Scelte
<<Che posto è questo?>> parcheggiammo davanti ad un locale insieme a Zed.
<<Qui è dove vengo sempre con i miei amici.>> spiegò lui scendendo dalla macchina e accompagnandomi con una mano sulla schiena fino all'ingresso.
Quel posto straboccava di adolescenti scalmanati, parecchi sembravano avere meno di sedici anni. Tutto sommato però era carino il locale e le luci da discoteca davanti un certo effetto. Molte persone salutarono Zed quando entrammo e lui mi presentò ad ognuna di queste, questo mi fece davvero piacere. Perché Cameron non era così?
<<In questo posto ci vengo praticamente sempre. Adesso ti presento i miei amici.>> mi urlò nell'orecchio per sovrastare la musica e io annuii.
Avanzammo fra la folla e per non perderci Zed mi prese la mano, con tanto di sorriso stampato sul volto. Sembrava fiero e contento di essere lì con me.
Superata la massa di gente, avanzammo davanti al bancone del bar, intravidi un cerchio di ragazzi seduti intorno ad un tavolo e Zed li indicò.
Riconobbi subito Adam e Sam, accanto a loro c'era una ragazza mora e accanto a questa...Cameron.
Mi bloccai di colpo, tirando anche Zed.
<<Che c'è?>> fece lui.
<<C'è Cameron lì!>>
<<Pensavi che lo conoscessi perché stiamo nello stesso palazzo?>> ridacchiò lui.
<<Tu sapevi che era qui?>>
<<Lui è qui ogni sera, proprio come me e gli altri ragazzi!>>
Tentennai un po', sospirando. Non volevo che lui pensasse che stessi uscendo con Zed per farlo arrabbiare, in più presentandomi al suo tavolo.
<<Che c'è piccola?>> fece Zed <<Questo è un locale pubblico e tu stai venendo qui con tuo amico, non può dirti nulla e se lo farà, ci sarò io a tuo fianco.>>
Decisi di fidarmi ancora una volta del suo sorriso tutto denti e mi avvicinai al tavolo, rimanendo però dietro di lui.
<<Zed, amico, ci stavamo chiedendo dove fossi!>> urlò Adam.
<<Ero con lei.>> mi prese per una mano e mi fece avanzare.
<<Cassie?>> fece una faccia sconvolta Adam, seguito da Sam. <<Ciao bambolina!>> si alzò e venne ad abbracciarmi, contro ogni mia aspettativa lo fece pure la sua ragazza e io ricambiai, contenta e incredula.
<<Vi conoscete?>> fece Zed.
<<Certo! Prima che Cam ce la rubasse dovevamo portarla noi qui.>> mi fece l'occhiolino.
Cameron non alzò nemmeno lo sguardo verso di me. Fece finta di non vedermi e non sentirmi.
<<È molto carina vero?>> fece Zed sorridendomi.
<<Si amico, lo è.>> rispose Adam sedendosi a suo posto.
<<Ed è troppo per te!>> cantilenò Sam seguendolo e facendomi l'occhiolino.
Zed rise e sistemò uno sgabello per farmi sedere accanto a lui, ma io preferii di no.
<<Che c'è?>> fece senza farsi accorgere da nessuno.
Mimai un "niente" con la testa e iniziai a guardarmi intorno. Non mi piaceva stare lì sapendo che Cameron faceva persino finta di non vedermi.
Sorrisi furtivamente ai ragazzi e mi allontanai, fingendo di andare al bar. Questo era proprio quello che volevo evitare.
<<Hey...>> mi prese per mano Zed mentre avanzavo tra la folla. <<Che succede?>>
<<Non dovrei essere qui. Ti avevo detto che Cameron non voleva portarmi con lui chissà per quale motivo e adesso mi sono presentata qui.>>
<<Ma li conoscevi già.>>
<<Si ma non sapevo che erano loro il suo gruppo. Insomma, ha pure fatto finta di non vedermi.>> avanzai verso l'uscita, arrivando nel parcheggio amareggiata ma contenta di essere fuori da quel posto.
<<Zed lasciaci soli.>> sentimmo poi, mentre lui apriva bocca probabilmente per consolarmi dopo quel momento di imbarazzo.
<<Come scusa?>> rispose lui.
<<Ho detto che devi entrare in quel cazzo di bar perché devo parlare con Cassie!>>
<<Entra Zed, se non lo hai capito nessuno deve vedere che Cameron mi conosce e per giunta mi parla.>> dissi acidamente.
<<Ti avevo fatto capire che non volevo portarti qui e tu ci sei venuta ugualmente!>>
<<Non sapevo che tu fossi qui!>> urlai.
<<Va bene, vi lascio parlare. Ma ti aspetto lì davanti ok?>> fece, capendo la situazione, Zed.
Io annuii.
<<Adesso uscirai sempre con quel coglione?>> riprese la discussione Cam.
<<È l'unico contento di conoscermi, quindi si.>>
<<Non fare la vittima adesso solo perché non ti ho voluto portare in un bar.>>
<<Forse non hai capito! A me non importa che tu mi voglia con te o no, domani stesso me ne andrò da casa tua e dopodiché non avrai più nessun problema di questo tipo.>>
<<Domani stesso? E dove andrai?>>
<<Non sono affari tuoi.>>
Mi girai per tornare da Zed ma lui mi bloccò per un braccio, tirandomi di nuovo all'indietro.
<<Esci con un coglione, indossando un vestitino del genere, fai una scenata e adesso pensi di andare via così?>> disse calmo stavolta.
<<Io credo che dovresti lasciarmi il braccio.>> dissi ad un palmo di paso dal suo volto.
<<Io credo che dovremmo tornare a casa.>>
<<Sono qui con Zed e tornerò a casa con lui.>>
<<Noi andiamo via adesso.>> continuò a stringermi il braccio e iniziò a tirarmi via.
<<Non puoi farlo!>> urlai, dimenandomi cercando di tirare più di lui.
<<Ma perché devi sempre fare la bambina?>> disse bloccandosi e abbassandosi.
<<Ma che fai?>> chiesi guardandolo.
Mi sollevò dalle gambe e mi caricò sulle sue spalle.
<<Mettimi giù!!>> urlai.
Una volta dentro la sua auto mi puntò un dito contro e si appese allo sportello.
<<Non provare a dare calci o pugni perché se si graffia la mia auto non so cosa potrei farti.>> dopodiché chiuse lo sportello e salì anche lui, quasi correndo per poter arrivare a prendermi se avessi provato a scendere.
<<Io non posso andarmene senza dirlo a Zed, è poco educato!>>
<<Zed sarà ubriaco in meno di un'ora, probabilmente domani nemmeno se lo ricorderà di essere arrivato qui con te.>>
<<Sai, ci sono anche persone a cui importa di essere gentili e premurosi con gli amici.>> cantilenai.
<<Anche a me importa.>>
<<Ah sì?>>
<<Si. Per questo ti sto riportando a casa.>>
Mi arresi dopo questa parola, perennemente nervosa dopo ogni conversazione con lui. Non riuscivo mai a vincere quando si trattava di discutere con Cameron e lo odiavo, lo odiavo davvero.
Entrambi in silenzio partimmo con la sua auto, sempre taciturni scendemmo da questa e salimmo a casa sua.
<<Buonanotte.>> dissi andando verso la sua stanza e chiudendo a chiave.
<<Hai chiuso a chiave?>> urlò da dietro il legno freddo.
<<Si.>>
<<È camera mia.>>
<<Arrangiati.>>
<<Cassie, te lo chiederò solo una volta, apri questa porta.>>
Continuai a sistemarmi per la notte senza più rispondere alle sue urla. Continuava a trattarmi come se fossi di sua proprietà, come se non volesse dividermi con nessun altro. O forse era pazzo, che era l'opzione più ovvia.
Dopo circa dieci minuti i suoi tentativi di entrare in camera cessarono e il silenzio riempì l'appartamento. Provai ad addormentarmi, ma la parte buona di me iniziava a sentirsi in colpa per averlo lasciato fuori dalla sua camera da letto. Era stato maleducato, irrispettoso e maledettamente antipatico ma purtroppo non riuscii ad addormentarmi immaginandolo da solo nel divano, senza coperte ne cuscini.
Mi alzai dal letto e senza fare rumore aprii la porta per tornare in cucina. Ero abituata al silenzio nella mia vita e Cameron lo rappresentava alla grande.
Non si trovava nel divano, né in cucina, ma sul balcone. Lo guardai un po' dalla soglia, convinta che da lì non avrebbe potuto vedermi. Se ne stava lì, con una sigaretta accesa in una mano e l'accendino nell'altra, appoggiato col sedere sul pilastro e lo sguardo fisso nel vuoto. Mi dava malinconia vederlo così, anche se era perennemente cupo e strappargli un sorriso non era mai facile.
Mi avvicinai lentamente, dopo aver preso una boccata d'aria senza veleno.
<<Ti ho detto che inizio a lavorare domani?>> uscii anch'io, subendo il freddo della sera.
<<Si.>> mi guardò senza nessuna emozione visibile in viso.
<<Al negozio mi hanno detto che non è vero che cambiano una mascotte al mese. Anzi, non l'hanno nemmeno mai avuta.>>
Il suo sguardo divenne quasi preoccupato.
<<Il negozio di animali alla fine della strada?>>
<<Si, proprio quello.>>
<<Hai parlato con la proprietaria?>>
<<Proprio così. È davvero gentile.>>
<<E ti ha assunta subito?>>
<<Si.>> scrollai le spalle.
<<Non puoi lavorare lì, insomma, che ne sai di animali?>>
<<Mi piacciono gli animali e mi piace quella signora. Credo che mi troverò bene.>>
<<Lei è..>> disse spazientito.
<<Tua nonna? Lo so!>> lo bloccai.
<<Si, mia nonna.>> piegò le labbra riducendole a due linee sottilissime. <<Comunque fai come vuoi!>>
<<Inizio domani, quindi probabilmente domani stesso me ne andrò davvero. Magari trovo un appartamento.>>
<<Bene.>> rispose seccamente, rientrando in casa.
Ormai non mi meravigliavo più del suo comportamento. Ed era ovvio che iniziava a desiderare la sua indipendenza, odiavo l'idea di essere un peso.
<<Sto andando a dormire.>> annunciai seguendolo in cucina. <<La porta è aperta, il letto è tuo.>> indicai la sua stanza e mi accomodai sul divano.
<<Cosa stai facendo?>> chiese lui, rimanendo impassibile.
<<Mi sistemo per la notte.>>
<<Qui?>>
<<Si.>>
Sentii solo uno sbuffo, poi mi sdraiai sul divano del soggiorno. Era freddo e scomodo, ma sempre meglio del suo carattere acido e scorbutico.
Chiusi gli occhi aspettando di addormentarmi. Non avevo sonno ma dovevo iniziare a lavorare il giorno dopo quindi dovevo riposare per forza. Il silenzio mi aiutava molto, le palpebre iniziarono a sbattere regolarmente fino a quando non mi sentii sollevare a peso.
<<Ma si può sapere che stai facendo?>> urlai in braccio a Cameron.
<<Sei proprio una bambina!>> fece lui camminando verso la sua stanza, dove mi appoggiò solo quando arrivammo sul letto.
<<Sul divano sarei stata comoda ugualmente.>>
<<Non ti faccio dormire sul divano.>>
<<Tu non mi fai fare niente!>> borbottai.
<<Come?>> fece lui.
<<Niente.>> serrai la bocca.
Lui venne a sedersi accanto a me sul letto, sospirando ancora. Non lo vedevo col buio perché aveva già chiuso la porta ma potevo vedere la sua mascella contratta grazie al filo di luce che entrava dalla finestra.
<<Io voglio solo che tu stia bene Cassie.>> sussurrò lasciandomi senza parole.
SPAZIO AUTRICE:
Ciao a tutti❤️
Chiedo scusa per aver aggiornato dopo tutto questo tempo ma sono stata fuori città, meritavo una vacanza ahaha
Allora? Vi piacciono Cassie e Cameron? Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate!!!!
Baciiiii
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