-Capitolo 1-
L'aereo è appena atterrato sulla pista d'atterraggio di Amsterdam. Mi chiamo Krystal Price, ho 17 anni, sono arrivata da poco qui con mio padre. Ci siamo trasferiti perché dopo la morte di mia madre, papà non sopportava l'idea di vivere in quel paese perché avrebbe fatto affiorare troppi ricordi. Io posso apparire una ragazza normale ma non è così io custodisco un segreto che nessuno sa. Vedo i fantasmi.
Ho cominciato a vederli dopo l'incidente successo tre anni fa con mia madre. Eravamo in macchina, stavamo tornando da un viaggio quando l'auto dietro a noi perde il controllo e ci viene addosso da lì non vidi più niente. Mi ritrovai in ospedale con la flebo. Mi fecero degli esami e la tac. Stavo bene per fortuna, ma mia madre no, vidi mio padre piangere e capii che mia madre non era sopravvissuta, il mondo mi era crollato addosso, non avevo versato una sola lacrima, nemmeno al suo funerale però qualcosa dentro di me si era rotto e mai più riparato. Da allora appaio insensibile, fredda e senza cuore, o per lo meno e così che mi descrivevano gli psicologi. Da quel giorno tutto ciò che che mi riguardava era cambiato, il rapporto con mio padre, soprattutto, era cambiato. Non lo sopportavo, litigavamo continuamente erano poche le volte che stava a casa perché lui faceva un lavoro che lo portava a stare fuori per diverse settimane.
Visto che mio padre non è a casa ne approfitto per fare una passeggiata, prima con l'auto ero passata davanti un bosco, mi ha incuriosita molto, per arrivarci dovrei camminare un po' ma non mi crea problemi, amo camminare. Prendo il cellulare e le chiavi di casa. Dopo mezz'ora arrivo all'entrata del bosco, devo ammettere che mi inquieta leggermente ma allo stesso tempo sono molto curiosa. Entro e per la prima volta provo una sensazione di pace e serenità, mai provata da quando mia madre era morta.
Continuo a camminare finché non trovo un bellissimo prato fiorito mi sdraio e chiudo gli occhi, pensando a tutta la mia vita, finché il sonno ha la meglio su di me e mi addormento in questo paradiso.
Mi sveglio di soprassalto, avrò fatto un incubo, guardo l'orologio e mi accorgo che sono passate due ore e mezzo da quando sono uscita di casa e il sole ormai è calato da venti minuti, mi alzo di malavoglia e mi incammino verso casa ma una sensazione in me non smette di mettermi ansia, qualcuno mi sta osservando.
Nella via di ritorno, dopo che quell'orrenda sensazione è, finalmente, scomparsa decido di fermarmi a comprare una vaschetta di gelato al supermercato.
-Buonasera.- mi sorride dolcemente la commessa impegnata a sistemare alcune cose su uno scaffale
-Buonasera, sa dirmi gentilmente dove si trovano i gelati?- sorrido a mia volta
-Certo, lì infondo e poi a destra.- indica proprio difronte a me.
Le dedico un sorriso e inizio a camminare nella direzione che mi ha detto.
-Mh..- fisso insistentemente le due vaschette di gelato che ho in mano, una al cioccolato e limone e l'altra alla stracciatella e cioccolato, non so quale prendere quindi opto per entrambe. Mi giro per andare alla cassa ma un deficiente mi viene addosso facendomi cadere.
-Insomma, sta attento a dove vai!- nello stesso instante in cui provo ad alzarmi vedo una mano proprio accanto al mio viso
-Mi dispiace.. non ti avevo vista.-
Mi alzo sola e mi aggiusto la maglietta, lui ritira la mano
-Scusami.-
-Ormai.- raccolgo i gelati e mi allonatano ma una mano mi blocca il braccio
-Come ti chiami?- chiede lui sorridendomi
-Che t'importa?- lo guardo in cagnesco
-Accidenti che caratterino.- si gratta la testa, non staccando gli occhi da me e soprattutto non perdendo quel maledetto sorriso
-Krystal.-
-Mh?- mi guarda confuso
-Krystal, il mio nome.- mi sto scocciando, davvero
-Luca, piacere.- mi porge la mano ma io mi volto e vado alla cassa
-Ci rincontreremo sicuramente e sarà molto più piacevole.- lo sento ridacchiare alle mie spalle.
Ma che sbruffone, due ceffoni non glieli toglie nessuno.
Apro con delicatezza la porta di casa, è tardi, mio padre sarà andato a dormire da un po', non vorrei svegliarlo.
Salgo le scale e mi dirigo in camera, appena chiusa la porta faccio un sospiro di sollievo, non l'ho svegliato, per fortuna, altrimenti avrei dovuto dargli spiegazioni e sinceramente non mi andava.
Mi butto sul letto, accendo il computer e prendo la vaschetta al cioccolato e stracciatella e inizio a gustarmelo mentre guardo una puntata di American Horror Story.
Non riesco ad addormentarmi, della puntata AHS non ho capito nulla, qualcos'altro occupava i miei pensieri, era quella sensazione, io so che qualcuno mi stava osservando, ne sono sicura, probabilmente anche mentre dormivo in quel campo mi guardava.
C'ho pensato cosi tanto che ho deciso di tornare l'indomani.
Chiusi gli occhi e finalmente crollai in un sonno profondo e ristoratore.
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