Episodio 8
Hermione si svegliò avvolta dalle coperte, fumante per il caldo. Cercò di strecciarsi da quell'ammasso pesante, stordita dai postumi di quella sbronza colossale.
Se fosse rimasta in quel forno un altro secondo avrebbe vomitato anche l'anima, doveva rimettersi in piedi. Si liberò lentamente dal braccio invadente di Draco, per non svegliare anche lui. Quando fu in piedi si bloccò, e controllò per essere sicura di non avere allucinazioni, ma Malfoy era ancora lì davanti, o meglio nel suo letto. Porco Godric...
Si affrettò a trovare una vestaglia, con lo stomaco sottosopra la infilò, e agitata raccolse un cuscino lanciandolo contro il ragazzo. Lui continuò a dormire beato, mentre Hermione imprecava fra sé. La testa le scoppiava e lo stomaco aveva ripreso a fare capriole.
Che stavano facendo?! Quello non faceva parte del loro accordo, e anche se i suoi ricordi erano confusi, e in parte mancanti, ricordava bene la parte finale della serata: quello che era successo non era stato 'solo sesso'. O se lo stava immaginando, ed era solo lei ad essere andata oltre il loro patto?
Ingarbugliata e stanca gli lanciò contro un altro cuscino, cercando di scacciare quei pensieri "Hey!" lo chiamò. "Draco, svegliati!" alzò il volume, e lui aprì gli occhi, e si guardò intorno stralunato.
"Che..?" biascicò qualcosa di incomprensibile, prima di guardare lei, e lasciarsi cadere di nuovo sul cuscino.
Perché aveva dormito lì? Cercò di convincersi che probabilmente era collassato, visto che era ubriaco quanto lei.
"Draco!" andò a scuoterlo e lui si girò "Abbassa il volume, mi scoppia la testa..." disse piano, poi le prese un braccio e la tirò più vicina.
"Che stai facendo?" domandò titubante lei, na prima che rispondesse riformulò la domanda "Anzi, che stiamo facendo?!" incrociò il suo sguardo, e per un attimo vide la sua espressione farsi scura "Draco perché sei rimasto qui?".
"Ovviamente perché se rimani a dormire, il giro extra mattutino è incluso" la schernì tirandosi a sedere. Raccolse i vestiti, ma quando si alzò anche lui portò una mano alla testa con una smorfia dolorante.
"Dico sul serio. Avremmo dovuto parlare giorni fa..." commentò Hermione
"Bhe, hai scelto il momento peggiore, ti prego smettila di parlare" sembrava che fosse finito sotto un treno, si appoggiò al baldacchino, chiudendo gli occhi.
"D'accordo, allora ci vediamo più tardi?" insisté lei, prima di cambiare idea. Forse era il momento di chiudere... qualsiasi cosa ci fosse fra loro, ma prima aveva bisogno disperato di una doccia.
"Mi stai cacciando, Granger?" chiese Draco con tono stupito.
"Credevo che te ne volessi andare" gli rispose stizzita.
"Magari prima vorrei sfruttare il mio giro extra" ribatté il ragazzo, tirandola verso di sé.
"Draco non è il caso..." lo stava avvertendo Hermione, che con quella semplice mossa aveva sentito lo stomaco contorcersi. Purtroppo lui la fece cadere sul letto, e la ragazza non resse il colpo.
Oddio. "Oddio". No, no, no, no, no. Lo stomaco non resisteva più, spinse via Malfoy, quasi buttandolo a terra, e sotto il suo sguardo sbigottito, corse verso il bagno prima che fosse troppo tardi. Non riuscì a chiudersi dietro la porta, perché arrivò al water poco prima di vomitare anche l'anima. L'alcool non sembrava più così divertente.
Vomitò un paio di volte, e poi sentì dietro di sé i passi cauti del Serpeverde. "Mi dispiace..." riuscì ad ammettere, anche se il suo ridacchiare rese le sue scuse alquanto inutili.
"Vaffanculo" rispose senza mezzi termini, e senza alzare la faccia dal water prima che altri conati la costrinsero a ignorarlo.
"Oh no, che schifo... Rischio... di unirmi a te..." Draco, dietro di lei, a quanto pareva era di stomaco debole, perché mentre provava a svignarsela, non resistette abbastanza da riuscirci. Non sapendo dove andare si fiondò sul lavandino, concludendo quel risveglio da schifo proprio come lei.
Solo una mezz'ora dopo, scombussolati e sudati per gli sforzi di stomaco riuscirono a riprendersi almeno per raggiungere la camera. Hermione si infilò sotto le coperte stremata, senza parlare.
Chiuse gli occhi e sentì il ragazzo dire qualcosa. Aveva bisogno di dormire, far passare quel mal di testa e più tardi, molto molto più tardi, mangiare qualcosa. Quanto a lui...
"Granger, tutto ok?" lo sentì lontano. Annuì in risposta, iniziando a sprofondare nel dormiveglia. "Allora io me ne vado" bisbigliò vicino a lei, ma le sue palpebre si erano fatte troppo pesanti, e non riuscì a riaprirle. La mano di lui passò fresca sulla sua fronte, dandole un po' di sollievo.
Se avesse aperto gli occhi lo avrebbe trovato lì a pochi centimetri, intento a studiarla, con una ruga di concentrazione fra le sopracciglia. Ma quella carezza non bastò a svegliarla, e Draco si risollevò, lasciando quella stanza e la torre per tornare nei suoi sotterranei.
•
Il secondo risveglio non fu traumatico quanto il primo, ma fu altrettanto doloroso. Inoltre si aggiunse alla già pessima situazione, la consapevolezza delle condizioni della sua stanza. Era completamente sottosopra, i vestiti erano ovunque e sul pavimento c'era perfino la camicia di Draco. Quella stanza era il campo di battaglia di quella notte folle.
Iniziò spalancando le finestre, e con un colpo di bacchetta raccolse in una pila tutti i vestiti sporchi. Disfece il letto, fece un incantesimo in bagno e solo allora si decise a farsi una doccia.
Solo quando tutto fu a posto, e grazie a un'aspirina la sua testa si era placata, uscì per i corridoi, rendendosi conto di aver saltato il pranzo. Non voleva rischiare una seconda visita forzata al gabinetto, perciò decise di aspettare la cena, godendosi un po' quella giornata di libertà, prima dell'intensa settimana che l'aspettava.
Virò verso la Sala Grande, cercando di far rallentare i pensieri che le frullavano in testa: in che situazione si stavano cacciando lei e Draco? Anzi, forse era meglio dire si erano cacciati, visto che doveva ammettere di esserci dentro fino al collo. Si stava prendendo una sbandata colossale, e non riusciva ad avere il controllo delle sue azioni.
Il disfacimento totale era imminente, lo sentiva, e doveva mettersi al riparo prima che le cose peggiorassero. Rendersi conto di quei sentimenti pericolosi e ammetterli con sé stessa era il primo passo per allontanarsene.
Quella storia era come la sbronza della sera prima: una batosta tremenda, certo all'inizio era divertente, ma sarebbe finita inevitabilmente per distruggerla. Quindi doveva smettere di bere prima che fosse troppo tardi.
Cominciava a credere di aver oltrepassato quel limite già da un po'. La sera prima era stata... non conosceva parole in grado di descrivere come si era sentita. Era come una bolla incantata, e voleva tanto che non fosse scoppiata così presto.
Quando oltrepassò l'ingresso, iniziarono le occhiate, brutte occhiate, tutte dirette a lei. Alcune ragazze si alzarono dal tavolo quando lei si accinse a sedersi, e con qualche verso di scherno non si preoccuparono che potesse sentirle quando fra loro commentarono "Troia...".
Hermione incredula cercò di convincersi che non stessero parlando di lei, così si guardò intorno, e notò le occhiate di un paio di Corvonero, che risposero dandosi qualche gomitata, poi uno di loro le lanciò un bacio.
Il culmine fu quando una ragazzina Serpeverde passandole accanto le rovesciò addosso del succo di zucca, inzuppandole la maglietta e con un sorrisetto storto le disse "Per te è comunque un miglioramento Sanguemarcio".
Hermione si alzò in piedi, pronta a rimuoverle un centinaio di punti, ma questa se ne andò in fretta a riunirsi al suo gruppetto sghignazzante. Si sentiva in imbarazzo, visto che chiunque entrasse le lanciava sguardi sospettosi, per poi bisbigliare con il vicino.
Quando capì che stava succedendo il suo stomaco si rivoltò, minacciandola di nuovo, ma purtroppo le lacrime le sfuggirono per prime. Cercò di asciugarle per mantenere un contegno, mentre tornava sui suoi passi, diretta alla Torre. Come facevano tutti a sapere?
Scappò verso l'ingresso, scoppiò a piangere e poi qualcuno sbatté contro di lei.
"Hey" Draco l'afferrò prontamente, e quando lo vide, Hermione lo spinse via "No!" si allontanò da lui.
"Che succede?" domandò confuso.
"A chi l'hai detto?" lo accusò subito "Lo sa tutta la scuola" le lacrime le rigavano il viso, mentre cercava di non distogliere lo sguardo da quello del ragazzo.
"Cosa? Non... devono averci visto ieri sera" cercò una spiegazione, passandosi una mano fra i capelli nervoso, ma Hermione che fino a pochi minuti prima meditava sulla batosta in arrivo, non voleva sentire ragioni, neanche quella più plausibile. Scosse la testa, arrabbiata e piena di dubbi.
"Bhe, non avranno più niente di cui parlare" lo superò, prendendo le scale per la torre.
"Questo che significa?!" gli andò dietro lui. Lei lo ignorava, tirando dritta il più in fretta possibile, ma il ragazzo la seguiva "Granger, aspetta... Hermione!".
Lei sussultò a sentirsi chiamare per nome, che Draco non aveva mai pronunciato. Si fermò, ma non si lasciò influenzare, e rispose irremovibile "Nessuno dovrà sapere, avevi detto. Niente complicazioni, avevi detto. E invece mi sembra che si siano solo problemi. Non voglio più saperne" disse guardandolo dritto negli occhi.
Senza possibilità di ripensamenti. Anche se già se ne pentiva. Tornò a scappare verso la sua torre, ma nessun cavaliere sarebbe venuto a salvarla.
Spazio autrice
Lettori e lettrici, pubblico in tarda nottata per chi è ancora sveglio, altrimenti godetevi questo buongiorno con un nuovo capitolo!! Se vedete qualche errore per favore fatemelo notare, perché sono più nel mondo dei sogni che in quello reale ✨😘, e non ho avuto tempo di revisionare. Aspetto con ansia le vostre opinioni, a prestoo!!
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