Gelosie
<<Esattamente cosa ti serve?>> chiesi entrando con lui in un negozio di articoli sportivi.
<<Un paio di guantoni nuovi, quelli vecchi hanno qualche segno di usura qua e là.>>
<<Per quel poco che ti conosco direi che sei agitato.>>
<<Ti sbagli.>>
<<Non mi sbaglio.>>
<<Hai visto? Sei insopportabile.>>
<<Vi serve una mano?>> chiese nel mezzo della nostra discussione amichevole una commessa.
Quando Cameron la guardò notai il suo sorriso da tentatore e lei, ovviamente, ci cadde subito.
<<Mi servirebbero dei guantoni tesoro.>> le disse con tutto il suo fascino da bad boy.
Io sentii di essere evaporata.
<<Devi essere proprio un tipo forte!>> commentò lei, sculettando per farsi seguire.
Lui le andò dietro come un cagnolino affamato e dentro di me crebbe una rabbia assurda. Non sapevo perché ma non riuscivo a controllarla così uscii dal negozio senza dirgli niente. Non sarei rimasta lì per assistere a quelle fasi strane di accoppiamento.
Ricordavo esattamente la strada per tornare da Hank ma la prima cosa che mi venne in mente fu di andare a trovare Roxen, i suoi capi rosa mi attiravano.
<<Buongiorno.>> dissi entrando.
La trovai intenta a mettere lo smalto nella mano destra con la mano sinistra, non capivo come faceva ad avere tutta quella precisione.
Quando mi notò si ricordò subito si me per fortuna e quindi saltammo i convenevoli per parlare di vestiti.
<<Cosa ti serve tesoro?>> chiese muovendo piano quelle sue labbra rosse.
<<Non lo so, vorrei cambiare look. Vorrei...come dire...>> pensai alla ragazza del negozio e a Leila, al modo in cui Cameron le guardava.
Avrei voluto essere guardata così anch'io.
<<Essere più femminile?>> aggiunse lei.
<<Già.>>
<<Ho quello che fa per te tesoro.>> mi prese per una mano e mi portò tra gli scaffali.
Iniziò a prendere tantissimi vestiti senza farmi vedere nulla, dopodiché arrivammo davanti ad uno dei camerini e mi ci infilò dentro con tutti questi.
Mi consegnò in mano di tutto, dagli abitini inguinali che non facevano proprio per me ai jeans stretti che mettevano in risalto qualche curva in più. Mi piaceva l'idea di sembrare più sexy ma non volevo esagerare.
<<Allora?>> chiese impaziente Roxen.
<<Li prendo tutti!>> le comunicai uscendo dal camerino.
<<Brava tesoro.>> disse fiera, andando in cassa.
Mi fece pagare e alla fine, contenta come una pasqua, mi regalò anche un top nero in pizzo. La ringraziai, contenta anche io per i nuovi acquisti e uscii dal negozio per tornare da Hank.
Si sentiva che l'estate stava arrivando e purtroppo io non potevo farci niente. Non ero mai stata un amante del sole caldo e delle giornate troppo lunghe ma sapevo che non potevo evitarle quindi a mali estremi pensai di far istallare un condizionatore in casa mia quando sarei tornata a Brooklyn.
<<Ah, sei qui!>> fece Hank preoccupato quando mi vide. <<Cameron è impazzito a furia di cercarti per la città.>>
<<Perché mai? Sono solo andata a comprare due cose mentre lui era occupato.>>
<<Ma si può sapere dove ti eri cacciata?>> mi urlò contro davanti a tutti quando anche lui mi vide.
<<Cameron abbassa la voce.>> gli sussurrai.
<<Non abbasso proprio un cazzo! Non puoi sparire in questo modo, qui non sei a Wichita!>>
<<Adesso smettila Cam, sta bene!>> lo riprese anche Hank, mentre tutti lì dentro ci fissavano.
Mi sentii umiliata da lui e non volevo di certo fargliela passare liscia.
<<Avresti saputo cosa facevo se non fossi stato troppo impegnato a fare il cretino con quella commessa.>> gli dissi solo questo e me ne andai di là senza aggiungere altro.
Era riuscito a rovinare il mio buon umore ancora una volta.
<<Non puoi andartene mentre stiamo discutendo!>> mi urlò dietro.
Lo ignorai fino ad arrivare nella stanza dove mi aveva fatto dormire la notte che ci eravamo conosciuti, dove posai tutta la mia roba.
<<Mi stai ascoltando?>> continuò chiudendo la porta.
<<Cameron ma cosa vuoi? Sono andata a comprare un paio di cose da Roxen e sono tornata da Hank.>> dissi con un filo di voce, per nulla interessata alla discussione.
<<Perché hai tirato in ballo quella commessa?>>
<<Perché non ti sei accorto che me ne sono andata proprio perché eri ipnotizzato dal suo fondoschiena. Non puoi seccarti se poi me ne vado, cosa avrei dovuto fare? Restare a guardare te che tentavi di portartela a letto?>>
<<Io non tentavo di portarmela a letto.>>
<<L'hai chiamata tesoro.>>
<<E quindi?>> allargò le braccia, visibilmente irritato.
<<E quindi non sei mai così! Non chiami tesoro, non sei gentile e non...sei capace di interessarti davvero a qualcuno.>> finii la frase quasi bisbigliando.
<<Perché reagisci così Cassie?>> si avvicinò lentamente a me, ma io indietreggiai.
<<Probabilmente perché in questi due giorni ho pensato che fossi cambiato nei miei confronti.>>
<<Cioè? Pensavi che io...>> corrucciò le sopracciglia <<Che io mi fossi innamorato di te?>>
<<No!>> risposi quasi urlando <<Non innamorato ma sei stato molto dolce...>>
<<Cassie io non voglio relazioni. Non posso averle insomma..>> era imbarazzato, impacciato. Come se tutta la sua solita sicurezza fosse sparita d'un tratto.
<<Oh, sì..>> risposi sforzandomi di sorridere. <<Lo so, lo so. Non intendevo dire che avremmo potuto avere una relazione, solo che tu sei molto diverso ecco. Tutto qua.>>
Fu come ricevere un pugno allo stomaco.
<<Adesso devi prepararti per l'incontro, ti lascio solo.>> aggiunsi sempre col finto sorriso in viso e tanta amarezza nel cuore.
Non provavo chissà cosa per lui, non era possibile, ma mi aveva dato segnali che probabilmente, però, esistevano solo nella mia testa.
Tornai da Hank e mi sistemai sul solito sgabello a fissare la gente entrare e uscire. Anche Adam e Sam si presentarono, erano super eccitati per il grande match fra Cameron e il tipo campione regionale. Io invece ero in ansia, proprio come Hank. Avrei preferito che evitasse di combattere, non bastava la preoccupazione per mio padre, ci voleva anche lui che rischiava di farsi male solo per provare a saziare il suo ego spropositato.
<<Tesoro entri con noi?>> chiese Sam.
<<Si.>> iniziava davvero a starmi simpatica.
Mi prese per mano, ignorando anche il suo ragazzo e ci addentrammo fra la folla. Mi portò esattamente davanti al solito ring abbozzato nella seconda sala e aspettammo.
Adam e gli altri ragazzi della band ci raggiunsero minuti dopo insieme a Cameron.
<<Non perderla d'occhio nemmeno un secondo Adam o stasera ti finisce male.>> disse indicandomi.
Io li guardai entrambi indispettita e Adam mi fece solo un occhiolino amichevole, mentre Cameron si girò per tornare nella piccola stanza in fondo alla sala.
<<Cam!>> chiamai, correndo dietro di lui per raggiungerlo.
<<Che c'è?>> si girò col viso corrucciato.
<<Non so esattamente cosa si dica in questi casi ma fai attenzione!>> lo abbracciai e lui, tentennando un po', mi strinse forte.
<<Stai vicino a Sam ok? Stasera non ci saranno solo ubriaconi ma anche ragazzi dei quartieri alti che giocheranno a fare i coglioni fuori casa, quindi voglio che stai attenta e che non ti muovi da vicino a lui fino a quando io non scenderò da quel ring.>>
<<D'accordo.>>
<<Cassie, promettimelo!>>
Mi guardò fisso negli occhi e un formicolio piacevole mi attraversò la schiena mentre mi stringeva il braccio per scansarmi dalla folla.
<<Te lo prometto.>>
Mi fece solo un sorriso prima di farmi cenno di tornare da Sam, dove Adam avrebbe potuto tenerci d'occhio anche dal ring, ma fu uno dei suoi sorrisi più belli. Lo ricambiai e, senza smettere di guardarlo, tornai indietro verso i suoi amici.
Quando Adam diede i saluti iniziali a tutta la folla presente, un boato si innalzò nella sala. Erano tutti super eccitati anche perché avevano scommesso tanti soldi e Adam sembrava davvero felice per questo.
<<Adam ha detto che la maggior parte della gente qui ha scommesso contro Cameron.>> mi disse Sam all'orecchio.
<<Bene.>> risposi io <<Cameron avrà più soldi a fine serata.>> le feci un occhiolino e mi girai verso il palco.
Adam presentò prima lui, dopodiché entrò anche lo sfidante: Tom Joya.
Quando Hank aveva detto che pesava 95 kg non immaginavo che fosse anche alto due metri.
Cameron, come al solito, non cambiò espressione nel guardarlo ma questo probabilmente era solo un modo come un altro per provare a bluffare. Chiunque si sarebbe agitato davanti a quel gigante muscoloso.
<<Vi ricordo che nessuno può salire sul ring, non si lanciano oggetti e in caso di perdita non si può reclamare. Nessuno vi ha costretti a scommettere i vostri soldi e quindi nessuno ve li ridarà indietro. Detto questa: buon proseguimento!>>
La campanella suonò e i due iniziarono a muoversi girando per il ring. Cameron fece sferrare a lui il primo colpo così da poterlo evitare, poi attaccò lui. Dopo dieci minuti ancora nessuno dei due si era fatto male e questo sembrava positivo.
<<Inizio a pensare che sia vero quello che dicono di te, sei bravo.>> lo stuzzicò Tom.
<<Io combatto in un bar nel Queens e sono bravo, tu sei campione regionale e non hai ancora chiuso l'incontro. Io inizio a pensare che tu sia sopravvalutato.>> rispose Cam.
<<Sei pure simpatico.>> ridacchiò Tom, provando ancora a colpirlo invano.
Cameron ogni tanto spostava lo sguardo su di me e io gli sorridevo per fargli capire che andava tutto bene, questa era una di quelle cose che sembravano un segnale da non raccogliere.
La sfida ad un tratto si fece più accesa e Cam incassò il primo pugno. Sul suo volto iniziò a formarsi un livido ma probabilmente con l'adrenalina in corpo non riusciva a sentire il dolore. Tom gliene diede altri due e scansò i suoi, iniziava a venire fuori il campione.
<<Forza Cam!>> urlai istintivamente e lui mi guardò attentamente.
Anche Tom Joya si voltò verso di me.
<<Le donne distraggono!>> disse ridendo ma Cameron lo colpì.
<<Hai ragione! La mia lo ha appena fatto.>> rispose.
<<Siii!>> urlai io insieme a Sam.
Fu come una carica per Cameron quel pugno ben assestato e non riuscii più a fermarsi. Adesso era una sfida ad armi pari e finalmente vedevo soddisfazione nei suoi occhi. Non fu facile ma alla fine riuscii a metterlo k.o e Adam lo dichiarò vincitore esultando come un vero fan.
<<Complimenti Dallas. Non me lo aspettavo.>> gli diede la mano a fine incontro Joya che, più che offeso, sembrava contento.
<<Complimenti anche a te.>> gli rispose lui, sincero.
Mi avvicinai a lui con un sorriso stampato sul volto e lui lo ricambiò subito. Nell'attimo in cui avanzai per raggiungerlo sembrò che il resto della gente fosse sparita.
<<Complimenti!>> gli dissi abbracciandolo.
<<Hai contribuito anche tu.>> sorrise ancora, senza smettere.
<<Eccoti Cassie!>> ci raggiunse anche Adam. <<Qui ci sono i suoi cinquemila dollari bella signorina.>> mi diede una mazzetta chiusa in una busta e fece un cenno a Cameron per dirgli che si sarebbero visti dopo.
<<Cinquemila dollari?>> strabuzzò gli occhi.
<<Ho sentito che stavano scommettendo tutti contro te e io ho voluto compensare la cosa. Sapevo che avresti vinto e che di conseguenza mi sarei portata a casa un bel po' di soldi anch'io.>> spiegai sotto il suo sguardo esterrefatto.
<<Tu sei matta!>> mi sollevò da terra e mi fece girare per tutto il ring.
La gente ci mise poco a spostarsi da lì al bancone di Hank, soprattutto quelli che avevano miseramente perso il loro stipendio per scommettere su un cavallo, per loro, sicuro.
<<Sento che sei una specie di portafortuna. Ho fatto bene a portarti con me.>> mi lusingò mentre si cambiava.
<<Troppo gentile!>>
<<No davvero Cassie, vieni sempre con me!>> disse speranzoso mettendomi le mani sui fianchi.
<<Sarebbe fantastico. Sai che adoro venire qui e poi sto meno in pensiero guardando ogni movimento del tuo avversario.>> scherzai. <<In caso lui volesse prenderti alle spalle o fare qualcosa di cui sicuramente potrebbe pentirsi io potrei proteggerti.>>
<<Aah, adesso mi sento al sicuro!>>
Passammo tutta la serata a scherzare in questo modo senza uscire da quella stanza. Era bellissimo vedere che ci bastava un buco e due battute in croce per stare bene insieme. Mi resi conto, tra uno sguardo e un altro, che essere amici andava pure bene, l'importante era non perderlo. Anche se ogni tanto era insopportabile costatai che qualsiasi cosa avrebbe voluto essere per me io sarei stata felice di esserlo per lui.
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