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Mason
Non aspettare la donna giusta. Non esiste. Ci sono donne che riescono a farti provare qualcosa di più col loro corpo o con la loro anima, ma sono esattamente le stesse che ti accoltelleranno proprio sotto gli occhi della folla
CHARLES BUKOWSKI
Promettimi che... non manterrai nessuna delle mie promesse. Come ho fatto io che avevo promesso a me stesso di non legarmi a te e adesso respiro dalle tue labbra. Vieni qui e...
Baciami.
KIRA SHELL
Sono molto felice che Beth stia bene eppure lei non sembra altrettanto contenta … il giorno in cui era uscita dall’ospedale, l’avevo portata a fare un giro in centro per farla svagare un po’ ma Elisabeth era come distante, indifferente, sembrava addirittura che fosse triste e turbata per qualcosa. Pensai che fosse ancora molto scossa dagli eventi traumatici che aveva subito di recente e mi dissi che presto lei sarebbe tornata quella di prima e si sarebbe dimenticata di quello che era successo. Però il solo pensiero che il mio amore sia sconvolta per qualcosa e io non potessi fare niente per aiutarla (avevo letteralmente provato di tutto: cinema, passeggiate al parco, uscite in centro, cene in ristoranti … ma niente! Mi era sembrato che lei fosse scossa persino quando ci baciammo!!) mi mandava in bestia e mi rendeva a sua volta un po’ depresso. Quando parlavo con Elisabeth lei era come assente, aveva la testa altrove e sembrava non sapere dove si trovasse, quando la abbracciavo lei rimaneva ferma immobile e rigida come una statua e non ricambiava, quando provavo a baciarla lei mi metteva una mano sulla bocca e mi respingeva dicendo: “No, non mi sento dell’umore giusto!” per poi fuggire via lasciandomi perplesso, irritato e soprattutto dispiaciuto e col cuore infranto. Le scrivevo sempre messaggi romantici ogni singolo giorno ma lei o li visualizzava e basta senza rispondere oppure rispondeva in modo non altrettanto romantico. Ciò causava un senso di angoscia in me che mi sentivo ignorato, respinto e forse anche tradito!
“Forse lei non vuole più stare con me? –pensavo sempre fra me e me quando Elisabeth non mostrava di gradire le attenzioni che le davo-
Magari non le piaccio più? O forse crede che il suo incidente sia successo a causa mia e non vuole che io possa ancora farle del male!? Oppure si è semplicemente stancata di stare con me, ero solo un passatempo per lei, voleva solo divertirsi e per tutto questo tempo mi ha preso in giro? Ma no, Mason, lo sai anche tu che tutte quelle bellissime volte in cui l’hai baciata e abbracciata lei mostrava sempre affetto e calore! Eppure ultimamente quando le dimostro il mio affetto lei si chiude nel suo guscio e si mostra fredda e insensibile come un cubetto di ghiaccio! Le deve essere successo qualcosa in quest’ultimo periodo! E non credo affatto che sia stato quello stupido incidente a ridurla così! Ora mi è tutto chiaro! Deve avere un altro! La mia dolce Beth ha un amante! Mi sta tradendo! –
questa era l’ipotesi più orribile per me che non facevo che immaginarmi Elisabeth che mi rifiutava perché si baciava e abbracciava con un altro, che si scambiava con lui messaggi romantici, lo chiamava e videochiamava ogni giorno e gli diceva “ti amo”.
Mi infuriavo ogni volta che ci pensavo e se sapessi che ciò è vero, prenderei quell’ignobile idiota che rovinerebbe la nostra relazione e lo concierei per le feste. Poi però quegli orribili pensieri abbandonarono la mia mente perché sapevo che Elisabeth era una persona troppo educata, dolce, gentile, onesta e sensibile per poterlo tradire.
Non riesco proprio a capire cosa prenda a Beth! Ci sono moltissime ipotesi che potrebbero spiegare questo suo strano comportamento ma Elisabeth non farebbe mai niente di simile! Allora perché si comporta così? Forse la cosa migliore sarebbe se glielo chiedessi!
Mi autoconvinsi che la cosa migliore da fare era chiedere a Elisabeth il motivo del suo turbamento e del suo comportamento così strano nei miei confronti. Avrei voluto andare subito da lei e domandarle ciò che volevo sentire ma ormai era tarda sera e sapevo benissimo che a quell’ora la mia amata stava già dormendo e non me la sentivo proprio di irrompere in camera sua e svegliarla per dare una risposta alla mia infinità di domande. Le volevo troppo bene per farle una cosa simile così decisi che avrei tranquillamente potuto aspettare il giorno dopo.
Elisabeth
Il giorno seguente ripresi ad andare a scuola. Quando entrai nella mia classe, tutti gli studenti mi circondarono e mi salutarono, chiedendomi come mi sentissi, se avessi ancora male da qualche parte, come fosse successo l’incidente, cosa mi avevano diagnosticato i medici e tutte quelle baggianate che la gente ti chiede quando ritorni a scuola dopo essere stato in ospedale per un po' di tempo. Mi sentii terribilmente in imbarazzo perché non ero abituata a stare al centro dell’attenzione e a dover rispondere a così tante domande, soprattutto da parte di persone che solitamente non mi rivolgevano mai la parola.
Cercai di rispondere in modo esaustivo a tutte le domande che mi venivano poste e, quando finii, i miei compagni mi dissero praticamente in coro che erano molto felici che fossi tornata e che stavo meglio. Mi assicurarono che, se avessi avuto bisogno di qualcosa, mi avrebbero aiutata. Li ringraziai tutti e poi tornai a sedermi, esausta, al mio posto. Non ebbi neanche un attimo per riprendere fiato che Mason si avvicinò a me. Capii subito, guardandolo, che il mio fidanzato era turbato per qualcosa e che probabilmente non aveva dormito bene la notte precedente. Questo fece peggiorare ancora di più il mio umore e la mia espressione divenne ancora più triste. Mason se ne accorse e pensò che il mio umore fosse peggiorato non appena l’avevo visto. Credette che fossi impaurita da lui, così provò a prendere le mie mani, piccole, pallide, aggraziate e fragili, tra le sue grandi e robuste mani. Non appena ci provò, ritrassi le mani e abbassai lo sguardo. Questo lo ferì più di quanto avrebbe fatto un pugno in pancia seguito da centinaia di pugnalate al cuore e dall’essere investito da un camion.
“Elisabeth… io… devo parlarti…” Mason riuscì solo a balbettare questo, perché in quel momento suonò la campanella che segnava l’inizio delle lezioni e il professore della prima ora entrò in classe. Una cosa rara, visto che i professori in quella scuola erano sempre in ritardo. Mason andò a malavoglia a sedersi al suo posto e la lezione iniziò.
La prima ora era sempre la più difficile da seguire per me perché ero ancora mezza addormentata e avrei tanto voluto dormire ancora. Invece, dovevo svegliarmi presto per assistere a qualche noiosa lezione. Quella in particolare fu molto dura da seguire perché il professore di matematica stava spiegando un nuovo argomento di cui non riuscivo a capire niente. Ero ancora intontita dal sonno e, essendo la prima ora, il mio cervello non aveva voglia di attivarsi. La testa mi faceva molto male e mi girava. Non riuscivo proprio a stare sveglia e, come se non bastasse, la voce del professore era così pacata e lenta che mi sembrava di sentire una ninna nanna. Decisi di tenere la testa appoggiata sul banco, tanto ero in una delle ultime file, quindi era difficile che il professore notasse qualcosa. E anche se mi avesse scoperta addormentata, gli avrei potuto rifilare la scusa che, a causa dell’incidente, mi sentivo stanca e intontita. Sapevo, però, che non potevo addormentarmi, altrimenti il professore mi avrebbe messo una nota. Per fortuna ero seduta accanto a Mireya, che non era la mia migliore amica per caso. Mireya si accorse subito che non dovevo addormentarmi e ogni volta che vedeva le mie palpebre calare, mi dava una potente gomitata nel fianco per farmi ridestare.
Ma il sonno non era l'unico problema. Mason continuava a girarsi per guardarmi con un'espressione da cucciolo di cane messo in punizione, e io cercavo di non guardarlo, girando la testa altrove. E non era tutto: Mason mi mandava dei bigliettini che io nemmeno guardavo. Li prendevo, li mettevo nel sottobanco o nell’astuccio e li ignoravo come se niente fosse.
“Oi, mi vuoi spiegare che diavolo succede tra te e Mason?” mi chiese bisbigliando Mireya.
“È da tutta l’ora che lui ti guarda come un cane bastonato e continua a mandarti bigliettini che tu ignori. Per caso avete litigato? O vi siete lasciati? Lui ti ha tradita o tu hai tradito lui?”
“Niente di tutto questo!” sussurrai.
“E allora mi spieghi perché lo stai evitando?”
“Non ora! A ricreazione vieni in bagno con me e te lo spiego!”
“Va bene!”
Non me la sentivo di nascondere a Mireya il motivo del mio malumore. Lei era la mia migliore amica, ci eravamo sempre dette tutto, ed ero sicura che non si sarebbe arrabbiata per quello che le avrei detto. Di sicuro, non sarebbe andata a spifferarlo a Mason.
Mi fidavo ciecamente di Mireya, le avrei affidato la mia stessa vita. Magari poteva anche darmi un consiglio su cosa fare in questa situazione. Speravo solo che la mia migliore amica riuscisse ad aspettare fino alla ricreazione per confidarle tutto, perché sapevo benissimo che Mireya era curiosa come un gatto e amava i gossip e i pettegolezzi. Non volevo che mi disturbasse ogni due minuti chiedendomi “allora, cos’è successo?”. Per fortuna, Mireya si mostrò discreta e non mi tempestò di domande. La prima ora passò più o meno velocemente e le altre due furono leggere, visto che c'era arte e la professoressa decise di portarci in laboratorio per realizzare dei quadri su tela.
Ero entusiasta perché adoravo l'arte e amavo disegnare e dipingere, ma non ero dell'umore giusto.
"Cosa dipingiamo, prof?" chiese uno studente.
"Quello che volete, ma deve essere la vostra 'musa ispiratrice'. Ogni artista ne ha una: può essere una persona, una divinità, un animale, un paesaggio, una canzone, un veicolo, un cibo o anche un oggetto di uso quotidiano. Basta che vi ispiri! Allora, chi ha voglia di dipingere?"
"Io!" rispondemmo tutti in coro.
"Bene, allora datevi da fare! Mi raccomando, dipingete bene perché a fine ora i vostri dipinti verranno valutati!"
Subito la classe irruppe in proteste e commenti, ma l'insegnante disse che le mancavano dei voti e quindi avrebbe valutato un nostro dipinto. In alternativa, avrebbe potuto farci fare una verifica. Gli studenti si affrettarono a dire che preferivano fare un dipinto. La prof ci fece indossare delle tute bianche per evitare di sporcarci i vestiti, posizionò i cavalletti a cerchio e mise su ognuno una tela, una tavolozza, dei tubetti di tempere di vari colori e dei pennelli di tutte le forme e dimensioni. Poi, quando si fu assicurata che tutti avessimo il materiale, ci diede il via per iniziare a creare quelli che chiamava "piccoli capolavori".
All'inizio pensavo che non sarei riuscita a dipingere come al solito per via del mio umore, ma appena presi un pennello in mano la mia vena creativa prese il sopravvento e il sorriso tornò sulle mie labbra.
"Oh, vedo che la pittura ti ha fatto tornare di buon umore!" osservò compiaciuta Mireya, che stava sempre vicino a me.
"Sono molto stupita anch'io!" esclamai.
"Tu sai già cosa dipingerai?" mi chiese l'amica.
"Non mi sono mai sentita veramente ispirata da qualcosa in particolare. Quando realizzo un quadro, è sempre ispirato a cose diverse."
"Uhm, io credo che disegnerò i miei piatti preferiti! Il cibo è sempre nei miei pensieri, è il nutrimento fondamentale e senza di esso non potrei mai sopravvivere!"
"Mireya! Pensi sempre al cibo, tu!"
"Per forza, ho sempre fame! Noi vampiri dobbiamo nutrirci molto spesso, consumiamo molta più energia degli umani!" disse sussurrando per evitare che qualcuno potesse sentirla.
"Io non so ancora cosa dipingere, ho il blocco del pittore! Hai qualche consiglio da darmi?"
"Uhm, ora che mi ci fai pensare, sì! So cosa dipingerà Mason. Guarda prima te e poi torna sulla tela a lavorare. Credo proprio che il soggetto del suo ritratto sarai tu! Sarebbe molto carino se facessi un suo ritratto. Quando la prof chiederà di presentare i lavori, vi sarete ritratti a vicenda! Sarebbe davvero romantico e potresti sistemare le cose con Mason!"
"Ma io non ho nulla da sistemare con Mason!"
"Allora perché lo stai respingendo?"
"Non lo sto affatto respingendo! È solo che ultimamente sono così scossa che non me la sento proprio di essere felice! Mi dispiace tantissimo se Mason si sente allontanato. Ho deciso: farò un suo ritratto così da dimostrargli che lo amo ancora e che non sto affatto cercando di mandarlo via da me!"
"Brava ragazza, così si fa!"
Poi entrai nel focus della pittura e decisi di ritrarre Mason con lo sfondo del luogo in cui mi aveva portata prima dell’incidente e in cui mi aveva fatto la proposta di fidanzamento e baciata. Di tanto in tanto guardavo verso Mason e a volte capitava che anche lui mi guardasse, incrociando i nostri sguardi. Stavamo per alcuni minuti a fissarci sorridendo finché uno dei due non tornava a lavorare sulla tela.
Quando mancavano trenta minuti alla fine delle due ore, la professoressa suonò il gong che segnava lo scadere del tempo per i dipinti. Tutti alzammo le mani e ci allontanammo dalle opere.
"Bene, ora passerò a vedere i lavori di ciascuno e voi dovrete fare una breve presentazione di ciò che avete fatto!"
Molti avevano realizzato dipinti raffiguranti i loro padri, madri, nonni, zii, fratelli, sorelle, cugini… altri paesaggi o edifici, animali reali o fantastici, scene che richiamavano film o canzoni, oggetti di uso quotidiano, piante, mezzi di trasporto, attori, cantanti, scrittori, personaggi famosi o di fantasia.
"Mason, esponi a tutti la tua opera!"
“Ecco, io ho realizzato un ritratto di Elisabeth,la mia musa ispiratrice, il mio più grande amore e la mia unica e più importante ragione di vita”
"C’è davvero una bellissima storia dietro il tuo quadro, complimenti Mason. Si capisce che ci tieni veramente a lei!" Mason annuì compiaciuto e si voltò verso di me. Gli mandai un bacio e lui fece il gesto di prenderlo e portarselo al cuore. Mason cominciò a pensare che forse non volevo respingerlo, ero solo scossa dall’incidente. "Inoltre, il tuo quadro è veramente bellissimo, sembra quasi una fotografia. Ma ho una cosa da chiederti: hai raffigurato Elisabeth che sta dormendo, perché?"
"Elisabeth è bellissima a ogni ora del giorno e della notte, ma quando dorme diventa ancora più bella! Sembra così fragile, dolce e innocente, proprio come un angelo caduto dal cielo. Quando mi sento giù o credo di non riuscire a superare un ostacolo, mi basta immaginare Elisabeth che dorme e mi riempio di una carica così potente che è indescrivibile e subito dopo mi sento meglio e sono pronto ad affrontare qualsiasi ostacolo!"
"Davvero romantico, grazie per aver condiviso con noi il tuo quadro, Mason! Bene, e ora arriviamo all’ultima delle vostre opere! Elisabeth, presenta alla classe il tuo lavoro!”
Girando la mia tela in modo che tutta la classe potesse vederla, mostrai il mio dipinto: Mason a mezzo busto, sorridente, con lo sfondo del posto dove mi aveva dato l’anello e chiesto di diventare la sua ragazza. Non appena Mason vide il quadro, sorrise e mi mandò un bacio. Io feci il gesto di prenderlo e mettermelo in tasca.
Iniziai a parlare del mio quadro, ma mentre lo facevo, la testa iniziò a girarmi. Mi sentivo le gambe tremanti e molli, come se non riuscissero più a reggermi in piedi. Per questo, mi aggrappai con le mani al cavalletto che sorreggeva il quadro. Avevo la vista annebbiata e mi sentivo come se da un momento all’altro potessi svenire, con vertigini e uno strano senso di nausea.
"Elisabeth, ti senti male?" mi chiese la professoressa.
“Ecco… io…” Feci appena in tempo a balbettare quelle due parole che subito dopo persi i sensi e svenni, cadendo all’indietro.
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