspettarmi.
<<Oh tesoro, è da ieri sera che provo a chiamarti!>> disse premurosa entrando <<Come è andata?>>
<<L'operazione è andata benissimo ma non è finita qui purtroppo. Dovrà fare quindici giorni di cura e non lo lasciano uscire da lì.>>
<<L'importante è che sia andato tutto bene no?>>
<<Si. Certo.>>
April aveva tanti pregi e tantissimi difetti ma se c'era una cosa in cui non si sbagliava mai era l'umore della gente.
<<Che succede tesoro? Guai in paradiso?>> mi chiese sedendosi accanto me.
<<Veramente no. Adesso no. Sono preoccupata per un po' di cose, ma probabilmente il mio aspetto stanco tira fuori il peggio di me.>> le sorrisi.
<<Perché non vai a casa a riposare un po'?>>
<<No. L'ho ho già lasciata sola ieri ed è capitato anche altre volte. Non posso approfittare della sua bontà ancora.>>
<<Oggi probabilmente non verrà nessuno tesoro e io non ho commissioni da fare. Sono stata da sola in questo negozio per ventidue anni, posso gestire una giornata noiosa.>>
<<Ventidue anni? Allora perché cercare una commessa solo ora?>> chiesi, contenta.
<<Non sono stata io a cercare una commessa. È stata lei a presentarsi qui.>> mi fece un occhiolino ammiccante.
<<Non ha bisogno di una mano?>>
<<Pensavo di no, ma adesso devo ammettere che sono felice di averti qui.>>
<<Allora perché assumermi? Non capisco...>>
<<Quando mi hai parlato di mio nipote si è come accesa una luce nei tuoi occhi, anche se sembravi arrabbiata con lui. Probabilmente lo sono tutti quando lo conoscono. Ti ho presa perché hai detto di vivere con lui e avevo curiosità di conoscerti anche io, visto che non conosco nessuno dei suoi amici.>> sospirò <<Poi ti ho visto con lui però e non ho avuto più dubbi.>>
<<Su cosa?>> chiesi ascoltandola con un gran sorriso sulle labbra.
<<Sul fatto che sei speciale. Cameron ha pochi amici probabilmente e non è mai stato in grado di farsi coccolare più di tanto, da nessuno. Quando ho visto come ti guardava, anche se provava a fare l'antipatico anche con te, ho capito che ormai poteva fare il figo quanto voleva, ma era cotto! E non poteva farci nulla!>> rise, facendo ridere anche me <<Sono felice che alla fine voi due siate riusciti a mettervi insieme e addirittura vivendo insieme dal primo giorno. Lui non è un tipo facile da gestire e tanto meno lo è suo padre, ma se impari ad accettare il loro peggio, quello che fanno vedere a tutti, loro ti faranno anche vedere che hanno un meglio, e lo faranno solo con te.>>
La guardai imbambolata, deliziata dalle sue parole.
Scesi dal mio sgabello per abbracciarla forte.
<<Accetto il suo invito per andare a riposare due orette microscopiche, dopodiché torno alla clinica. Perché non passa più tardi? Max ne sarebbe super felice.>>
<<Verrò sicuramente tesoro. A più tardi.>> ricambiò il mio abbraccio e uscii.
Quella brutta sensazione che mi portavo dentro da ormai due giorni non mi aveva ancora lasciata. Sentivo che qualcosa doveva accadere, ma speravo non si trattasse di Max. Nè del ritorno di mio padre. Volevo a tutti i costi stare tranquilla, con le persone che da qualche mese erano diventate la mia famiglia.
Arrivai a casa tranquillamente e mi misi un po' sul letto, puntando la sveglia sul mio cellulare. Avrei dormito poco più di un'ora ma mi sarebbe bastata, dopodiché sarei andata da Cameron in clinica per dargli il cambio.
CAMERON
<<Si sta rimettendo in fretta. Si vede che è forte!>> disse Montgomery dopo avergli fatto la puntura di routine a Max.
<<Non per niente è il mio cucciolo!>> mi vantai accarezzandolo.
<<Anche la tua fidanzata sembra tosta. Forse anche più di te.>> scherzò.
<<Probabilmente ha ragione.>> ammisi.
Il mio cellulare non smetteva di squillare da un'ora ormai, era Leila. Non aveva ancora capito dalla mia scomparsa che non ero più il suo giocattolo del piacere? Eppure conoscendo Sam era impossibile che non glielo avesse sbattuto in faccia. Allora cosa voleva? Decisi di rispondere, dopo la decima chiamata.
<<Che vuoi?>> dissi acidamente.
<<Bambolino dove sei? Ci manchi.>> ocheggiò.
<<Leila lasciami in pace ok? Non è il momento.>>
<<Allora ti chiamo stasera?>>
<<Non devi chiamarmi e basta.>>
Fece un minuto di silenzio, poi scoppiò in una fragorosa risata che mi fece diventare matto dal nervoso. Odiavo il suo tono squillante e osceno, odiavo la sua risata, odiavo anche il suo linguaggio.
<<Non sarà vera la voce che gira...>> cantilenò.
<<Che voce? Di che diavolo parli?>>
<<Qui quelli più intraprendenti dicono che sei diventato il cagnolino della nuova arrivata. Quella che hai ospitato in casa tua.>>
<<Non sono il cagnolino di nessuno io.>>
<<Sei sicuro?>> chiese.
Sapevo che mi stava solo provocando, ma gli altri si permettevano di parlare così di me e io non potevo sopportarlo. Mi ero sempre fatto rispettare. Sempre.
<<Vengo a spaccargli il culo ora stesso a questi pezzi di merda!>>
<<Stai calmo Bambolino... Adesso saranno in qualche vicolo a sfondarsi, ci vediamo stasera al pub.>>
<<Ciao!>> dissi seccamente.
<<Oh, Cameron?!>> disse ancora.
<<Che c'è ancora?>>
<<Quando ti vedrò stasera avrò una voglia assurda di scoparti.>>
<<Mi disgusti Leila.>> dissi sincero <<Non succederà mai più.>>
Riagganciò il telefono con la sua risata di sottofondo.
Immaginavo chi era a parlare così. Anzi ne ero certo.
Sentivo il sangue arrivarmi al cervello e tornare giù a spruzzo, per poi risalire. Dovevo fare qualcosa.
Chiamai Cassie, ma non rispondeva. Solo allora mi accorsi del messaggio che mi aveva scritto mezz'ora prima.
"April mi ha dato un'ora libera. Ne approfitto per riposare un po'. A dopo amore"
Avrei dovuto aspettare lei...
Non potevo lasciare Max da solo. O forse sì.
Tantissimi auguri di buon compleanno a Marghe! Una delle mie fantastiche lettrici che mi ha chiesto di pubblicare apposta per l'occasione. Ti adoro! ❤️ da me, Cassie e Cameron 😂💓
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