7. Un mese dopo
7. Un mese dopo
Se un mese fa mi avessero detto che mi sarei trasferita a casa del mio futuro fidanzato, mi sarei messa a ridere.
Ma al momento, questa era la mia realtà.
Io e Peter eravamo ormai ufficiali, tutta la scuola sapeva della nostra lezione, May ci aveva fatto promettere di non avere rapporti sessuali mentre lei era a casa, ma l'avevo rassicurata dicendo di aver promesso a Steve di aspettare il matrimonio. "E hai intenzione di rispettarlo?" mi chiese Peter.
"Non voglio morire affogata nell'acqua santa." avevo risposto alzando le spalle, ma era abbastanza ovvio che avrei seguito il mio istinto.
Michelle e io eravamo diventate molto unite, potevo ritenerla la mia vera prima amica. Dovetti acquistare un cellulare nuovo visto che il mio era rimasto alla torre, in questo modo fui in grado di chattare e chiamarla.
Ned sembrava abbastanza confuso dalla relazione del suo migliore amico, Peter mi aveva confidato che si sentiva lasciato un po' da parte e, proprio per questo, io e il mio fidanzato decidemmo di dirgli la verità. Da allora aveva iniziato a guardarmi con occhi diversi, era un ragazzo alquanto strano, ma era decisamente dolce, inoltre era l'unico a sapere del segreto di Peter.
"Sono il migliore amico del ragazzo della figlia di Tony Stark." mi ripeteva a volte. "Fa figo dirlo ad alta voce." si giustificava ogni volta.
Per quanto riguardava la scuola, mi stavo divertendo tantissimo. Mi ero iscritta ad un club di scacchi e vinsi il campionato, ero anche riuscita ad entrare nel team del decathlon scolastico. La mia media era stabile sull'A, ma la mia reputazione si stava espandendo a macchia d'olio, ero finita in detenzioni 3 volte nell'ultima settimana e l'unico motivo per cui non volevano buttarmi fuori era il fatto che mi riconoscessero come uno degli studenti migliori.
Ricordavo ancora il commento della professoressa di matematica mentre mi stava accompagnando nell'ufficio del preside. "Non capisco come faccia il sig. Parker a stare con una ragazzo con il tuo carattere."
La verità? Molte volte me lo chiedevo anch'io, ma Peter riusciva a portare a galla quella parte gentile di me e, per la maggior parte del tempo, era lui ad accettarmi per quella che ero.
Sospirai dopo aver visto l'ennesimo video su YouTube, erano ormai le 5 del pomeriggio e Peter era andato a fare il suo giro da supereroe come al solito. Quando stavo con lui tendevo a dimenticare tutto ciò che mi stava attorno, ma una volta da sola venivo investita dalla nostalgia di casa mia.
Mi mancava guardare i film con Clint commentando i vari attori, volevo tornare a pregare con Steve mentre Bucky mi guardava male perché sapeva che adoravo smontargli il braccio di metallo quando non prestava attenzione. Mi si strinse il cuore ripensando ai miei pomeriggi con Thor che mi parlava delle sue imprese eroiche, o le mie discussioni con Bruce riguardanti la tecnologia. Mi mancavano anche le mie chiacchierate da donna con Natasha, era l'unico momento che avevo per criticare tutti i maschi che ci circondavano.
E adesso? Non potevo parlarne con Michelle, avrebbe dato di matto se avesse saputo la mia vera identità e non mi sentivo a mio agio a parlare degli Avengers con Peter che li vedeva come idoli.
"Ugh." sbottai aprendo Instagram, mi ero creata un profilo momentaneo, sotto il nome di Samantha Long, non avevo foto, ma più di mezza scuola mi seguiva. Cercai il mio vero profilo e notai subito un aumento dei miei followers, non che la cosa fosse una novità. "Almeno so che papà non sta usando il mio cellulare." borbottai, nessun nuovo post o storia, ero felice di vedere che non stava violando la mia privacy.
Andai sul mio ultimo post e corrugai la fronte notando la marea di commenti che non avevo mai notato, iniziai a leggerne un paio.
"Qualcuno sa se è successo qualcosa? Non si sa nulla di lei da un po' di tempo ormai"
"Niente storie, niente dirette, Renata che fine hai fatto?"
"Ho sentito che ha avuto delle divergenze con la sua famiglia e se n'è andata!"
"Omg, è vero?? L'hanno avvistata poco tempo fa in giro da sola per New York!"
Alzai gli occhi al cielo, possibile che non gli sfuggisse niente? La maggior parte di loro cercava di capire cosa stesse succedendo.
Avrei voluto scrivere e dire a tutti che non stava succedendo niente e che stavo semplicemente vivendo la mia vita.
Il mio occhio cadde su una foto che avevo postato con papà, eravamo io e lui a cena al sushi. Era uno dei ricordi più belli che avessi con lui, una semplice cena padre-figlia, cosa così rara quanto stupenda.
Andai sul suo profilo e notai che aveva postato la stessa foto, non aveva scritto niente nella didascalia e aveva disattivato i commenti, che gli mancassi? No, probabilmente era solo una mia impressione.
Probabilmente voleva evitare drammi e, proprio per questo, doveva far finta che stesse andando tutto bene. "Fottuti." lo insultai nonostante sapessi che non poteva sentirmi. "Hai gran faccia tosta, dove sei stato in queste settimane?" chiesi guardando il suo viso in foto. "Non una chiamata, un messaggio o una visita." scossi la testa.
Un'idea si fece spazio nella mia testa, l'avevo scartata per tanto tempo, ma adesso sembrava vitale come cosa. Uscii da Instagram e andai a digitare il numero di papà, lo conoscevo a memoria da sempre. "Non rispondere." pregai facendo partire la chiamata.
Ci fu un'attesa che mi fece battere forte il cuore, papà aveva due numeri: quello personale e quello per lavoro. Era raro che qualcuno lo chiamasse su quello privato. "Pronto?" rispose, riconobbi subito la sua voce e chiusi gli occhi presa dall'ansia, non sapevo cosa dirgli. "Pronto?" ripeté.
Aprì bocca per rispondergli, volevo dirgli che mi mancava, che volevo tornare a casa e abbracciarlo. Non averlo vicino mi aveva fatta sentire più triste di quanto pensassi. Ma mi bloccai subito, perché avrei dovuto dirgli tutto ciò? Lui non si era preoccupato per me, sembrava star vivendo tranquillamente la vita di tutti i giorni.
Con questo pensiero riagganciai e fissai lo schermo del mio cellulare. Magari aveva capito che ero io? Con il cuore ancora a mille bloccai il suo numero. "L'hai voluto tu."
"Hey!" Peter entrò in camera facendomi sobbalzare dalla sorpresa.
"Non stavo facendo niente!" esclamai nascondendo il telefono nella tasca dei miei pantaloni.
Lui mi guardò con un sorriso. "Stavi ancora guardando video su di me?" chiese divertito. Il fatto era che tendevo ad annoiarmi molto facilmente e sul web giravano un sacco di video su Spider-Man, un giorni mi sorprese mentre ne stavo guardando uno e da allora continuò a prendermi in giro.
"Sì." mentii alzando gli occhi al cielo. "Come mai sei a casa così presto?" domandai poi notando l'orologio sul muro, erano appena le 5:38.
"Sorpresa." tolse la mano da dietro la schiena e mi porse una rosa rossa.
"Aw, Peter." la presi delicatamente, questo era uno dei gesti più belli che mi avessero mai fatto. "Grazie, ma perché?"
Lui alzò le spalle avvicinandosi a me. "Perché sei la mia fidanzata." mi lasciò un bacio sulla fronte. "Ah, e un'altra cosa." mi prese la mano. "Ti va di andare al ballo scolastico con me?"
Portai le braccia attorno al suo collo. "Pensavo fosse ovvio, non c'è altro ragazzo con cui mi sognerei di andare al ballo." mormorai per poi lasciargli un bacio a stampo. "Beh, forse Thor."
Peter corrugò la fronte. "Ma è vecchio." commentò divertito.
"Appunto, ha un certo fascino." gli feci notare. "Ma se dovessi scegliere tra voi due, ci andrei con te."
"Ne sono onorato." mi diede un bacio sulla guancia. "May mi ha detto che ti eri già comprata con vestito con Michelle." mi confidò poi.
"Ti ci avrei portato in un modo o in un altro." ridacchiai. "Comunque grazie, davvero. Non sono mai stata ad un ballo scolastico, sembra davvero un sogno." sospirai.
"Il mio ultimo ballo non è stato dei migliori." alzò le spalle. "Quindi possiamo dire che questa sarà la mia prima volta."
"Non dirlo a Steve." gli feci l'occhiolino e lui arrossì imbarazzato. "Sto scherzando!" scoppiai a ridere.
"Ugh, sei così strana." scosse la testa andando a sedersi sul suo letto.
"Mi adori." lo raggiunsi.
"Purtroppo è vero." mi abbracciò, poggiò il mento sulla mia spalla e sospirò. "Mi sono affezionato a te, non penso riuscirei a lasciarti andare."
"Non devi." sussurrai con un sorriso. "Non ho intenzione di andarmene per un po' ancora." chiusi gli occhi e lasciai che il suo profumo mi invadesse. Non mi ero resa conto di essere così stanca, ma stare vicina a Peter mi rilassava completamente e addormentarmi divenne più facile del previsto.
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