Capitolo 21
Arrivai in città seguita da Elia. Era assorta dai miei problemi e dai miei pensieri.
-Signorina Clara!- vidi il signor Oliver venirmi incontro con il carretto.
-Signor Oliver…- dissi sorridendo.
-Come va? Ho saputo di vostra madre… mi spiace- disse preoccupato. Abbassai lo sguardo.
- Sto meglio- risposi annuendo.
-Ne sono felice- disse sorridendo -Male ora dove state? A casa vostra tutta sola o con vostra zia?- disse con uno strano sorriso. Ricordai che mia zia e il signor Oliver erano molto intimi. E se anche lui faceva parte di quel mondo soprannaturale? Mi voltai per chiedere aiuto con lo sguardo a Elia, ma non c'era. Era scomparso.
-Signorina Clara?- richiede il fruttivendolo cercando di attirare la mia attenzione. Pensai che se era scappato non voleva farsi vedere dal signor Oliver e quindi la mia convivenza con i Serra doveva rimanere un segreto.
-Si certo. Comunque vivo da sola a casa. Adesso vado… a presto signor Oliver- dissi fingendo un sorriso per poi voltarmi e cominciare a camminare.
-A presto signorina Clara…- disse sottovoce. Mi voltai e lo vidi fissarmi con sguardo serio. Il suo sorriso rassicurante era scomparso. Accelerai il passo e mi mimetizzai tra la folla che c’era in strada. Mi sentivo inosservata, come se molti passanti si fermassero e si mettessero a guardarmi. Spinosi molte persone per superarle. Poi cominciai a correre e entrai in una stradina stretta, isolata. Sentivo dei passi, come se qualcuno si stesse avvicinando. All'improvviso qualcosa mi prese con velocità. Mi ritrovai dietro a un muretto, nella stessa stradina. Ero appoggiata al muro e Nico aveva una mano sulla mia bocca.
Potevo sentire il battito del mio cuore, stava accelerando sempre di più. Era troppo vicino e potevo sentire il suo respiro affannato. Mi guardò dritto negli occhi e con la mano mi fece segno di stare zitta. Io annuii e lui tolse la mano delicatamente dalla mia bocca. I suoi occhi erano come al solito stupendi, grandi. Avevano qualcosa, qualcosa di misterioso e per questo non riuscivo a smettere di guardarli. Avevo davvero paura in quel momento. Poi guardò oltre il muro. Dopo poco sospirò e si voltò a guardarmi.
-Vi seguivano- disse per poi cominciare a camminare.
-Chi?- chiesi seguendolo. Ero confusa. Si fermò.
-Gli amichetti di vostra zia- disse quasi arrabbiato.
-E che vogliono?-
-I vostri poteri, cosa possono volere da voi- disse ridendo.
-Siete insopportabile- urlai. Si avvicinò minaccioso.
-Vi ho salvato la vita. Vorrei almeno essere ringraziato-
-Nessuno ve lo ha chiesto. Perché ogni tanto decidete di salvarmi la vita? Me la so cavare da sola-
-Certo come no. Adesso sareste con quegli uomini chissà dove. Vi prego smettetela con queste messe in scena. Ho sentito il vostro cuore accelerare. Quando vi ero vicino… avete un debole per me signorina Clara?- disse sorridendo.
-Per voi posso provare solo odio e disgusto. Il mio cuore stava accelerando semplicemente perché avevo paura per la mia vita. La vostra vicinanza peggiorava la situazione- lo guardai con sfida. Lui mi fissò con odio, con rabbia.
-Sono andati via- disse Marcello comparendo all'improvviso. Lo guardai confusa.
-Velocità da vampiro streghetta- disse Stefano comparendomi alle spalle. Sobbalzai dalla paura.
-Credo che non debba più stare con noi…- disse Nico.
-Fratello perché vuoi prendere decisioni senza di me?- intervenne Elia comparendo anche lui dal nulla.
-Dove eravate finito?-
-Per adesso è meglio che nessuno sappia che siamo amici signorina Clara. Troppe persone ci odiano…- disse Elia.
-Ha ragione nostro fratello Elia. Mandiamola via, sono stanca di dover badare a una ragazzina- disse Rebecca guardandomi disgustata.
-Nessuno ve lo ha chiesto- dissi io.
- Oh certo che no. Sono i miei fratelli che si ostinano a volervi con loro e non riesco a capire il perché…- disse guardandomi confusa e curiosa. Mi innervosiva troppo. Era davvero stupenda ma era anche una vipera. Era sempre scontrosa e sembrava sempre arrabbiata.
-Rebecca ora basta- disse sorridendo Stefano.
-Tutto bene Clara?- mi chiese. Io annuii ma poi scossi la testa.
- Non va affatto bene. Non voglio più essere costretta ad essere salvata da vostro fratello- dissi sorridendo in modo falso -Quindi ora ce ne andiamo nella vostra casa di campagna e ci esercitiamo- mi guardarono tutti stupiti -Sono stanca di dover essere debole. C’è gente che vuole i miei poteri e non capisci perché. Anche io voglio i miei poteri. Voglio sentirmi forte quindi muoviamoci- dissi prendendo la situazione molto seriamente. Ero stanca di dover sempre essere salvata dai Serra. Volevo capire chi ero e cosa potevo fare.
-Adesso dovremmo anche guardarla mentre ci distrugge casa?- chiese Rebecca arrabbiata. Credo che odiasse anche solo la mia presenza. Nicolò rise mentre io alzai un sopracciglio.
-Dopo di voi- disse Stefano sorridendo.
Io alzai lo sguardo e cominciai a camminare. Quando uscii dal vicolo stretto e mi dicessi verso la villa dei Serra. Non sapevo cosa mi era preso ma ero stanca di dovermi sentire quasi in debito con Nico. Ero stanca che quella famiglia dovesse sempre difendermi. Quando arrivai fuori la villa feci un grande respiro e guardai il terreno. Ma cosa stavo facendo?
-Non entrate?- mi chiese Nico sorridendo, quasi con sfida. Abbassai lo sguardo -sapevo che avreste cambiato idea- disse ridendo.
-Non ho cambiato idea…- dissi balbettando e andando vicino alla porta. Lui mi guardò curioso. Io mi fermai davanti ad essa e fissai il pomello.
-Non possiamo soggiogarvi per entrare quindi vi dovreste muovere- disse Rebecca. Non potevano soggiogarmi e non sapevano perché…
-Stefano…- dissi voltandomi e guardandolo -devi scoprire perché non potete soggiogarmi- dissi convinta. A Nico scappò una piccola risata.
-Perché ridete?-
-Non ve l’ha detto Elia?-
-Cosa?- dissi guardando il fratello.
-Voi non potete essere soggiogata perché siete una strega- disse con un sorriso. Spalancai la bocca -non potete mai essere soggiogata-
-Nicolò ma che fai!- disse urlando Stefano.
-Mi avete mentito- dissi urlando e puntando un dito contro tutta la famiglia. Intanto Elia guardava arrabbiato il fratello -voi mi avete mentito- dissi mettendomi le mani nei capelli. -mi avete illusa… io non posso essere soggiogata. Il bracciale era inutile. Voi mi fate schifo- dissi cominciando a camminare.
-Signorina Clara- disse Stefano spuntando davanti a me -noi abbiamo bisogno di voi. Abbiamo bisogno dei vostri poteri e questo era l'unico modo per convincermi ad aiutarci. Siamo crudeli è vero, ma noi abbiamo bisogno di sopravvivere-
-Non mi interessa. Trovatevi un'altra strega. Non voglio vedervi mai più. Non voglio sentire più le vostre voci. Sparite dalla mia vita. Tutti voi- dissi urlando -e voi…- dissi guardando Elia -voi siete quello che mi fa più schifo… mi sono fidata di voi. Andate al diavolo-
-Clara ti prego, ascoltami- disse Elia avvicinandosi a me.
-No, no- dissi spostandomi.
- Ti prego- disse appoggiando le sue mani sulle mie spalle -aiutaci. Abbiamo bisogno di te- scossi la testa.
-Avete bisogno di una strega. Non di me- dissi per poi voltarmi. Lui mi prese il polso e mi fece girare verso di lui. Non ci pensai due volte e gli diedi uno schiaffo, non molto forte. Lui mi guardò, quasi allibito. Non so perché glielo diedi, forse semplicemente lo volevo.
- Non toccarmi mai più- dissi guardandolo dritto negli occhi. Non pensavo che anche lui potesse mentirmi. Quella mattina era stato così gentile con me. Vidi gli occhi di Rebecca riempirsi di vene. Nico guardava la scena divertito. Era come se fosse felice che avessi dato uno schiaffo al fratello -Io non voglio vedervi mai più. Non voglio aiutarvi e non voglio essere aiutata. Ho sbagliato a fidarmi anche per un secondo di voi. Siete i Serra e siete perfidi. Voi siete dei vampiri e continuando ad ingannare e ad illudere le persone finirete per restare da soli, per l'eternità- dissi per poi girarmi e cominciai a camminare.
-L'eternità non ci spaventa signorina Clara-
-Un’eternità in completa solitudine è difficile signor Serra- risposi a Stefano.
-Lasciala andare fratello. Sarà lei a tornare da noi- sentii dire.
Non sarei mai tornata da loro. Non avevo intenzione di essere presa un'altra volta in giro. Ero stanca. Per quanto era difficile ammetterlo, mi ero fidata di Elia. Avevo pensato che forse lui era diverso e che avevano davvero bisogno di me. Mi sbagliavo. Loro non erano vampiri originali, no. Loro erano la famiglia Serra, quei bastardo assetati di sangue. Loro non erano leali, gentili, sinceri. Erano solo una famiglia abbandonata a se stessa ed io ero una stupida contadina caduta nella loro trappola. Non so perché ma ero triste. Ero triste nel sapere che Elia mi aveva mentito. Lo consideravo diverso da Nico invece era come lui, forse peggio, ed io ero stanca. Tanto stanca. Così stanca che quando arrivai a casa mi stesi sul pavimento e mi addormentai. Pensando al nulla assoluto e non sapendo come mi sentissi.
Tutto era sbagliato. Tutto era troppo complicato.
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