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Mason
"Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni."
WILLIAM SHAKESPEARE
"Ti amo senza sapere come, né quando, né da dove. Ti amo direttamente senza problemi né orgoglio: ti amo così perché non conosco altro modo di amare che questo."
PABLO NERUDA
A un certo punto, mi avvicinai a Elisabeth, il mio viso a pochi centimetri dal suo collo. Inspirai profondamente, chiudendo gli occhi per un attimo. "Elisabeth," mormorai, la mia voce vellutata e avvolgente. "Hai un profumo così delizioso... È quasi impossibile per me resisterti."
“È inebriante… come il più delizioso dei banchetti.” dissi, inspirando profondamente come per catturare ogni sfumatura di quel dolce aroma. “È… è come se il tuo profumo fosse fatto apposta per me, come se fosse un richiamo impossibile da ignorare. Il tuo profumo… mi consuma. È come miele per un’ape, come fuoco per la mia anima immortale. È come se il tuo sangue cantasse per me, un richiamo al quale non riesco a resistere.”
Elisabeth arrossì leggermente, sentendo il calore del mio respiro sulla pelle.
"Mason," rispose con un sorriso timido, "non devi preoccuparti. Mi fido di te."
Ma io sembravo lottare contro me stesso. Le mie mani, fredde ma gentili, le sfiorarono il viso, spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Non capisci," continuai, la mia voce ora carica di un'intensità pericolosa, "il tuo sangue... il tuo profumo... è come un richiamo irresistibile per me. Ogni volta che sono vicino a te, sento questo desiderio bruciante di morderti, di assaporarti... Ma non voglio farti del male."
“Non so quanto ancora potrò resistere…”
“Ma giuro su tutto ciò che sono, non ti farei mai del male. Sei tutto per me, Beth.”
"Mi fido di te," disse Elisabeth, la sua voce tremante ma ferma. "So che non mi farai del male. E se un giorno non riuscirai più a trattenerti… io sarò qui, pronta."
"Elisabeth..." sussurrai, la mia voce era un sussurro, profonda e carezzevole come il velluto. Mi avvicinai, il mio respiro freddo lambendo la pelle calda di lei, e chiusi gli occhi per un momento, inspirando profondamente. "Hai un profumo... divino," continuai, le parole quasi un gemito.
Elisabeth si morse il labbro, un po' incerta ma non spaventata. Conoscevo la mia natura, eppure qualcosa in lei mi attirava irrimediabilmente.
"Mason..." sussurrò, la sua voce tremante d'emozione. Ma prima che potesse dire altro, avvicinai il mio viso al suo collo, sfiorando con il naso la curva delicata tra la spalla e il collo.
"Non immagini quanto sia difficile resistere," mormorai contro la sua pelle, i miei canini appena percettibili sulla carne di lei. "Il desiderio di affondare i miei denti nella tua pelle morbida... di gustare il tuo sangue dolce e caldo... è travolgente." La mia mano libera scivolò lungo la schiena di Elisabeth, tirandola delicatamente più vicino a me. "Ma non ti farei mai del male," aggiunsi, la mia voce un miscuglio di desiderio e autocontrollo. "Sei tutto per me, e preferirei bruciare al sole piuttosto che causarti dolore."
Elisabeth mi guardò negli occhi, vedendo la battaglia interna che stavo combattendo contro la mia stessa natura. Eppure, non si allontanò. Invece, sollevò la mano e la posò sulla mia guancia, accarezzandola con dolcezza. "Mi fido di te," disse con fermezza, la sua voce calma e decisa.
La guardai per un lungo istante, poi chiusi gli occhi, appoggiando la fronte contro la sua. "Non sai quanto mi tenti," sussurrai, con un tono quasi doloroso. "Ogni parte di me ti desidera... ma il mio amore per te è più forte della mia sete."
Elisabeth mi guardò con affetto, posando una mano sul mio petto, sopra il mio cuore che, sebbene morto da secoli, batteva solo per lei. "Lo so, Mason. E so che mi ami. Io mi fido di te, perché so che non mi faresti mai del male. Sono qui con te, per sempre. Fallo. So che non mi farai del male.”
La guardai per un momento, cercando la conferma nei suoi occhi. Serrando la mascella, la tentazione ormai troppo forte, le mie iridi cominciarono a mutare, passando dal loro abituale azzurro intenso a un rosso profondo e luminoso, come fuoco vivo, come rubini incastonati in un viso pallido. La mia mano si mosse lungo la schiena di Elisabeth, attirandola più vicino, mentre i miei canini si allungavano lentamente, taglienti come lame affilate.
Quando vidi la sua completa fiducia, il desiderio e l'affetto, ogni esitazione svanì. Lentamente, abbassai la testa, le mie labbra sfiorarono la pelle morbida e profumata del collo di Elisabeth. Sentii il calore della sua pelle, il battito costante del suo cuore sotto le mie labbra. Con un movimento rapido e deciso, affondai i denti nel suo collo, rompendo la barriera tra la sua pelle e il sangue pulsante sotto di essa. Il calore del sangue invase immediatamente la mia bocca, e una sensazione di piacere intenso mi travolse. Ogni sorso era come un'esplosione di fuoco liquido che mi riempiva le vene, risvegliando ogni fibra del mio essere.
Il sapore del suo sangue era un nettare che nessun altro potrà mai eguagliare, ogni sorso era un'estasi. Sentivo il calore della sua vita scorrere in me, rendendomi più forte, più vivo. Ma c’era anche qualcos’altro: un legame profondo, quasi spirituale, che si creava tra di noi in quel momento. Sentivo la mia anima unirsi a quella di Elisabeth, come se fossimo destinati a condividere ogni istante per l'eternità. Sentivo il battito di Elisabeth farsi più lento, mentre l’euforia si impadroniva anche di me. La consapevolezza di essere l'artefice di quel piacere, di farla sentire così viva e vulnerabile allo stesso tempo, mi riempiva di una strana soddisfazione. Ma dentro di me, c'era anche la paura, un terrore sottile che la mia sete potesse prendere il sopravvento.
Il sangue di Elisabeth era caldo, dolce e incredibilmente appagante. Ogni goccia che scivolava nella mia gola accendeva un fuoco dentro di me, una sete insaziabile che mi spingeva a volerne ancora. Mi sentivo come se fossi stato privato di quel nettare per secoli, e ora non riuscivo a fermarmi.
Elisabeth non provava dolore, solo un piacere inaspettato e profondo. Si aggrappò a me, le unghie che si affondavano nelle mie spalle, mentre lasciava che il piacere la consumasse. Il calore si diffuse dal collo al resto del suo corpo, ogni nervo si accese, portandola verso un’apice di sensazioni che non aveva mai provato prima.
Il dolore iniziale fu solo un fugace istante. Sentì una connessione indescrivibile con me, come se la sua essenza si stesse fondendo con la mia. Ogni battito del suo cuore sembrava risuonare all'unisono con il mio, e la sua mente si annebbiò di un’estasi profonda, avvolta da un piacere che superava ogni sua aspettativa.
Sentii il corpo di Elisabeth diventare sempre più pesante tra le mie braccia.
Elisabeth gemette piano, inizialmente per la sorpresa del dolore, ma poi la sua voce si affievolì. La sua presa sulle spalle si fece più debole. "Mason, fermati..." sussurrò, ma la sua voce era appena un soffio. Io ero troppo preso dal mio bisogno per ascoltarla immediatamente. Continuavo a bere, ogni sorso mi spingeva sempre più lontano dalla mia umanità, verso l'abisso della mia natura mostruosa.
Immerso nella mia brama, ero momentaneamente incapace di rispondere. Tuttavia, un'immagine sfocata e straziante si manifestò nella mia mente: un ricordo lontano di una giovane donna umana che moriva tra le mie braccia, prosciugata fino all’ultimo sangue. I suoi occhi imploranti, pieni di paura e disperazione, mi perseguitavano. Fu solo quando sentii il battito di Elisabeth rallentare sotto la mia stretta che mi fermai. Sollevai lo sguardo e vidi i suoi occhi, un tempo brillanti, ora opachi e imploranti. Mi staccai immediatamente, terrorizzato da ciò che avevo quasi fatto. "Elisabeth!" esclamai, la mia voce rotta dal panico e dalla colpa.
Elisabeth, debole, mi sorrise debolmente, ma potevo vedere il pallore crescente sul suo viso, il segno evidente del sangue che aveva perso. "Sono un mostro..." mormorai, le mani tremanti mentre cercavo di coprire la ferita che avevo inflitto. "Odio ciò che sono. Non riesco a controllarmi. Elisabeth... io... io sono un mostro..." balbettai, il volto segnato da un profondo senso di colpa.
"Non volevo... non volevo farti del male. Ti ho quasi uccisa…Non posso... non voglio che tu muoia come lei," dissi, la mia voce rotta dall’emozione. "Sono un mostro, un essere che odia ciò che è diventato. Ho già ucciso una volta, non posso farlo di nuovo. Non voglio."
Mi avvicinai lentamente, con delicatezza, lasciando che le mie labbra si posassero nuovamente sulla sua pelle, questa volta per darle dei baci leggeri. Il sangue di Elisabeth macchiava ancora le mie labbra e le lacrime ormai erano sgorgate.
Guardai Elisabeth mentre cercavo nei suoi occhi un segno di pentimento o paura. Ma tutto ciò che vidi fu amore, un amore che era cresciuto nonostante il mio lato oscuro.
Gli occhi di Elisabeth, ancora pieni di affetto nonostante la debolezza, si posarono su di me. Con uno sforzo, sollevò una mano tremante per accarezzare il mio viso. "Non sei un mostro, Mason," disse con un filo di voce, le sue labbra si curvarono in un lieve sorriso. "Se lo fossi, non ti saresti fermato."
Con gli occhi lucidi, mi chinai verso di lei, completamente sopraffatto dal rimorso. Lentamente, le mie iridi tornarono al loro colore naturale, e i miei canini si ritirarono. "Mi dispiace... ti amo così tanto... ma ho paura di ciò che sono..."
Elisabeth, raccogliendo le forze, sollevò il viso verso di me e mi baciò dolcemente, le sue labbra ancora calde si posarono su quelle fredde delle mie. Il bacio era un misto di rassicurazione e amore, un gesto che cercava di lenire il dolore che ardeva nel mio cuore.
Quando ci staccammo, la guardai con occhi pieni di gratitudine e dolore. "Prometto che non ti farò mai più del male... mai più."
Elisabeth annuì lentamente, il suo corpo ancora debole ma il suo spirito forte. "Io so che non lo farai. Perché so chi sei, Mason. Sei l'uomo che amo. Adesso calmati, respira, ci sono io qui con te. Se vuoi puoi dirmi cos'è successo in passato che ti tormenta così tanto."
Asciugandomi le lacrime, le presi le mani e iniziai a raccontare.
“Era il tardo autunno di un secolo fa quando la conobbi per la prima volta. La città era avvolta da un velo di nebbia e il sole stava tramontando, tingendo il cielo di sfumature dorate e rosa. Ero lì per una passeggiata solitaria, ma quella sera avrei incontrato Amelia, una giovane donna la cui presenza avrebbe cambiato il corso della mia esistenza.
Amelia era una giovane donna di straordinaria bellezza e dolcezza. I suoi capelli dorati ondeggiavano al vento come un mare di sole, e i suoi occhi verdi brillavano di curiosità e gentilezza. La incontrai in una libreria antica, dove era immersa nella lettura di un romanzo classico. I nostri sguardi si incrociarono per caso, e qualcosa scattò nell’aria, un’attrazione silenziosa e irresistibile.
Ogni volta che tornavo alla libreria, trovavo Amelia lì, assorta nella lettura o nel parlare con il proprietario. Un giorno, decisi di avvicinarmi. Con un sorriso timido, le chiesi cosa stesse leggendo. Amelia sollevò lo sguardo, sorpreso e affascinata dalla mia presenza, e cominciammo una conversazione che fluiva naturale come un fiume tranquillo. I giorni divennero settimane e le nostre conversazioni si fecero più intime, rivelando sogni, speranze e paure.
Scoprì che Amelia aveva un amore per la poesia e la letteratura che rispecchiava la mia passione per l'arte e la bellezza. Passammo ore a discutere di libri, a condividere poesie e a scoprire nuovi angoli della città insieme. La nostra connessione crebbe, diventando un rifugio sereno dalla solitudine che avevo conosciuto per secoli. Amelia, con la sua risata melodiosa e il suo calore umano, riusciva a farmi sentire di nuovo vivo, come se fossi un uomo normale, capace di provare gioia e amore.
Con il passare del tempo, Amelia e io ci innamorammo profondamente. Il nostro amore era puro e sincero. Amelia si fidava di me completamente, ignorando la mia vera natura. Ci rifugiavamo nei parchi della cittadina, camminavamo mano nella mano lungo i viali fioriti, e ci promettevamo un futuro insieme. Anche se sapevo di non poterle offrire una vita normale, ero determinato a proteggere la sua felicità e a tenerla al sicuro dalla mia vera natura.
Una sera, mentre passeggiavamo sotto il cielo stellato, avvertii una sete insopportabile, un desiderio che avevo cercato di contenere ma che cresceva in me con una forza inarrestabile. Amelia, fiduciosa, mi chiese cosa non andava, e io, con una dolcezza tremante, la presi tra le braccia, la baciò e la rassicurai. Ma la sete, come un'onda inarrestabile, mi sopraffece. Con un gesto impulsivo e disperato, la morsi.
Amelia inizialmente si sforzò di resistere, ma presto sentì la vita sfuggirle. Il suo volto pallido e il suo respiro sempre più debole non erano che un segno del destino inesorabile che si stava compiendo. Con gli occhi pieni di lacrime, mi guardò, e io mi staccai da lei, sconvolto e inorridito dalla mia azione. Lei, con la forza che le rimaneva, mi sussurrò: "Ti amo, Mason. Ti ho amato fin dal primo giorno in cui ti ho visto. Nonostante tutto... nonostante questo."
Distrutto dalla colpa e dal dolore, accarezzai il volto di Amelia con delicatezza, mentre il mio cuore si spezzava in mille pezzi. Le mie lacrime si mescolavano al sangue di Amelia, un ricordo ineluttabile della mia incapacità di trattenere la mia natura predatoria. Amelia, con un sorriso fragile, chiuse gli occhi per l'ultima volta, lasciandomi in un mare di rimpianto e disperazione, con la consapevolezza di aver perso la cosa più preziosa che avessi mai avuto.
Il tempo passato accanto ad Amelia rimase impresso nella mia memoria come una cicatrice, un ricordo doloroso di un amore che non potrà mai essere dimenticato, un segno indelebile di quanto la mia natura mi avesse privato della felicità e dell'umanità che avevo cercato di recuperare.”
Finito il racconto, una lacrima scese sul mio volto ricordando la donna che amavo. "Mi dispiace tanto…. Mason quello che hai passato è stato veramente brutto ma il tuo passato non definisce chi sei ora. Per me adesso sei l'uomo che sogno accanto a me per sempre. Ti amerò sempre e per sempre," disse Elisabeth, la sua voce carica di dolcezza e comprensione.
La sua voce, sebbene fragile, era piena di determinazione.
"Il tuo passato, Mason, non ti definisce come un mostro. Sei un uomo capace di amare profondamente, e questo è ciò che conta. Non possiamo cambiare ciò che è accaduto, ma possiamo costruire un futuro insieme."
Mi accostai a Elisabeth con la delicatezza di chi teme di rompere qualcosa di prezioso. Le mie mani tremanti cercarono di sollevarla in una posizione più comoda, mentre i miei occhi riflettevano la disperazione di chi sta affrontando le proprie paure più oscure.
"Ma come posso perdonarmi? Come posso credere che merito di avere una nuova chance quando ho causato così tanto dolore?"
Elisabeth, con uno sforzo considerevole, si sedette lentamente, intrecciando le sue mani con le mie e offrendomi un contatto confortante.
"Il perdono non è qualcosa che arriva subito. È un processo, e tu stai già iniziando a percorrerlo. Non è facile, e non sarà veloce, ma è importante che tu continui a lottare per migliorare e per fare ammenda."
Guardai negli occhi di Elisabeth, la loro profondità rifletteva la comprensione e l’amore che provava per me.
"Lo farò. Prometto che farò tutto il possibile per diventare una persona migliore, per onorare il tuo amore e la tua fiducia."
Elisabeth annuì lentamente, il suo volto pallido ma sereno.
"Insieme, possiamo affrontare qualsiasi cosa. Non sei solo in questo. Ti amo per quello che sei adesso, non per ciò che eri o per il passato che porti con te."
Con la voce incrinata dall’emozione, risposi: "Ti amo più di quanto possa esprimere a parole. Non merito questo amore, ma farò tutto ciò che posso per meritarmelo."
Con un gesto di amore e conforto, Elisabeth si avvicinò e mi abbracciò, chiudendo gli occhi mentre cercava di condividere con me la forza e la speranza che portava nel suo cuore. Ricambiai l’abbraccio con intensità, sentendo un rinnovato senso di speranza e determinazione.
"Restiamo insieme," sussurrò Elisabeth, "e affrontiamo ciò che ci riserva il futuro, mano nella mano."
Quando ci staccammo, la guardai, i miei occhi pieni di adorazione per lei. "Elisabeth... io brucerò il mondo intero se sarà necessario per proteggerti. Ti salverò sempre, anche da me stesso, se dovesse essere necessario."
"Ti prometto," dissi con una voce carica di emozione, "che farò tutto il possibile per proteggerti. In questo mondo o in qualsiasi altro, sarai sempre al sicuro con me. Non lascerò mai che accada ciò che è successo in passato. Ora e per sempre."
Mi abbracciò, il suo cuore battendo debolmente contro il mio petto. "E io ti amerò sempre, Mason, qualunque cosa accada," rispose dolcemente, sentendosi al sicuro nonostante tutto, tra le braccia del suo vampiro tormentato.
Alla fine, mi chinai lentamente verso di lei, sfiorando le sue labbra con le mie in un bacio delicato e appassionato, esprimendo tutto l'amore che provavo per lei. Come potevo non amare questa donna? Elisabeth era un’anima gentile e vivace, con un’aura che sembrava brillare di luce propria. Ogni volta che parlava, le sue parole erano come musica, e trovavo difficile distogliere lo sguardo da lei. Ogni sua parola era un balsamo per la mia anima tormentata, e ogni tocco delle sue mani era una promessa di amore eterno. La amavo con una purezza disarmante. La mia fiducia in lei era totale; credevo che fosse una donna capace di cambiare il mondo con il suo amore, e questo la rendeva ancora più preziosa per me.
"Non posso resistere," dissi con un ghigno, prima di abbassarmi di nuovo per darle un altro bacio, questa volta più tenero, ma non meno carico di affetto.
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