Cap. 9
Hanna's pov
Qualche giorno prima...
Aprii gli occhi senza sapere minimamente dove ero.
Una spiaggia deserta e sole, un sole che in quel momento non mi aiutava per niente, un sole così accecante da sembrare così vicino alla Terra, sembrava mi stesse invitando a lasciare quella misteriosa spiaggia.
Ma non era solo il sole che spingeva dolcemente lontano verso il mare, anche il vento era una leggera brezza che consigliava di allontanarsi, la cosa mi preoccupava e dando un veloce sguardo ai lati della spiaggia, notai una figura.
Quella figura scura era lontana e mi sentivo stanca, non avevo voglia di raggiungerla, del resto quando mai avevo voglia di fare qualcosa? Mai.
A malincuore mi decisi di lasciare la mia comoda postazione e a raggiungere quella figura che, a quanto ne sapevo, poteva anche essere pericolosa.
Durante la camminata ammirai il mare e ringraziai il cielo, che quello che cercava la mia amica era un isola e non una montagna, senno col cavolo che la raggiungevo, io odio la montagna, troppa poca gente.
Il mio pensiero andò subito ai miei due migliori amici, chissà come stavano, Damon sapeva badare a se stesso lo sapevo bene, era una ragazzo sì senza muscoli, ma quando lo provocavi, be' uno schiaffo lo sapeva dare.
La mia preoccupazione era per la mia migliore amica, Selene, quella ragazza era troppo buona, cercava di vedere sempre la prospettiva migliore nelle persone, e quello era un problema, perché questo comportava anche ad una certa ingenuità.
Sempre che siano sopravvissuti, speravo tanto di rivedere Demon solo per demoralizzarlo e sentire i consigli, sempre ed esclusivamente positivi, di Selene, che sapevano farti sentire meglio in meno di un minuto.
Speravo di sentire di nuovo la voce di Selene, che si alzava di qualche nota quando era interessata al discorso, non accorgendosi del suo timbro di voce.
Speravo di rivivere quei momenti in cui io e Selene scoppiavamo a ridere senza sapere il perché, di rivedere lo sguardo confuso di Damon, che non capiva e infine sentirlo sussurrare un "voi siete pazze", noi ci lanciavamo uno sguardo e insieme lo guardavamo con sguardo severo dicendo "lo sei anche tu, senno perché sei qui con noi?".
Smisi di rivivere i ricordi, asciugai una piccola lacrima che mi era scesa al pensiero dei miei amici morti, mi incoraggiai e ritornai al presente, quella figura era un ragazzo e aveva qualcosa di familiare.
Quando mi accorsi chi era i miei occhi si illuminarono, provai a svegliarlo, ma non apriva quei maledetti occhi, quegli occhi che conoscevo così bene, così freddi ma allo stesso tempo così dolci e pieni di calore.
Sentii un mugolio provenire dal ragazzo e i miei occhi si catapultarono sul suo viso.
<Hanna?>
<Damon sono qui! Come stai?>
<come vuoi che stia Hanna? Abbiamo passato la notte in balìa del mare secondo te come sto?>
Lo guardai malissimo, non facevo vedere a molte persone la mia preoccupazione e quando se ne accorgeva, mi prendeva in giro.
Ma del resto chi è Demon senza le sue battute?
Damon era fatto così, quando prendeva confidenza ti prendeva in giro dalla mattina alla sera, inoltre chiamava Selene in qualsiasi maniera, la chiamava Luna, Sole, eclissi ma quello che usava più spesso era Luna, sembrava fatto su misura per lei.
Demon mi guardò e mi chiese:
<e Selene? Dove si trova?>
Mi incupii seduta stante, pensando a quanto si fosse sentita smarrita la mia amica, Demon assunse un espressione molto preoccupata, facendomi capire di aver intuito la sua stessa preoccupazione nei miei occhi.
<dobbiamo essere positivi, Selene è una ragazza forte vedrai che è sopravvissuta>
Demon disse quelle parole con una dolcezza e una convinzione che mai avrei pensato possibile vedere nel suo sguardo.
Ad un tratto una voce maschile interruppe il nostro scambio di sguardi:
<hey voi! Chi siete?>
Quando mi voltai, vidi un ragazzo alto e robusto, con muscoli che si intravedevano dalla camicia bianca che indossava, ma la cosa che mi colpì più di tutto erano i suoi occhi, neri come il manto di una creatura ultraterrena, perché i suoi occhi nascondevano qualcosa, qualcosa di spaventoso e di misterioso.
Altri uomini arrivarono ma si fermarono alle sue spalle, avevano tutti la stessa stazza del bel ragazzo che aveva parlato e che aspettava ancora una risposta da noi.
Mi decisi a rispondere, visto l'improvviso ammutamento di Demon.
<siamo naufragati con una nave e a quanto pare noi siamo i sopravvissuti, ma dove siamo?>
Il ragazzo, anche se più rilassato, non cambiò l'espressione fredda che dominava quel viso tanto bello quanto pauroso.
<vi trovate su un isola vicino all'India>
Eh grazie! Pensai ma feci la domanda che tormentava sia me che la persona al mio fianco.
<ci sono altri sopravvissuti che avete trovato qui vicino?>
<i primi che abbiamo trovato siete voi, poi abbiamo saputo che in un isola vicino, hanno trovato una ragazza>
Selene.
Doveva per forza essere Selene.
Guardai Demon e negli occhi riluceva una speranza che invadeva anche il mio cuore.
Forse Selene era viva.
Qualche giorno dopo...
Era da un po' di giorni che ci trovavamo in un isola e ancora non eravamo sicuri che quella persona fosse la nostra amica, io e Damon cercavamo di farci forza l'un l'altro, ma l'unica persona che ci faceva credere, non in specifiche cose, ma semplicemente credere, quella era Selene.
Quando quel giorno incontrammo Brannon, il ragazzo dagli occhi freddi e misteriosi, Damon ed io decidemmo di di seguirlo, visto lo stato penoso in cui ci trovavamo.
Il sentiero che avevamo percorso era piuttosto strano e incredibile, pensai che Selene, fosse stata con loro, sarebbe di sicuro impazzita di gioia nel vedere la magia di quel posto.
Si, magia, incredibile vero? All'inizio pensai che era solo un sogno, ma era tutto vero, avevo provato pure a darmi un pizzicotto, ma non mi ero svegliata e anche Damon me lo accertava con i suoi lamenti di dolore.
Quando quel giorno sulla spiaggia aveva provato ad alzarsi, avevamo scoperto, che nel naufragio si era rotto la gamba, e io per vendetta gli scoppiai a ridere in faccia dicendogli che era terribilmente maldestro, anche se in teoria, non era colpa sua se sé l'era rotta.
Quel piccolo percorso era stata una tortura per lui e anche se non avevo i sensi di colpa per quello che gli avevo detto, ero preoccupata e speravo si rimettesse a posto.
Io ero del parere che se uno diceva una cosa, anche brutta, ad un'altra persona, non poteva pentirsene subito dopo e di certo non si rimediava con un mi dispiace, e poi se ho detto quella cosa era perché la pensavo o perché era uno scherzo.
Quell'isola, gli esseri che la abitavano, le piante che erano cresciute lì era tutto così surreale ma allo stesso tempo sapevo che era reale, prima di tutto perché non avevo una fantasia così vasta e secondo perché non pensavo che il paradiso fosse un isola dove ci sono creature fuori dal comune.
Sinceramente mi ha anche sorpreso il fatto che si erano fidati di noi così facilmente, ma Brann ci rispose dicendo che alcune creature sapevano vedere la bontà, anche nascosta, di una persona.
Una domanda mi sorgeva spontanea e a cui non sapevo dare una risposta: quell'isola era quella narrata nel libro di Selene? Quella su cui mi trovavo era Erima?
Era una possibile verità che non si poteva mettere da parte, in quel momento mi sembravo uno di quei detective della televisione o in un film giallo, però in teoria dovrei avere il diritto di sapere dove mi trovavo, no?
Decisi che una cosa che potevo fare senza creare casini era chiedere, dopotutto provare non costa niente.
Andai diretta all'ufficio di Brann, quel ragazzo se provasse a essere più dolce sarebbe stato un bellissimo ragazzo, ma non si poteva cambiare le persone senza il loro consenso.
Bussai alla porta e dopo aver sentito la voce roca e forte, degna di un sovrano, aprii la porta ed entrai.
Brann mi lanciò subito un'occhiataccia, forse non si aspettava una mia visita, ma dovevo ricevere qualche risposta e soprattutto volevo sapere dove Demon ed io ci trovavamo.
<allora? Che ci fai qui?>
Ebbi un sussulto per il modo in cui si era rivolto a me, ero abbastanza scioccata, insomma un po' di gentilezza no eh?
Ricambiai l'occhiataccia con uno sguardo di fuoco e nel mio corpo lasciai fluire la maschera di impassibilità che mi trovavo essere con persone come Brann, persone a cui non importava delle persone attorno a loro.
<sono qui per avere delle risposte, delle risposte che mi spettano di diritto>
Brann alzò lo sguardo, sembrava arrabbiato, non capivo per cosa, o per le mie parole o per qualcosa che era successa.
Sospirò e iniziò a parlare:
<ora voi vi trovate su questa isola che si chiama Erima, un isola che a quanto pare è descritta in un libro di fantasia che ora voi siete a conoscenza, ovviamente quando ve ne andrete non dovrete dire niente a nessuno>
Ero sempre più impressionata, Selene aveva ragione, aveva sempre avuto ragione, io l'avevo seguita in caso avesse avuto bisogno, ma non avevo mai creduto veramente all'esistenza di questa isola.
<solo un ultima cosa ti prego: si sa qualcosa della ragazza trovata sull'isola qui vicino?>
<si, ma non credo ti piacerà saperlo: la ragazza sappiamo per certo che è in pericolo, quelle persone che l'hanno accolta sono dei mostri, anche se lei ora non lo sa>
Una paura mai provata mi assalì come un mostro che mangiava la mia parte positiva, lasciando solo la mia parte negativa, che mi gridava di andare ad aiutarla, ma come?
<sai... sai... il nome della ragazza?>
<si>
In quel momento, non sapevo se preferivo che fosse Selene o no, feci segno a Brannon di continuare.
<la ragazza si chiama Selene>
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