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Capitolo 4

La porta della grande villa si aprì e vidi una bellissima ragazza bionda uscire. Lei mi guardò e mi sorrise. Io ricambiai e cominciai a camminare per andare a casa di mia zia.
-Scusa!- disse lei facendomi segno con la mano. Sorrise e si avvicinò lentamente. Io non mi mossi dal mio posto. Una staccionata ci divideva. Vicino a lei c'era un uomo scuro di pelle, alto e muscoloso -Sei la nipote di Miriam, giusto?-
Io annuii.
-Bene – disse sorridendo  -Potresti dirle che i Serra la attendono a casa loro?-
-Se avrò tempo glielo dirò-
Lei rise.
-Dimmi quanti anni hai? Sei piccolina, vero?-
-16 e sono molto matura per la mia età-
-Mh… qual è il tuo nome?- vidi uscire dalla casa tre uomini, ovvero i fratelli Serra.
-Non è importante. Vado di fretta, con permesso- dissi voltandomi e cominciando a camminare.
-Signorina Clara- non capi chi dei tre mi chiamò.
-Fratello conosci quella?- disse la ragazza bionda. Mi voltai.
-Scusi tanto signorina Serra, ma chiamare qualcuno con il pronome quella non è molto educato, soprattutto per una ragazza di buona famiglia come lei- risposi in modo educato.
L'uomo che credo si chiamasse Nico, rise.
-Oh vi prego, non litigate- disse.
-Io non litigo con nessuno signore, soprattutto non con persone che per me non hanno alcuna importanza- dissi sorridendo. La ragazza mi guardò indignata.
-Sai vero con chi stai discutendo? Noi viviamo qui da molto tempo e di certo non ci faremo zittire da un'insulsa contadina come te- ribatté lei con disgusto.
-Mi sembra che state facendo questo e per favore evitiamo di darci del “tu”. Ripeto che vado di fretta quindi buona serata famiglia Serra- dissi voltandomi e non prestando attenzione ai commenti che fecero.
Corsi verso casa di zia Miriam fino ad arrivare e bussare alla porta. Lei la aprì e la vidi molto agitata. Mi prese per un braccio e mi fece entrare chiudendo subito la porta. La sua casa era piccola, accogliente eppure regnava il disordine lì dentro. Al di fuori era una casetta rustica e si trovava accanto ad un piccolo ruscello. Da piccola adoravo passare le mie giornate lì, con i piedi nell'acqua fresca ad osservare i fiori viola che adornavano l'abitazione.
-Si può sapere che ti prende Clara Battaglia? Perché parlavi con quella famiglia?!- disse preoccupata.
-Erano scortesi e ho risposto nello stesso modo…-
-Clara- sussurrò abbracciandomi.
-Zia Miriam ma si può sapere perché tutti sono così disgustati o impauriti da loro?- chiesi.
Lei si staccò e cercò un libro nella libreria. Casa sua era molto piccola, super colorata e super disordinata ma era lo stesso carina. Da piccola ci passavo tutti i miei pomeriggi lì.
-Siediti- disse mentre faceva lo stesso e apriva il libro. Mi sedetti e osservai quest'ultimo. Era abbastanza piccolo e molte pagine erano bianche, altre invece erano piene di disegni  -si dice che la famiglia Serra discendi da una famiglia di mostri, creature maledette da Dio e che possono solo far del male alle persone…-
-E quindi tutti voi ci credete? – chiesi io stupita.
-Quelli che sono a conoscenza di questa leggenda si. Alcuni credono anche nei così detti lupi mannari, nelle streghe-
-Oh avanti zia ho 16 anni, non credo più a queste cose che raccontano per spaventare i bambini. E poi da quando sono nata non li ho mai visti? Se erano dei mostri mi avrebbero fatto del male- lei non rispose e mi guardò preoccupata.
-Oh hanno detto che ti aspettano a casa loro… una ragazza bionda sapeva che ero tua nipote. Mi avrà visto correre tutte le mattine per venire a casa tua- dissi ridendo. Vidi della paura nei suoi occhi.
-Zia va tutto bene?-
-Certo- disse tornando a sorridere -Oh tieni- disse prendendo un sacchettino da sopra una mensola -Buon compleanno- sorrise.
Aprii il sacchettino e ci trovai un braccialetto. Era pieno di pietre trasparenti.
-Grazie zia Miriam…- dissi sorridendo -Mi potresti dare le medicine le porto a mamma e poi vado da Giuliana-
-Non preoccuparti. Gliele porto io più tardi, tu vai e indossa sempre il braccialetto- disse accarezzandomi.
-Va bene- risposi sorridendo -A presto zia- uscii e le feci un cenno con la mano.
Non ero sollevata dopo aver parlato con mia zia. Mostri? Quei signori così affascinanti? Certe volte le persone erano troppo superstiziose. Indossai il braccialetto. Mi dicessi verso la città. A quell'ora era già buio ma non ne avevo paura, anzi. La sera, la notte mi affascinavano… a quell'ora i musicisti jazz suonavano tantissime canzoni e la città era piena di gente e luci. Era uno spettacolo bellissimo. Svoltai a destra e bussai alla porta di Giuliana.
-Clara eccoti qui- disse Giuliana aprendo la porta.
-Si scusa il ritardo ma ho avuto dei contrattempi- dissi entrando.
-Hai corso vero?- chiese ridendo.
-Si vede?- dissi aggiustandomi il vestito.
-Vieni con me- mi prese la mano e mi portò nella sua camera, mi fece sedere sulla sedia che aveva avanti lo specchio. Camera sua era molto più grande della mia e ben arredata. Le pareti erano rivestite da carta con fantasia floreale come praticamente tutto il resto.
-Allora questi contrattempi quali erano?- chiese mentre mi aggiustava le forcine nei capelli.
-Beh mi sono addormentata, poi ho incontrato delle persone molto maleducate, poi sono andata da zia Miriam…-
-Per persone maleducate cosa intendi? O meglio, chi?-
-Li conosci i Serra?-
-Mi si… intendi quegli uomini troppo belli che vivono nella villa qui vicino?- chiese con interesse.
-È loro quella villa?- chiesi io stupita. Non potevo crederci.
-Si… mamma spesso ci va- rispose non capendo il mio interessamento  -Non sono troppi belli? Sono così eleganti! E poi Dio, hai visto quanto fascino?- rispose entusiasta.
-Giuliana…- la richiamai ridendo.
-Ho quasi 16 anni ma non vuol dire che non posso trovare alcune persone attraenti- scrollò le spalle.
-Si… non li trovi strani?-
-Non so cosa intendi per strani, ma no- disse ridendo -Ecco qui!- disse guardandomi allo specchio. Mi aveva raccolto i capelli lasciando qualche capello riccio cadere -Sei bellissima-
-Grazie…-
-Adesso andiamo in salotto che sicuramente mamma ci sta aspettando-
-Giuliana!-
-Dimmi-
-Lo sai vero che sei la persona più bella che io conosca e che ti voglio tanto bene…-
-Certo che lo so- disse ridendo. Amavo la sua risata -Anche io ti voglio molto bene ed ora vieni, abbiamo un'intera vita per le smancerie-
Era questo che amavo di Giuliana. Qualunque cosa accadesse lei aveva sempre un sorriso a 32 denti e cercava di trasmettere il suo ottimismo a tutti. Andammo in cucina tutte sorridenti.
-Allora pronte? …che bei capelli Clara- disse il signor Greco, il padre di Giuliana.
-Papà finalmente sei tornato- disse lei abbracciandolo.
-Clare sei stupenda!-
-Grazie signora Greco…- risposi arrossendo.
-Forza andiamo a festeggiare il compleanno della nostra seconda figlia – disse il signor Greco.
Io sorrisi molto felice. Mi consideravano una specie di figlia, di sorella. Per quanto potessi esserne felice, in fondo, non sarebbero mai stati la mia famiglia. Si, Giuliana era come una sorella certo, ma una madre e un padre ce li avevo. O almeno li avevo avuti. Uscimmo di casa e camminammo tranquillamente per la città. Passammo davanti alla villa dei Serra. Il grande portone era spalancato e si potevano intravedere le luci che riempivano la sala.
-Tesoro perché non andiamo a salutare i Serra?- chiese il signor Greco alla moglie.
-Si certo… ragazze voi volete aspettare fuori?- disse rivolgendosi a noi.
-No… entriamo anche noi- rispose sorridendo. Quello fu l’unico momento della mia vita in cui odiai Giuliana. Eravamo fuori la villa.
-Finalmente lì rivedrò- disse lei.
-Li hai già visti?- chiesi io alquanto sorpresa.
-Si…- disse rispondendo in modo vago.
Non ci feci molto caso, ma adesso pensando alla sua espressione mi ricordo che forse dovevo prestare più attenzione. Sorrise come sorrise mia madre quando le parlai dei Serra. Tolsi tutti quei pensieri dalla testa e guardai quella grande casa. Sospirai lentamente e seguimmo i suoi genitori. La strada era molto umida e quando arrivammo davanti alla villa sentii un vuoto nello stomaco, poi entrammo.

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