Episodio 6
Hermione si svegliò con un mal di testa lancinante. Aprì gli occhi e una fitta le fece pulsare la tempia.
Era ancora presto, e almeno la luce tenue non peggiorò la situazione. Si rigirò fra le coperte e un crampo le piegò la piancia, mentre una fastidiosa consapevolezza si insinuava nella sua mente.
"Oh no..." biascicò fra sé, alzandosi di malavoglia, cominciando a temere che la giornata a venire sarebbe stata un inferno. Andò dritta in bagno, dove i suoi sospetti furono confermati.
Il ciclo che le arrivava in anticipo sembrava un segnale del destino. Al pensiero di doverlo dire a Draco le venne da ridere, vista la scenata da crisi di astinenza di poche ore prima. Rise di gusto finché un altro crampo non le ricordò che era comunque lei che avrebbe sofferto per i giorni successivi.
Fece un sospiro e iniziò a prepararsi.
•
"Mi prendi per il culo?!" gridò Draco metabolizzando la notizia. Si appoggiò alla parete, come se quello che aveva appena sentito fosse troppo da sopportare.
"Abbassa il volume" lo ammonì sbirciando dietro di lui il corridoio. Era riuscita a bloccarlo prima che entrasse a lezione, e ora stavano parlando in un corridoio deserto nella penombra.
"Non posso farmele venire a comando, ok? Dovremo solo aspettare qualche giorno" gli disse, non riuscendo a trattenersi dal passargli le dita sull'orlo della cravatta verde-argento.
Lui le afferrò la mano spostandola "Non rendi le cose facili, cazzo, sta' ferma..." Hermione aggrottò le sopracciglia perplessa, quel ragazzo aveva decisamente un problema.
La sua espressione provata la divertiva, e pensò che dopotutto forse si sarebbe potuta vendicare un po', sarebbe stato uno spasso vederlo in difficoltà in quel modo. Non sapeva quanto poteva spingersi oltre, ma qualche piccola vendetta le avrebbe migliorato la settimana.
Riappoggiò la mano sul suo petto, carezzandolo con il pollice, avvicinò il viso al suo, cercando di provocarlo, e infatti sentì la tensione dei muscoli sotto le dita, lasciandosi sfuggire un sorrisetto divertito. A quel punto si sarebbe allontanata, se lui non avesse colmato la loro distanza, iniziando a baciarla.
Hermione chiuse gli occhi, ritrovandosi schiacciata al muro, un braccio avvinghiato a lui, e l'altro che gli stringeva il maglione.
Una voce alla fine del corridoio spezzò l'incantesimo "Hermione?!" trasalì staccandosi dal Serpeverde con uno scatto.
Con gli occhi spalancati per lo stupore, Ron la fissava, dietro le spalle di Ginny, altrettanto stupita. La sentì mormorare qualcosa che somigliava a 'Per la merda di Godric' ma lui non pronunciò una sola sillaba.
I due erano arrossiti fino alle punte dei capelli, ma i loro sguardi erano diversi, perché se Ginny sembrava confusa, Ron era furente.
"Ron..." se ne stava impalata senza sapere cosa fare o dire. Quando decise di andargli incontro lui distolse quello sguardo accusatore, e scappò prima che potesse raggiungerlo.
A quel punto cercò Ginny, che lentamente prendeva la direzione opposta del fratello, ma quando incrociò i suoi occhi, si stupì di trovarli comprensivi "Più tardi ne riparliamo" disse prima di voltarle le spalle anche lei.
Malfoy, come Ron, la superò diretto verso l'aula di Trasfigurazione, mentre lei ancora immobile, e incredula se ne stava in mezzo al corridoio. Il ragazzo, prima di sparire dietro la porta si voltò verso di lei, portò due dita alla fronte e le fece un cenno di saluto.
Credeva di avere tutta quella storia sotto controllo, ma iniziava a capire che forse nessuno di loro ce l'aveva veramente.
Prima di lasciarsi prendere dai pensieri, si affrettò a raggiungere l'aula.
•
Quando quella sera sentì bussare alla porta dei colpi leggeri, aprendola si sorprese di avere davanti Malfoy. Rimase ferma senza lasciarlo passare "Che ci fai qui?" chiese diffidente. La sua visita era parecchio inaspettata, visto che di solito veniva solo per un motivo.
Lui sembrava altrettanto dubbioso, infatti appoggiò la mano sulla parete e parlò a tratti "Io non... Volevo solo parlare" buttò fuori, per poi alzare gli occhi su di lei.
Il coprifuoco non era ancora scattato, e circospetta la ragazza sbirciò il corridoio, per assicurarsi che stavolta non ci fossero spettatori. Ma non riusciva a convincersi a farlo entrare "E di che vorresti parlare, sentiamo?".
"Non possiamo farlo dentro?" ribatté lui stizzito.
"Perché dovrei farti entrare?" domandò Hermione sospettosa. Incrociò le braccia, valutando il ragazzo. Draco, al limite della pazienza spinse la porta e la superò senza preoccuparsi delle sue proteste.
"Non puoi fare sempre quello che ti pare Draco!" gli gridò contro, mentre lui continuava a guardarsi intorno.
"Che stai facendo?!" continuò imperterrita, anche se completamente ignorata, finché non capì quello strano comportamento.
"Non posso crederci! Stai controllando che Ron non sia qui, non è vero?!" gli andò contro sbraitando. Era già abbastanza provata dalla giornata, e non avrebbe accettato altre accuse ingiustificate da parte sua.
Prese a spingerlo verso la porta "Sei solo un idiota insensibile! Vattene subito" sentiva gli occhi riempirsi di lacrime di rabbia. Maledetto ciclo! E sotto il suo sguardo indagatore si sentì una stupida.
Ron non l'avrebbe più neanche guardata dopo quello che era successo, aveva creduto ingenuamente che sarebbe almeno andato a chiederle spiegazioni, ma forse quello sguardo sconvolto e pieno di repulsione di quella mattina sarebbe stato l'ultimo che le avrebbe rivolto.
Con Ginny aveva parlato, certo anche lei era molto confusa, ma aveva detto che Ron non l'aveva presa affatto bene, e che aveva bisogno di tempo per sbollire.
Le lacrime che le scendevano lungo le gote si fecero amare, e il suo strepitare si trasformò in un pianto incontrollato. Le sue mani furono afferrate da quelle del ragazzo, e Hermione si lasciò scivolare fra le sue braccia.
Non era riuscita a vedere bene la sua espressione, ma per una frazione di secondo le era sembrata dispiaciuta, anche se la cosa era improbabile.
Si sfogò piangendo per diversi minuti, le mani di lui che le carezzavano i capelli disordinati. Quando alla fine nella stanza piombò il silenzio, Draco la allontanò, e trascinandola per una mano la fece sedere sulla poltrona.
Hermione si passò una mano sul viso, cercando di asciugarsi con la manica, un po' imbarazzata "S-scusa..." balbettò senza guardarlo.
Lui strinse le labbra, e sospirò "Senti, mi... mi dispiace per il tuo... problema" disse.
Al che la ragazza alzò gli occhi stupita "E non sarei dovuto venire a controllare" ammise a mezza bocca. La situazione si faceva sempre più surreale. Se ne stava incurvato a tormentarsi le mani, seduto sulla sedia della sua scrivania, che non ricordava quando, si era trascinato dietro, e cercava di evitare di guardarla.
Hermione allungò una mano, fermando le sue che continuavano a muoversi nervose. Si avvicinò cercando di ragionare lucidamente "Quello che è fatto è fatto" disse a lui e a sé stessa, cercando di crederci almeno un po'. La mano del ragazzo circondò la sua, per portarla ancora una volta verso di lui.
Quando l'attirò a sé, chiuse gli occhi senza lasciare che li incrociasse, e poggiò la fronte alla sua, rimanendo in sospeso.
Il suo naso le sfiorava la guancia, le sue labbra erano serrate. Hermione sentiva solo il rumore del suo respiro.
Poi quelle stesse mani tormentate le presero il viso distruggendo quella quiete, e con un gemito di approvazione Draco fece scontrare le loro bocche.
Perché ogni loro conversazione finiva in quel modo? Quell'idea balenò nella mente di lei giusto il tempo di diventare un pensiero dimenticato.
Sentiva che il ragazzo si stava perdendo in quel bacio sempre più profondo, le loro lingue danzavano, e i denti di lui le morsero il labbro, per poi lasciarlo andare e addolcire quell'incontro.
Sospiravano cercando di non rimanere a corto di fiato. Avrebbe volentieri continuato nella sua stanza se avesse potuto. E di certo anche lui l'avrebbe fatto, visto che Hermione sentiva la sua eccitazione premere contro di lei. In quel momento ebbe un impeto di spavalderia, e fece scivolare la mano lungo il suo addome.
Lo sentì contrarsi sotto di sé, ma poi si allontanò dal suo viso con un'espressione annebbiata "Non farlo..." le lasciò un altro bacio a fior di labbra, ma fu lei poi a rispondere "Se... vuoi posso provare a..." lasciò cadere la frase, non sapendo come concluderla.
A quelle parole lui le portò le mani sulle spalle, stringendole lievemente, e rispose con voce rauca un secco "No".
Poi si schiarì la gola, e la spinse cercando di farla sollevare, mentre anche lui si alzava da quella sedia provata dalla foga di entrambi. Hermione si sentiva mortificata, quasi respinta, e in imbarazzo passò la mano fra i capelli cercando di sistemarli, ma il groviglio di nodi le incastrò solo le dita.
Il ragazzo, come ringalluzzito, alla vista del suo cipiglio tornò vicino e con un mezzo sorrisetto, in tono di sfida aggiunse "Farò una doccia fredda, e se non basterà allora farò da solo" Hermione alzò gli occhi al cielo.
"Sei un idiota" commentò.
"E tu sarai nei miei pensieri" ribatté, lasciandola ancora più imbarazzata di quanto non fosse già.
Si chiuse la porta alle spalle prima che potesse ribattere, e facendola rimanere sola a chiedersi cosa diamine fosse appena successo.
Spazio autrice
Care lettrici e cari lettori (se ce ne sono), a questo punto della storia sono curiosa di sapere cosa ne pensate dei continui battibecchi dei due... Pensate che l'aria sia cambiata, o si tratta dei soliti bisticci?
E che mi dite di Ron? Pensate che perdonerà Hermione o che non ci riuscirà?
Fatemi sapere che idea ci siete fatti! Non vedo l'ora di leggere i vostri commenti! ;)
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