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Fidanzata

<<Buongiorno Hank>> annunciai il mattino seguente, entrando nella sala da bar insieme a Cameron che aveva ancora il cuscino appiccicato in faccia.

<<Buongiorno belli, vedo che avete fatto pace!>>  il suo tono era dolcissimo e di prima mattina mi sembrava più che meraviglioso sentirlo.

<<Mi tocca perdonarlo ogni volta..>> alzai gli occhi al cielo, fissando divertita Cameron che non aveva nemmeno la forza di insultarmi a quell'ora.

<<Ad ogni modo ieri le hai prese eh..>> lo stuzzicò un po' anche lui.

<<Aveva un sinistro micidiale e faceva davvero male il figlio di puttana.>>

Aveva ancora quel livido viola sullo zigomo e la sua espressione dolorante faceva intendere che lo sentiva e come.

<<Possiamo comprare una pomata antidolorifica, c'è una farmacia qui vicino?>> chiesi ad Hank.

<<Io non metterò una pomata sulla mia faccia, è solo un livido!>> borbottò.

<<Il solito Cameron!>> cantilenammo all'unisono io e Hank, divertiti dalla sua faccia scocciata.

<<Allora ripartite subito?>> ci chiese poi.

<<Non è che sia un vero e proprio viaggio da Brooklyn al Queens.>> mi resi conto, pensando a quando sentivo di essere ancora lontana dalla mia meta.

<<Comunque partiamo stasera.>> ci sorprese Cam.

<<Stasera?>> chiesi.

<<Dobbiamo riportare la tua roba a casa mia e sistemare la cosa col padrone di casa.>>

<<Quando abbiamo deciso questa cosa?>>

<<Adesso.>>

<<Senza nemmeno chiedere il mio parere?>>

<<Hai davvero intenzione di litigare Cassie? Forse lo hai dimenticato ma hanno intercettato la tua casa ed è lì che ti troverà tuo padre se ti ostinerai a controbattere ancora.>>

<<Non lascerò il mio appartamento. Ho chiuso con la fuga.>>

<<Non vuoi lasciare quella casa?>> mi chiese controllando il tono di voce.

<<No.>>

<<Bene, allora mi trasferirò io da te.>>

Si alzò e sotto lo sguardo curioso di Hank ci lasciò soli.

<<Tuo padre ti cerca?>> chiese, evitando ancora una volta il discorso Cameron.

<<Si. È complicato.>>

<<Se non ti va di parlarne lo capisco ma un genitore preoccupato non si ignora mai, gli fai un torto.>>

<<Non è preoccupato o mi avrebbe cercata molto tempo prima. Lui ha bisogno di qualcosa e sinceramente non merita il mio aiuto, per questo ho deciso di cercare a New York la mia felicità.>>

<<Non hai un buon rapporto con lui eh?!>>

<<Lui crede che tutto gli sia dovuto solo perché mi ha dato da mangiare per qualche mese. La maggior parte del tempo era ubriaco e quando non lo era si dilettava con nuovi problemi. Io non lo tollero.>>

<<Una figlia parla così del padre solo se se lo merita quindi mi rimangio tutto e se hai bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, puoi contare su di me.>>

<<Grazie Hank.>>

<<Di niente piccola.>>

Il momento semi romantico con lui finì quando  un signore sulla cinquantina di sedette al bancone vicino a me.

<<Che bella ragazzina Hank, è tua figlia?>> chiese guardandomi dolcemente.

<<No Tom, sai che ho solo un figlio maschio.>>

<<Hai un figlio?>> gli chiesi, sorpresa. Anche se avrei dovuto immaginarlo visto la sua età.

<<Si, si chiama Josh. Non vive più qui da molto tempo, almeno sei anni e io non lo vedo da allora.>> i suoi occhi si intristirono e a me diventò il cuore piccolo piccolo.

<<Posso chiederti come mai?>>

<<È arruolato in marina e ha lavorato sodo per essere promosso, quindi ogni volta che gli chiedono uno straordinario lui salpa. Non abbiamo mai tempo per vederci ma ogni tanto mi invia qualche cartolina dai posti che visita e credo sia molto felice quindi lo sono anche io.>> il suo sorriso fece sorridere sia me che l'anziano signore seduto al bancone.

<<In compenso hai questa bella signorina che sembra volerti molto bene.>> biascicò bevendo un altro sorso di birra.

Diversi minuti dopo, non vedendo tornare Cam, dissi ad Hank che sarei andata da lui. Ma prima che io potessi incamminarmi entrarono nel bar Sam e Adam.

<<Ciao ragazzi!>>

<<Ciao tesoro, dov'è quella testa calda? Ho un bel po' di soldi da consegnargli.>> chiese Adam.

<<È in stanza, se vuoi te lo chiamo..>>

<<Non c'è bisogno, conosco la strada.>> mi fece un occhiolino e si dileguò.

Sam sembrava diversa quel giorno, il suo modo di parlare, le sue espressioni... Sembrava spenta.

<<Va tutto bene?>> chiesi, facendo attenzione al mio tono e ai miei modi. In fondo non la conoscevo così bene.

<<Si...>> sospirò.

<<Sicura? Cioè, non voglio insistere ma non sembra che tu stia bene.>>

<<È solo che...oggi è il mio compleanno e Adam sembra non ricordarlo. Stiamo insieme da un anno, dovrebbe ricordarsi di queste cose no?>>

<<Innanzitutto tanti auguri.>> la accarezzai sorridendogli. <<Probabilmente non lo ha dimenticato, la giornata non è ancora finita. Anzi è appena cominciata.>>

<<Mesi fa c'eravamo messi d'accordo per partire di mattina presto e tornare il giorno dopo, volevo andare a trovare la mia famiglia ma a quanto pare neanche quest'anno potrò.>>

Aveva uno sguardo così triste e deluso che non seppi più che dire. Mi dispiaceva vederla così, soprattutto a causa del suo ragazzo.

<<Sai che facciamo?!>> dissi non riuscendo più a vederla in quello stato. <<Andiamo a fare un giro insieme ti va? Non posso portarti dalla tua famiglia ma per lo meno posso offrirti un pezzo di torta di compleanno!>>

Sembrò apprezzare le mie parole e non ci pensò due volte a mettersi in piedi e a seguirmi. Avvisai solo Hank della nostra uscita e  lui mi fece un cenno continuando a sbrigare le persone che gli chiedevano la colazione.

<<Dove vorresti andare?>> le chiesi. <<Io non conosco bene la città quindi non ho idea di dove portarti.>>

<<Possiamo andare per negozi, un po' di sano shopping mi solleverà il morale!>>

Il suo sorriso tornò non appena iniziammo a girare per trovare qualcosa di veramente carino che le potesse far cambiare umore.

<<Allora?!>> chiese mangiando il suo gelato alla nocciola <<Fra te e Zed c'è qualcosa?!>>

<<Beh, mi ha invitata ad uscire e credo che ci uscirò ma per adesso niente di concreto.>>

<<E con Cameron?>>

<<Come?!>>

<<Cameron... Non ti piace?>>

Sentii il gelato andarmi di traverso.

<<Secondo quali logiche mi chiedi di Cameron dopo avermi chiesto di Zed?>> scherzai.

<<Secondo me è cotto di te!>>

<<Cameron? Ma che dici?!>>

<<Leila lo cerca da un po' e lui sembra sempre più impegnato...con te.>>

<<Siamo solo amici.>> cercai di sviare il discorso.

<<La pensa così anche lui?>>

<<Soprattutto lui.>>

<<Tu non sembri contenta di questa cosa, insomma, ti piace o no?>>

Era insistente e invadente ma non fastidiosa, forse perché si parlava di Cameron. Odiavo la gente così, ma con lei era tutto naturale, anche rispondere a cento domande.

<<Non lo so.>> borbottai.

<<Quindi si.>>

<<Quindi non lo so. È sempre un altalenante incastro di emozioni che finiscono sempre con la delusione totale.>>

<<Piaceva anche a me Cameron un tempo, in realtà credo piaccia a tutti.>> iniziò a raccontare. <<Lui è il cattivo ragazzo, quello misterioso, che non ha emozioni... Ma è anche una gran carogna quando vuole.>>

<<Ti piaceva? E come è finita?>>

<<Niente di che, non gli sono mai piaciuta per fortuna. L'ho visto umiliare parecchie ragazze e credimi, il cento per cento di loro prima se lo sono portato a letto.>>

<<È stato con molte ragazze?>> chiesi, pronta per la botta.

<<Dipende cosa intendi per "stato".>> sorrise. <<Se parli di quelle che si è portato a letto si, sono veramente tante quelle che so, figuriamoci quelle di cui non so niente. Se parli di fidanzate solo una.>>

<<E che tipo era? Perché si sono lasciati? Era qualche tipo di modella?>> non riuscii a controllare le parole e quelle domande uscirono praticamente da sole.

Sam portò ancora la lingua sul suo gelato e poi sorrise. Adesso doveva parlare o sarei diventata matta.

Spazio autrice:

1.000 visualizzazioni (già passate per giunta) ma in che modo posso ringraziarvi? 😱

Più tardi uscirà anche il secondo capitolo della giornata ovviamente perché io mantengo sempre le mie promesse.
Ci tengo davvero tanto a questa storia e spero che piano piano vi stia appassionando.
Vi ringrazio perché mi seguite, perché mi pubblicizzate e perché siete completamente matte come me e lo leggo dai vostri commenti!😂
Vi adoro, ciao. ❤️❤️

A più tardi!

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