Episodio 2
Quel giorno però Hermione non sapeva che la parte migliore doveva ancora venire.
Perché l'offerta sfacciata del ragazzo aveva continuato a tormentarle la mente, e ogni volta che si voltava nella sua direzione nei corridoi, o in Sala Grande, Draco continuava a risponderle con un sorrisetto tirato da un lato, o un occhiolino che la faceva arrossire per l'imbarazzo di essere stata colta in fallo.
Qualche sera dopo stava lasciando la biblioteca piuttosto tardi, quando lo vide venirle incontro lungo il corridoio. Hermione si bloccò, ma poi decise di procedere e superarlo ingnorandolo. Se non fosse che Draco era di un altro avviso "Dove te ne vai così di fretta Granger?" la fermò per un braccio.
"Il più possibile lontano da te..." rispose secca.
"Ma come sei tesa... Sai che potrei farti scaricare tutta questa tensione? Potresti perfino diventare innocua" ribatté beffardo, mentre il viso della ragazza diventava prima rosso, poi un bel viola acceso.
"Smettila di dire... sciocchezze" strattonò via il suo braccio, e estrasse la bacchetta "Stammi lontano Malfoy" lo avvertì puntandogliela contro.
"Sciocchezze? Sto sono rinnovando la mia proposta, o forse c'è qualcun altro che ti... tiene al caldo di notte?" si avvicinò, e lei arretrò d'istinto, anche se aveva la bacchetta. Il ragazzo, per niente intimidito si fece avanti finché la bacchetta non cominciò a premere sul suo petto.
"Non sono affari tuoi" rispose Hermione alla sua provocazione.
"No, certo che no, ma per mia fortuna pare che tu sia indifferente alla maggior parte dei ragazzi di questa scuola. Sembra proprio che non riescano a vedere il tuo potenziale..." mentre diceva quelle parole, Hermione ebbe un tuffo al cuore, riconoscendole più vere di qualsiasi altra cosa gli avesse mai sentito dire. Lei non piaceva mai a nessuno, ma gli occhi di quel ragazzo, anche se terribili, in quel momento la guardavano desiderosi di lei.
Le sensazioni dell'ultima volta le tornarono vivide alla memoria, e dovette schiarirsi la voce prima di rispondere "Non ho tempo da perdere con te". Fece così per andarsene, ma prima che voltasse l'angolo la voce di Malfoy la raggiunse "Pensaci bene, e più tardi verrò a prendere la tua risposta definitiva".
Hermione si voltò e se lo trovò davanti, stava per chiedere Come? ma lui le portò una ciocca dietro l'orecchio, lasciandola pietrificata, e prima che parlasse aggiunse "So dove alloggi, Caposcuola".
•
Tornò nelle sue stanze turbata. Avrebbe davvero avuto il coraggio di presentarsi lì? Poteva anche esserne capace. A quel punto però sarebbe riuscita a respingerlo? Questo non sapeva dirlo. Quel ragazzo la confondeva, e di certo l'attirava. Le sue parole coglievano sempre nel segno: era questo che gliel'aveva fatto odiare tanto. Ciò che Draco diceva era spregevole, ma anche vero. E le sue attenzioni la lusingavano più di quanto volesse ammettere.
L'anticamera era silenziosa e ordinata, ma anche piuttosto buia, così accese il camino, e si accoccolò sulla poltrona, godendosi il calore. Ron non l'aveva mai fatta sentire desiderata, e forse da lì erano nate molte insicurezze.
Raccolse le gambe al petto, e si rilassò, mentre curava le fiamme con la bacchetta, facendole danzare con le ombre. Quando vide l'ora si scosse da quel torpore e riordinò i libri sulla scrivania, e si rintanò in camera, passando dalla porta a fianco al camino.
Si liberò dell'uniforme, indossando il pigiama più caldo che aveva. Stava per infilarsi fra le coperte quando un bussare insistente alla porta non la fece sussultare. Si fermò sulla soglia della camera, guardando la porta dubbiosa, mentre i colpi continuavano.
Era davvero Malfoy?
Il suo respiro accelerò per l'agitazione, e finalmente una voce ovattata rivelò che il Serpeverde aveva mantenuto la sua parola "In un modo o nell'altro stanotte non dormirai, Granger, sta a te decidere se divertirti con me o sopportare questo rumore per le prossime cinque ore".
Si decise ad avvicinarsi, aprendo uno spiraglio, ma senza farlo entrare "Smettila subito! Non voglio finire in punizione per colpa tua!" lo rimproverò piantandogli addosso i suoi occhi castani.
"Andiamo Granger non fare la difficile, lasciami entrare" le sussurrò suadente, ma visto che non attaccava, infilò un piede nella porta, bloccandola prima che gliela sbattesse in faccia, e con una spinta si fece largo da solo. Hermione era indietreggiata, e l'aveva osservato impotente mentre la richiudeva alle sue spalle silenzioso.
Sembrava un predatore, che lento e inesorabile stava per balzare sulla sua preda. "Non hai il diritto di entrare qui dentro" disse indietreggiando dietro la poltrona.
"Il fatto è, Granger, che hai catturato la mia attenzione... Non so come sia potuto succedere ma è così" gli piantò addosso i suoi occhi di ghiaccio, scrutando attentamente il suo viso.
"E con questo? Pensi che io possa dimenticare tutto quello che mi hai fatto schioccando le dita?" ribatté lei "So che voi purosangue non cambiate mai, che quelli come me rimarranno sempre inferiori ai vostri occhi" aggiunse.
"Qui non si tratta di sangue Granger, si tratta di carne" si avvicinò ancora, e quando fu alla sua portata le prese una mano. Hermione fece per ritrarsi, ma lui la tenne stretta, e cominciò a passare il palmo sul suo. Parlava quasi con un sussurro, e lei sentiva il cuore pulsare più intensamente.
"Vuoi dire che in quell'aula... tu non l'hai sentita? Quella..." non finì la frase perché Hermione sospirò, chiudendo gli occhi. Sapeva a cosa si stava riferendo: era quella brama, quasi incontrollabile, dolorosa, che l'aveva afferrata nelle viscere.
La mano del ragazzo le strinse il polso, tirandola verso di lui, mentre l'altra le alzava il mento. "Se tu ti lasciassi andare sarebbe tutto più semplice... Non è niente che tu non abbia già fatto, anche se a livello da principianti" strinse le labbra in un sogghigno divertito, ma lei sbatté le palpebre e distolse lo sguardo imbarazzata.
Al ragazzo non sfuggì la sua reazione, corrugò le sopracciglia e dopo qualche istante continuò "Non vorrai dirmi che tu... credevo che almeno a Weasley l'avessi fatta assaggiare". Hermione gli lanciò contro il cuscino della poltrona "Va a quel paese Malfoy!".
"Quindi sei vergine!" sghignazzò "Non fraintendere, per me è anche meglio..." la guardò ancora più incuriosito, mentre lei arrossiva come un peperone stringendosi nel suo pigiama di flanella.
"Lo facevo stupido, ma non così stupido" continuò imperterrito, al che la ragazza non riuscì più a trattenersi: "Bhe, perché credi che ci siamo lasciati, per il Quidditch?!" scoppiò.
Il ragazzo rise "Aspetta... quindi l'hai mollato perché non faceva sesso con te?" la guardava come stralunato.
"Bhe, diciamo che... casa sua non era mai libera" a quel punto Draco rideva sul serio "Falla finita" si lamentò.
"E Weasley il campagnolo non ha trovato un albero contro cui sbatterti? Mi prendi in giro?" insisté lui. Hermione però lo osservò attentamente "Io ho l'impressione che sia tu a prendermi in giro" disse senza troppi giri di parole.
"E come, di preciso?" lui incrociò le braccia quasi offeso, e piantò gli occhi nei suoi, quasi affondando il quel liquido castano.
"Bhe, per cominciare mi sembra stano che all'improvviso tu abbia sviluppato tutto questo interesse nei miei confronti..." iniziò, ma fu subito interrotta da lui, che ci tenne a puntualizzare:
"Non esattamente da te, più da qualche parte specifica...". Lei lo fulminò, e continuò ignorando il commento "Cos'è per te una... specie di scommessa? Un gioco perverso?" avrebbe voluto, ma non si fidava di lui. Sapeva che aveva ragione riguardo al loro bacio, che c'era stato qualcosa di forte, ma non sapeva se la stesse solo prendendo per il culo per qualche passatempo da Serpeverde.
Lui rise ancora "È questo che pensi?".
Hermione alzò il mento decisa "Forse. Non ci si può mai fidare di un Serpeverde, le voci corrono e tutti sanno delle vostre scorribande notturne".
"D'accordo su questo hai ragione, ma ora tu sai bene cosa voglio, non mi sto prendendo gioco di te" rispose tranquillo.
"E sarebbe?" domando ancora confusa la Grifondoro.
"Voglio te" riprese, avvicinandosi di nuovo a lei "niente complicazioni, nessuno saprà niente. Solo sesso, nessun secondo fine" spiegò con un sorrisetto di sfida sulle labbra.
Hermione si rese conto che la distanza fra loro si era ridotta drasticamente, e quelle parole la stavano scuotendo. Avrebbe voluto aspettare almeno quella notte prima di dargli una risposta, ma le sue mani volevano afferrarlo impazienti.
Dopo qualche istante di indecisione smise di rimuginare e posò le labbra sulle sue, pogguandogli le mani sul petto. Stavolta fu subito uno scontro di lingue e denti, e in quella foga Draco la tirò sulla poltrona, facendola sedere su di lui a cavalcioni. Così anche le mani del ragazzo correvano veloci sulla sua schiena, e anche più in basso. Hermione lo sentiva fremere sotto di sé, e quando le sfuggì un sospiro di piacere si staccò da lui per riprendere fiato.
"Questo era un sì?" le sussurrò lui. La ragazza deglutì e scosse la testa "Ti darò una risposta domani".
"Non sembra che tu abbia molti dubbi..." le fece notare Draco. Al che lei, ancora avvinghiata alle sue spalle si ricompose, mettendosi in piedi un po' tremante.
"Vorrei andare a letto se non ti dispiace" gli disse soltanto. Sul viso di lui comparve il solito sorrisetto per il doppio senso "Da sola" specificò allora la ragazza.
"Mmh, d'accordo. Dormi bene finché puoi farlo Granger" le disse sornione, prima di andare verso la porta. Lei lo seguì, per assicurarsi che una volta uscito non potesse tornare indietro.
Ma prima di chiudersi la porta alle spalle aggiunse "Fossi in te cambierei pigiama, o Weasley non sarà un caso isolato". Hermione sbatté la porta chiudendo a mandata doppia e applicando un incantesimo, e finalmente sola, si trascinò scossa fino al letto.
Sapeva che stava facendo un patto col diavolo, ma era proprio l'eccitazione del pericolo a farlo diventare tanto allettante ai suoi occhi.
Sarebbe dovuta rimanere sveglia a pensare, ma dentro si sé aveva già fatto la sua scelta, infatti si addormentò subito e si godette un lungo sonno senza sogni.
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