Capitolo 8
Il locale, situato un poco in periferia, ma all'interno di un bel quartiere, si chiamava Sugar, nome che in un primo momento mi aveva lasciata perplessa.
Credendo che fosse uno strip club ero decisa a depennarlo dalla lista dei locali frequentabili, però, poi avevo dato un'occhiata al sito dello Sugar e mi era parso un locale vivace e per nulla equivoco.
Così, quella sera, dopo il lavoro, ero tornata a casa per prepararmi in vista della serata con le mie amiche. Buttato a lavare il tailleur da avvocato, avevo optato per un abito azzurro, privo di spalline, e decisamente aderente.
Ovviamente pochette e scarpe erano coordinate.
《Sei sempre favolosa!》esclamò Helen quando mi vide.
Lei, invece, era sempre anticonformista.
Per la serata, aveva abbandonato le sue salopette, e di queste ero grata, però indossava un paio di pantaloni scuri e una maglietta girocollo: niente fronzoli o scollature.
E sì, che Helen possedeva una bel corpo, piccolo e proporzionato.
Chissà perché non vuole mai mettersi in ghingheri...
《Grazie》dissi, mentre si accomodava sul sedile posteriore della mia auto.《Staresti bene anche tu con un abito aderente sai?》
Helen scosse la testa e rise come se avessi detto una sciocchezza. Così lasciai cadere il discorso e mi diressi verso la casa che Caroline condivideva con Carson, ossia la villa di famiglia dell'uomo.
Era leggermente fuori mano, ma per un'amica questo ed altro.
Quando arrivammo, trovammo Caroline sulla porta, abbracciata a Carson, che probabilmente la stava salutando.
Premetti il clacson un paio di volte, sgarbatamente, e la ragazza sobbalzò in maniera colpevole.
Ridacchiai prima di abbassare il finestrino e sporgermi fuori: l'aria fresca della sera mi accarezzò il volto e le braccia nude.
《Caroline! Sbrigati! Non vorrai mica fare un bambino sulla soglia di casa vero?》gridai, facendola inevitabilmente arrossire, anche se non riuscivo a vederla bene nella penombra.
《Arrivo!》urlò lei di rimando, alzandosi sulle punte e baciando Carson sulla bocca.
Dopo lui le sussurrò qualcosa, lei annuì entusiasta e finalmente scese i gradini, giungendo alla macchina. Helen le aprì la portiera e Caroline le salì accanto, salutando il suo uomo con la mano mentre ci allontanavamo dalla villa per tornare verso la città.
《Che ti ha detto?》domandò curiosa Helen a Caroline.
《Nulla di che...》borbottò lei, arrossendo moltissimo.《Diciamo che si trattava di programmi post-serata...》
Guardai le mie amiche dallo specchietto retrovisore e non potrò fare a meno di sorridere. Erano fantastiche: potevano punzecchiarsi come due adolescenti, esattamente come stavano facendo, e diventare dispensatrici da saggi consigli nel giro di pochissimi minuti.
Ero fortunata ad averle al mio fianco.
《Allora, Tara, che si festeggia?》chiesero in coro le ragazze mentre svoltavo a destra ad un incrocio.
《Nulla》risi della loro domanda.《Volevo soltanto trascorrere un po' di tempo con voi e rilassarmi. Ultimamente lavoro troppo e i miei casi sono...》
Lasciai la frase a metà quando nella mia mente fece capolino il volto di Max Hartman.
《Dovresti prenderti qualche giorno di ferie》commentò Caroline, a sorpresa.
《Per fare cosa?》ribattei, scacciando l'immagine di quell'uomo dalla mia testa.《Non ho una vita privata. E il mio lavoro mi piace, lo sai.》
《Anche a me stare in biblioteca, circondata dal profumo della carta stampata, piace da morire, però... Ho scoperto che non esiste solo il lavoro. Forse sarebbe ora che ti creassi una vita privata, come la chiami tu》replicò lei, in tono pacato e privo di giudizio.
Rimasi in silenzio per qualche istante, riflettendo sui passi avanti che aveva compiuto la mia amica dai capelli rossi, e le sorrisi in risposta.
《Forse hai ragione, Caroline. Ma non oggi. Stasera è in programma solo il divertimento!》esclamai, entrando nel parcheggio privato del locale.
Guidai l'auto finché non trovai un posto libero accanto ad un lampione illuminato e parcheggiai lì, sentendomi al sicuro.
Smontammo all'unisono e camminammo a braccetto fino all'entrata.
《Non avevo ancora avuto modo di vedere il vestito però sei meravigliosa, Caroline》commentai mentre raggiungevamo la porta del locale.
La ragazza mi ringraziò con un bisbiglio, quasi a disagio nel suo stesso corpo.
Ma avevo ragione.
Era splendidamente fasciata da un abito nero come una notte senza stelle che le arrivava fino alle ginocchia. Non era aderente però le sue curve si notavano più che bene grazie alla scollatura e alla fascia, tono su tono, stretta in vita.
Arrivate all'entrata, le ragazze fecero un passo indietro e lasciarono a me l'onore, o l'onere, di varcare la soglia per prima.
Sospirai leggermente, alzando gli occhi al cielo, dopodiché entrai senza indugio e con passo sicuro.
L'interno era caldo ed accogliente, la musica non troppo alta così si riusciva a conversare, le finestre erano oscurate da tendaggi rosso cupo così i clienti non notavano lo scorrere del tempo e passavano ore spensierate.
Più o meno lo stesso principio adottato dai casinò.
I tavolini, bianchi e moderni, si trovavano al lato sinistro del locale mentre la pista da ballo occupava tutto il lato destro.
Il bancone del bar attirava l'attenzione grazie alle mensole dei liquori contornate da led colorati e luminosi.
《Andiamo a sederci, ragazze. Per ballare c'è sempre tempo》affermai, prendendo le mie amiche per mano e camminando in direzione di un tavolino libero.
Ci accomodammo in un angolino così potevamo avere una splendida panoramica sull'intero locale.
Non appena ci sedemmo sul divanetto rosso cupo, in tono con i tendaggi, arrivò una cameriera a prendere le nostre ordinazioni. Si trattava di una ragazza giovane, dai lineamenti ispanici, ed un sorriso luminoso.
《Buonasera!》ci salutò allegramente ed io potei leggere il suo nome dal cartellino appuntato sul petto: Pilar.《Cosa volete bere?》
《Per me un Old Faschioned, per Caroline un Moscow Mule e per Helen un Martini al lampone》ordinai io per tutte.
Pilar mi ricompensò con un sorrisone e scomparve nella folla, in direzione del bar.
《Guarda che non voglio ubriacarmi, Tara》disse Caroline, in tono di biasimo.
《Io invece sì》replicai, ridacchiando, e mi girai verso di lei.《Secondo me, Carson ti troverebbe adorabile da ubriaca.》
La ragazza provò a ribattere, ma non ne ebbe la forza così scosse la testa e lasciò cadere il discorso.
Mentre la musica si diffondeva nel mio corpo, soffocando i miei pensieri, presi un respiro liberatorio e mi preparai a gustarmi la serata fra ragazze.
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