Capitolo 7
Non sapevo neppure io che pensare.
Lo sguardo di Hartman sembrava così sincero, però anche i peggiori criminali potevano possedere facce angeliche come la sua.
Eppure gli occhi di Max, occhi che ormai ero certissima appartenessero allo sconosciuto con cui mi ero appartata la sera prima, trasudavano onestà.
Non era un uomo che professava la sua innocenza, bensì un uomo innocente.
Sospirai, più confusa di quando avevo varcato la soglia dell'ufficio di Kyle.
《Se non ha altre domande...》Lasciai la frase in sospeso, sperando che Lynch e il suo cliente cogliessero l'antifona.
《Certo che no》fece Hartman, alzandosi e allungando una mano verso di me.《Lei è sicuramente oberata di lavoro e la mia è una causa sia casa rilevanza in fondo. È stato un piacere averla conosciuta, avvocato Tara Lewis.》
L'uomo strinse la mia mano e quando la lasciò, mi parve che le sue dita indugiassero sulla mia pelle, quasi la stessero carezzando, come se fosse restio a lasciarmi andare.
《Piacere mio, signor Hartman》replicai, calcando la voce su "signore" affinché capisse di dover mantenere le distanze con me.
Salutai Lynch con lieve cenno della testa dopodiché praticamente fuggii dall'ufficio di Kyle.
Avevo un'ora libera prima degli altri appuntamenti della giornata, così decisi di chiamare il detective Wayland, ossia il poliziotto a capo delle indagini condotte su Max Hartman.
Composi il numero del cellulare privato dell'uomo mentre percorrevo i labirintici corridoi che serpeggiavano all'interno del Palazzo di Giustizia.
Wayland rispose dopo tre squilli.
《Detective Wayland. Spero sia importante》esordì lui, facendomi ridacchiare.《Avvocato Lewis, qual buon vento?》aggiunse, riconoscendo al volo la mia voce.
《Richard, oggi ho avuto un incontro con Max Hartman e il suo avvocato difensore》raccontai, passando automaticamente al tu e svoltando a destra verso il mio ufficio.
《Quindi?》mi esortò lui a proseguire, ma ero impegnata ad aprire la porta senza perdere il cellulare ed impiegai qualche istante per rispondere.
《Quindi tu conosci l'agente che ha preso le deposizioni dei testimoni oculari?》gli domandai, chiudendomi la porta alle spalle grazie alle mie Louboutin.
《Ho decine di casi aperti, Tara》sbuffò Richard, passandosi certamente le mani fra i capelli lunghi.
Potevo quasi vederlo.
《Mi spiego meglio. Hartman sostiene di non essere rimasto in città il giorno quattro dello scorso mese mentre i suoi vicini di casa sostengono di averlo visto》dissi, poggiando la borsa sulla mia scrivania ingombra di documenti e sedendomi sulla poltrona rossa.《Lui era certo di ciò che affermava così volevo chiederti di fare un ulteriore controllo.》
Richard non rispose subito, si prese qualche attimo per pensare.
《Va bene, Tara. Controllerò io stesso, d'accordo?》sentenziò lui, alla fine, con un sospiro.
Sorrisi trionfante, sebbene sapessi che lui non poteva vedermi, e li ringraziai prima di chiudere la chiamata.
Dopodiché posai il cellulare sulla scrivania, accanto alla borsa, e accesi il computer: avevo molto lavoro da fare e mezz'ora non mi sarebbe di certo bastata.
Trassi i miei appunti ed alcune cartelle sala borsa prima di posarla a terra, vicino alla comoda poltrona dov'ero seduta. Armata di penna rossa e buona volontà ripassai ogni dichiarazione relativa al caso Hartman, a caccia di discrepanze e indizi.
Mezz'ora divenne un'ora e l'ora si prolungò ancora, finché non bussarono al mio ufficio.
《Avanti》dissi, abbandonando il mio certosino lavoro e massaggiandomi le tempie per prevenire un attacco di emicranie.
La porta venne socchiusa leggermente e Kyle Norton fece capolino dall'uscio. Aveva una pessima cera, come se non avesse dormito, ed era privo del suo solito sorriso.
《Volevo sapere com'era andato l'incontro con Lynch》esordì, senza entrare.《Sono appena arrivato e già mi ritrovo sommerso di problemi. Pare che abbiano trovato il cadavere di una donna e forse corrisponde a Francis.》
Un brivido mi percorse e un'ondata di tristezza mi invase. Riuscii a chiudere quell'emozione così potente e frastornante in un angolo del mio cuore e la sostituii con la determinazione: ora più che mai volevo sbattere in galera suo marito.
《Male. L'incontro è andato male》risposi, quando fui certa che la mia voce non tremasse.《Lynch era più che propenso ad accettare il patteggiamento, però il suo cliente era di tutt'altro avviso. Ha voluto controllare la documentazione e mi ha detto che il giorno quattro dello scorso mese non si trovava in città. Ho già chiamato Richard affinché faccia un controllo.》
Norton ascoltò il mio racconto senza interrompere, annuendo di quando in quando con aria greve.
《So che hai un sacco di casi da seguire però... Potresti occuparti anche di questo?》mi chiese lui, sperando ardentemente in una risposta positiva.
In realtà non volevo prendere in carico altri casi, specialmente quello di Hartman.
Io e lui avevamo dei... trascorsi, per quanto effimeri, e non sarebbe stato onesto rappresentare l'accusa al suo processo.
Poteva significare scandalo e pettegolezzi.
La carriera così a lungo inseguita sarebbe crollata come un castello di carte.
Però...
Quell'uomo mi intrigava e non solo a livello sessuale.
La giocosità che avevo intravisto nei suoi occhi, la tenacia con cui si aggrappava alla sua verità, la determinazione nell'andare a processo...
Scossi la testa, provando a liberarmi delle immagini di Max che continuavano ad invadermi il cervello, e presi la mia decisione.
Ovviamente sbagliata, rischiosa e dannatamente vera.
《Va bene》dissi, incrociando le braccia al petto.《Seguirò il caso Hartman. Dopotutto le sfide mi piacciono.》
Kyle sorrise in maniera più spontanea ora che l'avevo sollevato da un problema e si accomiatò, promettendo che si sarebbe fatto vivo non appena la figlia si rimetteva.
In che guaio mi sono cacciata?
Senza indugi, recuperai il cellulare e composi il numero della mia amica Caroline. Dovetti attendere solo pochi istanti prima che mi rispondesse.
《Tara?》La sua voce suonava distante e fioca alle mie orecchie.
《Ciao, Caroline!》La salutai, allegramente.《Dove ti trovi? Ti senti malissimo...》
《In biblioteca. Sto catalogando alcuni libri appena arrivati》rispose lei, con la gioia nella voce.
Caroline adorava il suo lavoro almeno quanto io amavo il mio.
《Volevo sapere se stasera eri libera per una serata fra donne. Hanno aperto un nuovo locale...》la tentai, sapendo quanto la mia amica fosse curiosa di natura.
《Davvero? Non lo sapevo》ribattè, già convinta.《Quando finisco di lavorare, passo a casa a cambiarmi e avviso Carson. Dove si trova il locale?》
《Ti accompagno io. Passo a prendere prima Helen. D'accordo?》
《Perfetto!! A stasera, Tara!》Caroline chiuse la chiamata con una risata allegra.
Grazie al programma serale appena approvato da Caroline, il mio umore si risollevò un poco. Avrei passato una serata divertente con le mie amiche, senza pensieri e senza uomini, soprattutto.
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